Considero Juric uno dei migliori allenatori che ho conosciuto. Non il migliore ma tra i migliori. Il Verona ha avuto la fortuna di ingaggiarlo e grazie a lui la storia recente del club è cambiata. Juric ha prodotto un calcio bellissimo e tantissime plusvalenze che hanno permesso a Setti di vivere in serie A pur senza investimenti e anzi traendo dal Verona lauti guadagni. Dio solo sa dove sarebbe oggi l’Hellas senza quelle plusvalenze e, bisogna pur dirlo, senza la miracolosa risalita dalla serie B di Aglietti.
Probabilmente oggi staremmo vivendo tutta un’altra storia, molto più simile a quella che abbiamo conosciuto bene qualche anno fa, piuttosto che questa in serie A. Dato a Juric quel che è di Juric, oggi è necessario voltare pagina. In fretta e per il bene del Verona. Non è possibile che il Verona intero sia “prigioniero” del fantasma di Juric quasi che il calcio stesso a Verona si sia fermato con il croato. Il suo “modello” di calcio è difficilmente replicabile, lo devono capire in fretta Setti e poi Marroccu, ma lo devono capire in fretta anche molti giocatori che cercano in “automatico” di adottare quel tipo di calcio che ha fatto la loro fortuna assieme a quella del Verona.
L’errore grossolano compiuto da D’Amico nella scorsa stagione fu proprio quello di chiedere a Eusebio Di Francesco, ottimo allenatore tra l’altro, di abiurare il suo calcio per “imitare” quello di Juric. Ne venne fuori un abominio che venne terminato alla terza partita, quando D’Amico capì che si sarebbe solo peggiorata una situazione che la squadra non sentiva sua. A maggior ragione oggi si sta ricommettendo quell’errore.
Cioffi non è Juric e non è Tudor, che ha proseguito quel lavoro proprio grazie agli input di D’Amico e a quelli dell’amico Ivan, inutile che stiamo qui tanto a girarci intorno.
Gabriele, lo dico per l’ennesima volta, è un ragazzo intelligente e per certi versi concreto che sta cercando di portare fuori il Verona da quel fantasma. Ma lo ha fatto tornando indietro, abbracciando un’altra filosofia di gioco, diversa dalla sua, quando si è accorto che la squadra stava “rigettando” la sua proposta.
Ma il Verona di Firenze, purtroppo, ha dimostrato di non essere ancora nè carne nè pesce. Nel frattempo ci sono giocatori che sembrano spaesati, sia tra i nuovi sia tra i vecchi. Coppola non può marcare a uomo uno veloce come Ikonè, Hien è fortissimo ma probabilmente a zona, a centrocampo c’è un problema enorme con Veloso che ha al massimo sessanta minuti, Tameze che non è più lui. Hongla che resta un Ufo e Ilic che va a corrente alternata, senza un vero progetto tattico disegnato su di lui. E poi manca sempre il braccetto di sinistra, vecchio problema non risolto dal mercato, perchè Doig, ottimo per spinta e propositività quel ruolo adesso non può farlo e Cabral deve essere atteso con pazienza.
Il problema non è Cioffi, dunque, ma “filosofico” di impostazione e parte da lontano. Qualsiasi allenatore arrivasse a Verona in questo momento si troverebbe davanti a questo problema: quello di una transizione che deve essere affrontata però con forza e personalità. Senza cedimenti, nè ricatti, nè compromessi. Che già probabilmente sono stati eccessivi e forse, speriamo di no per il bene dell’Hellas, costeranno cari al povero Cioffi. Abbiamo il dovere tutti noi di liberarci del fantasma di Juric prima che sia troppo tardi.