Pulizia della spogliatoio dai rifiuti ingombranti; riduzione degli ingaggi; avvio di un progetto. Previdi e Prisciantelli hanno mantenuto tutti gli impegni presi. L’Hellas è a ridosso della zona play-off e ha sconfitto lo scetticismo (anche legittimo) d’inizio stagione. Non è molto (nel senso che per definizione l’Hellas dovrebbe essere tra le prime due del campionato). Ma mi pare un buon lavoro. Se è vero che nel calcio contano i risultati questi danno ragione ai due dirigenti che hanno preso in mano una società scassata e derelitta e portata (in questo momento) davanti alla super-Cremonese dell’Arvedi dell’acciaio, spendendo un quinto di quello che spendono là. Siccome, al di là di mille discorsi e punti di vista, questo è quello che vale nel calcio, è bene dire bravi ai due. Aspettando Cesena…
CARA SANTA LUCIA…
Cara Santa Lucia,
mi chiamo Gianluca Vighini e dovresti ricordarti di me se non altro perchè è almeno da 40 anni che ti scrivo.
Da 30, inoltre, da quando cioè ho smesso di chiederti il subbuteo, ti scrivo sempre per la stessa cosa: l’Hellas Verona.
So che in passato mi hai ascoltato. Eccome. Nell’85, me lo ricordo come se fosse oggi, mi hai fatto un regalo bellissimo. Me l’hai portato a maggio, per la verità, ma io sapevo benissimo che era tuo anche se "fuori stagione". Me lo ricordo perchè ti scrissi proprio il 12 dicembre del 1984. "Potresti mica regalarmi uno scudetto?". Che brava che sei stata, cara Santa Lucia, allora.
Lo so, lo so… poi le cose si sono fatte difficili per te. Già hai tutti i tuoi problemi con el mussetto che non ne vuole più sapere di volare, col castaldo che ogni tanto va giù duro con i "goti", con quelli che fanno uh uh allo stadio e a te non piacciono proprio e una carriolata di carbone se lo meriterebbero. Ma io cosa c’entro in tutto questo?
Faccio il bravo tutto l’anno, corro ogni domenica su e giù per i monti, bevo il caffè ogni venerdì alle 15 con Gigi e Giuliano, mi sono persino vestito da gelataio per cercare di salvare l’Hellas dalla C2….
Insomma la mia parte l’ho fatta. Adesso toccherebbe di nuovo a te. Perchè non è che chieda poi molto. Non è come nell’84, figurati…
Adesso mi basterebbe avere una società che sappia tenere i migliori giocatori invece di venderli per portare i soldi a Montecarlo, un presidente che invece di parlare di un "progetto", lo facesse. Magari anche in silenzio, con pazienza, senza tanti proclami. Mi piacerebbe che l’Hellas tornasse a gente onesta, che spendesse bene un po’ di soldi ogni anno e che a dicembre non venissero più fuori ipotetici compratori e debiti e discorsi sui rischi di fallimento.
Mi piacerebbe solo parlare di calcio, di moduli, di allenatori, di giocatori. Mi piacerebbe che Tiboni diventasse una bandiera, che Moracci imitasse Marangon, che Bergamelli assomigliasse, almeno un po’ al Trice.
