SOCIAL A CHI?!? NON TI PERMETTERE! (seconda e ultima puntata)

Le nuove tecniche di fake news sui social media rappresentano una minaccia per la società in diversi modi. Alcuni dei rischi principali sono:

Disinformazione: la diffusione di informazioni false e fuorvianti può causare confusione e disinformazione tra il pubblico. Ciò può portare a decisioni sbagliate e persino dannose per le persone e le comunità.

Polarizzazione: le fake news tendono a creare divisioni tra gruppi di persone e possono alimentare la polarizzazione politica, ideologica e culturale. Ciò può minare la coesione sociale e la capacità delle persone di cooperare per risolvere i problemi comuni.

Manipolazione e controllo: le fake news possono essere utilizzate per manipolare le opinioni e i comportamenti delle persone, ad esempio per influenzare le elezioni o promuovere determinati prodotti o servizi. Ciò può minare la democrazia e la libertà di scelta delle persone.

Diffusione di teorie del complotto: le fake news possono alimentare la diffusione di teorie del complotto e di ideologie estremiste. Ciò può portare a comportamenti violenti e a una maggiore instabilità sociale.

Per contrastare questi rischi, è importante promuovere l’alfabetizzazione mediatica e incoraggiare le persone a verificare le fonti delle informazioni prima di condividerle sui social media. Inoltre, le piattaforme social dovrebbero adottare politiche più rigorose per identificare e rimuovere contenuti falsi e fuorvianti.

MARZO, APRILE E UN PEZZETTO DI MAGGIO… E LA SCIENZA DOVE LA METTIAMO?

Io non conosco la tempistica delle stagioni, di conseguenza il titolo potrebbe essere errato, ma voi siete sapienti e mi corigerete (sindrome da Papa Wojtyla-n.d.g.).

Gli esperti avvisano: la primavera è arrivata e con essa anche le allergie stagionali. Ma quest’anno c’è una novità: la pandemia di COVID-19, non del tutto scomparsa ma “in sonno”, come fosse un’adepta di una loggia massonica vigila. Come affrontare quindi il dilemma di distinguere tra i sintomi di una semplice allergia e quelli del virus?

Per fortuna, alcuni scienziati hanno trovato una soluzione: basta annusare il caffè! Sì, avete capito bene. Secondo uno studio dell’Università di Manchester, l’odore del caffè è in grado di aiutare a distinguere tra i sintomi dell’allergia e quelli del COVID-19.Ma non è finita qui. Un’altra ricerca condotta dall’Università di Harvard ha dimostrato che l’ascolto della canzone “Happy” di Pharrell Williams può aumentare la produzione di anticorpi. Quindi se siete allergici e volete prevenire il COVID-19, mettete su quella canzone e fatevi un bel caffè, uè, l’ho letto su un social di quelli che “sanno”, tipo il grafene nei vaccini, i micro, ma micronani chips che ci hanno iniettato e saranno controllati dalla Banda d’Affori, scusate, mi dicono che la mega scienziata Sara Cunial voleva dire Banda 5G.

Scherzi a parte, è importante prendere sul serio sia le allergie stagionali che il COVID-19. Se si presentano sintomi, è sempre meglio consultare un medico e seguire le indicazioni delle autorità sanitarie per proteggere se stessi e gli altri.

E se avete bisogno di un po’ di sollievo dall’allergia, non c’è niente di meglio di una bella tazza di caffè. Ma per favore, non mettete su “Happy” a tutto volume in mezzo alla strada. Non vogliamo causare altre emergenze sanitarie.

