Ci sono cose per le quali -talora&talquando- ti va di ringraziare lo status di "anziano".
Una "grazia" è quella di aver potuto vedere alcuni Film Capolavoro che, se li passassero oggi in qualche rete tv, non se li filerebbe nessuno, se non l’appassionato tosto.
Uno di questi è "8 e 1/2" di Federico Fellini del 1963.
Penso di averlo capito solo alla terza visione, verso la fine dei ’70.
Alla prima visione ero in compagnia, però fui il solo a provare un’ emozione, molto esclusiva e complice, davanti a questa scena:
http://www.youtube.com/watch?v=cJQuZXoyc5U
Gli amici e le amiche, non ci trovarono nulla di particolare.
Altre educazioni, altri censi, altri percorsi.
Ma io avevo "un precedente".
Siamo intorno al 1956/57, i Bastioni di San Bernardino e San Zeno sono una zona di gioco un po’ "off-limits", specie per quelli con la mamma "occhiuta" (ed un po’ ossessiva) com’era la mia.
Penso che durante la guerra la cattiva fama di quel luogo fosse alimentata dal fatto di essere frequentata anche da "massaie", scarse ai fornelli, ma in grado d’integrare il -magro- bilancio familiare.
La presenza nei dintorni di ben tre caserme militari, faceva sì che il "mercato" fosse a domanda sostenuta.
C’erano anche due campetti da calcio, o meglio, due "spianate" che si usavano per giocare: niente erba, niente pali, niente delimitazioni del campo.
Non era infrequente che i più scarsi restassero fuori dalla "ciama" per comporre le squadre.
Io ero fortissimo nel ruolo di "recupera palloni", non proprio nel senso de Una Vita da Mediano del Liga, ma in quello stretto di raccattapalle.
Capiamoci: se c’è un "bastione", per forza di cose c’è un "vallo", e QUELLI erano da 30/40 metri di discese ardite e di risalite (con pendenze del 78.2%, no faolìne!).
Va da sè che al secondo/terzo recupero un po’ ti scazzavi e con aria disinvolta andavi altrove con gli altri brocchi esclusi.
La meta obbligata diventava allora far visita al R-ifugio e -pour cause- alla "Tegolìna".
Il R-ifugio era in realtà una sorta di "casamatta" riadattata a R-ifugio antiaereo nella Seconda Guerra Mondiale.
Ricordo che fino ad una trentina d’anni fa, quella grande "R" bianca su campo nero era ancora visibile
http://forum.worldwar.it/Public/data/northwolf/200831201130_rifugioantiaereo.jpg
Lì, terminata la guerra, aveva trovato "rifugio" giornaliero una Donna, detta appunto la "Tegolìna" (non ho mai saputo il perchè di quel nome).
Il ricordo delle sue fattezze è totalmente oscurato nella memoria, come la sua età.
In QUELLE condizioni poteva avere tra i 40 ed i 65 anni senza ridere (e da ridere aveva poco).
Ricordo solo che era "brutta", molto "brutta", e se posso dirlo (sì che posso) assai abbruttita da quel "vivere" nella spelonca.
Noi scarsi al fubàl si andava là sperando -invano- che il RITO si ripetesse.
Il "rito" (iniziatico) era stato ideato l’anno prima dal poro Carlìn D.P., allora quattro anni più vecchio di me, ruspante, aQquartierato e molto sgàio.
Carlìn era riuscito a convincere la Sig.ra Tegolìna a "farcela vedere" per circa 200/300 Lire, lira più lira meno.
Non posso farmi capire del tutto senza scadere in una indesiderata volgarità, non ho vena "letterata", insomma NON si trattava di vedere per la prima volta la "cicina" (che in quartiere popolare era mica così difficile), era…, era…, era vedere una "HAIRY pussy" che dava un tono esistenziale, almeno allora ed a quell’età.
Avevamo fatto colletta in quattro: Carlìn, mi, G.T. ed uno che non ricordo più.
Entrati uno alla volta nella spelonca, buia e maleolente, "per non dar nell’occhio" (te pol mainarte), cacciata la pila, la Sig.ra Tegolìna si alzò la gonna (o almeno così intuii) e si fermò.
Al che Carlìn le ricordò che il "patto" era "altro".
La risposta della Signora fu di quelle "indimenticabili" (con voce irata, sibilata e ruvida):" T’aveo dito gnente buteléti mocajoni però…!!".
Io non avevo il moccio al naso, ma quattro anni di meno degli altri, e la frase riguardava -senza equivoci- solo me.
Uscii ed aspettai (ritengo sconsolatamente).
Per circa uno/due anni, come detto all’inizio, tornavo al R-ifugio con compagni di "merenda" diversi, ma la Signora Tegolìna inevitabilmente sibilava: "G’avìo i schèi? No?!? Alora fora dale bale!".
Sto giochino di life-fitness alla Plèi-Stèsciòn non lo trovate, vi auguro comunque molta felicità.
Stesso.
da nino a NINO: http://www.youtube.com/watch?v=PowGcY9wnfs
serendipity1947@gmail.com