Basta, fine della conversazione politica, sì insomma da quelle parti lì.
Tuttavia prima di chiudere – provvisoriamente? – tale tematica non posso esimermi da una riflessione sullo squallore.
No, non sto pensando al “dibba” che è solo, e da tempo, in stato confusionale creativo come uno che abbia visto una commedia di Ionesco, uno tra i maestri del teatro dell’assurdo, che non ne ha capito ‘na cippa de dibba, e lo imita, ma, dato fondamentale, in modo straordinario perchè il dibba è assurdo del suo.
No, per chi abbia praticato direttamente la politica, anche se in seconda fila o in posizioni di prima fila d’angolo come lo scrivente, il più squallido, fasullo e paraculo si è dimostrato Roberto Fico.
Finto moderato “mediatore”, che ha voluto essere il duro (??) che liquida Di Maio (non un genio eh, ma un ravveduto) per questioni non difficili da comprendere.
Ad esempio gli verrà data la facoltà “per ruolo istituzionale” di TENTARE, mica detto che ci riesca, la terza candidatura.
Inoltre di diventare l’uomo di fiducia come “civil servant”, più “servant” che civil, del Conte Trauma.
Sissignori, ve lo garantisco giocandomi i “gioielli” di famiglia, quello, il Conte, non è mai più uscito dal trauma di non essere più premier.
Un po’ come il Salvini Matteo che per qualche gin tonic di più, si trovò in braghe di tela senza più sentire in sè la possanza di comandare tutte le armate poliziesche dello Stato.
Aria, ossigeno d’alta quota a cui non erano preparati.
Vuoi mettere Draghi che parla correttamente tre/quattro lingue, qualsiasi dossier gli presentino in un paio d’ore ne ha capito l’essenziale e REGOLARMENTE (fidatevi…) quasi ogni giorno i capi di stato prima di elaborare una proposta si dicono “Sentiamo prima Mario cosa ne pensa…”.
Anch’io sento regolarmente Fico, Walter, della “Fast Pizza Fast” e gli dico: per favore, uè sono educato io, portami una margherita, doppia mozzarella, cipolla e olive nere, non denocciolate! che non sanno di un caxxo!