IL PAGELLONE DI VERONA-SPEZIA

SILVESTRI 5.5 Un paio di parate per far contenti anche i fotografi. Attento anche quando lo Spezia inizia, seppur in maniera confusa, a creare pressione. Sul più bello, però, qualcosa si inceppa e Saponara ringrazia. In occasione del gol del pareggio doveva fare meglio, uno come lui non può concedere un errore del genere, allontanando ancora una volta il ritorno alla vittoria al Bentegodi del Verona.

DAWIDOWICZ 6 Senza infamia e senza lode, Pawel. Anche perché non è che lo Spezia, soprattutto nella prima parte di gara, faccia fuoco e fiamme. Lui controlla, in maniera accademica. Soffre qualche accelerazione di Verde che è un trottolino, ma come visto qui a Verona, spesso inconcludente.

MAGNANI 7.5 Un’eclissi cala su Nzola e lo fa letteralmente sparire dal campo. Partita monumentale di Jack che quando si trova davanti attaccanti di questo tipo, va a nozze. Non teme il confronto fisico, che sistematicamente vince, e padroneggia l’anticipo quasi senza sudare. Peccato che fisicamente non regga tutti i 90 minuti. Ma fino a quando rimane in campo è dominante.

GUNTER 6 (dal 32′ s.t.) Cerca di dare una mano nel caos finale. E, tutto sommato, ci riesce.

DIMARCO 6.5 Quasi fosse un blocco di marmo, Juric sta togliendo le parti in eccesso per creare un nuovo giocatore: il difensore d’attacco. Non sbaglia praticamente nulla e nei tre di difesa sembra essere sempre più a suo agio. Ciò non spegne le sue naturali caratteristiche offensive che, quando può, mostra.  Bellissima punizione che Provedel con le unghie mette in angolo. Ti credo che l’Inter se lo prenderebbe anche domani. Perderlo sarebbe un delitto.

FARAONI 6 Solita enorme generosità del capitano che non si risparmia mai. Anche quando commette qualche errore di troppo è lui a recuperare, con grande energia. Il suo fuorigioco in occasione del primo gol annullato a Lasagna è determinante. Peccato, forse saremmo qui a parlare di un’altra partita.

STURARO 5 Quando c’è da fare legna è ancora un bel boscaiolo. Ma quando c’è da fare il ragioniere, si incasina un po la vita. Perde nel giro di qualche minuti un paio di palloni sanguinosi, che rischiano di spianare la strada allo Spezia. La sensazione è che non riesca a “incastrarsi” con Barak che, più di una volta, ha le spalle scoperte.

TAMEZE 5.5 (dal 1′ s.t.) Aveva il compito di fare meglio di Sturaro, ma non ci è riuscito come avrebbe dovuto. Per correre corre, ma spesso un po’ a vuoto e questo gli toglie lucidità. Tanti, troppi gli errori, in un centrocampo che oggi non ha fatto bene, tranne Barak che, in qualche modo, si è salvato.

BARAK 6 Fa enorme fatica perché, soprattutto nel primo tempo viene un po’ abbandonato da Sturaro che non gli copre a dovere le spalle. Gioca una gran quantità di palloni e prova a dare ordine, anche se non sarebbero proprio quelle le sue caratteristiche. Lontano dalla porta un po’ si perde, ma mai completamente. Fisicamente non brillante come i giorni migliori.

LAZOVIC 6+ Bellissimo il cross per la testa di Salcedo che decolla e la mette dentro. Si accende e si spegne in maniera un po’ troppo intermittente. Ecco, gli è mancata la continuità di giocata durante la partita. Però quando va sulla fascia è sempre spettacolare da vedere e i colpi sono quasi sempre azzeccati. Non sempre il tempismo dei compagni.

SALCEDO 7 Una qualità di Eddie è indiscutibile: il coraggio. Qualsiasi pallone li capiti a tiro, lui si butta, soprattutto nelle giocate aeree. Lo stacco è da giocatore di Nba e ne dà ennesima prova in occasione del gol. Va in cielo e schianta Provedel. Ben fatto, ragazzo. Sfortunato nel primo tempo quando al 46′ prende in pieno il palo. Quest’anno ha avuto meno occasioni rispetto allo scorso campionato, ma ha quasi sempre dimostrato di esserci.

ILIC 4.5 (dal 20′ s.t.) Entrato malissimo, mollo e pasticcione. Perde palloni a ripetizione. Saponara lo brucia e segna, lui non ha la forza di metterci una pezza.

ZACCAGNI 6 E’ difficile, se non raro, che Zac sbagli completamente una prestazione. E’ vero, manca un po’ la sua fantasia, ma quando serve c’è. Diciamo così, quando la squadra si infiamma, lui si lascia trasportare. Fatica un po’ a trascinare quando i compagni sonnecchiano, intrappolati dalla ragnatela spezzina.

BESSA 5.5 (dal 14′ s.t.) Dopo una bellissima azione di contropiede, si trova con la porta di Provedel spalancata, ma ne esce un mezzo passaggio. Da uno come lui, che calcia divinamente, è lecito aspettarsi molto di più.

LASAGNA 6 Parte come una furia. Dopo pochi secondi scalda le mani di Provedel con un bel sinistro incrociato. Poi segna, ma passano due minuti e l’arbitro si accorge, grazie al var, che c’era fuorigioco. E’ ispirato, ma questa volta anche poco fortunato. Di sicuro questo è l’approccio mentale giusto. Tiri su le spalle, fuori la grinta, perché i colpi li ha per fare bene.

KALINIC 6 (dal 14′ s.t.) Resterà una grande incompiuta quest’anno. Il fisico non lo ha assistito. Ma quando sta bene a me piace tantissimo. Gioca con la squadra e si mette al servizio della manovra.

ALL. JURIC 6 Rimane l’amaro in bocca perché il Verona meritava di portarla a casa questa partita anche se, per onestà, lo Spezia non mi pare che abbia rubato alcunché. I suoi ragazzi non sanno più vincere, di sicuro al Bentegodi, dove i tre punti mancano da febbraio. Questa volta i cambi in corso d’opera non aiutano. Una scelta che non ho capito: Sturato di fianco a Barak.

IL PAGELLONE DI INTER-VERONA

SILVESTRI 6.5 Due belle parate, nel primo tempo su Hakimi, nella ripresa, sull’unica testimonianza di vita di Lautaro. I compagni difendono bene e gli evitano pensieri più del dovuto. Sul gol di Darmian, lasciato colpevolmente solo sulla destra, non può davvero fare nulla.

CECCHERINI 6 Non deve fare gli straordinari per limitare Lautaro, corpo estraneo nel primo tempo nerazzurro. Non avendo grossi grattacapi dietro, prova anche a dare una mano ai compagni in fase di costruzione di gioco da centrocampo in su. Si prende un cartellino giallo per un brutto fallo sull’attaccante argentino e, per non rischiare, Juric lo lascia negli spogliatoi quando riprende la gara.

DAWIDOWICZ 6 (dal 46′) E’ in grande condizione fisica, lo dimostra sin dai primi secondi che viene mandato in campo. L’Inter gli dà la possibilità di spingersi in avanti, ma gli capita di fermarsi sul più bello, perché, in fondo, i piedi sono quelli. Lui, comunque, non si tira mai indietro.

