IL PAGELLONE DI VERONA-CAGLIARI

SILVESTRI 6 Non è praticamente mai chiamato in causa pericolosamente, ma dimostra sempre grande sicurezza tra i pali e nelle uscite. E questa confidenza la trasmette per lunghi tratti a tutta la difesa che, è vero, soffre un po’ sul finale sui calci piazzati, ma regge la timida reazione degli isolani.

RRAHMANI 6+ Così così sul gol di Simeone, la cui posizione solitaria in area di rigore sembra essere una sua responsabilità, sebbene tutta la difesa non brilli per compattezza. E’ una sbavatura che sporca un po’ una partita comunque attenta, giocata discretamente, durante la quale cerca, come sempre, gloria anche in avanti. Tante gli interventi risolutivi in area di rigore. Peccato per l’indecisione sul gol del Cagliari.

KUMBULLA 6.5 Torna centrale di difesa puro, dopo qualche volta sul centro-sinistra. E conferma di stare bene. Autorevole ed elegante, unisce utile a dilettevole con belle giocate e, quando serve, spazzando alla bene meglio. Di qui alla fine può dimostrare ancora tanto, per la felicità del presidente Setti, che vede le quotazioni del suo gioiellino crescere esponenzialmente.

EMPEREUR 6.5 Bene anche lui, beneficia, evidentemente, della vicinanza di Kumbulla che, a dispetto dell’età, è capace di dare tanti punti di riferimento ai compagni di reparto. Non si fa mai trovare impreparato e dalle sue parti il Cagliari fatica a sfondare, nonostante Nandez sia un brutto cliente.

FARAONI 6.5 Non è perfetto nel gol che prova a ridare speranze al Cagliari. Sale tardi e tiene in gioco Pellegrini che la tocca piano per Simeone. Non ha la stessa gamba pre coronavirus, ma se davanti non incide, è in fase di contenimento che non perde lucidità. Tante volte in anticipo sui sardi, tante volte ne stronca ogni velleità. Ha un senso della posizione strepitoso. La gamba tornerà quella di un paio di mesi fa, non c’è dubbio alcuno.

AMRABAT 7.5 Mi è venuta un po’ di tristezza a vedere giocare Amrabat. “E’ andato via di testa Vitacchio?”, vi starete domandando. No, e vi spiego perché. Mi è venuta tristezza perché me lo immagino già con la maglia della Fiorentina e oggi, più che mai, mi sono accorto che questo giocatore mancherà tantissimo al Verona. E’ meraviglioso da vedere, da solo si porta alle calcagna, ogni volta che ha il pallone tra i piedi, tre o quattro avversari, che altro non possono fare che soccombere. Tanta, ma tanta roba, qualità e quantità costante, perpetua. Godiamocelo finché possiamo farlo.

BADU 6 Una sufficienza di incoraggiamento per Emmanuel, che mi è parso un po’ indietro di condizione. Fatica a entrare nel gioco e nelle dinamiche collaudate dei gialloblù. Trovare il passo non è facile per lui che in questa stagione, prima dello stop per l’emergenza, ne aveva passate di ogni colore. Ha fatto fiato, di sicuro. Forse questa era l’intenzione di Juric, che lo ha infatti tenuto sino alla fine.

LAZOVIC 7 Sembra quasi che per lui il campionato non si sia mai fermato. Se possibile è ancora più determinante e pungente rispetto alla prima parte del campionato. Le azioni più pericolose dei suoi arrivano quasi sempre dalla sua parte e quando porta il motore a regime pennella l’assist per la capoccia di Di Carmine che sblocca le ostilità. Anche nel secondo tempo corre come un dannato, fino a quando anche per lui, che rimane un comune mortale, finisce la benzina.

DI MARCO (dal 39′ s.t.) s.v.

VERRE 6.5 E’ lui ad alimentare l’azione che porta al secondo gol del Verona. Si arrocca sul pallone, lo difende con corpo e tecnica e imbecca Di Carmine con un appoggio tanto semplice quanto efficace che il numero 10, in serata di grazia, trasforma in oro. Quando azzecca la giocata, le sue movenze felpate sono un incubo per la difesa del Cagliari. Juric lo toglie nell’intervallo, complice l’espulsione di Borini. Peccato.

VELOSO (dal 1′ s.t.) 6 Si vede che non è in condizioni ottimali, nonostante provi a dare geometrie al centrocampo. Ma ha esperienza da vendere e la pagnotta la porta a casa come sempre.

BORINI 6 Cacciato fuori in maniera del tutto incomprensibile da Manganiello che, tirato per la giacchetta dal Var, si inventa un’espulsione incredibile. Vista e rivista più volte, l’attaccante va in pieno sul pallone, anticipando Rog. Il colpo conseguente è evidentemente inevitabile, non è che Borini potesse evaporare. Non c’è il Var che possa sconfessare il Var?

DI CARMINE 8 Un gol, il primo, da attaccante d’area di rigore: attacca il primo palo e brucia tutta la difesa sarda. Un altro da fenomeno, un rasoiata da oltre venti metri che secca Cragno. Evidentemente è attaccante da stagioni calde. L’anno scorso sbocciò in tarda primavera, trascinando il Verona in A, ora, dopo mesi di naftalina, brilla come uno smeraldo. E ipoteca, forse nel momento più importante della stagione, la maglia da titolare. Anche se pure lui, viene sacrificato per colpa del rosso a Borini.

ZACCAGNI (dal 3′ s.t.) 6.5 Entra benissimo e subito in partita, ben sapendo che ci sarà da soffrire. Juric lo mette idealmente a fare il falso nove, ma lui capisce soprattutto di dover fare il lavoro sporco, alla ricerca dei secondi palloni, delle ribattute. Si butta su ogni occasione, come se fosse l’ultima e da un punto di vista strategico è bravo a prendersi il fallo di Cigarini, che costa il secondo giallo al centrocampista e rimette in parità numerica le due squadre.

JURIC 7 Il primo tempo è sembrato aver azzerato tutti questi mesi di stop. Il silenzio del Bentegodi ha ritrovato lo stesso Verona visto per tutta la prima parte abbondante del campionato. Anzi, forse anche migliore, con geometrie, giocate e un ritmo forsennato. Un gioco corale che inevitabilmente accusa l’espulsione di Borini. Forse più psicologicamente che altro. Nel secondo tempo le energie sono un po’ calate, ma i suoi sono riusciti a difendersi con ordine, in difficoltà solo su qualche calcio d’angolo. Non ho capito come mai giocare senza punte di ruolo, correndo il rischio di far abbassare troppo i suoi. Ma, a conti fatti, anche stavolta ha avuto ragione lui.

MANGANIELLO 3 Raramente giudico la prestazione dell’arbitro, ma questa volta non posso proprio tirarmi indietro. Richiamato dal Var dopo un fallo che lui dà a favore di Borini, prende un abbaglio colossale e caccia l’attaccante gialloblù. E’ incredibile che sia arrivato ad una decisione simile dopo aver avuto la possibilità di rivedere l’episodio più e più volte. Ma cosa ha visto? Cosa? Il rosso diretto significa due giornate per Borini. Ammettendo il ricorso della società, una giornata rimarrà comunque e questo per l’ex Milan significa saltare il Napoli. Grazie Manganiello, speriamo sia l’ultima quest’anno (ricordate il rosso a Stepinski contro il Milan…?).

IL PAGELLONE DI SAMPDORIA-VERONA

SILVESTRI 6.5 E’ merito su se la Samp non pareggia e poi passa in vantaggio già nella prima parte del secondo tempo. Due parate decisive su Jankto e Tonelli. Ma i compagni non lo seguono e lui nulla può sulla prima rete di Quagliarella e sul rigore calciato perfettamente sempre dal bomber “vintage” blucerchiato.

