Progetto di un paio d’anni (o anche di tre) con i giovani, per, nell’ordine: 1) spendere meno; 2) mettere a posto i bilanci societari senza che il povero Marcello Cestaro ogni anno debba ripianare i debiti rimettendoci una botta di milioni; 3) smetterla una buona volta di mettere a libro paga (e che paga!) giocatori navigati che scelgono Padova solo per svernare o per la suddetta “generosità” del presidente biancoscudato.
Questa è l’idea con cui si è partiti la scorsa estate. Non due anni fa eh, la scorsa estate. sette MESI fa. Poi, alla faccia dei due o tre anni, sono bastati pochi mesi per correggere la prima volta il tiro: giovani sì, pochi “schei” spesi sì, ma insieme ai “pochi schei”, voemo anca ea “bea figura”. E allora si comincia a dire che ai playoff con questa squadra ci si può arrivare. E che cavolo: il Pescara l’anno scorso, con una squadra di giovani e l’allenatore giusto, è volato in serie A diretto. Vuoi che noi a Padova non riusciamo almeno ad arrivare sesti per giocarci qualche speranzina agli spareggi?
Strada facendo la “speranzina” diventa OBBLIGO IRRINUNCIABILE. Ai playoff prima e in serie A dopo ci si DEVE arrivare. E allora basta un momento no per arrivare all’esonero di Pea, si chiama a sostituirlo un allenatore esperto e navigato come Colomba e a gennaio, alla riapertura del mercato, i propositi di spendere poco all’improvviso spariscono: e via con l’ingaggio di Iori e De Feudis. Per poco non ci scappa anche Sforzini (ma non ci eravamo tanto offesi quando Dal Canto aveva detto che equivaleva a Cacia? Mah…) che invece, per fortuna a mio avviso, sceglie un’altra strada e fa risparmiare questa spesa pazza al patron vicentino.
E adesso? E adesso siamo alle solite: Colomba è un allenatore navigato ma non un mago ed è incappato anche lui in un momento no, come era successo a Pea. D’altra parte, ci vuole tempo per riamalgamare un gruppo (che, detto fuori dai denti, è buono ma non certo ai livelli del Pescara dell’anno scorso e dei vari Insigne, Immobile e Verratti!). E Cestaro che fa? Siccome vuole vincere e la pazienza è finita, fa capire che, se va avanti così, è disposto a richiamare Pea.
Mi dispiace molto dirlo ma con una gestione così “umorale” è difficile arrivare da qualche parte. Io non sono di quelli che dicono che senza Cestaro il Padova starebbe meglio. Tutt’altro: da tifosa, prima che da giornalista, ringrazio e ringrazierò sempre Cestaro per quello che ha fatto e che continua a fare per il calcio Padova. Però il presidente deve capire che, se si parte con un obiettivo, non si può cambiarlo in corsa in questo modo e pretendere che, in due e due quattro, i risultati arrivino. E’ comprensibile, da una parte, che la sua pazienza sia giunta al limite, ma, d’altro canto, non è così che si può tagliare un traguardo importante. Se lui per primo è confuso e agisce troppo d’impulso, a pioggia quest’incertezza si abbatte su tutto il resto del gruppo.
Come già successo in altre stagioni, non troppo lontane, è arrivato, puntuale, il silenzio stampa. Dal punto di vista scaramantico, la decisione porta bene: nel 2008-2009 siamo stati promossi in serie B e l’anno successivo ci siamo salvati a Trieste con il silenzio stampa. Ma mette malinconia vedere come le situazioni si ripetano. E dispiace vedere un uomo straordinariamente umano e generoso come Cestaro non riuscire proprio a trarre insegnamenti dal recente passato.
Nonostante le sue esternazioni nel dopo partita contro il Brescia (ha invitato i tifosi che hanno fischiato la squadra ad andare a dare via il… didietro!), sono convinta che la piazza lo ama ancora e anche tanto, perché si rende conto di quanto il presidente ha dato a questa città. Gli si chiede, però, un po’ più di razionalità, per evitare che l’eccessiva passionalità si trasformi in un boomerang che, tornando indietro, fa male prima di tutto a lui…