MAGNANI 7 Già nella partita d’andata aveva annullato Lukaku. Si è ripetuto a San Siro, facendo passare 45 minuti da incubo al campione nerazzurro. Lo batte in velocità, ma anche fisicamente. Esemplare uno “spalla a spalla” nel quale il bomber di Conte è finito lungo per terra. Ammonito nell’unica circostanza in cui Lukaku rischiava di andargli via. Rimane negli spogliatoi dopo l’intervallo, anche per un colpo al ginocchio.

GUNTER 6.5 (dal 46′) Magnani aveva fatto grandi cose. Lui non lo ha fatto rimpiangere, lasciando a Lukaku solo la presenza in campo per gli almanacchi. Sicurezza in ogni giocata.

DIMARCO 6.5 Quando giochi contro chi detiene il cartellino, ma ti spedisce a destra e sinistra, evidentemente non credendo nelle tue qualità, hai sempre voglia di dimostrare qualcosa in più, senti di doverti prendere delle rivincite. E lui lo fa, con una prestazione molto attenta dietro, ma anche intraprendente a ridosso dell’area di rigore nerazzurra. Ha un grandissima occasione, ma non gli va bene. Il Verona in lui crede e spero lo dimostri a fine campionato.

UDOGIE 6 (dal 72′) Grandissima personalità per il ragazzino, riassunto in un bellissimo contrasto con Barella, vinto dal gialloblù. Non ha paura di nessuno.

FARAONI 7 Una gran partita del capitano, come sempre preziosissimo anche quando non ha il pallone tra i piedi. E quando è lui a dover portare su i suoi, lo fa con grande qualità. Abisso, che prende un abbaglio che definire clamoroso è riduttivo, gli annulla il meritatissimo gol del pareggio. La colpisce di spalla, facendo fare una figuraccia ad Handanovic.

TAMEZE 6 Una partita di grande sostanza, in un centrocampo che, sopratutto nel primo tempo, la fa girare molto bene, senza patire la grande forza fisica dei nerazzurri. E’ generoso in fase di copertura, ma le energie non sono quelle dei tempi migliori. Esce stremato, condizionato da un risentimento muscolare al bicipite femorale della coscia destra.

SALCEDO 5.5 (dal 65′) Con Faraoni che deve tagliare verso il centro del campo, lui non scala su Darmian, lasciato imperdonabilmente solo sulla sinistra. L’esterno ha una prateria per andare a segnare.

ILIC 6+ più preciso e dentro al gioco rispetto alla gara contro la Fiorentina, in cui aveva giocato un po’ a nascondino. Contro l’Inter non si tira indietro e gestisce tantissimi palloni in maniera forse un po’ troppo scolastica. Nella giocata ravvicinata è a suo agio. Gli manca sempre il lampo, il cambio di campo, l’imbeccata che liberi il compagno. Ma il diamante c’è. E’ grezzo, ma se  lavorato potrà brillare. Chissà se a Verona o altrove.

LAZOVIC 6 Non è splendido splendente, ma rimane un punto di riferimento per i suoi compagni. Gli attacchi del Verona passano spesso dai suoi piedi. Ha una buonissima occasione nel primo tempo, ma calcia troppo alto, forse spaventato dal contrasto del difensore nerazzurro di turno.

BARAK 6 I tempi spumeggianti si sono fermati a qualche settimana fa. Ma dalla sua ha ancora la grande forza fisica. Vince tantissimi contrasti e non paga pegno davanti alla grande prestanza dei nerazzurri. Juric lo lascia abbastanza libero e spesso si cambia di posizione con Bessa. Nell’area di rigore piccola si trova anche il pallone buono per segnare. Non era facile, e la spara alta

BESSA 6+ Parte molto bene, con la solita qualità. Mi piace il mondo col quale interpreta il ruolo, quasi da regista “laterale”. Sbaglia, però, qualche triangolazione di troppo e, si sa, sono sempre state la forza degli schemi offensivi gialloblù. Zaccagni non sta benissimo, e Juric continua con lui un percorso che, a rigor di logica, guarda al futuro del Verona

COLLEY s.v. (dal 77′)

LASAGNA 5.5 A volte dà l’impressione di essere un po’ spaesato, quasi fosse catapultato in campo all’improvviso, a sua insaputa. In un paio di situazioni mi ha colpito lo sguardo quasi intimorito, forse sconsolato. Perché mi pare evidente che giochi con grande pressione, anche perché probabilmente sta cercando di assimilare le idee di Juric, che sta provando a cambiargli caratteristiche. Cerchi di essere più leggero, perché le qualità le ha.

ALL. JURIC 7 L’ennesima risposta a tutti i subdoli osservatori da salotto che parlavano di un Verona ormai disinteressato. Sembra il Verona la squadra che sta lottando per lo scudetto, non certo l’Inter. I suoi sono belli, come vuole lui, ma ancora poco concreti. Ma, come si sa, la qualità non te la puoi inventare. La soddisfazione di un pareggio gliela nega solo Abisso, con la complicità del Var, gestito da Nasca.

IL PAGELLONE DI VERONA-FIORENTINA

SILVESTRI 6 Una bella parata su Ribery, nel primo tempo, ma poi chiamato raramente a rendersi attivo. Non mi sembra colpevole, in particolare sul gol di Caceres. Vero, fa un passetto, ma è ininfluente. L’errore, semmai, è di qualche suo compagno.

DAWIDOWICZ 6 Muso a muso con Franck Ribery, che indubbiamente non è più il fenomeno di cinque anni fa, ma quando ha la palla tra i piedi, i sorci verdi ancora te li fa vedere. Lui se la gioca quindi sull’anticipo, cercando di fargliene arrivare il meno possibile di palloni. Qualcosa la soffre, ma resiste a testa alta, aiutando la squadra anche in avanti.

GUNTER 6- Bel duello con Vlahovic, che è veramente un animale, nel senso più positivo del termine. Finché lo scontro è corpo a corpo, se la gioca. Quando l’attaccante della Fiorentina prende campo, soffre e fatica a contenerlo. Ma, va detto, non è nelle migliori condizioni e fa il possibile con quello che ha a disposizione.

MAGNANI 6 (dal 24′ s.t.) Nessun problema per Jack.

DIMARCO 6 E’ la seconda di fila che gioca da terzo di difesa e la sensazione è che oltre a quello, in questo momento, non debba fare. Sì, la sua natura lo porta in un paio di occasioni a spingersi in avanti, ma è dietro che deve tenere alta la concentrazione. Ci riesce perché Bonaventura vaga per il campo senza mai incidere veramente. E lui mantiene la posizione, diligentemente.

FARAONI 6.5 A me lui piace per la pulizia delle giocate e per la grande intelligenza tattica. Oggi è un po’ meno “bello”, ma è stato sempre dentro alla manovra del Verona e, in più di un’occasione, è stato uno dei più pericolosi in fase offensiva. Perfetto il tempo dell’assist che permette a Salcedo di riaprire, seppur per qualche minuto, il match. Un martello.

TAMEZE 5.5 Bisogna solo parlare bene di Adrien, uno dei più grandi protagonisti di questa strepitoso campionato. Ma da qualche partita a questa parte sembra aver bisogno di un tagliando, di cambiare il “filtro” dei polmoni. Si alterna spesso con Barak, tentando di mandare in confusione i piani di marcatura della Fiorentina, ma ad andare in bambola sembra più che altro lui.