BULLI E PUPE

Forse qualche cinefilo incallito avrà visto il film del 1955 da cui ho preso spunto per il titolo (tra gli interpreti Brando e Sinatra).
Come al solito non c’entra nulla con quello che seguirà.
Restando in tema cinematografico, credo che solo in film statunitensi degli ultimi 20/30 anni si siano viste le “pupe”, questa volta serie, mandare a quel paese il loro “fico” boy-friend, bullo e vessatore, per andare in soccorso al bullizzato.
Questo accade nei film, la realtà, spesso drammatica, del “bullismo” giovanile che, col crescere dell’età dei bulli, cambia nome e diventa criminalità, dove le “pupe” diventano complici incoraggiatrici, è in continuo aumento, così dicono le statistiche.
Mi sono soffermato sul bullismo giovanile e scolastico per cercar di ricordare se esistesse, e in quali forme, anche quando anch’io ero sui banchi di scuola.
Qualcosa l’ho scoperta e, sebbene incomparabile con ciò che accade oggi, qualche cellula l’aveva.
Vediamo di ragrupparli:
1) la prima forma di bullismo avveniva sui cognomi: Vecchietti, Merlo, Mammoli, Buccia… raccoglievano la loro parte di sorrisetti “sarcastici” ogni volta che una lettura in classe riportava delle assonanza coi loro cognomi e la cosa continuava nel tempo per uno dei difetti dell’infanzia, e cioè la “coazione a ripetere” che si presenterà in forma più evidente nella filastrocca del punto 3).
Il motivo è semplicissimo: conteneva una “brutta parola”, quindi potete immaginare;
2) la seconda forma di bullismo, ai limiti del surreale, riguardava i poveri portatori di occhiali. L’espressione dialettale “… tasi tì quatro oci e du stanghete…” era un classico;
3) tuttavia è la terza filastroca bulla che diventava un tormento per chi la riceveva era rivolta ai compagni grassocci e faceva così: “Ciccio bomba cannoniere (?) fa la cacca nel bicchiere, il bicchiere si spaccò e ciccio bomba la mangiò”. Era un vero tormento che portava spesso al pianto di chi la riceveva e non faceva parte di una delle due “bande” della classe. Nella mia classe ne esistevano due, quella maggioritaria con a capo Paolo V., poi calciatore di serie C di buona fama, contava oltre una ventina di adepti, poi c’era la mia, ero io il capo, che ne contava una dozzina.
La cosa continuava e qualcuno cominciò a chiedersi a che cosa servisse fare parte di una “banda” (ultra innocua) se non venivi protetto. Fu così che un giorno, eravamo già arrivati alla quarta elementare, io e Paolo concordammo che chiunque avesse cantato quella filastrocca a chiunque delle nostre bande avrebbe preso un calcio nel sedere da uno dei capi.
Incredibile a dirsi ma, un po’per l’età che avanzava e un po’per l’applicazione della punizione, quella filastrocca andò ad esaurirsi.

Per alcuni versi, non tutti, quelle il grande Totò le avrebbe chiamate “quisquiglie, pinzillacchere”, oggi invece la cosa è serissima se si pensa ad una sua possibile evoluzione.
Ma il peggio del peggio adesso lo si trova anche tra adulti e, un incredibile caso di alcune settimane fa, è stato pure CODIFICATO da un’importante federazione sportiva nazionale: la Federazione di Pallavolo (!).
Fatto: un’assistente arbitra di pallavolo è stata sospesa dalle sue funzioni fino a quando non rientrerà nei pametri (?) di “massa grassa” (??) del suo corpo.
Commento: impossibile commentare una decisione di quel tipo!
Si tenga presente che il tipo di arbitraggio della pallavolo è tra i più STATICI che esistono, come il tennis (arbitro comodamente seduto) e il baseball, solo per citarne alcuni.
Ed ecco codificato quello che con un termine inglese si definisce “body shaming” che Wikipedia traduce con “derisione del corpo” che non corriponda ai “canoni estetici correnti” (fissati da chi, Sant’Iddio?!).
Per chiarire meglio il concetto, molto personale, io alla Oprah Winfrey, la giornalista televisiva più famosa d’America, afroamericana, e alla cantante Adele (prima maniera, ora ha un po’ceduto anche lei agli insulti), due “taglie forti” per essere più chiari, avrei “fatto un filo” lungo e utile per 100 maglioni!
Il body-shaming può avere un impatto negativo sulla salute mentale e fisica delle persone che ne sono vittime. Può portare a problemi come l’ansia, la depressione, la bassa autostima, i disturbi alimentari e altri problemi di salute mentale e non di rado al suicidio.
Ci si può riflettere?
Vi pare mai possibile che la convivenza tra gli esseri umani possa assumere le intollerabili caratteristiche di una curva da stadio?!
Per concludere voglio scusarmi ancora per il tempo trascorso con l’ultimo Topic.
Il motivo è che ho voluto scrivere anche una poesia, sì una poesia, embè cosa c’è di strano?
Per l’appunto è dedicata alle donne dalla “taglia forte” e la troverete nel mio primo post.
Hi guys!