RRAHMANI 5.5 In assoluto non la sua miglior partita da quando veste i colori gialloblù. Ma, diciamo così, la sufficienza, fino allo 0-1 era in cassaforte. E invece? Invece ci fa bruciare da Quagliarella, che non è più un ragazzino, in occasione del gol del pareggio. Troppo leggera la sua opposizione, quasi nulla dire. Quell’episodio ha reso reale la voglia della Samp di ribaltare la partita.

GÜNTER 6.5 Indubbiamente il migliore della difesa, un muro invalicabile. Non sbaglia praticamente nulla, soprattutto di testa. Ed è anche bravo a impostare quando è il Verona a fare la partita, partendo da dietro. Peccato per il black out dei suoi due compagni di reparto.

DAWIDOWICZ 5 Fino all’1-1 per me è stato il migliore in assoluto del Verona. Quattro o cinque gli interventi decisivi in area di rigore, con diagonali perfette, pronto a liberare sia di testa, sia coi suoi piedoni non certo educati. All’86’ la follia. Alza inutilmente il gomito, che va schiantarsi sul volto di Ekdal, che quel pallone spiovente in area di rigore probabilmente non lo avrebbe preso comunque. Una sciocchezza imperdonabile che porta al calcio di rigore del 2-1, che gli costa il voto (ma questo conta fino a pagina 2) e soprattutto la sconfitta del Verona.

ADJAPONG 6 Timidino nei primi venti minuti, anche perché non è facile giocare la prima partita da titolare dopo mesi e mesi. Ed è difficile anche sostituire un elemento determinante per questo Verona come Faraoni. Passato l’emozione iniziale e tolta la ruggine, entra bene in partita e si mette in mostra soprattutto in fase difensiva. Juric sa di poter contare su di lui, da qui alla fine.

AMRABAT 6 Bello come il Verona per una buona ora. E’ il solito lavoratore e maratoneta del centrocampo e quando la palla è tra i suoi piedi, fai fatica a strappargliela. Sfiora anche il gol con un bel tiro (forse il suo primo da inizio stagione) neutralizzato con la manona da Audero. Cala quando cala la squadra, o forse è la squadra che cala quando lui diminuisce i giri del motore.

SALCEDO (dal 42′ s.t.) s.v.

PESSINA 6 Quando il Verona fa il Verona, buona parte del merito va a lui, perché a livello di circolazione di palla, qualità delle giocate, non fa rimpiangere il buon Veloso, che pure è fondamentale per la formazione di Juric. Paga un po’ sui calci piazzati, non efficaci come quelli del portoghese. Ma anche quando i gialloblù fanno i “vanitosi” lui tenta di predicare la solita umiltà.

LAZOVIC 6.5 Non è più una novità, questo è chiaro ormai da mesi. Le azioni più pericolose, quando il Verona cerca gloria in avanti, passano 9 su 10 dai suoi piedi sempre ispirati. E infatti il vantaggio dell’Hellas nasce da un suo cross al bacio dalla sinistra, sul quale si avventa Zaccagni. E’ perfetto per lunghi tratti di gara. Quando la squadra molla la presa, non riesce a prendersela ancora una volta sulle spalle. Peccato per la sua prima da capitano.

VERRE 5.5 Non mi è piaciuto, mi spiace dirlo, perché è un giocatore che mi piace tantissimo, capace di colpi di enorme qualità. In questa occasione però ha sprecato troppo, ha sciupato una marea di palloni con passaggi imprecisi e in generale ha faticato ad entrare in partita.

BADU (dal 27′ s.t.) 5 Male male. Appena entrato in campo, si becca un giallo per una gomitata sconsiderata sul volto di Yoshida. In campo passeggia senza un minimo di grinta e furore agonistico. Valeri lo grazia per un altro fallo inutile che, col secondo giallo, lo avrebbe mandato sotto la doccia senza nemmeno aver sudato la maglia.

ZACCAGNI 6.5 E’ sicuramente il più ispirato della truppa di Juric, insieme a Lazovic. E infatti sono loro due a confezionare il gol del vantaggio. Regala un paio di giocate da applausi (se ci fosse stato il pubblico) e si costruisce una buona azione per la doppietta personale, sciupando però con un tiro alto. E’ l’ultimo ad arrendersi ad una sconfitta che lascia davvero tanta rabbia.

DI CARMINE 5 Ha una grandissima occasione per portare in vantaggio i suoi, ma la sciupa davvero malamente. Pare nervoso, troppo, e questo si riflette inevitabilmente sulla sua prestazione. Non gli riescono le cose più semplici, più per colpa sua, secondo me, che per merito dei difensori blucerchiati. Riprenda il filo del discorso, al più presto.

PAZZINI (dal 35′ s.t.) s.v.

JURIC 5.5 Prima insufficienza stagionale per il mister croato che nel primo tempo confeziona la sua solita bella squadra: aggressiva, ordinata, brava a gestire al meglio ogni pallone. Nel secondo tempo si vede un Verona nuovo, superficiale, quasi arrogante. Come Narciso si specchia nella sua bellezza ed è l’inizio della fine. Perché se questa formazione non corre sempre a 200 all’ora cominciano i danni. Lo ha sempre detto lui. Questa volta non lo hanno ascoltato.

IL PAGELLONE DI UDINESE-VERONA

SILVESTRI 6.5 Solita certezza tra i pali, solita certezza nelle palle alte. L’Udinese prova timidamente a impensierirlo, ma lui si fa trovare pronto, senza grandi affanni. Poco da aggiungere su questo ragazzo, professionista serio, mai una parola fuori posto. Ricordo solo che è stato riserva di Nicolas. Non penso ci sia altro da aggiungere…

RRAHMANI 6.5 Un atleta esemplare che, da quando ha firmato per la sua prossima squadra, non ha mai abbassato il livello di guardia. Sempre attento alla posizione, quando si tratta di difendere, sempre difficile da contenere quando prova a spingersi in avanti. Forza fisica e tecnica, non sempre facili da trovare in giocatori della sua stazza e, soprattutto, del suo ruolo.

GÜNTER 7 Il migliore della difesa gialloblù, il migliore in assoluto del Verona visto a Udine. E’ insuperabile. Dalle sue parti non si passa, i palloni sono tutti suoi, alti o bassi che siano. Evidentemente le parole di stima spese da Juric alla vigilia della gara gli hanno dato ancora più consapevolezza nei propri mezzi. Il centro della difesa è affar suo e anche gli errori di inizio campionato sono un lontano ricordo.

KUMBULLA 6.5 Meraviglioso contro la Juventus, straordinariamente normale contro l’Udinese. Non fa grandi cose, ma quelle che fa sono sempre giuste. Non si accontenta del compitino ma prova anche a far male in attacco. Clamoroso il miracolo di Musso, al 43′ del primo tempo, sul suo imperioso stacco di testa. Ancora un paio di gol e le sue quotazioni potrebbero andare alle stelle. Allora sì che si scatenerebbe una vera e propria asta su questo piccolo campione.

FARAONI 6.5 Solito instancabile lavoro su quella fascia destra, che solca in lungo e in largo, in ogni stadio di questa serie A. Bravo in più di una circostanza a liberare l’area quando l’Udinese, con un po’ di confusione, prova a fare male. Si fa notare anche in avanti, con le sue sgroppate e i suoi inserimenti che solo per questione di centimetri non diventano qualcosa di più. Sfiora la rete sul solito cross di Lazovic, dopo il suo consueto movimento da attaccante vero. Questione di centimetri, come direbbe Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”.