STURARO 6 (dal 24′ s.t.) C’è da lottare e lui, manco a dirlo, si fa trovare presente.

ILIC 5 I primi minuti illudono, ma il vice Veloso non mantiene le promesse. Si abbassa spesso sulla linea difensiva invocando il pallone col quale costruire il gioco gialloblù, ma sono più gli errori “non forzati” che le giuste intuizioni. Sbaglia un’infinità di appoggi tutto sommato semplici e quando c’è da accelerare, rallenta.

SALCEDO 6.5 (dal 15′ s.t.) Tarantolato, cerca di ringraziare a suo modo Juric, per le parole al miele dette dal tecnico alla vigilia della partita. E lo fa nel migliore dei modi, trovando il gol che dà un minimo di speranza al Verona.

LAZOVIC 5.5 Un gran bel tiro, messo in angolo da Dragowski, una delle più belle occasioni gialloblù. Sembra anche avere la gamba giusta, ma quando serve proprio la corsa, si inceppa. Si perde infatti per strada Venuti che, con una finta di corpo, lo sbertuccia, si invola sulla fascia e la mette dentro per Bonaventura che viene steso steso da Barak: rigore. Quando c’è da rinculare, soffre.

KALINIC s.v. (dal 33′ s.t.)

BARAK 5.5 La bilancia degli episodi non pende dalla sua parte, ahimè. Seppur in maniera non così evidente, tocca il piede di Bonaventura che non se lo fa dire due volte e stramazzato al suolo, folgorato. Quando è Caceres, nel secondo tempo, a caricare il tiro lui si gira di spalle, come fanno i pulcini. E’ un periodo un po’ così, ma anche a lui bisogna solo dire “grazie”.

BESSA 6.5 Meno attaccante di Zaccagni, è più un regista offensivo, che ha grandissime qualità tecniche. Particolarmente ispirato nella prima parte di gara, entra sempre nelle azioni più pericolose del Verona e dal suo piede arriva la prima delle almeno quattro grandi occasioni gialloblù. Una cosa gli serve, più sfrontatezza, più pelo sullo stomaco quando c’è da contrastare. Giocare meno sulle punte e quando serve, usare gli anfibi.

ZACCAGNI 6 (dal 24′ s.t.) Entra bene, con tanta voglia di aiutare i compagni. Purtroppo non riesce nel suo piano.

LASAGNA 6 Due buone occasioni, una creata dal nulla, con una bellissima acrobazia volante in area di rigore. Mi è sembrato più dentro, più coinvolto, e anche diverso dal solito nei suoi movimenti, solitamente tutti incentrati sull’attacco alla profondità. Avrebbe bisogno di tempo per capire Juric, ma le lancette non sono dalla sua.

ALL. JURIC 6 Se i suoi creano quattro occasioni pulite per trovare il gol e non le concretizzano, la colpa non sarà mica sua. Primo tempo dominato, un quarto d’ora della ripresa in totale black out. La Fiorentina, che sembrava un pugile suonato, la porta a casa miracolosamente. Sicuramente si doveva fare meglio, ma non accetto i commenti di qualche tifoso che insinua, che sospetta. No ragazzi, il Verona non la sta buttando in vacca. Rendiamoci conto che fino ad oggi questi ragazzi hanno dato più di ciò che la natura ha loro dato. Cosa volete di più, che vi facciano le pulizie a casa?

IL PAGELLONE DI SAMPDORIA-VERONA

SILVESTRI 5 Con quell’uscita che ha ricordato quella di Zenga su Caniggia, ai mondiali del ’90, rovina una buona gara e, soprattutto, fa dimenticare il miracolo su Jankto, che ha solo posticipato il naufragio del Verona. Inspiegabile la decisione di uscire dai pali in occasione del terzo gol. Un evidente errore di valutazione.

DAWIDOWICZ 6 E’ Paperino quando sul tiro di Keità si trasforma in involontario assist man per Jankto, che spara una cannonata e pareggia. Il primo tempo lo gioca in smoking, senza mai soffrire. Poi si spegne la luce di tutta la squadra e il resto è una conseguenza. E’ ancora Paperino quando nei secondi finali, di testa, prima centra il palo e nella stessa azione stimola il miracolo di Audero. Provaci ancora, Pawel.

GUNTER 6+ In una partita in cui il Verona perde nettamente (se si guarda per lo meno il risultato) lui soffre dannatamente poco. Forse solo un paio di sbavature, ma non determinanti. E’ bravo, anzi, nell’anticipo e a trasformarsi, quando c’è spazio, nel quinto centrocampista. Esce prima, anche perché il Verona deve giocare martedì sera contro la Fiorentina.

LOVATO s.v. (dal 77′)

DIMARCO 6 Nei primi 45 minuti ha licenza di attaccare, vista la nulla opposizione della Sampdoria. Quando Ranieri decide di mandare in campo Candreva, il discorso cambia perché deve pensare più che altro a difendere. Al centrocampista doriano lascia qualche giocata da funambolo in declino, ma fa di tutto per mantenere la barra dritta.

FARAONI 5.5 Un bel tiro nei primi minuti di gioco, e poi la solita partita pratica e preziosa, particolarmente quando il Verona deve manovrare. Ma non si gioca solo 45 minuti. E così perde la bussola, anche quando lascia calciare Jankto praticamente in solitaria. Lì non puoi lasciare due metri, sennò chi ti sta davanti ringrazia e rimette il pallone a centrocampo.

STURARO 6.5 Un primo tempo da gigante, al di là di ogni (mia) rosea aspettativa. Eccezionale filtro in mezzo al campo, ha gambe che girano con grande scioltezza. E quando può aiuta con tempismo la difesa: eccezionale la sua diagonale su Jankto nel primo tempo, con l’attaccante che era pronto per colpire Silvestri. Esce dopo dieci minuti della ripresa, in riserva di carburante, Dopo qualche passaggio sbagliato di troppo. Ma a conti fatti, uno dei migliori.

TAMEZE 5 (dal 58′) Quando entra in campo sembra avere l’energia giusta. Anche troppa, visto come travolge Keità in area gialloblù ,per il più solare dei calci di rigore. Un’ingenuità pagata a caro prezzo.

BARAK 5.5 L’alibi parziale sta tutto nella posizione. Gioca fuori ruolo rispetto a quello che abbiamo visto quest’anno, ossia a centrocampo, di fianco a Sturaro. Però, appunto, la scusante è solo parziale, perché uno come lui dovrebbe andare oltre. Anche lui, come la stragrande maggioranza dei compagni, si disimpegna discretamente bene nei primi 45, ma poi, prima barcolla e poi va ko.

LAZOVIC 5.5 Devo ripetermi: primo tempo super, secondo anche no. La sblocca con una punizione meravigliosa, sulla quale Audero nulla può fare. Ma oltre a quello, tante giocate in società con Zaccagni. Crea superiorità ma anche a lui manca un po’ l’ultimo passaggio. Dopo l’intervallo un calo dal quale non riesce più a rialzarsi.

FAVILLI s.v. (dal 77′)

SALCEDO 5 Gioca un discreto primo tempo, sicuramente volenteroso. Si abbassa per cercare il pallone e la tattica lo premia. Un paio di cross davvero interessanti, sui quali, però, nessuno si fa trovare presente. Quando si torna in campo dopo l’intervallo non trova gli stessi spunti e si perde col passare dei minuti.