Vabbè vabbè, ho capito… Mi sono lasciato prendere ancora una volta la mano, scusami. Ma hai già capito: fai quello che puoi, ma fallo in fretta cara Santa Lucia. Non costringermi a scriverti un’altra letterina di questo tipo anche il prossimo anno…
GIRARDI, CORRENT, ANACLERIO: SE CI SIETE BATTETE UN COLPO
In mezzo a tanti sconosciuti che adesso abbiamo imparato a conoscere meglio, il Verona ad inizio stagione aveva anche qualche certezza. La prima era Domenico Girardi. La punta campana di proprietà del Chievo (l’unico prestito "secco" come ha ribadito domenica pomeriggio a Tuttocalcio il ds Prisciantelli) arrivava da una buona stagione a Foligno, con la fama di attaccante intelligente e sufficientemente prolifico. Il fatto poi che Sartori non volesse minimamente concedere il diritto di riscatto al Verona era sintomo di ulteriore garanzia per Girardi. Sartori è uno che di attaccanti se ne intende se è vero che negli ultimi anni il Chievo ne ha controllati una marea: da Bucchi a Succi, da Tiribocchi a Pellissier, senza contare Marazzina, Cossato etc. Insomma su Girardi avremo tutti scommesso un milione di euro. Purtroppo Domenico è finito in una spirale negativa che lo ha portato a segnare sino ad oggi un solo gol. Troppo poco, davanti ai sette realizzati dal Super Tybo. Il problema è che a dicembre ancora non abbiamo ben capito come debba giocare Girardi, se è una prima punta d’area, se gioca spalle alle porta, se è una seconda punta in grado di coesistere con Tiboni. Grande responsabilità di questa confusione ha sicuramente Remondina, ma non mi sento di puntare il dito solo sul tecnico. Anche Girardi, a mio avviso, deve darsi una svegliata per uscire da questo momentaccio. Per esempio: domenica ha avuto sulla testa una palla d’oro per cambiare la sua stagione e quella del Verona. Non facile per carità. Ma a me è sembrato (magari mi sbaglio) che ci sia andato con troppa sufficienza e un pizzico di rassegnazione. Non so se, magari inconsciamente, Girardi abbia già deciso che l’avventura con la maglia gialloblù sia chiusa per questa stagione. Se lo sta facendo per me sta commettendo un errore gravissimo. E la sua carriera rischia di subire una violenta battuta d’arresto in caso di "bocciatura". Io credo che Girardi abbia tutte le carte in regola per fare bene in questa squadra ed è per questo che gli consiglio di non alzare bandiera bianca e di mettercela tutta nelle occasioni che comunque gli si presenteranno da qui alla fine. Basta un nulla per cambiare la stagione di un bomber.
La seconda certezza era rappresentata da Nicola Corrent. Scelto dalla società e da Previdi per fare da balia ai giovani compagni, un capitano a cui affidare il gruppo e la crescita complessiva. Dico subito che Nicola è stato eccezionale in questo lavoro. Anzi, perfetto. Non c’è nessun giovane del Verona che parli male di lui. Per la verità ne dicono tutti un gran bene. Perchè Corrent sia finito in panchina è dunque un mistero, ma fino ad un certo punto. E’ innegabile che Remondina, con l’innesto di Campisi, abbia trovato maggiore equilibrio tattico nella squadra scaligera. C’è maggiore dinamismo e Parolo è messo in condizione di essere più incisivo. Mi rifiuto di pensare, comunque, che Corrent non trovi più spazio nel Verona. La sua qualità può e deve ancora servire alla causa gialloblù. Anche lui, (ma su questo siamo pronti a mettere la mano sul fuoco) dovrà dare tutto nel momento in cui sarà chiamato nuovamente in causa.
Infine la terza certezza era quella di Luigi Anaclerio. Certezza fino ad un certo punto perchè Anaclerio in realtà a Verona non l’abbiamo mai veramente conosciuto. Arrivato da Bari con un grave problema all’occhio, Anaclerio ha giocato pochissimo nella prima parte della sua esperienza scaligera. Si sperava che la stagione scorsa a Perugia fosse quella di un trampolino di lancio e che quest’anno il Verona potesse finalmente godere i frutti di un talento comunque innato. Anche lui &
UN BLOG VISITATO DUECENTOMILA VOLTE
Incredibile. Davvero. O meglio pazzesco. Duecentomila visite. Un record che mi lascia interdetto. Da quando ho aperto questo spazio di confronto e discussione sono stati duecentomila i clic dei miei lettori. Duecentomila visite sono un numero abnorme su cui va fatta una riflessione. Perchè il blog Vighini è andato oltre ogni ragionevole previsione. E il merito, lo dico senza retorica, non è mio ma solo vostro.
