LA CAVERNA DEL GAZZA: Non ho più catene…

Purtroppo non ho mai studiato Fiosofia (di norma non si usa l’articolo e non si dice “LA” Filosofia, forse nel timore che qualcuno ti chieda: …filosofia de che…-n.d.g.).
Però sul mito de “La Caverna di Platone” ci ho imbastito la mia tesi di laurea, che tuttavia parlava di Cinema, un certo tipo di Cinema, quello dei “Divi” del Cinema americano degli anni ’80.
Siccome già a questo punto l’ottanta per cento dei visitatori occasionali non gliene fregherà di meno, e avrà già clickato “esci”, continuo imperterrito.
Preferisci la “comodità” (??) di restare incatenato con la faccia rivolta verso il fondo dela caverna sulla quale si stagliano solo le ombre di ciò che avviene alle tue spalle, o preferisci che un quasiasi “liberato”, che si sia fatto un’idea di ciò che si svolge fuori dalla caverna, venga a liberare anche te e poi chi s’è visto s’è visto e ciascuno per la sua strada?
Oddio rischio di perdermi…
Insomma sei disposto a fartela raccontare o sei disposto a sentire il dolore che ti provocherà la vista del sole, cui non sei abituato?
L’orgoglio dei più farà rispondere “…io voglio guardare in faccia la realtà…!”.
Io dico che non è vero.
Vi sembrerà strano ma il Topic finice qui.

p.s.:
Se dopo un Topic come questo “Don Gigi Win”, il Supremo Editore di Telenuovo, non mi esibisce, almeno, un cartellino giallo, posso davvero continuare a scrivere quello che voglio. 😎

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Il titolo del Topic era…

LA MATTANZA

Cioè a dire quello che viene chiamato “femminicidio”.
Ma ho visto che l’argomento è trattato (anche un po’ bis-trattato) in un altro blog di Telenuovo, ed allora passo.
Non prima d’essermi posto qualche domanda:
1) ma quanti uomini stanno davvero riflettendo su questo fenomeno che non ha precedenti, almeno nella storia moderna del mondo occidentale?
2) quanti di loro si interrogano sul perchè di questo abominio?
3) che tipologia di risposte, eventualmente, si danno?
4) c’è qualcuno che ne prende solo atto pensando magari che si tratti di un “fenomeno” transitorio come il maltempo e che “ha da passà a nuttate”?
5) quanti pensano che “ci sono al momento (?!?) cose più importanti da risolvere?
6) è possibile sperare che di fronte a semplici (…) mal comportamenti di amici o conoscenti, che usassero una qualsiasi forma di violenza nei confronti della propria moglie, fidanzata, convivente o similare, si manifesti nei loro confronti una qualsiasi forma di fermo “dissenso”, mettendo anche a rischio quella (specie…) d’amicizia?
Ho due casi personali dove ciò (punto 6) è avvenuto.
In un caso, a domanda “perchè non ti fai più vedere?”, ho risposto semplicemente “perchè maltratti tua moglie anche in mia presenza e questo mi crea un grande disagio”.
Più visto.
Bene.
Nel secondo caso, più o meno della stessa natura, la risposta fu “fate i cassi toi”.
(Quasi) giusto, tuttavia aggiunsi che da quel momento, in caso di inviti collettivi, che avrei rifiutato, con la sua presenza, a domanda sulle motivazioni del rifiuto, le avrei date paro-paro.
Fatto.
Più visto.
Benissimo.

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ENRICO CIACCI, il fratello di LITTLE TONY…

Se n’è andato uno dei peggiori e rispettabili cantanti della storia della musica italiana, LITTLE TONY, non c’era spazio per scrivere d’altro.
R.I.P.
Però il Topic inizia con Enrico (Ciacci) e non con il più famoso Antonio (Little).
Ma un motivo c’è.
Di chi credete che si parlasse, mezzo secolo fa, tra gli aficionados di musica, sul Listòn (roba da veci), o alle “cadène del Bar Motta” (Via Mazzini, di fronte a Louis Vuitton, rimosse da anni, fucina di pischelli e virgulti, tra i quali chi scrive)?
Di Little Tony o di suo fratelo Enrico?
A torto o a ragione, di suo fratello Enrico.
Perchè?
Semplicissimo: agli albori del Biit Veronese i “maneghi” (chitarristi solisti) erano più interessanti e ciacòladi dei cantanti.
E i primi pionieri veronesi che andavano a fare i provini per le “indie” (case discografiche-finte-indipendenti di allora) riportavano, esagerando, mirabilie di chitarristi sconosciuti (ed in realtà modesti) come Enrico Ciacci.
Come ottime voci soliste noi avevamo Dino, l’Avvocato Degani e Mario Poletti, amici del pais (anche se il Poletti l’è mantòan), bravi ma amigos, si cortocircuitavano (?) tra loro.
La prima voce che che ci stupì davvero, in una piovosa serata del ’65 in quel di Peschiera, fu un certo Fausto Leali, da me subito batezzato (con eccessiva enfasi) lo Steve Windwood italiano.
Comunque penso che sia sempre molto complicato (psicologicamente) essere “il fratello di…”.
Lo è è stato perfino per il (quasi) dimenticato Abele nei confronti di Caino.
Vi potete ben immaginare per gli altri.