COLLEY s.v. (dall’80’)

ZACCAGNI 6+ Si accende come sa fare lui in un paio di occasione in cui i doriani possono solo prendergli la targa. E’ bravo fino ai sedici metri, poi perde un po’ di lucidità. Gli succede, infatti, di andare vicino alla conclusione, ma esita quel poco che basta per perdere il tempo di gioco. Deve tirare, perché ha le qualità per farlo. Lascia il posto a Bessa.

BESSA 5.5 (dal 58′) Lui le qualità le ha e a tratti le fa vedere anche a Marassi. Ma rimane una grande illusione, perché in un Verona che crolla dopo un primo tempo dominato, lui non riesce a dare la scossa decisiva.

LASAGNA 5 Ancora una cilecca. Io capisco e credo a Juric quando parla in maniera entusiasta del suo attaccante, però poi, alla prova pratica, manca ancora qualcosa. Ha anche l’occasione per cercare il gol, ma, proprio quando non dovrebbe, invece di tirare la passa. E capita anche viceversa. Serve molto di più.

ALL. JURIC 5.5 Nel primo tempo c’è solo una squadra in campo, padrona del destino di questa partita. La Samp quasi mai supera la metà campo in maniera pericolosa. Eppure finisce solo 0-1, dopo tante occasioni potenzialmente pericolose. Nella ripresa succede qualcosa, e bisogna capire cosa: calo fisico o mentale? Bisogna andarne a fondo, per trovare una soluzione. Di sicuro lui non accetta che la squadra molli mentalmente.

IL PAGELLONE DI VERONA-LAZIO

SILVESTRI 5.5 Non ricordo parate di Marco. Nel primo tempo ci pensa il palo a salvarlo, sulla botta di Immobile. In occasione del gol della Lazio, però, mi è parso un pizzico incerto. Un passetto indeciso in avanti, in una zona grigia, è bastato per lasciare la porta aperta a Milinkovic Savic.

DAWIDOWICZ 5.5 Butta via quanto di buono fatto fino al 92′ perdendo di vista Milinkovic Savic, che di testa fulmina tutti e segna il gol della vittoria. Peccato perché fino a lì aveva davvero giocato una buona partita, mettendo la museruola a Immobile che, se si esclude il palo, ha passato tutto il tempo a lamentarsi e a protestare con l’arbitro.

MAGNANI 7 Personalmente, il migliore oggi. Il suo uomo è Caicedo, che per segnare deve usare le maniere forti. Ci riesce solo dopo aver tirato una gomitata sul muso proprio di Magnani e, giustamente, Chiffi annulla. Per il resto è Jack a primeggiare, con grande disinvoltura, bravo sull’anticipo e nel gioco aereo. Sembra essere tornato su livelli molto alti.

DIMARCO 6+ Un erroraccio, nella prima parte di gara, rischia di spalancare la strada del gol alla Lazio. Da lì in poi, si fa molto più concreto e, soprattutto più attento. Dietro aiuta Lazovic a tenere Akpa Akpro, ma quando può ci mette del suo quando il Verona attacca. Meraviglioso l’assist per l’unica vera occasione dell’Hellas, che capita sui piedi di Lazovic. Fisicamente dimostra di star bene, ma arrivato alla mezz’ora del secondo tempo, qualche segnale di stanchezza si vede.

CECCHERINI 6 (dal 31′ s.t.) Attento quando la palla arriva nei suoi paraggi. Mantiene la compattezza della difesa.

FARAONI 6 Duello ravvicinato con l’ex gialloblù Fares, anche lui come  i compagni pensa a contenere, ma non si tira indietro quando è il Verona chiamato a spingere nella metà campo della Lazio. Dietro è la solita, granitica, garanzia

STURARO 6.5 Nei primi minuti, andamento lento, di depiscopiana memoria. Cresce alla distanza andando a spezzare con grande efficacia il gioco della Lazio, in particolare la sua principale fonte di idee, quel Luis Alberto che segue come un’ombra. Ci mette tanta corsa e tanto fisico, e qualche bella entrata in scivolata, che ricorda un calcio d’altri tempi.

VELOSO 6 Lui e Lucas Leiva si annullano vicendevolmente. E’ una di quelle partite in cui pensi più a distruggere le idee dell’avversario piuttosto che coltivare le tue. Non fa comunque mancare le sue geometrie, anche se gli manca il lampo di genio. A metà della ripresa, Paro decide di dargli ossigeno.

ILIC 6 (dal 23′ s.t.) Continua quanto fatto vedere fino a lì da Veloso.

LAZOVIC 6- Ha sui piedi la più grande occasione del Verona, imbeccato da un assist meraviglioso di Dimarco. E’ un po’ defilato ma decide di provare lo stesso la conclusione, che esce, seppur non di tantissimo. Forse sarebbe stato meglio cercare i compagni, meglio posizionati davanti alla porta. A parte questo, non la sua miglior partita, ma nemmeno di quelle da dimenticare.

BARAK 6 Nel primo tempo mi è piaciuto. Sempre nel vivo dell’attacco dell’Hellas, ha giocato tantissimi palloni, non sempre puliti, per carità. Nella ripresa è un po’ calato e ha gestito più che altro con la presenza fisica. La stanchezza si fa sentire anche per lui che, finora, ha messo insieme un campionato dominante.

SALCEDO s.v. (dal 40′ s.t.)

ZACCAGNI 6 La buona notizia sapete qual è? Che non lo prendono a scarpate in maniera sistematica. Questo gli permette di giocare con più libertà. Peccato che non sia la sua giornata più scintillante. Detto questo, il suo lo fa, come quasi sempre in questa stagione.

BESSA 6 (dal 30′ s.t.) Gli basta una giocata per meritarsi la sufficienza. Che classe, ragazzi.

LASAGNA 6 Nel primo tempo è un po’ bloccato e non servito bene dai compagni. Nella ripresa, riesce a trovare qualche spazio in più e a dare fondo alla sua miglior qualità: la velocità. Un paio di sgroppate che, anche per la bravura della difesa biancoceleste, non hanno successo. Però ci prova e sembra entrare, di partita in partita, nei meccanismi del Verona.

KALINIC 6 (dal 40′ s.t.) E’ un 6 di incoraggiamento, perché merita la sua occasione. Ma il 6 se lo merita anche perché quando si trova il pallone tra i piedi, dimostra di saperci stare eccome in questa squadra e in questa categoria. Se solo il fisico lo sostenesse…

ALL. PARO 6.5 Una partita giocata bene dai suoi, contro una grande squadra. Ma ha dimostrato che non sempre le motivazioni in più prevalgono in maniera schiacciante. Perché il Verona cede solo in extremis, una gara che non avrebbe meritato di perdere, dopo un bel secondo tempo, molto più disinvolto di quello laziale.

IL PAGELLONE DI CAGLIARI-VERONA

SILVESTRI 7 E’ tornato a fare il Silvestri. Determinante nel primo tempo nell’unico timido tentativo del Cagliari con Joao Pedro. Decisivo anche nella ripresa quando ipnotizza Cerri, a due passi dalla linea di porta. Sicuro anche sulle palle alte e in uscita palla a terra. Tutto quello che arriva nell’area piccola è affar suo. Quando non può arrivarci lui (su Simeone) a graziarlo c’è il palo.