AMRABAT 6 Partita normale per il marocchino che inizia così così, ma col passare dei minuti prende vigore e comincia a ordinare le idee. La pecca è sempre la solita: l’incapacità cronica di andare al tiro. A lui gli si perdona di tutto, visto il campionato strepitoso fatto fino ad ora. Non molli proprio ora, però. Come sta facendo Rrahmani, continui a spingere sull’acceleratore perché, se la salvezza è ad un passo, magari si può lottare per qualcosa di più. E io di lottatori come lui ne conosco pochi.

VELOSO 6 Si prende il cartellino giallo per un’entrata decisa, ma non killer su De Paul. Gli costerà la squalifica per la partita di domenica prossima, al Bentegodi, contro il Cagliari. Anche per lui una partita tutto sommato normale, senza infamia e senza lode, con qualche calcio piazzato degno di nota. Per il resto, parvenza di ordinaria amministrazione contro un centrocampo, quello dell’Udinese, davvero tosto, soprattutto fisicamente.

LAZOVIC 6 Fisicamente è forse quello che sta meglio degli altri e quando ingrana, dalle sue parti l’Udinese trema. Un paio di spunti davvero degni di nota. Dai suoi piedi piovono assist potenziali che non si trasformano in gol. Nel secondo tempo rallenta un pochino, senza perdere, però, il suo solito “golden standard”.

PESSINA 6 Meno brillante del solito. Forse fisicamente ha accusato il tour del forçe al quale è stato sottoposto il Verona nelle ultime settimane. Fatica un po’ tra le spire della difesa bianconera, prova a galleggiare tra le linee, ma non sempre è nella posizione più opportuna. Va detto che, nonostante questo, rimane sempre prezioso nella gestione dei palloni. Ne perde veramente pochi. Molto stanco, lascia il posto a Zaccagni a metà del secondo tempo.

ZACCAGNI (dal 26′ s.t.) 5.5 Alla vigilia sembrava impensabile che Juric potesse privarsene, e invece entra dalla panchina. Ha un’occasione a quindici dalla fine che definire clamorosa è fin troppo riduttivo. Solo davanti a Musso, si avvita su se stesso e si incaponisce in una serie inutile di dribbling, invece di darla a un liberissimo Borini. E’ stato egoista, e questo ha fatto la differenza tra il pareggio, comunque buono, e una vittoria che avrebbe davvero avuto profumo di Europa.

VERRE 5.5 Bellissimo l’assist millimetrico, in area di rigore, per Borini che rischia di segnare il gol del vantaggio. La sua partita finisce un po’ lì, però. Non riesce mai ad incidere e vagabonda ramingo alla ricerca di un posto al sole, che non troverà mai.

STEPINSKI (dal 36′ s.t.) s.v.

BORINI 6 Due super occasioni, due super parate di Musso. Ha il fiuto della punta vera e il passo giusto per il gioco scelto da mister Juric. Col passare dei minuti si spegne e diventa meno incisivo, un po’ come tutto il Verona in avanti. Giocatore, però, del quale, al momento, non si può fare a meno, perché sta facendo vedere ottime cose e sul quale la società dovrebbe decidere di puntare anche per il futuro.

JURIC 6.5 Nove risultati utili consecutivi, con vittorie entusiasmanti e pareggi preziosi, magari non stupendi, come questo. Ho sentito commenti di tifosi arrabbiati per un Verona troppo arrendevole. Ragazzi, aprite gli occhi: nessuno di voi avrebbe scommesso su un Verona sesto a questo punto del campionato. Va ben essere di bocca buona, ma qui si esagera un attimino. Juric sta facendo un miracolo e, anche oggi, ha rosicchiato un punto alla Roma, quinta in classifica. Io il bicchiere lo vedo colmo. I mai contenti ne bevano qualcuno in meno…

 

IL PAGELLONE DI VERONA-JUVENTUS

SILVESTRI 6 Immagino che a casa abbia un altarino di devozione a “San Palo” che in due partite lo ha protetto ben quattro volte. Ma, si sa, la fortuna aiuta gli audaci, o comunque aiuta e basta. Tutto sommato i bianconeri non lo chiamano a imprese epiche, anzi.

RRAHMANI 6.5 Di differenze tecniche e di qualità tra lui e Ronaldo ce ne sono a bizzeffe. Sullo scatto che porta al gol del portoghese sembra quasi tenere la stessa velocità. Poi le doti di CR7, inevitabilmente, emergono. Ma nel corso di tutta la gara, riesce a controllarlo, per quanto sia possibili limitare un fenomeno come lui. Se non altro, lo costringe spesso a partire da lontano.

GUNTER 7 Autoritario e autorevole in mezzo alla difesa. Bada al sodo e conferma l’anticipo il suo vero punto di forza. Bravo a far partire l’azione da dietro e sempre posizionato alla perfezione in fase di marcatura. Quando serve, la spara in curva, tanto, visto la bellezza alla quale ci ha abituato questo Verona, qualche credito se lo potrà pure spendere.

KUMBULLA 8,5 La foto della sua partita, a mio modesto avviso, è il superbo anticipo che fa su Dybala, entrato in campo “fresco fresco” per portare i bianconeri alla vittoria. Un piccolo grande gesto che consacra questo neo ventenne (ha compiuto proprio oggi gli anni) al grande calcio. Grandissima prestazione, sempre preciso, sia col destro, sia col sinistro. Riesce anche a segnare ma il Var gli annulla il gol per un pezzo di gomito oltre a tutti. Ha scelto di restare a Verona e i miei “uccellini” mi confermano che un altro anno qui lo farebbe. Ma temo che la realtà sarà ben diversa. Campioncino.

FARAONI 7 Inizia con un paio di galoppate che mettono paura ad Alex Sandro. Al decimo un missile terra-aria non finisce sotto al sette solo per lo straordinario intervento di Szczesny. E ancora a correre come un matto, fino ad esaurimento fiato e fibre muscolari. Ancora un bel tiro che finisce fuori non di molto. Sempre tra i migliori.

AMRABAT 7 Inesauribile, come sempre. Più fresco degli altri dopo aver saltato la Lazio per squalifica. E si vede. Esce spesso dalle spire dei bianconeri, disorientando loro, e facendo finta di disorientare anche sé stesso. Questo crea un corto circuito tutto gialloblù. Tuttocampista, gestisce una marea di palloni e ne perde forse due. Più di così, mancherebbe solo il gol. Ma per i miracoli si sta ancora attrezzando.

VELOSO 6.5 I suoi calci piazzati sono sempre risorsa preziosa per questo Verona. Dal suo calcio di punizione arriva il gol-non gol di Kumbulla, annullato per centimetri. Poi la solita gestione in mezzo al campo, davanti a gente abituata a giocare in Champions League. Alla fine i suoi “enta” si sono fatti sentire.

VERRE (dal 13′ s.t.) 6.5 Entra in campo come un gladiatore al Colosseo, ops all’Arena. Si butta su ogni pallone, aiutando i suoi a guadagnare metri in vista del gran premio della montagna. Prezioso in mischia, quando le punte dei suoi piedi spesso spizzicano la palla di quanto basta per riprendere il filo del discorso.

LAZOVIC 6.5 Sprazzi di grande giocate, sapientemente miscelate all’arte della difesa davanti a Cuadrado che, se gli lasci due metri, se ne va e non lo prendi più. Il serbo, a dispetto di un fisico mingherlino, trova sempre lo strappo per ripartire. Oggi è arrivato davvero cotto alla sostituzione.

DI MARCO (dal 34′ s.t.) 6 Partecipa alla grande festa e alla grande volata finale.

