La rincorsa è finita. Anche se non matematicamente. 7 partite al termine, 21 punti a disposizione, tutto in teoria può ancora succedere. Ma la sconfitta in casa della Giana Erminio pesa, pesa tantissimo, soprattutto di fronte a un Mantova che, vistosi arrivare il Padova a soli 4 punti dopo i suoi due pareggi di fila con Novara e Pro Vercelli e le vittorie biancoscudate con Arzignano e Renate, ha risposto sul campo da grande squadra con due poker strepitosi ai danni di Virtus Verona e Pergolettese, rimettendo la giusta distanza tra sé e la diretta inseguitrice. Con 9 lunghezze da recuperare, 10 se si considera l’ormai famigerato scontro diretto a sfavore dell’Euganeo, è impensabile che si verifichino contemporaneamente le due condizioni necessarie ovvero che i virgiliani perdano tre partite, e mezza, da qui alla fine e Donnarumma e compagni non ne sbaglino più una.
Il Padova è caduto male al Città di Gorgonzola, perdendo contemporaneamente partita e bussola. Lasciando per strada una delle ultime possibilità di avvicinarsi alla vetta e la “pace interiore” che era sempre stata una sua caratteristica. Non riuscendo più a fare dell’equilibrio, mentale ed emotivo, il suo grande punto di forza. Mai visti gli uomini di Torrente giocare così male, così nervosi, così contratti, mai visti cambi che non hanno inciso minimamente nel prosieguo del match. Fa bene l’allenatore a sottolineare che in questo momento più che pensare a come riprendere la corsa sul primo posto il Padova (e il suo allenatore) dovranno concentrarsi su come rimettere insieme i pezzi della loro identità. Su come recuperare fiducia, coraggio, personalità e pure un po’ di serenità.
A poco vale pensare che, come due anni fa con il SudTirol, è la prima della classe che sta facendo cose stratosferiche. Certo non ci fosse stata la compagine altoatesina di Ivan Javorcic allora, a prendere solo 9 gol in tutto il campionato, e non ci fosse il Mantova di Possanzini ora ad aver vinto 23 partite in 31 giornate e ad essere bravo a rialzarsi prontamente al primo passo falso, il Padova sarebbe primo con un margine sulle seconde ancora più ampio di quello che c’è tra il primo e il secondo posto attuali. Meno ancora è utile pensare che l’anno scorso il Mantova lo ha fatto retrocedere proprio il Padova vincendo all’ultima giornata al Martelli e condannandolo ai playout (dove poi ha perso con l’AlbinoLeffe di Claudio Foscarini). Meglio concentrarsi sul qui e ora. Risollevare morale e spirito. E se saranno playoff, come sembra, arrivarci rigenerati e pronti a combattere una nuova battaglia.