Di mezzo c’è il mondo. Un anno fa il colpo del mercato era stato Stepinski, modesto bomberino preso dal Chievo. Oggi è arrivato Kalinic, un profilo internazionale di altissimo livello e probabilmente quello che Juric voleva anche a livello tattico. Oltre a lui sono arrivati anche Tameze, Barak, Vieira, Benassi e Ceccherini. Mi limito a questi perché il resto lo considero un mercato di secondo livello, utile però a creare alternative e ovviamente future plusvalenze.
In più sono rimasti Lazovic, Faraoni, Gunter, Silvestri, Zaccagni, Salcedo e Di Marco.Non so se il Verona sia migliore della passata stagione ma questa campagna acquisti non mi è dispiaciuta. Certo la tempistica è stata pessima (bisognava proprio aspettare oggi per Kalinic?), qualcosa non è andato per il verso giusto (Pessina) ma stavolta non si può dire che la società non abbia accontentato Juric. Fosse arrivato un altro esterno, era vicinissimo Ounas, il voto sarebbe stato ancora migliore. Stasera mi sento di dare un bel sette.
E’ stato un mercato molto complicato. Setti avrebbe potuto aprire i cordoni della borsa maggiormente ma speriamo abbia messo fieno in cascina anche per il futuro. Quei soldi devono restare nel Verona e non essere dispersi in altri rivoli. Non tollereremo più discorsi campati per aria, falsi progetti e soprattutto cavolate come quelle ascoltate negli anni precedenti. Setti da quando è a Verona ha fatto tutte le plusvalenze possibili e immaginabili. Fin da gennaio del primo anno di A quando cedette per due euro il giovane Jorginho. Parlare di un Verona in crisi finanziaria era ed è una bestemmia che fa a pugni con la realtà dei fatti. I tifosi non sono scemi da prendere in giro, ma gente da amare e rispettare.
A Setti non si chiede molto: il minimo è un Verona stabile in serie A. Lui non è un presidente come i precedenti. Ha il vantaggio di avere valanghe di denaro garantito dai diritti tv come nessuno mai ha avuto a Verona. Non ci stancheremo mai di ricordarlo. E come al solito, non faremo nessuno sconto. Vigileremo e romperemo le palle ogni volta che ce ne sarà la necessità, come abbiamo ampiamente dimostrato, unica voce fuori dal coro, in questi anni. Diremo bravo quando c’è da dire bravo (vedi la scelta e soprattutto la conferma di Juric), lo criticheremo quando ci sarà da criticarlo. Questa libertà di giudizio che manteniamo e che il nuovo corso comunicativo del Verona ha capito pienamente, darà molta più consistenza agli elogi che saranno sinceri e non viziati da rapporti di interesse o semplice lecchinaggio di bassa lega. Questo è l’unico ruolo che rivendichiamo e che abbiamo sempre difeso.
Adesso tocca al generale Ivan dare alla truppa scaligera il valore aggiunto. Ivan Juric è un grandissimo allenatore. Ha fatto le nozze con i fichi secchi, ora è all’anno uno di un progetto che lui ha scelto di continuare grazie anche ad un ricco triennale che gli è stato offerto. Parola al campo.