PESSINA 7 Quando vedi uno come lui, che ha qualità da vendere, ti domandi cosa ci faccia appiccicato a Pjanic. La risposta è così semplice, quanto scontata: spegne la luce della Juve. Ma se qualsiasi altro giocatore si sarebbe accontentato di questo, lui no, lui crea e inventa con la sua classe cristallina. Non spreca niente, mai.

ZACCAGNI 7 Le ultime tre partite sono state un crescendo per Zac, sempre più convinto delle sue qualità e sempre più bello da ammirare in questo Verona. Ai ghirigori di inizio stagione ha aggiunto il pragmatismo e la concretezza del giocatore con la G maiuscola.

PAZZINI (dal 24′ s.t.) 8 Cinquantesimo gol con la maglia del Verona, quarto in questa stagione, il più pesante in assoluto. L’apertura alare di Szczesny sarà di otto metri, ma lui sa bene che non sbaglierà. E non sbaglia, sotto quella curva che lo ama come pochi altri ne ha amati. E’ a un solo gol dal suo amico Toni. Avanti così, vecchio Pazzo, prova a portare il tuo Hellas in Europa.

BORINI 7.5 Per lui Juric a fine partita ha avuto parole al miele: “Fabio è un ragazzo pulito, che ha voglia, è concreto, segna… ha tutto”. Più di così cosa potrebbe chiedere questo ragazzo che in una manciata di partite ha già fatto due gol, pesantissimi. Se questo è il suo modo di mettersi in gioco, penso che sarà naturale per il Verona, a fine stagione, proporgli un rinnovo di contratto. Ammesso che lui lo voglia.

JURIC 10 A questa squadra mancava l’impresa contro una grande. E’ arrivata la più bella, contro la più grande. Una vittoria autorevole, dopo una prima mezz’ora a tenere la Juve nella sua metà campo. Tre punti in rimonta, quando il gol di Ronaldo sembrava potesse uccidere questa Armata Brancaleone. Che invece, d’orgoglio, di forza, di qualità e di cuore si è andata a piazzare, almeno per una notte, in Europa League. Anche se questo Hellas viaggia a ritmo scudetto. Il fenomeno ce l’abbiamo noi…

IL PAGELLONE DI LAZIO-VERONA

SILVESTRI 7 Ingaggia un duello rusticano con Luis Alberto e alla fine è lui a portare a casa la pelle. Tre paratone non solo per i fotografi, non solo per far scena. Strepitosa quella nel primo tempo, sul suddetto laziale: la mette in angolo con la mano di richiamo. Mi ha ricordato il grande portiere belga Michel Preud’Homme, che amava quel tipo di parate.

RRAHMANI 7 Immobile? Ah il capocannoniere della serie A? Dev’esserci stato uno sbaglio allora. No, nessun errore, a meno che questi non si chiami Rrahmani, che giganteggia, letteralmente, sull’attaccante napoletano, forse troppo impegnato a sbraitare verso l’arbitro Abisso per ogni contrasto subito, per ricordarsi della partita in corso. Poco male per il kosovaro, che si mette sul petto un’altra medaglia al valore calcistico.

GUNTER 6.5 Una sola sbavatura, potenzialmente letale, quando fa scivolare un pallone verso Silvestri, non rendendosi conto che alle sue spalle stava arrivando Milinkovic Savic. Che a sua volta, non si aspettava un regalo così infiocchettato. Brividi lungo, la schiena, sospiro di sollievo e bene così, ancora una volta per il tedesco-turco.

KUMBULLA 6 Così così, Marash, impreciso in più di un’occasione, come mai ci era capitato di notare quest’anno. Tre, quattro palloni sciupati malamente o non giocati con la corretta lucidità. Ma io credo che, se non in condizione ottimale, paghi una posizione di campo nella quale si sta adattando. E’ una toppa, quella sul centro sinistra, ad un buco che la difesa si porta dietro da inizio stagione.

FARAONI 6.5 Costringe capitan Lulic a fare la figura del vecchietto che deve stare dietro al giovincello. Davide non deve faticare più di tanto per dettare parola su quella fascia, con solite corsa e generosità. Quando può fa l’attaccante aggiunto. Sempre è al posto giusto quando gli avversari provano a fare male in avanti. Meriterebbe la nazionale, per me, ma i giochi Mancini li ha già fatti da un pezzo.

PESSINA 7.5 Lo dice Juric e ne sono convinto anche io, che sono un pirla qualsiasi: può giocare in ogni ruolo, forse eccezion fatta per il portiere, ma “mai dire mai”. Ma che partita ha fatto? Pazzesca. Non ricordo un solo pallone perso, mentre ricordo tantissime ripartenze passate dalla sua classe incastonata in quel sinistro. Sfiora anche il gol, con tipo in acrobazia e “tap-in” mancato di un soffio. Ahhh, come gioca Pessina…

VELOSO 6.5 Si trova di fronte Milinkovic-Savic, Lucas Leiva e Luis Alberto, quest’ultimo divino. Non Pippo, Pluto e Paperino. Non abbassa mai lo sguardo e fa mulinare il sinistro e la testa con tempi di gioco mai banali. Tanti calci piazzati, non tutti efficaci, ma sempre potenzialmente capaci di creare scompiglio nella difesa laziale.

LAZOVIC 7 Partita in crescendo per il trottolino serbo che nel primo tempo, vive di rendita, ma nella seconda parte, in tandem con Zaccagni, inizia a far male. Ad un certo punto il Verona sembra anche poter fare il colpo gobbo (ops, no, gobbo non si dice, pensando a domenica) e il merito è anche delle sue giocate. Scalda i guantoni di Strakosha…

BORINI 6 Ha una grandissima occasione, a dieci dalla fine, quando, in conclusione di un bel contropiede, calcia di destro, angola tutto sommato bene, ma non abbastanza per battere Strakosha. Per il resto corre come un dannato e va in cerca di palloni da rendere pericolosi.

DAWIDOWICZ (dal 44′ s.t.) s.v.

ZACCAGNI 7.5 Sapete cosa penso? Chiaramente, quando le gambe girano tutto è più facile. Ma la mia sensazione è che Zaccagni stia acquisendo un livello di consapevolezza nei propri mezzi, in grado di consacrarlo finalmente con continuità. Tantissima qualità e tante soluzioni nei piedi. Un gran bel vedere, davvero. Ecco, aspettiamo il tiro, ma lui ce l’ha, deve solo liberarlo.

VERRE 6 Come contro il Mila, quando ha il pallone tra i piedi, è una delizia vederlo, per la qualità di sto ragazzino è davvero notevole. Però non sono convinto che il ruolo di “falso nove” gli stia bene addosso. Forse partendo da un po’ più indietro è più a suo agio. Sfiora il gol con un bel destro dai venti metri che però non prende il giro giusto per una questione di centimetri

EYSSERIC (dal 25′ s.t.) 6 Evidentemente gli sono bastati pochi allenamenti per capire le idee di Juric, perché entra bene in campo e rispetta le consegne del tecnico croato.

JURIC 8 E’ davvero lui il capitano di questo “sgangherato” Verona, parafrasando un bellissimo articolo di Vittorio Feltri che parlava di questa squadra come di una ciurma capitanata dal miglior condottiere che si potesse immaginare. Il suo Hellas non smette di stupire e si porta a casa due punti da altrettante trasferte durissime, questa di Roma quasi proibitiva. Per personalità, qualità delle giocate e capacità di soffrire nei momenti più critici, in assoluto la miglior partita del Verona in questo campionato. Standing Ovation, Ivan.

