Sosta propizia. Al Verona serve ancora tempo per trovare amalgama e identità. Baroni, per il momento, non ha trovato né l’uno né l’altra. Troppi cambi di formazione, un turn-over da mal di testa in attacco, un equivoco di fondo sul modulo (equivoco che ci trasciniamo da più di un anno).
Ha senso, per le caratteristiche della rosa a disposizione, continuare a schierarsi con i 3 dietro e i cinque (4+1) in mezzo? Non abbiamo laterali adeguati (Doig è infortunato , Faraoni e Lazovic non hanno più la gamba per quel ruolo, Terracciano non è un esterno puro), al contrario, abbondiamo di centrocampisti centrali e mezz’ali; pertanto si potrebbe (dovrebbe?) pensare di giocare con il 4-3-1-2, quindi i tre in mediana più un trequartista, a supporto di due punte. Un modulo che permetterebbe di coprire le spalle a Suslov e recuperare anche Serdar (schierato tra Duda e Folorunsho), uno che a 26 anni ha già debuttato nella nazionale tedesca e disputato 180 partite in Bundesliga.
Riguardo all’attacco, chiariamoci subito: il Verona, è vero, non ha il bomber da 15 gol (ma chi ce l’ha nella media-bassa classifica?), tuttavia ha tanti giocatori che vedono la porta, anche a centrocampo. Bonazzoli, Ngonge, Folorunsho, Duda, Suslov possono realizzare 7-8 gol ciascuno, lo stesso Serdar 4-5 gol li ha spesso messi a referto. Pertanto aver segnato cinque gol in otto partite significa che problema tattico c’è. Usciamo anche da un misunderstanding: Bonazzoli e Ngonge sono due punte di movimento, di profondità, non due falsi nueve da far manovrare e schierare spalle alla porta. Così non servono a nulla e, anzi, li perdi mentalmente. Possono giocare assieme, perché Ngonge può incidere più centralmente e Bonazzoli più sull’esterno a convergere, ma è possibile anche alternarli con Djiuric come riferimento boa (lui sì attaccante di manovra). Lazovic, a 33 anni, con la tecnica che ha, lo puoi recuperare come vice Suslov (è nato trequartista nella Stella Rossa). Le soluzioni, insomma, ci sono.
Certamente Baroni ha bisogno di tempo, avendo avuto a dispozione la squadra a fine mercato (ma questo è un problema di tutti gli allenatori). Però deve avere la personalità di credere in una costruzione tattica che sia la migliore per la squadra, non per i soliti senatori. Squadra che sul piano qualitativo non è certamente da parte sinistra della classifica, ma che può ambire a non soffrire più del dovuto (13-15 posto).