QUOSQUE TANDEM, GAZZA, ABUTERE PATIENTIA NOSTRA?!

Cari lettori in questo periodo ci sono “tu chiamale se vuoi” PRIORITA’.
Proprio così, e poichè in realtà son problemi, sono priorità.

Fila il discorso?

A proposito, allora il Battisti Lucio era di “destra”?
Ecchissenefrega, era strabravo, non guardate solo i pezzi che diventano delle “cante” alle cene o sulla spiaggia attorno al fuoco con le bimbe che oscillano la testa per seguire il ritmo (e chiccazzolehamaifatte??).

Provate ad ascoltare per benino – per esempio – ANIMA LATINA.

E’ un capolavoro di ritmica, melodia e… così via.

Ma era di destra!

Pazienza.

A proposito, ci sono anche cantautori di “sinistra”.

L’esempio che segue, ammetto, non è proprio dei migliori viste le rivelazioni autenticate su quel luogo, quindi perdonate.

Se io fossi imprigionato nella famigerata prigione di Guantanamo e mi facessero ascoltare a tutto volume gli album del cantante di “sinistra” Vecchioni Roberto, dopo mezza giornata farei tutti i nomi dell’elenco telefonico!!

Guarda Gazza che l’elenco telefonico cartaceo è ormai un reperto da collezionisti…

Eccola la pitima dei puntini sulle “i”!

A presto.

CANCELLATO!

Una maldestra o malsinistra manovra di quel cowlion del sig.Gazza ha cancellato un Topic che era “costato” due ore abbondanti di ricerche, tagli, rifacimenti etc…

Perchè non hai salvato la bozza con l’apposito tasto?

Bravo, primo perchè NON l’ho visto e non l’ho mai usato, e secondo che COWLION sarei altrimenti?!?

Adesso è mezzanotte e le regole del lavorar a notte inoltrata sono cambiate a causa del tentativo (?!?) di ripristinare un minimo di normalità esistenziale.
A proposito di normalità, sto andando a prepararmi la cena.
Adesso…

P.s.

Mi scuso con voi e con l’Editore

FRANCAMENTE ME NE INFISCHIO… DOMANI E’ UN ALTRO GIORNO

Non credo che MOLTI lettori Under 60 (e anche Over…) conoscano le DUE frasi del titolo, rese da me, abusivamente, consequenziali trovandosi entrambe nello stesso film che, piaccia o non piaccia, appartiene alla Storia del Cinema: “Via col Vento”, ambientato durante la Guerra di Secessione americana (il riassunto di Wiki è ottimo).

Subito una curiosità: “Francamente, mia cara, me ne infischio”, prunciata da Clark Gable (Rhett Butler), prima di andarsene dalla volubilissima moglie Vivien Leigh (Rosella O’Hara), in originale è “Frankly, my dear, I don’t give a DAMN” che negli Stati Uniti è una sorta di bestemmia “a metà”.

Eeh, grazie al piffero Gazza, l’hai letto su Wikipedia…
Sbagliato!
In un famoso fumetto degli anni ’50, “Il grande Blek”, siamo nel periodo delle lotte anticoloniali, veniva regolarmente messa in bocca ai soldati inglesi l’espressione “godDAM”, quella sì un’autentica bestemmia, che non venne MAI censurata.
Era il periodo della grande triade fumettara post bellica: Capitan Miki, giovanissimo ranger, Il Grande Blek, un “trapper-cacciatore” combattente per la lotta contro gli odiati colonialisti inglesi e l’indistruttibile, inimitabile Tex Willer.
Fatte le premesse Gazziane, doverosamente eccentriche, arriviamo rapidamente alle conclusioni.