IL PAGELLONE DI MILAN-VERONA

SILVESTRI 6.5 Un solo brivido quando, su un cross tutto sommato banale, si fa sfuggire il pallone regalando a Bonaventura una buona occasione per segnare. Preziosissimo nella parte finale della gara quando il Milan, rivitalizzato dalla superiorità numerica, butta dentro un numero incalcolabile di palle nell’area gialloblù. Sono quasi tutte sue, in particolare quelle alte.

RRAHMANI 7 Riporta indietro di qualche anno Rebic, facendolo somigliare all’ectoplasma visto a Verona, nell’anno della retrocessione con Del Neri. Gli sfugge una volta, una. Per il resto lo annulla con fisico, giocate di anticipo e tanta qualità nell’uno contro uno. Ancora una volta pericoloso sottoporta, ma il suo colpo di testa non trova la collaborazione dei compagni.

GUNTER 7 Un pilone d’acciaio in mezzo alla difesa, dove dimostra sempre più di essere “a casa sua”. Intercetta tantissime azioni del Milan e nel finale ribatte infinti palloni, su tutti quello di Paquetà, dal limite dell’area di rigore. Fa sparire dal campo il giovane Leao. Una certezza di qualità, che val bene il sacrificio di Kumbulla sul centro sinistra.

KUMBULLA 7 Come sopra. Concentrato dal primo all’ultimo minuto. Laddove non riesce a giocare di fino, non si fa tanti problemi a spararla in tribuna. Grande personalità di fronte a Castillejo che, prova qualche gioco di prestigio, ma ci sbatte sempre il muso. Al cento per cento con la testa in questo Verona. Come già a dimostrato nei giorni scorsi non volendo firmare la sua scontata cessione.

FARAONI 6.5 A questo punto della stagione, tre gol per un difensore esterno sono davvero tantissima roba. Ha l’intuizione di inseguire la giocata di Zaccagni e con un movimento da punta vera, danzando sul filo del fuorigioco, batte Donnarumma. Corre tantissimo in avanti ma aiuta in maniera preziosa anche dietro, dove sbroglia un paio di situazione pericolose. Finisce stremato, senza rinunciare ad andare anche oltre le proprie residue energie.

AMRABAT 5.5 Imperdonabile il brutto fallo su Castillejo che gli costa il rosso diretto. Imperdonabile perché arriva a centrocampo, durante un’occasione tutt’altro che pericolosa del Milan. Peccato, perché costringe il Verona a giocare gli ultimi 25 minuti in grande affanno. E’ stato, forse per la prima volta in campionato, poco lucido. Suo anche l’errore in disimpegno che spalanca al Milan la strada per un contropiede che sarebbe potuto essere letale.

VELOSO 6 Il momento è questo per Miguel: alterna partite da fenomeno, ad altre da giocatore normale. Il Verona si prende pochi calci d’angolo e pochi calci piazzati e già questo ne limita le potenzialità. Prova comunque a dare ordine e geometrie al gioco dell’Hellas. Come sempre è bravo a sprecare pochi palloni. Meno delle altre volte, però.

LAZOVIC 6 Calabria lo soffre tremendamente nella prima mezz’ora del primo tempo. Lui spinge come aveva fatto vedere nelle ultime partire, ma piano piano si spegne non riuscendo a rendersi particolarmente pericoloso. Come tutti i compagni, risente tremendamente l’espulsione di Amrabat e dal quel momento in poi non riesce praticamente più a superare la metà campo.

PESSINA 6 Nel primo tempo fa il terzino destro aggiunto e segue a uomo Hernandez. Un ruolo tutto corsa che alla lunga risente, e infatti arriva alla fine spompato, ma mai domo. Meglio quando Juric lo mette dietro le due punte. Di testa prende un palo con Donnarumma imbambolato. Avrebbe meritato il secondo gol di fila.

ZACCAGNI 7 Grande partita per il prodotto del vivaio giallobù. Nei primi minuti, l’attacco del Verona passa esclusivamente dai suoi piedi. E’ ispirato come non mai nel ruolo di rifinitore e infatti è da un suo cross meraviglioso che arriva il terzo gol stagionale di Faraoni. Ma sono altri i compagni che tentano di beneficiare delle sue illuminazioni. Centra un palo clamoroso, che sta ancora tremando, a Donnarumma battuto.

DAWIDOWICZ (dal 49′ s.t.) s.v.

VERRE 5.5 Si segnala per un bel tiro, fuori di poco, e per tanta corsa. Questa volta, però, fatica a vestire la maglia del “falso nueve”. Difficile, per lui giocare senza riferimento, così come diventa difficile per i compagni servirlo correttamente. Il rosso ad Amrabat costringe Juric a sacrificarlo.

BORINI 6 Ha il compito difficile di far respirare il Verona, in affanno per il forcing, comunque non particolarmente pericoloso, del Milan. Prova sgomitare di qua e di là. Aveva sicuramente voglia di lasciare il segno nel suo ex stadio.

JURIC 7 Regala la solita, meravigliosa prima mezz’ora di calcio spettacolare, davanti ad un Milan suonato, che manco Rocky 10. Poi i suoi calano e il Milan si rinfranca dopo il pareggio. Nel secondo tempo si ricomincia come nel primo, ma l’espulsione di Amrabat manda tutto in malora. Compresi i suoi piani di provare a vincerla fino alla fine, ne sono certo. I suoi ragazzi, sotto di un uomo, lottano come dei leoni, normale estensione del loro tecnico.

IL PAGELLONE DI VERONA-LECCE

SILVESTRI 6 Sarebbe da “s.v.” perché non viene mai chiamato ad un parata, niente di niente. Però nelle piccole cose è presente. In una partita nella quale perdere la concentrazione è un attimo. Invece, lui, specialmente nelle uscite alte, è impeccabile.

RRAHMANI 7 Ci impiega dieci minuti, non di più, a far capire agli attaccanti del Lecce che non è giornata. Tre chiusure chirurgiche sulle prime velleità dei pugliesi bastano e avanzano per alzare una diga insormontabile. Sempre concentrato, dimostra di essere un professionista impeccabile, nonostante il mercato a fine stagione lo porterà a vestire un’altra maglia. Avanti così.

KUMBULLA 7 Uscito a Bologna per una fastidiosa emicrania, l’italo-albanese torna a troneggiare al centro della difesa. Non ha bisogno di fare la voce alta per spaventare Lapadula e Babacar. Con eleganza e sicurezza olimpiche sbriga la pratica in scioltezza. Va anche vicino al gol. Se lo sarebbe meritato.

DAWIDOWICZ 7 Tutti si aspettavano Gunter. Invece, complice un acciacco del tedesco, il titolare è lui, e per fortuna, visto l’eurogol col quale sblocca la partita. E’ un gol che gli da sicurezza e fiducia e lui solo sa quanto siano fondamentali per farlo rendere al massimo. Dalle sue parti non si passa. Ma il discorso vale per tutta la difesa gialloblù.

FARAONI 6.5 Nel primo tempo, quando la squadra dipinge calcio, lui se ne resta un po’ sulle sue. Nel secondo tempo, quando i compagni gestiscono il risultato, lui cresce e riesce a trovare quella spinta che gli era mancata nei primi 45 minuti. Preziosissimo per le idee di Juric, anche oggi non ha riposato nemmeno un secondo. Vero stakanovista di questo Verona.

AMRABAT 7 Giocare di fianco a questo Veloso è gran facile, e anche gran bello. Lui si cala perfettamente nel ruolo di chi deve fare la legna. Ma questo non gli basta, perché gli piace provare ad impostare quando non riesce a farlo il compagno di reparto. E’ evidente a tutti, quando troverà l’istinto di calciare verso la porta avversaria (piuttosto si taglierebbe un piede) diventerà un top player. La sensazione è che manchi davvero poco.