CECCHERINI 7 Partita eccezionale del difensore livornese, concentrato sin dai primi minuti di gara. E’ attentissimo dietro, bravo a giocare tanto sull’anticipo, ma anche nell’impostazione della manovra. Se la sente e quindi si spinge anche in avanti, alla ricerca di gloria. Un suo sinistro mette in ansia la difesa sarda. Quando sta bene fisicamente, è un brutto cliente per gli avversari.

LOVATO 7 In autostima dopo la parentesi con la Nazionale Under 21, Matteo gioca con grande confidenza e padronanza dei propri mezzi. Sempre a testa alta, è bravo a dirigere i compagni di reparto, tenendo la linea sempre ordinata. Bello il duello con Cerri, che fisicamente è un armadio a tre ante, nemmeno due. Lo vince senza grandi pensieri.

MAGNANI 6 (da 77′) Nel quarto d’ora finale, in area del Verona piovono pallone che manco le frecce dei persiani contro i trecento spartani guidati da Leonida. Lui non si spaventa e la porta a casa.

DIMARCO 6.5 Nei tre della difesa, rispetta le consegne di Juric in maniera molto diligente. Nel primo tempo, quando si accorge che riesce a contenere agevolmente gli attaccanti cagliaritani, si prende la libertà di attaccare, ritrovando i bei fraseggi con Lazovic e, soprattutto, Zaccagni. Tanti gli inserimenti non sfruttati al meglio dai compagni.

FARAONI 6.5 Un paio di palloni buttati nella spazzatura in maniera scriteriata. Pensi: “non è la sua giornata”. E invece riordina le idee e comincia a fare ciò che gli riesce meglio. Giocate semplici e grandissima corsa. Generoso come sempre, ha polmoni inesauribili. Nei minuti finali è bravissimo a prendersi un paio di falli che fanno respirare la squadra.

TAMEZE 5.5 Sarà il primo caldo, sarà che ha tirato la carretta fino ad oggi, “sarà perché ti amo”, fatto sta che è apparso un po’ imbambolato, non particolarmente brillante. Solitamente bravissimo a fare filtro in mezzo al campo, a Cagliari ha fatto cilecca. Da una sua disattenzione è nata una grande occasione per Joao Pedro, neutralizzata da Silvestri.

STURARO 6 (dal 54′) Ha un compito: distruggere il gioco del Cagliari. Ci mette tanto fisico, a volte ai limiti dell’agonismo. E infatti si becca il giallo. Ma il suo lo fa.

VELOSO 6.5 Una bellissima punizione nel primo tempo, parata in volo plastico da Cragno che strizza l’occhio ai fotografi a bordo campo. Poi una marea di palloni, alcuni non gestiti al meglio, ma in generale fatti correre sul velluto. Non cristallino, come imporrebbe la sua qualità, ma bravo a sacrificarsi per dare una mano ai compagni.

LAZOVIC 6 Senza infamia, senza lode. Ci prova, ma spesso non gli va bene. Prova a buttarsi dentro ma le migliori giocate le ha lasciate nello spogliatoio. Però da un una mano a Zaccagni, portandogli via l’uomo. Una stagione difficile per Darko, ma con la salvezza acquisita, potrà ora giocare con più serenità.

BARAK 6.5 Diciamocelo francamente, non la sua miglior partita. E le scuse sono tutte dalla sua parte perché arrivava a Cagliari dopo il tour de forçe con la nazionale Ceca. Un po’ assonnato e spesso in ritardo, si scuote dal torpore al momento giusto, quando ha metri liberi per calciare e battere Cragno. E sono sette i gol stagionali per Antonin, grande sorpresa di questo bellissimo Verona.

BESSA 6 (dal 68′) Bravo ad alleggerire nella metà campo del Cagliari. Solite giocate di qualità, belle per gli occhi ma, soprattutto, funzionali per il gioco del Verona.

ZACCAGNI 10 Probabilmente il suo sarebbe un bel 7, perché è tornato brillante dopo qualche prestazione non all’altezza delle sue qualità. Il Verona fa male soprattutto dalla sua parte. Ma questo è un voto ovviamente di protesta perché viene massacrato dall’inizio fino al 77′, quando si accomoda in panchina, sostituito da Juric. E’ ora che gli arbitri mettano fine a questo massacro. E’ una caccia all’uomo della quale siamo stufi. Spetterebbe poi al capitano, in campo, chiedere più rispetto per il fantasista gialloblù. E non si tratta di protestare (cosa che non mi piace) ma di far valere normali diritti.

SALCEDO 5.5 (dal 77′) Entra davvero bene, con tanta voglia di dire finalmente la sua in questa stagione. Gli riesce fino a quando ha sui piedi un’occasione ciclopica. Solo davanti a Cragno, a porta spalancata, partorisce un tiretto che il portiere sardo devia il tanto che basta per mandarlo sul palo, per poi riabbracciare il pallone. Peccato.

LASAGNA 6.5 Il gol che ci mette tranquilli vale inevitabilmente un voto in più. Perché fin lì la tanta disponibilità non si era mai concretizzata sotto porta. Poi, io non me la sento di criticarlo oltre il dovuto, perché leggo e sento in giro tante, troppe pretese. Mi piacerebbe che facesse la preparazione estiva nelle mani di Juric. Allora potremmo forse parlare d’altro. Ad oggi, ha ancora tantissimo da lavorare.

ALL. JURIC 10 Il Verona è salvo, per il secondo anno di fila, con largo anticipo, senza il favore dei pronostici. Perché arrivare in alto può essere facile, ma confermarsi è un’altra storia. Il merito di questa nuova impresa è prevalentemente suo, grande motivatore, ma soprattutto allenatore con idee splendide. Resta con noi, Ivan, abbiamo bisogno che questa tua creatura cresca ancora e, forse, si ponga nuovi obiettivi. Che, chissà, potrebbero arrivare già in questa stagione. Crediamoci.

IL PAGELLONE DI VERONA-ATALANTA

SILVESTRI 5.5 Due belle parate, una ravvicinata su colpo di testa di Romero, l’altra su una gran mina di Zapata. Però si addormenta sul secondo gol dell’Atalanta. Ecco, secondo me lì avrebbe dovuto accorciare, doveva essere bravo a chiudere lo specchio e aiutare Lovato. Un paio di uscite poi, diciamo così, non perfettamente calibrate.

DAWIDOWICZ 5 Lui ce la mette sempre la voglia, e gli va dato merito di questa cosa. Soffre però, soprattutto quando viene preso in velocità, non la sua dote principale. Si prende un cartellino giallo nel primo tempo e questo evidentemente lo condiziona non poco. Vede i sorci verdi anche quando entra in campo Muriel.

LOVATO 5.5 Finché il duello con Zapata è tutto fisico, lui c’è, tiene testa al colombiano ed è bravo a non dargli l’appoggio. I problemi arrivano quando l’attaccante dell’Atalanta riesce a prendere un metro, in quel caso diventa devastante e il gol ne è stato chiaro esempio. E’ un buon giocatore, ma ha tanto, tantissimo da lavorare.