Perchè è grazie a tutti voi che questo blog è cresciuto, è migliorato e sta facendo vedere a tutta Italia e a tutto il mondo la vera faccia dei tifosi del Verona. Un mondo libero, dove tutti possono dire la loro, ma dove gli eccessi si sono subito sopiti, dove la civiltà regna sovrana, sebbene le discussioni restino (giustamente) accese e appassionate. Un blog che è diventato ancora di più: un club di amici, molti dei quali si sono conosciuti tra loro e hanno conosciuto me, aiutandomi a diventare un uomo e un professionista migliore.
Qualcuno lo conosco solo per la firma, qualcun altro l’ho visto in volto. Di sicuro ci lega un sentimento comune, l’amore per l’Hellas Verona, che si evidenzia in modi diversi ma che alla base resta un sentimento fortissimo che alla fin fine ci unisce in un grande abbraccio ideale. Potrei snocciolarvi altri strabilianti dati statistici relativi al blog Vighini. La discussione più visitata (Lettera a Domenico Girardi, che ha superato le 5000 visite!), i vostri commenti (oltre 16 mila!), la media dei commenti per ogni mio post (105). Ma quello che vale di più, credetemi, è la qualità degli interventi e l’aver creato una vera e propria comunità o come ama dire uno dei miei più cari amici che ho conosciuto proprio su queste pagine, una fratellanza gialloblù. E allora cari fratelli dell’Hellas, grazie a tutti voi per quello che mi avete dato in questo anno di attività su questo blog.
QUELL’IMBECILLE DI MIO CUGGINO
Arieccole. Ci risiamo. E’ dicembre. E come ogni anno ci sono tradizioni che non possono mancare. Accanto ai banchetti di Santa Lucia, immancabile come la Notte santa e la Stella Cometa, ecco la tradizionale cerimonia della "cessione dell’Hellas". Sempre così, sempre uguale, ormai da duemila anni a questa parte.
In principio fu Pastorello. Si avvicinava dicembre e la chiusura dei bilanci ed ecco che l’abile uomo d’affari vicentino allestiva il suo personalissimo teatro in cui andavano in scena memorabili commedie. Un giorno il Pastorello venne proprio al mio microfono e disse una frase che ancora oggi è scolpita nei nostri cuori: "Manca solo la firma". Duemila anni dopo quella firma la stiamo ancora aspettando, come stiamo aspettando conferma a quello che le grancasse di allora (oggi come allora nulla è mutato nel tempo…) avevano annunciato: cambio di consegne in una gigantesca cerimonia alla Gran Guardia. Omettiamo per pura decenza di fare nomi e cognomi.
E venne il tempo della cessione a Percassi, anzi che dico a Berlusconi in persona… Vi ricordate. Era proprio dicembre dello scorso anno. Fiumi di inchiostro e di parole. E non mancava nemmeno mio cuggino, mio cuggino… Massì dai perchè come dice Elio, tutti noi abbiamo un cuggino informatissimo che la sempre più lunga di noi. Mio cuggino è quello che si alza una mattina e ti dice al bar: hai sentito? Il Verona è venduto. Di più: manca solo la firma. Me l’ha detto mio cuggino. Mio cuggino, un giorno, ha deciso di spararla grossa. Ha detto che il Verona l’aveva preso un imprenditore dei trasporti capace di fare a cazzotti con l’"itagliano" che quando gli hanno riferito la notizia per un pelo non prende a cazzotti anche chi gliel’aveva riferita.
E poi abbiamo scoperto che il Berlusca non c’entrava nulla e neanche il Percassi, tantomeno l’imprenditore dei trasporti. C’era solo un truffatore falsario che pagava i beni comprati con valigiate di "euri" falsi e che in cantina teneva pomodori andati a male. Speravamo di essercela cavata, speravamo che la lezione fosse servita. E invece no. ‘Sto maledetto informatissimo cuggino continua a parlare. Ogni giorno. Vomita informazioni a vanvera, fa cifre è sicuro di tutto. Cioè di niente come al solito. Il fatto è che se veramente ci fosse qualcosa di vero, con tutto il can can innescato si rischia di far saltare tutto. Perchè qui basta mezza parola, mezzo sibilo che l’affare va per aria.