Nota n°1:
quache volta il legame di parentela veniva sfruttato con “sagacia” (??)
Ricordo un concerto al Teatro Ristori (’64 o ’65) dove la “star” era tale Colin Hicks, presentato, a caratteri cubitali sulle locandine, come il…CUGGGINO 😮 di Tommy Steele, cantante inglese di notorietà meritata.
Nota n° 2:
io ho un fratello più giovane, di un bel po’ di anni.
Non ho mai capito se la considera una fortuna o una disgrazia.

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Ho visto il SET con un Grande Attore…, sa l’ha vist cusel? Ho visto il SETTI…

Quattro o cinque anni fa scrissi un post sul blog di Vighini (su questo era “vietato” parlar di calcio-n.d.g) nel quale, polemizzando con qualcuno che teorizzava che una squadra di calcio era sostanzialmente “anema & core”, provavo a spiegare che fino a quando non ci sarà una linea “gerarchica” come quella di un’azienda, un’azienda particolare-questo lo concedo-,non si sarebbe andati da nessuna parte, se non per “botta di culo temporanea”.
Un Titolare ò Paròn, con o senza braghe bianche, che sappia far valere in ogni momento e nei confronti di tutti la propria “titolarietà”, un Direttore Generale e Responsabile dell’Ufficio Approvvigionamenti (detto Diesse) e un Direttore di Produzione (detto Mister).
Il prodotto viene esibito su di un rettangolo verde, ma il Cliente-Tifoso è di tipo speciale, almeno quello di Verona.
Esigente, ma anche tollerante (per passione), chiassoso, ma non iroso, fidelizzato al Marchio tranne trascurabili eccezioni.
Se non ricordo male il solo – ed allora vituperato- Pan y Balòn concordò.
Qualche “amigo” scrisse che di calcio non capivo nulla (come se quello che avevo scritto fosse stata “roba calcistica”), qualcuno più generoso scrisse “…sì va bòn…ma il calcio l’è na roba particolare…(senza spiegare il dove, il come ed il quando)”.
Ieri, al Vighini Show, il Presidente Setti ha fatto una performance da grandissimo attore (metodo Stanislawskij, grande interiorizzazione del personaggio e raffinata esternazione delle sue caratteristiche. Tutto deve apparire/essere più vero della realtà).
Dimenticavo di dire che il Presidente Setti è anche il Produttore della messa in opera dello spettacolo (quello che caccia la grana-n.d.g.), con tutti i rischi a suo carico.
Giù il sipario.
Applausi scroscianti per tutti i protagonisti di quest’anno.
Ma il prossimo mese d’Agosto ne comincia uno dalla complessità stratosferica (nel genere ovviamente) e quindi in bocca al lupo e crepi il lupo.
Ma che Dio salvi sempre il Mastino.
😎

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VIZI & VEZZI

C’è una gran bella differenza tra le due cose, non solo etimologica.
Uno (il vizio) è, più o meno, il contrario della “virtù”.
Quasi mai privo di conseguenze negative per sè o per gli altri, a parte la libera masturbazione fisica che non riesco proprio ad ascrivere alla categoria dei vizi.
L’altro (il vezzo) è sostanzialmente innocuo, anzi, se non viene estremizzato, può essere uno strumento utile: “…dopo la tempesta m’avvicinai a lei con far Vezzoso, respinto una volta non disarmai…perchè a Vezzo Gentil, cor gentil non resiste a lungo…” (anonimo del XVI° Secolo).
Delle disgrazie quotidiane molte sono figlie del vizio, nessuna del vezzo.
Provate a pensarci e, se potete, a distinguere.

