Credo che non più di 2/3 lettori si ricorderanno uno dei primi Topic del 2008 che titolava più o meno così: “La serendipity? Averne…”.
In realta la serendipità non è una cosa ma una fortuita scoperta casuale.
Credo che su Internet siano descritti i casi più famosi: La scoperta della penicillina, i raggi X, il forno a microonde e così via.
Io ne scoprii il significato proprio cercando alcune istruzioni sul forno a microonde, scoperto casualmente da Percy Spencer nel 1945 mentre stava studiando nuovi apparecchi per i radar (…).
Ricordo una mia azzardata “teoria”, durante un esame universitario di cinquant’anni fa, sulla scoperta casuale (serendipity?) del meccanismo della RIMOZIONE da parte di Freud durante i suoi studi sull’Isteria.
In quella circostanza feci un’affermazione che recitava più o meno così: Senza la RIMOZIONE di alcuni pensieri “pesanti ed inaccettabili” (per l’IO cosciente) nei quali ci imbattiamo o produciamo autonomamente NON POTREMMO VIVERE,
pertanto li collochiamo temporaneamente (?) nell’INCONSCIO.
Si trattava di un’affermazione, allora, non fondata su elementi scientifici – e come avrei potuto! – ma che in seguito fu dimostrata e diventò uno dei cardini della psicoalasisi freudiana (contestata o ampliata da alcuni suoi allievi).
Sì Gazza, ma il Covid e la serendipity?
Beh abbiamo letto dell’evento accaduto nei test per il vaccino dell’Astra-Zeneca dove si è verificato un errore somministrando una prima mezza dose del vaccino sperimentale costatando che l’effetto protettivo del vaccino passava dal 65% al 90%.
Ho subito pensato “… ecco un caso palese di serendipity!”.
Credo tuttvia che la serendipità non sia necessariamente afferente solo ai fenomeni della ricerca e della scienza.
Mi domando perchè la mente, il pensiero e le deduzioni consequenziali debbano essere esenti dagli incontri con la serendipity, specie in questi tempi di “reclusione”, forzata ma indispensabile, nei quali il tempo per PENSARE e RIFLETTERE
è dilatato in modo irripetibile.
Ho un caro Amico che sta vivendo un momento emotivo per ora incontrollato e tumultuoso.
Lo ascolto sforzandomi di non entrare nel suo “ambito”, mantenendo, per quanto possibile, lucidità e “ratio”.
Quanti danni fa l’opinione della “vulgata” che tenta di mantenere separati emozioni e sentimenti forti, spesso obnubilanti, da un minimo di “ratio” sugli eventi?
E dopo l’ascolto ecco che la riflessione passa sul proprio personale con numerosi incontri di “serendipity” che non avresti mai pensato di fare.
Cari lettori, chiamate serenamente quanto sopra scritto il frutto di un’affabulazione di un anziano che tuttavia sa di sapere e pensare a quello che ancora non sa.
E’ un vostro diritto.