Credo che stiamo sbagliando prospettiva. La causa dei problemi del Verona non è morale, ma prettamente calcistica. Le dissoluzioni morali viste contro Atalanta e Inter sono conseguenze della mancanza di solide fondamenta tecnico-tattiche. Per questo ho creduto poco nel ritiro “punitivo” dopo lo 0-5 contro l’Inter, giunto poche settimane dopo il 6-1 di Bergamo. Quelle partite sono situazioni estreme, clamorose, casi limite che non fanno “analisi”. L’analisi parte da un dato di fatto più asettico, se vogliamo: dal “trend” e dall’inerzia. Abbiamo perso 9 delle ultime 11 partite, tra cui Monza e Cagliari, compagini mediocri. Le due vinte sono contro il modestissimo Venezia e la disastrata Roma di Juric. Poco, troppo poco. E tralasciamo i 30 gol subiti in questo lasso di tempo. Da settimane sostengo che la nostra classifica è fuorviante, perché tiene conto anche delle due vittorie iniziali con Napoli e Genoa, e che la situazione è decisamente più seria. La “tendenza” dell’Hellas è (sportivamente) drammatica.
Nelle conferenze stampa Zanetti tocca sempre corde emotive. Il tecnico è un passionale, un sanguigno, vedi che ci tiene. Però noto che parla poco di calcio, non spiega il perché di queste sconfitte in serie. Sogliano finora lo ha sempre difeso a spada tratta, non con le parole, ma coi fatti. Anche la scelta del ritiro “punitivo” (un paternalismo tutto italiano che nel calcio globalizzato del 2024 non so quanto sia sensato) è stata dettata non tanto da convinzione (il diesse è uomo di mondo, profondamente intelligente), ma piuttosto dalla necessità di mettere il cerino in mano ai giocatori, spingerli a guardarsi dentro e a fare un esame di coscienza. Sogliano finora ha fatto una scelta di campo precisa: sto con l’allenatore, i giocatori si adeguino.
Un modo di agire inusuale nel calcio, ma lo sappiamo, Sogliano nei suoi pregi (tanti) e difetti (la scelta degli allenatori a mio avviso gli ha frenato la carriera, di certo gli ha fatto perdere alcuni campionati) ha caratteristiche temperamentali indiscutibili: è leale, onesto, coerente. Ma non c’è solo questo: Sogliano con il suo allenatore da sempre crea un rapporto osmotico, per questo poi gli diventa complicato esonerarlo.
Ma, come cantavano gli Afterhours, “non c’è niente che sia per sempre”. Con Empoli e Parma si decideranno i futuri equilibri del Verona.