MACCHE’, NIENTE, NON MI VIENE IN MENTE NIENTE…

Volevo scrivere un Topic per comunicarvi che mi sento avantissimo, dal momento che ho deciso di abolire il ferro da stiro così avrò in modo permanente quel bel effetto stropicciato e stazzonato sempre di moda presso le STARz dello Spettacolo, eD io, perbacco lo fui.
E pensare che quando io e la mia maraja decidemmo di smettere di vestire da (poveri) damerini ed usare solo roba “second hand” il Grunge ed il Casual non erano ancora stati inventati.
Ricordo che un giorno andai a fare una “vasca” sul Listòn indossando Blu-Jeans, bianchi, della Lee, di due taglie maggiori, indossando una scarpa bianca ed una rossa (Superga di tela) e una camicia a quadri bianchi e rossi “effetto tovaja” (perchè di un vero scampolo per tovaglie si trattava) comperato agli Scampoli di Via Fincato e fatta a mano, di una misura superiore alla mia.
Quando uscivo così vestito (?) gli alti lai di Mamma Carla li sentivano fino al Bentegodi (per 5 anni abitammo in zona…).
Ma può essere un Topic questo?
No era…
Però-però…, quello di sapere qual’è il vostro rapporto con l’abbigliamento, e come sia cambiato (se è cambiato) nel corso degli anni può essere socioantropologicamente di un qualche interesse.
Imitavate qualcuno, diverso dai Cugini di Campagna?
I vestiti ve li comprava mamma, e se sì, fino a quando?
Desideraste qualcosa d’impossibile (per le vostre scarsele)?
Oppure da machi duri e puri non avete mai prestato attenzione al vestire, neanche prima di un PRIMO appuntamento con una tata, dove per tener fede al ruolo, non vi facevate neanche il bagno…che non facevate da 24.7 giorni consecutivi!
Che tempere!
😎

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COPERTINE (senza divano)…

Quando ho scritto il Topic commemorativo dei Vyly Vynyly, mi sono scordato di parlare delle (spesso) stupende copertine che li rappresentavano.
Uno di voi (el Butèl) me l’ha ricordato.
Io sceglierò le mie TRE e, se possibile, “perchè” quelle.
Chi vuole faccia pure.

pee.sss.:
non è un Topic originalissimo, ma a me va bene così 😎

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ANCHE SE DIO NON ESISTE…(*)

…basterebbe non sentirsi ogni santo giorno, individualmente o collettivamente, “THE ASSHOLE OF WORLD” (il buco del culo del mondo-n.d.t).
Non c’è miglior “atto di fede” ateo, pagano o credente che si possa fare.
Universalmente.
E non è necessario ripeterlo a se stessi come una giaculatoria, basta ricordarselo al momento giusto.

(*) trattasi, con tutta evidenza, di un’opinione personale.

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CARO VYLE VYNYLE

Oggi è la Giornata Mondiale della Rimembranza.
Da qualche anno è stato deciso che il 20 Aprile la si celebri, io vyl vynylaro non lo sapevo e ben mi sta.
Non so bene di che tipo d’operazione si tratti, spero non sia di nostalgia perchè allora non mi riguarda, non sono nostalgico.
Se invece è per tenere vivo un reperto che ha cambiato molto dei nostri costumi sociali, ci sto.
Chi ha visto “L’Uomo che cadde sulla Terra”, interpretato dal diafano David “white Duke” Bowie, dovrebbe ricordarsi che l’alieno Bowie inventa una pallina di qualche centimetro di diameto che, posta su apposito supporto, riproduce musica senza limiti di tempo.
Il flm e del 1976, il primo CD arrivò dopo quattro anni…
“Arancia meccanica” è del 1971 ma parla di una società futuribile, eppure in una scena dove quel simpatico drugo bastardone di “Alex” va alla ricerca di giovani “chickens”, lo vedi in un centro commerciale che sfoglia distrattamente di vynyly.
Ho finito da poco di guardare l’ultimo (perdibile) film di fantascienza di Tom Cruise dal titolo “Oblivion”.
Ambientazione possibile il 2070, non si capisce bene se il Cruise è un clone o il prototipo di tutti i cloni a lui uguali.
Però il Cruise, clone o non clone, su una Terra desertificata da una guerra di cui non vi dico nulla per rispetto di coloro che lo andassero a vedere, ha la sua piccola valle verde, con tanto di baracca alimentata eolicamente, dove al suo interno ha…il giradischi e un pacco di vynyly…!
Li sfoglia con distrazione e poi mette una “ballad” che non ho riconosciuto.
L’immagine nel film fa tanto “operazione nostalgia” (che non amo, ripeto, come Operazione, poi ognuno ha i sui ricordi).
Insomma libro, vynyle e caminetto è un vivere perfetto.
Non è così che va.
Però utilizzando il fermo immagine sono riuscito a vedere alcuni titoli degli LP che il Cruise (clone o non clone) tiene nella sua capanna.
Ve li posto nel post.
Bon fine settimana a todos, che per alcuni di noi termina lunedi sera alle 22.30…
😎

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