Partiamo da lì: da quel pallone sospeso in aria calciato da Gaichone nostro, capace di fermare il tempo, le menti, i cuori. I secondi dilatati, il sospiro di uno stadio intero, l’esplosione, la gioia, la gola che deflagra, il sangue che pulsa nelle tempie, la voglia di ridere e piangere assieme, di scoppiare in lacrime per esprimere il vulcano di emozioni che arriva dalla pancia. Nulla è in grado di suscitare emozioni del genere, la prova provata per l’ennesima volta, che il calcio non sarà mai un’azienda, tantomeno un’azienda normale.
Il Verona non “ha” una storia eccezionale. “E'” una storia eccezionale. E’ la nostra storia che aggiunge pezzi ed emozioni come quella di questa sera che solo un popolo che si identifica in quella squadra e quei colori può provare e condividere. E’ una magia, poesia alla stato puro, se vogliamo essere esagerati ma nemmeno troppo, è amore allo stato romantico del termine.
Ora torniamo però razionali. Ceccherini e Gaich hanno solo nascosto il problema. Il Verona ha giocato malissimo col Sassuolo, non meritava di vincere, il baratro era giustamente lì ad un passo. La vittoria insperata non è il frutto di una prestazione. Serve però a ricreare entusiamo, gioia, speranza. Il destino e Gaich con il suo incredibile gol, ci hanno regalato questa nuova opportunità. Ma non basta e non basterà se il Verona non cambierà veramente registro, se Bocchetti e Zaffaroni non ritroveranno il bandolo di una matassa che hanno smarrito da tempo. Il Verona è senza intensità e non solo un problema psicologico. Deve essere allenato meglio, deve ritrovare un’idea di gioco, un’identità. Non è solo una questione di scelte.
Speriamo dunque che quel pallone sospeso sia in grado di creare la stessa magia anche dentro lo spogliatoio dove questi meravigliosi ragazzi che tanto ci hanno dato negli ultimi anni non hanno ancora scritto la parola fine.
Vorrei spendere due parole due per Maurizio Setti. So che la mamma sta combattendo una partita molto più importante di tutte le partite che giocherà il Verona da qui a giugno. Possiamo avere qualsiasi idea su Setti (e io ho la mia, più volte espressa), ma tra uomini quando ci sono momenti del genere si manda un augurio e un forte abbraccio. In fondo l’Hellas e le sue emozioni ci legano anche a lui, presidente contestato, ma spesso anche vincente.