Già il Conte Arvedi di suo ha un carattere terribile. Un giorno è bianco e un giorno è nero, l’altro è grigio. Un giorno è depresso per l’Hellas che perde e vuole cacciare via tutti e l’altro vuole restare pronto a giocarsi un’altra paccata di milioni di euro (ei toi i schei? Ti chiede quando cerchi di fargli capire che così non può più andare avanti). Se poi si aggiunge anche mio cuggino a fare confusione è davvero finita. E l’affare salta anche stavolta, proprio quando (direbbero Pastorello e i suoi amici) mancava solo la firma.
A questo punto mi viene un dubbio: ma siamo sicuri che il cuggino oltre ad essere un imbecille disinformato non sia anche un (pelino) in malafede e che alla fine del Verona a lui non importi nulla e che tenda solo a impedire che il vecchio Hellas diventi una società più forte e più solida perchè magari così avvantaggia qualcun altro? E’ l’unica domanda a cui mio cuggino non sa rispondere, ma io un’idea ce l’ho.
TIBO-GOL
Non m’importa di nulla e di nessuno. Non me ne frega un’acca se abbiamo rischiato di pareggiare, se Remondina ha sbagliato i cambi, se il Verona sembra un’altalena invece di una squadra.
Per una domenica accantono la depressione cronica che ci attanaglia da anni, la dietrologia da spy-story (vendenonvendeachivende?), i delinquenti e i falsari che abbiamo visto scorrere qui in Piazza Bra.
Per una domenica voglio cogliere l’attimo e godermi questo piccolo sprazzo di felicità che mi ha regalato ‘sto ragazzone biondo, alto imponente, un brao-butel come diciamo noi a Verona.
Per una domenica, un attimo forse sfuggente, posso urlare TIBO-GOOOOOOOOOOOOOOOOOL?
L’ORA X PER ARVEDI E PER L’HELLAS
Chiedi ad Arvedi: scusa Piero ma il Verona è in vendita? E lui risponde: “E’ sempre in vendita”. Ma stavolta pare proprio vero. Il Verona è in vendita, Arvedi è arrivato ad un bivio. O spende ancora, tanto tantissimo per tenere a galla l’Hellas o molla tutto, frena l’emorragia di soldi, accettando di aver perso comunque una valanga di denaro ma mettendo la parola fine alle sue perdite che stanno diventando di proporzioni bibliche.
Siamo all’ora X, dunque, una delle tante ore X che abbiamo incontrato in questi anni di racconti sulla telenovhellas. L’operazione riduzione dei costi imposta da Previdi, assieme ad una rifondazione della squadra scaligera, è conclusa. Ora il Verona ha bisogno di energie fresche (leggi denaro) per tornare grande.
Arvedi al momento non può (o non vuole) garantire questo. Tra pochi giorni ci sarà da compiere un’altra ingente ricapitalizzazione del bilancio dell’Hellas e poi Arvedi dovrà spendere ancora per la gestione ordinaria. A quanto si sa il Verona è regolare con gli stipendi dei giocatori (restano fuori ottobre e novembre) assolutamente in posizione migliore rispetto a tante altre società. Ci sono stati comunque dei ritardi con gli stipendi delle giovanili e qualche scricchiolio che forse sono piccoli campanelli d’allarme. Per tornare in serie B, Arvedi dovrebbe inoltre allargare ancora i cordoni della borsa.
Si è vociferato di un suo contatto con Foschi nei giorni scorsi. L’ex ds ha effettivamente parlato con Arvedi. Difficile però accetti un programma al ribasso e senza soldi da spendere. Foschi non è tipo da accettare programmi triennali. Se arriva a Verona vuole vincere subito. Può Arvedi garantire questo? Non da solo, forse con qualcuno a fianco. Per questo Foschi ha cercato qualche imprenditore di buona volontà. Ricevendo (a quanto sappiamo) solo gentili rifiuti.