BADU (dal 43′ s.t.) s.v.

VELOSO 7.5 A quel sinistro manca solo la parola. Ha tirato il fiato per un paio di partite, specialmente a Bologna, ma oggi è tornato a dare lezioni di calcio, anzi di bel calcio. Da fermo è devastante (vero Dawidowicz?) e dai suoi piedi, pardon, dal suo piede (sinistro) passa tutto il gioco del Verona. Una meraviglia vederlo giocare, ma anche sacrificarsi in copertura. E’ in scadenza di contratto. Presidente Setti, che non sia il caso di rinnovare immediatamente?

LAZOVIC 7 Un primo tempo devastante, da sogno per il Verona, da incubo tipo “Freddy Kruger” per il Lecce. Ogni attacco del Verona parte dai suoi piedi. Punta l’avversario, rientra sul destro, ma il risultato non cambia: non lo fermano manco col bazooka. Un campionato da fenomeno, cresciuto col passare delle partite. E pensare che la scorsa estate era a spasso…

PESSINA 7 Non so se l’ho già detto, ma vale la pena ripetersi: ah come gioca Pessina… A parte che il Lecce su di lui ha lo stesso effetto del rosso per il Toro, ha una sapienza calcistica da giocatore navigato. Fa sempre la cosa giusta al momento giusto e, tendenzialmente mai banale. Infiocchetta la sua prestazione con un gran bel gol, il terzo stagionale. Ecco, penso che il Verona dovrebbe sedersi al tavolo con l’Atalanta per provare a prenderlo. Sarebbe un giusto investimento per il futuro.

VERRE 6 Prende un colpo a inizio partita e questo, evidentemente, lo condiziona, o comunque non gli permette di rendere al meglio. Fatica a trovare la posizione, anche quando Juric lo affianca a Di Carmine, nel ruolo di seconda punta. Dopo tre minuti del secondo tempo, il mister lo chiama in panchina.

BORINI (dal 3′ s.t.) 6 Corsa e tanta voglia, appena entra in campo cerca subito la conclusione, come già aveva fatto a Bologna. Avrà la possibilità e le capacità per mettersi in mostra e mettersi in gioco, come detto anche da lui. Si sta prefigurando lo scenario migliore perché anche Fabio possa togliersi qualche soddisfazione.

DI CARMINE 6 E’ il solito lottatore, fatto di tanta corsa e tanta grinta. Confezione una bellissima giocata, con Borini e Pessina che quest’ultimo, per poca precisione, non trasforma in gol. Gioca di sponda e aiuta i compagni ad avvolgere il Lecce. Non ha il guizzo giusto sotto porta, ma di palloni veramente pericolosi gliene arrivano pochini.

PAZZINI (dal 27′ s.t.) 7 Segna il rigore della sicurezza, più che altro numerica, viste le difficoltà del Lecce nel rendersi pericoloso. Torna ad essere una sentenza dal dischetto e nei venti minuti in cui è in campo aiuta la squadra a portare a casa una vittoria che permette davvero di intravvedere il traguardo finale.

JURIC 8 In settimana Zeman ha detto che il suo Verona gioca un calcio fisico ma non di qualità. Viene da domandarsi se abbia mai guardato una partita dell’Hellas. Le migliori risposte arrivano sempre dal campo e in questo Juric riesce a zittire anche il tecnico boemo. Da inizio stagione la sua squadra non smette di crescere e il merito è tutto suo. Sul 2-0 continua a urlare contro i suoi perché non ammette alcun calo di tensione. Lo ripeterò fino alla nausea: è prioritario costruire su questo allenatore il futuro del Verona.

IL PAGELLONE DI BOLOGNA-VERONA

SILVESTRI 6 Più sfortunato che altro nel gol del vantaggio del Bologna. Il pallone deviato dalla difesa del Verona gli va a sbattere addosso, andando poi nei paraggi di Bani che, solo solo, non può far altro che segnare. Per il resto viene chiamato in causa praticamente solo in un’occasione, quando si distende sul bel tiro da fuori di Soriano. Nel secondo tempo è spettatore non pagante.

RRAHMANI 6 Sfiora il gol in due occasioni, una di testa nella quale Skorupski si supera. Gli vengono i brividi lungo la schiena quando Sansone, in area di rigore, scappa via a lui e Pessina rischiando di trovare il gol del raddoppio, negato dal palo. Per il resto, ordinaria amministrazione. Domani dovrebbe arrivare l’ufficialità del suo passaggio al Napoli in giugno. Ma non voglio avere alcun dubbio sul suo impegno per la maglia del Verona da qui alla fine.

GUNTER 6 E’ vero, nel primo tempo il Bologna ha più gamba, arriva primo sui “secondi palloni”. Ma non crea grandi pericoli per la retroguardia gialloblù. Non è costretto a fare i numeri per tenere testa a Santander e compagni. E comunque, giocando da centrale puro non dimostra alcun tentennamento.

KUMBULLA s.v.

DAWIDOWICZ (dal 25′ p.t.) 6 Non gli tremano le gambe quando è costretto a entrare a freddo per il problema all’occhio di Kumbulla. Col Bologna, all’andata, si era fatto cacciare dopo aver causato un calcio di rigore. Oggi, sarebbe successa la stessa cosa se il Var non fosse intervenuto a sconfessare la decisione errata di Ayroldi. Ma lui era sicuro della sua innocenza. La stessa sicurezza che ha messo in campo fino alla fine.

FARAONI 6 Diciamo così, è stato un bene che il Verona oggi si sia concentrato soprattutto sulla sua fascia sinistra, con Lazovic e Zaccagni in giornata. Non brillantissimo nel primo tempo, qualcosa di meglio l’ha fatta vedere nella ripresa. In tribuna c’era il ct della Nazionale, Mancini. Speriamo che torni a vederlo in un’altra occasione.

AMRABAT 6.5 La cosa incredibile del marocchino è che lo vedi praticamente in tutto il campo, senza soluzione di continuità. Un attimo lo trovi a centrocampo, cinque secondi dopo sta andando a battagliare per ottenere un calcio d’angolo. Seppur non nella sua giornata perfetta, è sempre lucido nelle giocate e nel recupero dei palloni. Io continuo a pensare che valga molto, ma molto di più dei 15 milioni di euro di valutazione fatta dal Verona. Sotto i 25, non mi siederei nemmeno al tavolo per parlarne.

VELOSO 5.5 Lo ha detto Juric in conferenza stampa post partita: Schouten è stato bravo a rovinare i piani di gioco del Verona. Effettivamente si è appiccicato a chi è incaricato alla costruzione del suddetto, ossia Veloso. Il portoghese ha faticato non poco a costruire e anche da fermo il suo piede è andato un po’ a “salve” rispetto al solito. A giochi fatti, la sua sostituzione è stata una delle chiavi nella svolta dell’Hellas.

BORINI (dal 17′ s.t.) 7.5 Quattro tiri pericolosi, un gol da attaccante puro e, soprattutto, tanta voglia. Questo ragazzo è entrato in campo con una determinazione bella da vedere per chi tifa questi colori. Ha cambiato la partita, diventando arma preziosa in più per mister Juric. Finalmente qualcuno che non sia timido verso la porta avversaria. Ha tanto da dimostrare e direi che se questo è il biglietto da visita, possiamo essere ottimisti.

LAZOVIC 7 Dalla stessa mattonella, a Ferrara, un suo assist ha restituito Pazzini al gol, e più in generale al calcio giocato. Oggi si è ripetuto, per la gioia di Borini. Il Verona è pericoloso soprattutto quando il pallone passa dai suoi piedi. Mette in mezzo almeno dieci cross potenzialmente letali e i difensori del Bologna fanno fatica a capirci qualcosa. Deliziosa la pennellata per il neo attaccante gialloblù, che ristabilisce il pari.

