LA MATTANZA
Cioè a dire quello che viene chiamato “femminicidio”.
Ma ho visto che l’argomento è trattato (anche un po’ bis-trattato) in un altro blog di Telenuovo, ed allora passo.
Non prima d’essermi posto qualche domanda:
1) ma quanti uomini stanno davvero riflettendo su questo fenomeno che non ha precedenti, almeno nella storia moderna del mondo occidentale?
2) quanti di loro si interrogano sul perchè di questo abominio?
3) che tipologia di risposte, eventualmente, si danno?
4) c’è qualcuno che ne prende solo atto pensando magari che si tratti di un “fenomeno” transitorio come il maltempo e che “ha da passà a nuttate”?
5) quanti pensano che “ci sono al momento (?!?) cose più importanti da risolvere?
6) è possibile sperare che di fronte a semplici (…) mal comportamenti di amici o conoscenti, che usassero una qualsiasi forma di violenza nei confronti della propria moglie, fidanzata, convivente o similare, si manifesti nei loro confronti una qualsiasi forma di fermo “dissenso”, mettendo anche a rischio quella (specie…) d’amicizia?
Ho due casi personali dove ciò (punto 6) è avvenuto.
In un caso, a domanda “perchè non ti fai più vedere?”, ho risposto semplicemente “perchè maltratti tua moglie anche in mia presenza e questo mi crea un grande disagio”.
Più visto.
Bene.
Nel secondo caso, più o meno della stessa natura, la risposta fu “fate i cassi toi”.
(Quasi) giusto, tuttavia aggiunsi che da quel momento, in caso di inviti collettivi, che avrei rifiutato, con la sua presenza, a domanda sulle motivazioni del rifiuto, le avrei date paro-paro.
Fatto.
Più visto.
Benissimo.
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