CECCHERINI 5 Dalla sua parte c’è Malinovskiy, che è un tornado. Fa fatica a stargli dietro e quando ci riesce, prendendosi anche un fallo a favore, reagisce con un calcetto che gli costa il cartellino giallo. Per evitare di rimanere in dieci (ammonito anche Dawidowicz), Paro lo lascia negli spogliatoi dopo l’intervallo.

UDOGIE 5.5 (dal 1′ s.t.) Fa il compitino, nulla di più. Più passaggi verso Silvestri che a cercare gli attaccanti.

FARAONI 5.5 Impreciso, anche quando ha un’occasione importante per provare ad impensierire la difesa atalantina. Anche lui pare un po’ annebbiato, soprattutto fisicamente. E si sa, quando la testa non gira, lo stesso avviene anche per le gambe.

TAMEZE 5 A lui non spetta altro che seguire a uomo l’ex tanto rimpianto Pessina. Gli riesce a intermittenza, perché in un paio di occasioni il fantasista nerazzurro trova le intuizioni che tanto abbiamo amato lo scorso campionato. Per il resto, anche lui è travolto dal dominio fisico dell’Atalanta e non ha strumenti per reggere l’onda d’urto.

VELOSO 5 Surclassato dal centrocampo dell’Atalanta, non riesce mai a far partire l’azione gialloblù. Sbaglia tutto quello che si può sbagliare, anche le cose più semplici. Gli manca il ritmo, per merito anche del pressing asfissiante dei nerazzurri, che sono indemoniati. Non so se sia una questione fisica. Sicuramente dalla sosta potrebbe trarre qualche beneficio.

STURARO 5 (dal 1′ s.t.) La dove non riesce Veloso, anche lui fallisce. Mettendolo in campo si sperava in un po’ più di nerbo del centrocampo del Verona. Ma il campo ha detto altro.

DIMARCO 5 Non spinge, ed è la sua miglior qualità. E anche quando c’è da serrare le fila va in apnea. Ingenuo in occasione dell’azione che porta al rigore per l’Atalanta. Guarda solo l’uomo e non la palla, che puntualmente gli finisce sul braccio, troppo largo. Da lì in avanti non si riprende più, Paro, quindi, lo lascia negli spogliatoi.

LAZOVIC 5.5 (dal 1′ s.t.) Doveva ravvivare l’attacco gialloblù. Ci è riuscito per qualche minuto, ma la missione era più che impossibile di fronte a quest’Atalanta.

BARAK 5 Antonin, dove sei? Che fine ha fatto quel giocatore devastante, fisicamente e tatticamente, visto fino ad un paio di settimane fa? Mi sembra che non abbia le gambe giuste, è imballato. Ci prova anche ad abbassarsi alla ricerca della giocata giusta, ma non trova mai la sua collocazione. Mancano tantissimo anche i suoi gol.

ILIC s.v. (dal 34′ s.t.)

ZACCAGNI 5.5 In novanta e passa minuti sono un paio le, più che fiammate, fiammelle del Verona e di mezzo c’è sempre lui. Poco, però, per lasciare il segno. Lasciatemi però dire una cosa: è ora che gli arbitri comincino, non dico a proteggere Mattia, ma quanto meno a tutelarlo, perché è ormai una consuetudine che gli avversari lo prendano a scarpate fin dai primi secondi. Basta, non è possibile una caccia all’uomo di questo tipo.

LASAGNA 4.5 Partiamo dalla fine. Esce toccandosi l’inguine e l’augurio è che non sia nulla di che. Detto questo, nell’ora che rimane in campo non riesce mai a incidere. Di palloni gliene arrivano gran pochi, ma quelli che gli capitano a tiro li spreca goffamente. Ancora lontana l’intesa con i compagni. Troppe volte, infatti, i passaggi a lui indirizzati andavano da una parte e l’attaccante dall’altra. C’è tanto da lavorare.

FAVILLI 5 (dal 16′ s.t.) Prova a usare il fisico, ma non va troppo lontano.

ALL. PARO 5 Troppo forte l’Atalanta o troppo scarico il Verona? La verità sta forse nella prima ipotesi, ma in tre delle ultime due partite (Milan e Atalanta) l’Hellas sembra aver smarrito qualcosa. Perché se è giusto riconoscere la superiorità dell’avversario, è altrettanto vero che nel girone d’andata, i ragazzi di Juric hanno fatto bene soprattutto contro i colossi del campionato. Ecco, basta che non sia un calo di motivazione (e infatti io non ci credo). Più verosimile che sia necessario ricaricare le batterie e in questo senso la sosta arriva con tempismo perfetto. Si riprenderà a Cagliari, in quello che rimane uno scontro salvezza.

IL PAGELLONE DI SASSUOLO-VERONA

SILVESTRI 6.5 Incolpevole sui gol, è autore di due belle parate, una per tempo. Reattivo sul colpo di testa da due passi di Ferrari. Gattone quando Berardi sembra azzeccare la punizione giusta. E’ bravo a distendersi e a mettere in angolo. Se ne prende tre in maniera del tutto inspiegabile.

MAGNANI 5 Non tranquillissimo. E questo gli avversari lo sentono e tendono a puntarlo. Fatica in più di un’occasione a contenere Caputo e quando l’attaccante sembra ormai lanciato a rete, lo stende e si prende il cartellino giallo. Juric lo toglie per evitare di rimanere in dieci nel momento in cui il Verona dà fondo a tutte le energie per riacciuffare il risultato.

BESSA 6.5 (dal 67′) Vivace e sempre bravo a trovare la giocata più utile e meno spettacolare. Prezioso quando il Verona confeziona la bellissima azione che porta al pareggio di Dimarco. Ecco, io qualche minuto in più tenderei a darglielo.

GUNTER 5 Non perfetto in occasione del primo gol del Sassuolo. Idem quando i padroni di casa trovano il raddoppio, proprio quando il Verona sembrava pronto a colpire per fare male. Il suo rilancio è pasticciato. Due errori decisamente evitabili che certificano un momento non esaltante per il centrale gialloblù.

DAWIDOWICZ 6 (dal 55′) Meglio di chi era partito dal primo minuto. Il solito lottatore quando c’è da scontrarsi fisicamente con gli avversari. Dà tutto quello che ha in corpo. Evita un gol fatto. Ma dal calcio d’angolo successivo, il Sassuolo trova l’insperato gol della vittoria.

CECCHERINI 6 Un primo tempo particolarmente intraprendente, attento dietro e propenso anche all’azione offensiva. C’è Berardi dalla sua parte, sempre capace di inventare. Ma cerca di lasciargli soprattutto le palle più sporche. Nella ripresa è sempre il Verona a fare la partita e lui si limita a rispettare le consegne.

FARAONI 6 Quarantacinque minuti a due facce per Davide. Si divora un gol clamoroso, solo davanti a Consigli. Invece di tirare, si impappina. Poi, però, si riscatta con l’assist decisivo per il gol di Lazovic. Evidentemente in condizione non ottimale, dopo l’intervallo rimane negli spogliatoi. Poco male, almeno rifiata un pochino.

DIMARCO 6.5 (dal 46′) Quarto gol stagionale per Federico, che entra subito nel pieno del gioco. A sinistra il Verona fa male, e, fatalità, c’è sempre lui. Bellissima la rete dell’illusorio 2-2.

