C’è una straordinaria occasione davanti al calcio italiano: quella di cogliere dalla terribile esperienza dovuta all’emergenza del coronavirus un’opportunità unica: ragionare in maniera diversa rispetto a questi ultimi anni fatti di egoismi, miopia, incapacità imprenditoriale e in definitiva l’allontanamento dei tifosi dagli stadi, mai così vuoti.
Diciamoci la verità: la cosa più giusta sarebbe sospendere tutto. Non è morale davanti ai morti, agli ospedali, ai medici, agli infermieri, ai tamponi che non ci sono e se ci sono sono per pochi, creare ancora una volta un mondo parallelo, dorato e al limite del finto, una nuova frattura.
In più: che senso ha un calcio senza tifosi, senza gente allo stadio? La serie A, ancora una volta, ragiona con la protervia del più forte, con l’intento di accaparrarsi gli ultimi spiccioli dell’ultima rata delle televisioni che possa colmare in parte le follie di un classe di presidenti che da tempo ha smesso di investire nel calcio e dove da tempo si prosciugano la passione e le tasche dei tifosi che non smettono di spendere soldi per spettacoli che certe volte sono tra l’indecente e il vergognoso (ogni riferimento agli ultimi Verona di Setti con Pecchia e Grosso alla guida è puramente voluto).
Dato però che l’unica colpa che non si può fare a questa generazione di presidenti è quella del coronavirus che ha solo messo in risalto tutta la loro pochezza, ecco che la straordinarietà può essere tramutata in un’occasione.
Da tempo sostengo che l’unica possibilità di chiudere in qualche maniera questo campionato, l’unica vera via d’uscita che darebbe un senso anche all’incredibile situazione che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, è quella di giocare i play-off per lo scudetto e i play-out per non retrocedere.
Ora, immaginate solo per un attimo che venga “congelata” la classifica e che venga data la possibilità alle prime otto di giocare una fase finale ad eliminazione diretta e alle ultime sei la retrocessione.
Una specie di mondiale che si giochi a porte chiuse, ovviamente, in due tre sedi in quelle regioni e città dove il maledetto virus ha colpito di meno. Vi immaginate il pathos, l’emozione e l’interesse che comunque si creerebbe anche in una situazione del genere? Immaginatevi un Verona-Juventus al meglio delle tre partite con il vantaggio, ovviamente a chi è meglio classificata di passare, come succede in serie C…
Non se ne avvantaggerebbero anche le tv a pagamento ora dissanguate nell’auditel e negli ascolti che sono precipitati? E non sarebbe un bel modo di assegnare un tricolore che altrimenti avrebbe poco senso? Qualcuno mi dice: non si cambiano le regole in corsa… Ma in pratica le regole sono già cambiate perchè il campionato è già falsato da un sacco di fattori perchè di fatto quello nuovo sarà totalmente un campionato diverso ed allora quanto sarebbe affascinante vedere duelli e gare con questa posta in palio?
Mi rendo conto conto che è tutto troppo alto, troppo bello, persino troppo semplice e che alla fine prevaranno le solite bottegucce romane, laziali, lotito-agnelliane-celliniane in cui la soluzione sarà di basso profilo e con la solita orchestrina che suona mentre gli iceberg si avvicinano.