Una trattativa resta in piedi. Importante e slegata da Foschi. Pare fortemente sponsorizzata dalla banca con cui il Verona lavora da anni e che oggi vorrebbe dare alla società calcistica una “visione” più industriale (nel senso di progetto) e meno volta al mero patto bancario firme-garanzie-credito.
Un’offerta al Conte non alta magari quanto vorrebbe lui, ma la certezza di ripianare il bilancio, di fermare l’emorragia e di ripartire forte a gennaio con una grande campagna acquisti. Nomi è meglio non farne per non turbare l’ambiente in un momento così delicato. Per questo è molto importante, quasi fondamentale che la squadra resti attaccata al carro play-off. L’ora X si sta avvicinando.
GENNAIO SI AVVICINA…
Il Verona m’è piaciuto. La squadra cresce, Remondina non è Salvioni. Sono buone notizie. L’Hellas è a ridosso delle prime a una manciata di punti in una situazione tutta diversa rispetto a quella della scorsa stagione. L’operazione repulisti si sta concludendo felicemente.
Alcuni gialloblù stanno mantenendo le attese. Altri stanno emergendo. L’occasione di creare finalmente un nucleo vincente è a portata di mano. La Prima divisione di quest’anno mi pare di livello medio basso. Se la Pro Patria è prima in classifica, allora anche il Verona può dire la sua. Parlare di anno di transizione a questo punto rischia di diventare una bestemmia. La Cremonese ha perso anche oggi, il Padova è stato battuto dal Monza, non s’intravvede all’orizzonte un’ammazza-campionato. La lotta è apertissima e il Verona ci deve far parte.
L’Hellas può e deve puntare ai play off e alla serie B già quest’anno. La società ha il dovere a questo punto di crederci. A gennaio deve dare il segnale. Dopo la rivoluzione estiva bisogna fornire a Remondina i giocatori giusti per rafforzare la squadra. Ma sul mercato bisogna andarci con i soldi. Non ne servono molti ai costi attuali. Diciamo una mezza milionata di euro. Per non buttare via l’occasione della vita.
LA SERIE A, I GIORNALISTI, TIBONI E GLI SPECIALISTI DEL “CTRL C-CTRL V”
Vorrei parlarvi di un aspetto della mia professione. Ieri, martedì, sono andato allo stadio Bentegodi per fare le interviste.
Al di là del fatto delittuoso di vedere il Verona in una categoria assolutamente non consona, devo dirvi che è veramente emozionante intervistare questi ragazzi.
Cercate di non fraintedermi: non è la favoletta della volpe e dell’uva. Non vorrei che qualcuno subito dicesse, "ma come Vighini, meglio intervistare Tiboni che Ronaldinho?". La questione non è questa. E’ che in questi anni il nostro lavoro è molto cambiato. In peggio.
Filtri assurdi imposti dagli uffici stampa, televisioni a pagamento che la fanno da assolute padrone, addirittura un presidente di Lega che tira le orecchie ad un allenatore per aver (legittimamente) mandato a quel paese un giornalista. E solo perchè quel giornalista parla da una tivù che sborsa milioni di euro per avere un’intervista. Prima di quell’episodio Matarrese non aveva mai alzato un dito per fermare i mille silenzi stampa.
Luca Fioravanti domenica scorsa al Meazza non ha intervistato Ronaldinho. Ha intervistato Di Carlo e Bentivoglio in uno scantinato (guardare le immagini, prego…). A Verona l’ufficio stampa della Fiorentina non ha portato Prandelli e solo perchè un collega si è incazzato, Gilardino è arrivato ai nostri microfoni.
