Cosa vuol dire “Soli contro tutti”, lo slogan della Curva Sud, evocato da Mandorlini durante la presentazione della squadra? Senza star qui a fare l’eziologia di quel volantino che fu fatto dalla Curva Sud nell’anno dello scudetto, quando la stampa nazionale, i media, e probabilmente il Palazzo, avevano cominciato a “temere” un Verona campione d’Italia, essere “Soli contro tutti”, significa essenzialmente “essere veronesi”.
Significa non essere omologati, vuol dire “farcela con le proprie forze”, senza sperare in aiuti esterni, vuol dire resistere ai complotti, alla Lega Pro, vuol dire tifare Hellas a prescindere e comunque, che ci sia presidente Pastorello, Arvedi, Martinelli o Setti e a prescindere da chi veste la maglia del Verona. E’ un atto di resistenza, contro il Massa di turno.
Vuol dire, si è vero, anche “isolarsi”, essere meno “politicamente corretti”, vuol dire, anche unire la squadra ai tifosi e viceversa. Mai capito, fracamente chi in questi anni ha anteposto l’Hellas ai butei e viceversa. Mi sembra un’onanistica discussione senza senso. Come chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina. C’è il Verona, esiste la sua tifoseria, tutta ugualmente fiera di tifare Verona.
Anche creare gerarchie tra i tifosi non mi piace. Ognuno è libero di seguire il Verona come crede, in trasferta, se può, o via web se abita dall’altra parte del mondo. Assegnare una classifica non ci fa onore. Ho sempre detto e continuo a pensarlo, che la cosa più bella che mi regala il Verona è di poter abbracciare il mio vicino di sedia ad un gol, anche se non lo conosco: solo per il fatto di tifare Hellas.
Essere “soli contro tutti” è un modo di unirci: noi, la squadra, la società e Mandorlini. E’ questo il grande insegnamento che ci arriva da quello slogan. Ma attenzione: essere “soli contro tutti” non vuol dire essere autolesionistici e martellarsi da soli gli zebedei con atteggiamenti che possono danneggiare il Verona e la sua squadra. Quella è semplicemente stupidità.