TAMEZE 5.5 E’ poco reattivo in occasione del gol del vantaggio di Locatelli. Sta a guardare il centrocampista del Sassuolo invece di andare a fargli ombra. Un po’ compassato, fa fatica a trovare corsa e ritmo. Prova il colpo grosso con un tiro dal limite dell’area di rigore che non esce di molto. Esce dopo dieci minuti dall’inizio della ripresa.

STURARO 6 (dal 55′) Mette il fisico e per lunghi tratti, quando entra in campo lui, il Sassuolo non riesce a ripartire. Sta crescendo.

VELOSO 5.5 Seconda di fila non all’altezza delle sue tantissime qualità. Poche giocate illuminanti, quasi mai bravo a trovare il ribaltamento di campo. Il Verona fa affidamento sui suoi calci piazzati e oggi manco quelli gli riescono. Il centrocampo neroverde gli fa male e lui ha poche armi per soccombere definitivamente.

LAZOVIC 6.5 Oltre il gol c’è di più. C’è un giocatore che si sembra finalmente ritrovato, e questa è una grandissima notizia per mister Juric. Come dicevo, oltre alla rete dell’1-1, suo è l’assist per Dimarco che la pareggia ancora una volta. Ha di nuovo la gamba dei tempi migliori. Va da sé che questo aiuti anche l’auto stima, fondamentale per questo ragazzo che quest’anno di sfiga ne ha avuta tanta.

BARAK 5.5 Pronti e via, dà l’impressione di essere in giornata. Bello il colpo di testa a due passi da Consigli, ma il portiere del Sassuolo ha i riflessi per mettere in angolo. Piano piano perde energia e quando lui non è travolgente è come Sansone con i capelli a spazzola. Forse ha bisogno di rifiatare un po’ per ritrovare fiato e gambe.

ZACCAGNI 6 Non ha fatto male, ma nemmeno faville. Qualche fiammata delle sue, un paio davvero interessanti. Su tutte il bel cross per Barak che di testa poteva anche fare meglio. Ma Zac è un giocatore fenomenale ed è lecito aspettare sempre qualcosa di più da lui. Faccio lo stesso discorso fatto per Barak: magari deve riposare una partita, anche perché Bessa dà l’impressione di sostituirlo degnamente.

SALCEDO s.v. (dall’83’)

LASAGNA 5 Dopo il gol di Benevento ci aspettavamo che potesse finalmente sbocciare. Non è ancora arrivato il suo momento, evidentemente. La voglia di dimostrare gli è controproducente, perché le idee che ha sono tante, ma non ha chiaro come realizzarle. Arruffone, ha un’occasione importantissima nel primo tempo e, inspiegabilmente si decentra il tanto che basta per perdere il tempo giusto per calciare. Dubbio un contatto con Chiriches, ma l’arbitro non vede.

ALL. JURIC 5.5 Tre gol subiti, soprattutto questo tipo di gol, devono far riflettere il mister. Per la seconda di fila Magnani e Gunter non sembrano in giornata, mentre meglio ha fatto Dawidowicz entrando in corsa. Forse anche Barak e Zac dovrebbero rifiatare. Però la squadra c’è, su questo non ci sia il minimo dubbio, perché oggi il Verona non meritava assolutamente di perderla. Quindi, evitiamo di parlare di motivazioni esaurite, non ci sto.

IL PAGELLONE DI VERONA-MILAN

SILVESTRI 5.5 Krunic si inventa una magia, ma a me non è sembrato particolarmente reattivo, se non altro perché la palla finisce proprio dalla sua parte. Ma forse è giusto riconoscere il maggior merito del giocatore rossonero. In generale così così, anche quando è stato chiamato ad accorciare per spazzare l’area di rigore.

MAGNANI 5 E’ suo l’errore, macroscopico, che “costringe” Orsato a fischiare fallo su Krunic. Da lì nasce la bellissima punizione calciata proprio dal bosniaco, che lascia Silvestri senza parole. Aveva però iniziato la partita col piede giusto, ma col passare dei minuti è parso inspiegabilmente svagato e incerto anche nelle cose più semplici da fare.

GUNTER 6- Dei tre dietro mi è sembrato quello meno incerto, anche se ci mette del suo in occasione del raddoppio del Milan. In concorso con Ceccherini si perde clamorosamente Dalot che poi lascia partire un bel missile verso Silvestri. Qualche sbavatura che Juric sembra non apprezzare, al punto da richiamarlo in panchina subito dopo lo 0-2.

DIMARCO 6 (dal 12′ s.t.) Anche dai suoi piedi il Verona ha cercato di scrollarsi di dosso tutte le incertezze viste nel primo tempo. L’intesa con Salcedo ha funzionato bene e da lì i gialloblù hanno tentato quello che oggi, probabilmente, non sarebbe accaduto nemmeno giocando cinque ore.

CECCHERINI 5.5 C’è anche una sua incertezza nel raddoppio di Dalot. Non assorbe il bel movimento dell’esterno rossonero, perde l’equilibrio e va per le terre. Non sicuro come in altre circostanze. Sfortunato sotto porta, tenta il colpo grosso un paio di volte, ma gli va male per un amen.

FARAONI 5.5 Imbeccato durante la conferenza stampa della vigilia, Juric lo ha elogiato in lungo e in largo. Deve essergli partita l’ansia da prestazione perché è parso meno convincente del solito. Tanti errori banali, non da lui. Incerto in entrambe le fasi. Nel secondo tempo va a fare il terzo dietro e mantiene la posizione. In una delle poche puntate in avanti, va vicino al gol della speranza, ma è Krunic a negargli la gioia del secondo gol consecutivo, dopo quello di Benevento.

TAMEZE 6+ In un centrocampo uscito letteralmente a pezzi, lui è l’unico che finisce la partita in piedi, è l’ultimo ad arrendersi. Prova costruire laddove non riesce Veloso, e prova a cercare spazi offensivi per sopperire le mancanze di Barak. E’ la residua nota positiva di una giornata storta, per la quale bisogna rendere merito all’avversario.

VELOSO 5 La sua classe soccombe di fronte allo strapotere fisico di Kessie, bravo a fagocitare la principale fonte di gioco del Verona. Non trova il tempo di giocata, i passaggi sono sempre scolastici e mancano terribilmente i suoi lanci da trenta metri, che ribaltano l’azione. Fisicamente un passo indietro rispetto a quanto fatto vedere a Benevento.

ILIC 5.5 (dal 12′ s.t.) Un po’ meglio rispetto al veterano Veloso, ma anche lui ha fatto una gran fatica davanti al centrocampo milanista meravigliosamente condotto da Kessie. Dinamico, ma non abbastanza per creare il break necessario al cambio di passo della manovra gialloblù.

LAZOVIC 6 Se a Benevento aveva impressionato per forza e qualità, facendo intravvedere le stesse meraviglie della scorsa stagione, contro il Milan è stato meno splendente. Ciò non toglie che sia stato uno di quelli da salvare, sempre dentro l’azione quando il Verona ha provato a raccapezzarci qualcosa davanti. E’ mancato il guizzo decisivo.

BARAK 5 Si abbassa più del solito alla ricerca del pallone e il risultato è che anche lui rimane intrappolato nelle spire di Kessie, che disintegra il centrocampo del Verona. Poco ispirato quando c’è da dare peso alla fase offensiva, probabilmente è stanco e così, prima di richiamarlo in panchina, Juric gli concede solo qualche briciola di secondo tempo.

