La sapete quella battuta? Ormai vivo nel tunnel, è ora di arredarlo. Sembra il destino di noi tifosi del Verona. Dentro al tunnel, come una condizione di vita, altro che precariato.
Ormai passiamo da un play-out all’altro, da una gara della vita all’altra, con una nonchalance che fa invidia. Roba da psichiatra altro che psicologo. Chi me lo fa fare? Ma non potevo nascere tifoso del Milan o anche più semplicemente del Chievo? No, tifoso del Verona.
Ricapitoliamo le puntate precedenti: 24 giugno 2001, serie A: spareggio play-out a Reggio Calabria. Lì ci andò bene grazie a Michele Cossato che al minuto 42 del secondo tempo andò a segnare un gol che mai più nella vita avrebbe fatto. 5 maggio 2002: trasferta della vita a Piacenza. Il Verona aveva due risultati su tre. Finimmo in serie B per un solo punto ad una quota che fino a quel momento aveva sempre significato salvezza. E poi: spareggio con lo Spezia. E fu C1. Per un maledetto gol che non è arrivato.
E adesso gara di Manfredonia, in uno stadio da calcio balilla (ma avete visto la foto sull’Arena di Previdi e Arvedi seduti su due trespoli?). Ancora play-out, stavolta a Busto Arsizio contro la Pro Patria, che una volta ma un miliardo d’anni fa (tra gli anni ’30 e ’50) era una squadra di serie A. Un tunnel che non finisce mai, altro che quello della Manica che unisce Francia e Gran Bretagna.
Adesso dunque l’appuntamento è per il 18 e il 25 maggio.
PS. Qui nel tunnel comunque tutto bene, sono arrivati i primi mobili e contiamo, visto l’affollamento, anche di mettere l’aria condizionata. A presto.