In serie A alla domenica vedo giornalisti della carta stampata prendere (ricalcare) le interviste dalle tivù satellitari. Sulla Gazzetta (non sull’eco della Val d’Ossola) leggiamo sempre più spesso le cronache di un’intervista televisiva invece di leggere le domande del cronista della rosea.
Non è più possibile avvicinare un campione. Durante la settimana gli uffici stampa decidono chi far parlare. Mai un giocatore in difficoltà. Per esempio: al Chievo adesso sarebbe interessante sentire Pellissier. Ed invece ecco Malagò e Luciano.
Tutto questo senza che la nostra categoria muova un dito. Non c’è nessuno che si lamenta e che prende posizione. Due anni fa dopo che Del Neri decise per motivi suoi di non parlare con i giornalisti presi la decisione che Telenuovo non lo avrebbe più intervistato. L’iniziativa fece scalpore ma non m’importava. Era una questione di principio per far capire a Del Neri che senza media e senza tifosi lui non sarebbe andato da nessuna parte.
Tutti si adeguano. Si è perso il gusto di sentire direttamente i protagonisti, di andare alla fonte. Oggi con internet i giovani giornalisti sono diventati schiavi del ctrl c e del ctrl v. Uno fa le domande gli altri copiano. Il bello è che una notizia sbagliata viene replicata all’infinito. L’anno scorso di questi tempi c’era chi reputava la panzana della cessione un "buco". Nessuno che si è chiesto se fosse vera, se veramente ci fosse Percassi o se il Lancini di cui si parlava era veramente quello che si pensava.
Ho ancora registrata una telefonata all’ufficio stampa di Percassi in cui si smentiva quella cessione, e uno alla moglie dell’imprenditore edile Lancini che diceva che loro con quella storia non c’entravano niente. Per questo sono sempre stato scettico su quella cessione. Bastava semplicemente andare alla fonte, invece di correre dietro alle notizie di qualche buontempone (chiam
IL VALORE DI UNA VITTORIA
No, stavolta non è una vittoria come le altre. Primo perchè il Novara è stata la più bella squadra che abbiamo visto al Bentegodi. Secondo, perchè i tre punti erano indispensabili per la classifica. Terzo, perchè dopo tanta sfiga anche al Verona è toccata un po’ di fortuna.
E poi c’era quella "minaccia" di Arvedi che voleva esonerare Remondina in caso di sconfitta. Una decisione che avrebbe avuto lo stesso effetto di una guerra nucleare, ricacciando il Verona all’età della pietra.
Le intenzioni del vecchio proprietario hanno in realtà avuto lo strarordinario effetto di "cementare" il gruppo, come mai si poteva immaginare.
Tutti (o quasi…) coalizzati attorno a Remondina e una volta tanto senza star lì a parlare del 4-4-2, del 4-3-3 o di altri numeri ameni. Perchè alla fine il calcio è una scienza semplice. Tu fai gol e vinci. Gli altri sbagliano e perdono. Spesso è capitato a noi, oggi è successo al Novara.
Oggi sono convinto che non sia una vittoria come le altre. Oggi abbiamo scoperto che Tiboni è davvero quel talento di cui si vociferava qualche anno fa, che Parolo è un centrocampista di qualità, che Bellavista, non sarà Pirlo, ma quando gioca così fa paura a tutti. E persino Campisi, buttato dentro al posto del capitano ha fatto una buona partita.
Ora la cosa più importante è non rompere questo fragile cristallo che miracolosamente si è venuto a creare. Il Verona è bello così: un po’ sbarazzino, un po’ folle. Se ricominciamo a fare calcoli, a voler "gestire" le partite", a alterare gli equlibri, mandiamo tutto a monte.
E Pierino Arvedi se ne stia fermo, calmo, tranquillo. Chiarisca con se stesso cosa vuol fare dell’Hellas (ricapitalizza? vende? rilancia?) ma senza scuotere l’ambiente. Anzi, no. Visto quello che ha ottenuto stavolta, faccia sapere a Remondina che anche per la prossima gara resta in bilico. C’è la Pro Patria, vuoi mai…