Eccoci qui, di nuovo “Italians”.
Durante il “lockdown” poca gente per le strade (diligenza o timore?), distanziamenti mantenuti, la tua brava mascherina e anche i guanti in lattice (una mezza tortura necessaria), code all’entrata dei negozi autorizzati, rarissimi boffonchiamenti di semi-intolleranza, non sembravamo neanche italiani.
Poi ti “moleghe on ponto” e alè, via alla “libertà” (tua) senza pensare a quella altrui.
Le immagini di alcune città di ieri sera sono da brividi e una discreta dose di rabbia mal repressa.
E’ il nostro male “endemico” dalle origini difficili da individuare e decifrare.
In verità mi era già successo in un supermercato (piccolo, inadeguato) di farmi apostrofare di “pensare ai cazzi miei”, come il fatto che il tizio senza mascherina non lo fossero, ma spero sia stato un caso isolato.
Devo anche ammettere che in un caso analogo, a fronte della mia osservazione, una signora quasi “piangente” mi riferì di non trovarle.
Detto e fatto, estrassi dalla tasca una mascherina di riserva SIGILLATA e gliela diedi e visto che era pure senza guanti, gli suggerii intanto di usare quelli a disposizione gratuitamente e poi le indicai dove erano in vendita ad un prezzo accessibile (avevo anche quelli di riserva, ma non erano sigillati), porto con me anche un disinfettante personale… ma mi sembrava eccessivo.
Buon Samaritano? io?!
Non scherziamo, solo una modesta dose di senso civico e molta attenzione alla MIA e altrui protezione conseguente.
E pensare che, lo giuro sul mio onore, o quello che resta di quello, che il MIO timore psicologico è banalmente normale e abbastanza vicino allo “zero”.
Tuttavia, dopo una passeggiata appoggio le scarpe su un telo di plastica, disinfetto le suole con l’alcool a 90° e in fianco c’è una bella risma di giornali sui quali asciugo le scarpe appena “sanificate” per riuscire di casa se mi son dimenticato (capita spesso) qualcosa, e in tal modo non sporco le scale condominiali.
Poi magari il Covid me lo cucco lo stesso (toccatina zebedea), ma sarà il frutto del “destino” o di qualche mio errore.
L’altro tema che mi ha “ossessionato” in questi giorni è il “finto” interesse per la CONOSCENZA e la SCIENZA.
D’altro canto siamo o non siamo un popolo di “Santi, poeti e navigatori” (come disse Mussolini) in un periodo dove eravamo LEADER MONDIALI della Fisica e della Matematica e altre scienze affini.
Ma il regime volle un “giuramento di fedeltà all’Idea” da parte dei docenti universitari e solo dieci rifiutarono, mentre quasi 1500 giurarono (convinti o meno).
Va sottolineato che parecchi di loro aderirono in seguito alla lotta partigiana, tra questi il chimico Enrico Mattei , Renato Dulbecco (in seguito Nobel per la Medicina).
Siamo stati (siamo?) a lungo un Popolo di “Umanisti”, relegando le Scienze ad un ruolo residuale.
Ne stiamo ancora pagando il conto anche se nel mondo molte “eccellenze” scientifiche sono italiane, ma operano prevalentemente all’estero, pagati adeguatamente alle loro capacità, ma soprattutto molto liberi nelle proposte di ricerca.
Ed è inutile girare la testa dall’altra parte, in Italia gli scienziati, ancora una volta dopo il fascismo, avvertono una forte diffidenza della classe politica nei loro confronti.
ESEMPLARMENTE, andate a leggervi cosa successe a ILARIA CAPUA, virologa di fama mondiale, messa sotto accusa da quelli delle “scie chimiche”, una vicenda orrenda e significativa.
Infine ci son politici di Governo e Opposizione che spendono ORE per preparare un Tweet o un’auto intervista su facebook e poi non sanno o non spendono lo stesso tempo per comprendere i contenuti dei vari “dossiers” di loro competenza.
E il Covid-19 e qualcos’altro di poco simpatico, come le stelle, stanno a guardare.