PESSINA 6.5 Primo tempo, così così, seppur con qualche giocata interessante. Secondo tempo molto meglio. Ha capacità di inserimento, ma soprattutto partendo da dietro, da centrocampo, dove torna che Veloso lascia il campo a Borini. Quella è la sua posizione naturale, e si vede.

ZACCAGNI 6.5 Probabilmente, l’ammonizione che arriva al 25′ del primo tempo un po’ lo condiziona. Pare più nervoso del solito. Ma col passare dei minuti si scioglie e cambia decisamente marcia. Cresce nel secondo tempo quando, in società con Lazovic, comincia a martellare il Bologna. Anticipa con un guizzo Bani che, al secondo giallo, si fa buttare fuori da Ayroldi. Anche quella, è giusto dirlo, situazione determinante per il risultato finale.

DI CARMINE 5.5 Non giocava da tempo, precisamente dalla partita col Torino dello scorso 15 dicembre. Effettivamente ha fatto fatica, si è visto poco sottoporta, nonostante il grande impegno. Bella la semi rovesciata sulla quale Skorupski si supera miracolosamente. Un po’ poco, però, per meritare la sufficienza.

PAZZINI (dal 56′ s.t.) s.v.

JURIC 6.5 Nel primo tempo Mihajlovic ha vinto il duello a distanza. La mossa di Schouten su Veloso ha pagato, spegnendo il cervello del Verona. Nello spogliatoio, durante l’intervallo, ha ribaltato i suoi che sono tornati in campo con un altro spirito, quello al quale questa squadra ci ha abituato per tutto il girone d’andata. Toglie Veloso, abbassa Pessina a centrocampo, ma soprattutto butta dentro Borini che segna il gol del pareggio. Vi pare un pirla uno così? Re Mida…

IL PAGELLONE DI VERONA-GENOA

SILVESTRI 6 Di fatto inoperoso per tutta la gara, rischia quasi di addormentarsi nel freddo del Bentegodi. Non può nulla sul fulmine a ciel sereno di Sanabria. Tutto il resto è solita accademia…

RRAHMANI 7 Maramaldeggia con quel che resta degli attaccanti del Genoa con una sicurezza da campione. E’ un muro dietro, a tratti devastante quando si spinge in avanti: lì i ragazzi di Nicola non riescono praticamente mai a contenerlo. In particolare in occasione del suo tiro da cui poi scaturisce la rete del vantaggio gialloblù. Andrà anche al Napoli, in estate, ma di sicuro la voglia di giocare con questa maglia non gli è ancora passata.

GUNTER 6- “Sporca” una partita giocata in maniera impeccabile con quel buco che spalanca le porte al gol del vantaggio genoano. Si perde Sanabria per il quale è un gioco da ragazzi battere Silvestri. Per il resto, non va mai in affanno e trovarsi in posizione centrale, generalmente, lo aiuta. Fortunatamente quell’indecisione non influisce sul risultato finale.

KUMBULLA 7 Centrale, destra o sinistra, per lui, evidentemente, cambia nulla. Se a 20 anni non ancora compiuti (festeggerà l’8 febbraio) gioca con questa sicurezza, mi pare evidente che davanti a sé avrà una carriera da fenomeno. Capace di dare una tranquillità olimpica a tutta la retroguardia. Sarai un grande campione, Marash

FARAONI 6.5 Nel primo paga le indicazioni di Juric che chiede a suoi di sviluppare le azioni soprattutto a sinistra. Si preoccupa principalmente di mantenere la posizione. Nei secondi 45 minuti entra maggiormente in partita e garantisce come sempre il suo prezioso contributo, soprattutto in termini di corsa.

AMRABAT 7 Qualcuno aveva dei dubbi sulle sue motivazioni, visto che in giugno se ne andrà da Verona? Bene, è stato fortunatamente sbertucciato. Inizia così così, ma la sua partita cresce esponenzialmente col passare dei minuti. Recupera un numero indefinito di palloni e tappa i buchi (pochi) lasciati dai compagni. Un maratoneta che, se avesse i piedi buoni, potrebbe giocare nelle top europee. Altroché Napoli!!!

BADU (dal 45′ s.t.) s.v.

VELOSO 6.5 Se Amrabat è il martello, lui è il solito violino, dispensatore di sinfonie calcistiche. Ma non solo. Perché anche lui come il compagno di reparto, che ha una decina di anni in meno, recupera tantissimi palloni e ha sempre la lucidità per imbastire il filo dell’azione. A fine anno va a scadenza. Che non sia il caso di rinnovare immediatamente?

LAZOVIC 6.5 Dopo averci fatto lustrare gli occhi a Ferrara, una partita da essere umano per Darko che, sia chiaro, confeziona un primo tempo davvero interessante. Entra nella maggior parte delle azioni pericolose del Verona e snocciola palloni su palloni per i compagni. Cala leggermente nei secondi 45 minuti, non disdegnando, però, le sue solite puntate verso il fondo.

ZACCAGNI 7.5 Segna il primo gol in serie A. Lo segna sotto la Curva Sud e ha l’importanza dei tre punti. Non so come avesse sognato questo momento, ma credo che più di così non potesse proprio chiedere. Il sigillo su una prestazione “monstre”, fatta di scatti, accelerazioni, dribbling e giocate mai banali. Meritata la standing ovation regalatagli da mister Juric.

PAZZINI (dal 42′ s.t.) s.v.

PESSINA 7 Ah come gioca bene Pessina… E’ uno di quei giocatori che ti dà sempre la sensazione di poter creare qualche magia con quel sinistro lì. Che sia dietro la punta, o a centrocampo, non perde mai un’oncia di qualità. Nel primo tempo è il migliore dei suoi, per distacco. Poi i compagni si adeguano al suo standard sempre più elevato. Ripeto ciò che ho detto dopo la Spal: bisogna provare a trattenerlo anche la prossima stagione.

VERRE 7 Gran cannonata, centrale e che il ciel lo assista. Questi sono i calci di rigore di Valerio che dagli undici metri ha già “seccato” Handanovic e Perin, non due pirla qualsiasi. Oggi si traveste da punta centrale, con tre giocatori di ruolo in panchina. Inizialmente spaesato, cresce col passare dei minuti, così come cresce tutta la squadra. Dopo un’inizio di stagione a fasi alterne, è sempre più titolare.

DAWIDOWICZ (dal 48′ s.t.) s.v.

JURIC 8 25 punti in classifica, sette vittorie, quarta miglior difesa del campionato. Dopo questi numeri nel girone d’andata (che comunque si chiuderà con la trasferta di Roma, con la Lazio in febbraio) probabilmente non servirebbero altre parole. Cacciato ben tre volte da Preziosi, risponde con una vittoria che sa tanto di serie B per il suo “amato” Genoa. Ha costruito un capolavoro e la sensazione è che continuerà a farci divertire. Mi auguro non solo per questa stagione. La società faccia di tutto per allinearsi alla mentalità vincente del suo allenatore.

IL PAGELLONE DI SPAL-VERONA

SILVESTRI 6.5 Ordinaria amministrazione per il portierone gialloblù. Ordinaria amministrazione che porta a casa come sempre alla grande, in scioltezza. Rischia anche di trasformarsi in assist man quando con un suo lancio imbecca perfettamente Verre. E’ uno dei quali si parla poco, soprattutto in chiave calcio-mercato. Meno male, aggiungerei. Bravo Marco.