BESSA 6 (dal 7′ s.t.) Ha avuto più minuti a disposizione rispetto al solito. In proporzione, quindi, mi sarei aspettato qualcosa di meglio, qualche lampo degno della sua classe. Ha comunque provato a mettere ordine nella metà campo rossonera trovando un paio di imbucate nell’area di rigore avversaria.

ZACCAGNI 5 Per lui vale lo stesso discorso di Barak. E’ stanco, e si vede. Se ci aggiungete un Calabria in stato di grazia, i giochi sono fatti. L’esterno milanista gli si incolla come un’ombra aggiuntiva e, di fatto, lo eclissa dal campo. Non uno spunto degno di nota. Ci sta che anche lui rifiati un po’.

SALCEDO 6 (dal 7′ s.t.) Più tarantolato di Lasagna, ha provato a creare un po’ di scompiglio, lottando su ogni pallone e andando anche alla conclusione. Era finito un po’ fuori dall’orizzonte di Juric. Ma oggi ha urlato a pieni polmoni: “Ci sono anch’io”.

LASAGNA 5 Per carità, non è che i compagni gli rendano la vita facile, ma lui fa poco per trovarsi un posto al sole. I difensori del Milan lo spengono sulla sua dote principale, la velocità. Annullata quella, non riesce mai a trovare posizione e, in un eccesso di generosità, spesso di abbassa troppo alla ricerca del pallone. Che trova raramente.

FAVILLI s.v. (dal 29′ s.t.)

ALL. JURIC 5 Donnarumma ha finito la partita senza praticamente sporcarsi la maglia. Il Verona è mancato dannatamente dall’ombelico in su. Va da di pari passo una difesa che ha subito l’onda d’urto milanista. Pioli l’ha preparata benissimo, non dando punti di riferimento, come aveva annunciato. E il mister, questa volta si è dovuto inchinare. Lo ha detto alla vigilia, non bisogna abbassare la guardia, altrimenti si perde di competitività. I suoi ragazzi lo sanno, ma oggi, un po’, lo hanno scordato.

IL PAGELLONE DI BENEVENTO-VERONA

SILVESTRI 6.5 Una parata una, su Insigne, l’unico che è riuscito a rendersi appena appena pericoloso. Il resto è accademia per il portierone gialloblù, schermato a dovere da una difesa perfetta.

MAGNANI 7 Bravo a tenere alta la difesa andando a prendere alto l’Insigne o il Sau di turno. Molto aggressivo e al tempo stesso sempre presente a sé stesso, che è la cosa sulla quale insiste maggiormente mister Juric. Come sempre monolitico quando spiovono palloni nell’area di rigore gialloblù. Ritrovato dopo qualche passaggio a vuoto.

DAWIDOWICZ s.v. (dall’83’)

GUNTER 7 Pronti e via, toglie il pallone dai piedi di Lapadula, che si addormenta davanti a Silvestri e sciupa un’occasione clamorosa. Di lì in poi, giganteggia e ai campani non lascia nemmeno le briciole. Vero è che gli attaccanti di Inzaghi fanno pochino, ma quel pochino lo amministra con la sigaretta in bocca. Rischia anche di segnare il gol dello 0-4.

CECCHERINI 6.5 Rientrava dopo uno stop per un tendine che non voleva saperne di dargli tregua. Non è costretto a forzare più di tanto e questo lo aiuta a gestirsi fisiccamente. Sul centro sinistra è quello che si adatta maggiormente, senza soffrire la mancanza del mancino naturale. Esce coi crampi.

LOVATO s.v. (dal 79′)

FARAONI 7 Merita la Nazionale. Ci sono pochi giocatori che hanno la sua intelligenza tattica e la capacità di fare tutta la fascia con estrema naturalezza. Non perde mai la lucidità, si spinge più di una volta alla ricerca di sogni di gloria. Viene ripagato col secondo stagionale, ancora più importante, quello che sblocca una gara dominata clamorosamente dall’Hellas.

TAMEZE 7 Il turno di riposo gli ha fatto bene. E gli è bastato per ricaricare batterie e polmoni. Avere di fianco Veloso lo aiuta svariare su tutto il fronte del centrocampo, con puntate in attacco. Eccezionale anche quando va a dare una mano alla difesa, creando un filtro contro il quale il Benevento va sistematicamente a schiantarsi. Anche lui esce coi crampi.

STURARO 6 (dal 64′) Nelle praterie lasciate dal Benevento anche lui prova a insinuarsi e in un paio di occasioni gli riesce pure bene.

VELOSO 7.5 Colpisce soprattutto una cosa: la condizione fisica. L’impressione è che sia stato bravo a portarsi a questo livello (aiutato anche da Juric) un po’ alla volta, senza voler forzare. Veloce di testa come pochi altri in questa categoria, non spreca nulla e ogni pallone accarezzato è un potenziale occasione pericolosa. Se lui gira, questo Verona è una meraviglia per gli occhi.

LAZOVIC 7.5 Già contro la Juve aveva dato importanti segnali di ripresa. Confermati clamorosamente al Vigorito. Suo l’assist per il gol di Faraoni. Suoi i tantissimi cross che piombano nell’area giallorossa, che solo per delle inezie non diventano gol. Se finalmente è tornato sui suoi livelli, da qui alla fine ci sarà da divertirsi. Juric si sta sfregando le mani.

BARAK 7 Il primo tempo è un inno al calcio moderno. Gioca dappertutto, talvolta abbassandosi sulla linea dei centrocampisti per scrollarsi di dosso la marcatura avversaria. Impossibile togliergli il pallone dai piedi, con Faraoni l’alchimia è pazzesca. Nei secondi 45 minuti, con la partita in ghiaccio, mette il pilota automatico e si gestisce. Perché, è bene ricordarlo, domenica al Bentegodi arriva il Milan. Al quale, peraltro, all’andata ha già segnato.

ZACCAGNI 7 A proposito di Nazionale, idem con patate per quanto detto già su Faraoni. Mancini, secondo me, ha bisogno di un giocatore come lui, vista la penuria di esterni veramente capaci di saltare l’uomo come sui sa fare. Ispiratissimo, torna a formare con Lazovic la coppia delle meraviglie che la scorsa stagione ha fatto diventare matti i difensori di mezza serie A.

BESSA s.v. (dal 79′)

LASAGNA 7 Finalmente Kevin si sblocca e lo fa con un gol bellissimo. Ma oltre a questo, altre occasioni importanti e tanta voglia di spaccare il mondo. Sono convinto che sia lui l’uomo giusto per l’attacco gialloblù, perché oltre a interpretare sempre meglio il calcio di Juric, la sensazione è che col mister si sia già creato qualcosa di speciale. La sua stella polare può ancora essere la Nazionale. E chissà che non ci si possa trovare con Faraoni e Zaccagni.

FAVILLI s.v. (dall’83’)

ALL. JURIC 8 Poteva finire 8-0. Un risultato mai in discussione, fin dai primi minuti durante i quali il Benevento provava a spezzettarla. I suoi ragazzi non sono caduti nel tranello e attraverso il gioco hanno costruito una vittoria pesantissima. Che sa tanto di salvezza, anche se il mister ancora non ne vuole sentir parlare, perché manca la matematica. E invece, guardiamo oltre, perché sono convinto che basterebbe davvero poco per andare a prenderci un posto al sole. Grazie Mister.