Il concetto (??) “me ne infischio”, che nel linguaggio attuale ha tutta una serie di varianti volgari e impublicabili tranne, ohibò, il me ne frego o me ne strafrego, viene usato a pieni piedi (le mani sono un nobile strumento).

Si tratta di un’espressione di INDIFFERENZA su un’infinità di eventi e contemporaneamente di negazione della interdipendenza dell’umano vivere in questo Villaggio Globale (M.Mc Luhan, Gli Strumenti del Comunicare, 1964) che è ormai la Terra, da crearmi talora uno stato di tipo pre-depressivo che riesco a combattere con fatica.
Eppure a nessuno è chiesto di essere un novello Cristo che, esistito o meno che sia, rimane un “unicum” per tutto quello che gli è stato attribuito.
Quindi?
Quindi siamo tutti così sicuri che “Domani o Dopodomani ci sarà davvero un altro giorno, continuando con questo passo ?”
“Pur temendolo, nulla di ciò che proviene dagli umani può lasciarmi ancora indifferente come prima” (Jena Plissken).

 

 

BE CAREFUL, BE AWAKED, AROUND THE CORNER THERE IS: ChatGPT!

Con quella applicazione di Intelligenza Artificiale, la AppGPT appunto, peraltro già in uso in USA, ma non in ogni dove, per esempio New York l’ha proibita, potrei ammorbarvi con un Topic al giorno.

Si tratta di una “app” che può fare praticamente tutto: una poesia, un’articolo giornalistico, chiederle di informarti su TUTTO quello che Dante pensava di Roma e perfino, cosa allucinante, cosa avrebbe potuto pensare Dante di Shakespeare, vissuto tre secoli dopo del sommo.

Sino ad ora la I.A. (in taliano) l’abbiamo vista nei film di fantascienza innestata nei cloni dell’uomo in carne ed ossa, da Battlestar Galactica a Blade Runner e, sebbens fanta, mi/ci avevano pure interessato ma pochissimo riflettere.

Voi sapete che esiste una deformazione chiamata “analfabetismo funzionale”, in parole povere, il mancato esercizio di una qualsiasi funzione, elementare o complessa, porta alla sua perdita applicativa autonoma.

Probabilmente anche se non pianti un chiodo per dieci anni, quando ci riprovi ci riesci perchè è un gesto atavico elementare.

Tuttavia prova a stare un paio d’anni senza scrivere nulla, nemmeno la tua firma, saranno cazzi amari per un bel po’di tempo.

Si dice che contro il futuro non c’è scampo, tuttavia ora e qui nel presente sono CONTRO.

Voglio che le mie “sinapsi cerebrali” continuino ad esercitarsi DA SOLE, e se esse hanno dei limiti li accetto e continuerò a provarci.

“Look Out” (stai su con le antenne), vigila!

Amen.

 

PENSO VELOCE, MA VADO PIANO…

Questa “fulminante” frase fu pronunciata, in un contesto amicale che lo incitava a resistere ancora, da Mariano Vantini, il più forte tennista veronese di sempre fino a…

Quella frase/concetto può essere applicata anche ad altre fasi esistenziali o operative?

Nel mio caso di sicuro, anche se questa volta non invocherò, pur essendo giustificatissimo, il mio diritto alla pigrizia per “JUS PERSONAL DATA” (diritto anagrafico).

UN GIORNO O UN ALTRO…

Si tratta della frase che pronuncia “Armonica” Bronson in uno strepitoso primo piano, caratteristica del grande Sergio Leone, nello splendido “C’era una volta il West” uscendo dalla casa di Claudia Cardinale, seguito a ruota dall’ultra strepitoso e morente “Cheyenne” (Robards).

Ecco, un giorno o l’altro arriverà il nuovo Topic di cui, per ora, ho solo il titolo, ma lo svuppo si presenta complesso.

 

Vedarem…