RRAHMANI 7 Non sono pochi quelli che pensavano che le voci di mercato potessero mettergli i grilli per la testa. Di sicuro la sosta gli ha fatto bene, visto che nelle ultime partite qualche errore pesante lo aveva concesso. A Ferrara si è rivisto il gladiatore che ci ha fatto venire gli occhi a cuore per gran parte del girone d’andata. Una colonna dietro, devastante quando va alla ricerca di gloria in avanti. Solo Berisha, su un colpo di testa potente e angolato, gli nega la gioia del gol. Ma prima o poi, lo ripeto da tempo, arriverà anche quello. Spero non quando, si dice, avrà la maglia del Napoli.

KUMBULLA 6.5 Inizia come sempre al centro della difesa, poi Juric, dopo averlo provato in settimane, lo sposta sul centro sinistra, dove solitamente si piazza Gunter. Esperimento riuscito alla perfezione, senza alcuna difficoltà di adattamento, fatta invece vedere qualche volta dal turco naturalizzato tedesco. Non deve fare gli straordinari per tenere a bada gli attaccanti della Spal, ma quando viene chiamato in causa è sempre un piacere ammirarlo, per eleganza e facilità di risolvere le situazioni. Un po’ come faceva Mr Wolf in Pulp Fiction.

GUNTER 6.5 Un brutto pallone perso in ripartenza nel primo tempo poteva costare caro al Verona. Ha saputo mantenere, però, grande lucidità. Migliorata ulteriormente quando Juric lo ha messo al centro della difesa, dove si sente decisamente più a suo agio. Un esperimento, come dicevo sopra, che dà buoni frutti e che sicuramente il tecnico croato terrà buono anche in futuro.

FARAONI 6.5 Come sempre, tanta sostanza e tanta corsa. Una sua giocata attira su di sé l’entrata killer di Tomovic che, giustamente, si becca il cartellino rosso, inguaiando una Spal già in apnea. E’ meno propositivo in avanti, ma questo ruolo, oggi, è spettato soprattutto al compagno di fascia opposta, Lazovic. Per quanto meno appariscente del solito, Faraoni si conferma un certezza per l’idea calcistica di Juric. Bravo a offendere, quando serve, strepitoso in fase difensiva, sempre.

VELOSO 7 Un altro che ha beneficiato della sosta natalizia per rimettere a piombo piedi, gambe, idee e polmoni. Catalizzatore sopraffino di palloni, ha la capacità naturale di non perderli praticamente mai. Anche quando pressato riesce nello stretto ad azzeccare la giocata giusta. Pensavo che si sarebbe pestato i piedi con Pessina, anche lui mancino. Mi sono sbagliato alla grande e ne sono felice.

PESSINA 7.5 Quanto sta crescendo questo ragazzo… Dal mio punto di vista la sua miglior partita da quando veste la maglia del Verona. Tecnicamente non è una rivelazione, perché si sapeva quali fossero le sue doti. Sorprende la capacità di stare in campo, di trovare gli spazi giusti di inserimento, di indovinare il tempo della giocata. Qualcuno ha detto oggi durante Alè Verona: “godiamocelo finché siamo in tempo”. Già, perché l’Hellas ha il diritto di riscatto su Matteo, che è di proprietà dell’Atalanta e che l’Atalanta potrà contro riscattare. Io dico che Setti dovrà sforzarsi di trattenere Pessina a Verona, perché è da questi giocatori che si può creare qualcosa di importante e, perché no, guadagnare bene rivendendo in futuro.

LAZOVIC 7.5 Pronti e via e si lascia andare in una galoppata che manco il miglior “Spirit”, cavallo del celebre film d’animazione, si sarebbe immaginato. E’ letteralmente indemoniato, in condizioni fisiche irreali. Riesce sistematicamente a saltare l’uomo e solo in rare occasioni non azzecca la giocata giusta al momento giusto. Suo l’assist per il gol di Pazzini, suo il tiro che Berisha risponde alla bene e meglio e la cui ribattuta di Stepinski permette al Verona di tirare il fiato. Lui non ne ha mai avuto bisogno, per tutti i 90 minuti e passa di partita. Posseduto dallo spirito di Garrincha.

VERRE 7 Cresce, cresce, cresce. Lo avevamo visto quasi come un ragazzino impaurito nelle sue prime con il Verona. Bravo a far intravvedere qualcosa di speciale, ma mai convinto a fondo delle sue potenzialità. Juric ci ha lavorato tanto, lo ha responsabilizzato e ora si vedono i frutti. Anche lui, come Pessina, ha tantissima qualità. Il “plus”, ora, è dato dalla capacità di leggere alla perfezione le situazioni di gioco. Un pizzico egoista quando, con la Spal in ginocchio, cerca la soluzione solitaria con Zaccagni tutto solo sulla sinistra che, giustamente, gli tira qualche moccolo. Ma sta sempre più prendendo le sembianze di un titolare inamovibile.

DAWIDOWICZ (dal 45′ s.t.) s.v.

ZACCAGNI 7 Primo tempo discreto, secondo tempo in crescendo. Col passare dei minuti mette in fila giocate che fanno girare la testa ai ragazzi di Semplici. Salta l’uomo con facilità e riesce a crearsi in un paio di circostanze le condizioni ideali per provare anche a segnare. Trova due conclusioni interessanti, una parata, l’altra alta di poco. Ecco, creda maggiormente nel suo destro, perché in passato ha dimostrato di essere uno stoccatore. Il gol gli darebbe anche più fiducia per un salto di qualità che ormai sembra essere maturo.

BADU (dal 35′ s.t.) 6 Il “sei” è figlio del suo rientro in campo, non per come sia entrato in partita. E’ logicamente sembrato un po’ spaesato, ma questo conta poco. Fondamentale è poterlo avere nuovamente a disposizione. E visto l’incitamento che arrivava anche dai compagni della panchina, sono convinto che farà comodo alla causa del Verona.

PAZZINI 7.5 Che dire, se non ETERNO. Gol a parte, la sua prima mezz’ora racchiude due anni di gestione scellerata del ragazzo, più che del giocatore: crea da solo un paio di situazione da gol molto succulente. Dimostra per l’ennesima volta di poterci stare alla grande in questa categoria e di poter essere decisivo. Segna e si crea altre due occasioni clamorose. Una la cicca, scivolando col piede d’appoggio. L’altra non diventa un gol solo per il miracolo di Berisha. Resuscitato dalla gara col Torino, oggi sembrava avesse dieci anni in meno. Siamo sicuri che non potesse essere buttato prima nella mischia?

STEPINSKI (dal 28′ s.t.) 7 Forse ha bisogno di crescere in questo modo, entrando a partita in corso. Le ultime due hanno detto questo, almeno. Oggi segna un gol non così facile e soprattutto permette alla squadra di mettersi tranquilla a gestire gli ultimi minuti di gara che col vantaggio striminzito si sarebbero potuti trasformare in una battaglia. Credo che la strada sia quella giusta, avanti così.

JURIC 8 Ancora una volta dimostra di non avere pregiudizi nei confronti dei suoi giocatori. Mette Pazzini dal primo minuto perché era la cosa più logica. Mette Pazzini perché stava meglio degli altri. E tra le righe, in conferenza stampa post partita, fa anche capire che forse, dico forse, anche lui in precedenza ha sbagliato la valutazione sul Pazzo. Ma ha avuto il coraggio di tornare sui suoi passi. Questa partita la voleva vincere, lo aveva anticipato alla vigilia e ha fatto di tutto per riuscirci, trasmettendo alla squadra la sua voglia. Bene anche lo scambio di posizione tra Kumbulla e Gunter. Una ne pensa e cento ne fa, Juric, che si conferma il vero fenomeno di questa squadra.