Tutto è così surreale. Mentre parliamo di Baroni, del punticino strappato per i capelli a Udine, non sappiamo ancora del domani. Di cui, come diceva il Poeta, non v’è certezza, ancor meno con una trattativa da oltre cento milioni, che viene data a un passo dal closing, per la cessione di Setti della maggioranza del Verona. Setti che dovrebbe restare con una quota di minoranza e un ruolo operativo: la sua smentita non smentita (“continuerò a far parte della storia del Verona”), durante le celebrazioni dei 60 anni del Bentegodi, avvalora questa ipotesi.
Ma è faticoso discorrere e scrivere di ciò che ora ha tutta l’aria di essere provvisorio, precario, liquido. Baroni con due pareggi rocamboleschi ha messo la testa sopra l’acqua (per fortuna non era questione di modulo…), eppure si parla di De Rossi come tecnico già opzionato dalla nuova proprietà anglo-americana che, dai nomi del management che sono usciti, rimanda tanto al vecchio Genoa dell’era Preziosi. Sogliano, al momento, è bloccato e non può programmare il mercato di gennaio: domanda, sarà lui a condurlo con pieni poteri? Il ritorno di Marroccu non è mai stata smentito e, anzi, viene avvalorato da settimane da più organi di stampa nazionali. Tra l’altro, quanto può incidere un diesse dimezzato (dai media) nello spogliatoio?
Quel che è certo è che questo limbo transitorio crea disaffezione nella gente e distrae i calciatori, a cui non si può rimproverare l’impegno, ma che sono pur sempre professionisti. Meglio che si faccia chiarezza in fretta e si delinei a breve il nuovo equilibrio. La preghiera è proprio questa: fate presto e (possibilmente) bene.