Primi a +10, ancora imbattuti, con la miglior difesa, con bomber Bortolussi già in doppia cifra, con un gruppo costruito in due anni e ritoccato il minimo indispensabile, con un allenatore giovane ma già sulla bocca di tutti per le idee messe in campo, trasformate dai suoi ragazzi in risultati positivi, con un budget decisamente inferiore a quello investito dal Vicenza secondo in classifica (sì, sottolineiamolo ancora una volta, secondo in classifica, primo è il Padova) ma anche dalla Triestina che naviga in zone ben più preoccupanti. In acque ben più agitate.
Quante volte, fino a qualche settimana fa, ci siamo vantati, pensando a tutti i bellissimi record raggiunti e poi ritoccati ulteriormente verso l’alto dal Padova, dall’inizio del campionato ad oggi. Eravamo contenti, orgogliosi, soddisfatti, finalmente desiderosi di esibire la nostra incrollabile fede biancoscudata, quella che ha resistito al Perugia primo al posto nostro per una banalissima differenza reti nello scontro diretto del 2021, all’ultimo rigore sbagliato ad Alessandria, alla finale playoff persa l’anno successivo a Palermo, al rigore sacrosanto non dato a Liguori nel turno preliminare dei playoff del 2023 con la Virtus Verona (sì, sempre lei…) che si qualifica con un gol di Gomez quando a noi bastava il pareggio, alla doppia sconfitta col Vicenza negli spareggi promozione del 2024. Una fede pazzesca, davvero, a prova di tutta una serie di situazioni che avrebbero demolito anche il più invasato degli ottimisti. Possibile sia bastata la primissima sconfitta in campionato (arrivata alla 25esima giornata!) a gettare tanti cuori scudati nello sconforto, nello scoramento?
Il mio telefono ha iniziato a illuminarsi presto ieri mattina, all’indomani dello 0-1 del “Gavagnin Nocini”. In tanti, troppi, a scrivere frasi del tipo: “E’ finita”, “Come ogni anno andrà male”, “Adesso che ci sono solo 3 punti di distacco col Vicenza diventerà una battaglia”. Be’, mi vien da dire, perché fino ad adesso cosa è stata questa stagione se non una guerra (sportiva) senza esclusione di colpi? Davvero pensavamo che 10 punti di vantaggio a gennaio sarebbero stati sufficienti per dormire sonni tranquilli fino a fine aprile? Che avremmo potuto deporre le armi, firmare l’armistizio col Vicenza e metterci a prendere il sole in attesa del termine della stagione regolare?
La risposta è ovviamente no. Questo campionato è sempre stato un’aspra contesa e continuerà ad esserlo. Il Padova si è fin qui aggiudicato tanti round e aveva effettivamente messo da parte davvero un gran numero di “viveri” di scorta per eventuali momenti di magra, ma nessuno, Andreoletti per primo, si era mai illuso dalle parti di viale Nereo Rocco che quanto fatto fino ad ora, per quanto straordinario, bastasse per tagliare il traguardo da primi in classifica. Il Vicenza non ha mollato e sabato, un’ora e mezza dopo che il Padova aveva incassato il primo stop stagionale a Verona, ha portato a casa la quinta vittoria di fila, segnando all’ultimo secondo il gol partita. Ora tocca al Padova fare altrettanto. Dimostrare che quel che si è costruito fino ad oggi posa su solidissime fondamenta e non sulla casualità e sulle botte di fortuna. E i tifosi, quelli di cui si parlava prima, quelli provati, toccati, feriti dalle tante delusioni del recente passato ma rincuorati e inorgogliti dal percorso incredibile della squadra in questi mesi, devono continuare a credere nelle qualità espresse, nella forza caratteriale e tecnica già manifestata in campo. Perché mai, solo perché il Vicenza ha fatto il Vicenza e ha cominciato a vincerle tutte, non dovrebbero più bastare per rimanere lì in alto davanti a tutti?
Non è questione di ottimismo ma di realismo. Di consapevolezza. Non è semplice speranza che le cose vadano in un certo modo, è la convinzione che andranno così perchè, finora, il senso del cammino ha detto questo. 19 vittorie e 5 pareggi, frutto non del caso ma del duro lavoro quotidiano, stanno lì a testimoniare che questo gruppo è forte. E che la battaglia continua, a maggior ragione adesso che i punti di vantaggio sono diventati solo 3. Si tratta di affinare le armi, di mantenere lucidità e di non perdersi d’animo. La capolista è il Padova: difenda la sua roccaforte con ancor più determinazione, ora che il nemico è alle porte.