IL PAGELLONE DI VERONA-LAZIO

RADUNOVIC 5 Gioca la prima da titolare e se ne torna a casa con cinque gol sul groppone. Sbaglia sopratutto in occasione del rigore che porterà al quinto gol della Lazio. Esce sbagliando totalmente il tempo e travolge Immobile. Fallo che non si discute. Peccato, davvero, perché nel primo tempo si era comportato discretamente.

RRAHMANI 6 La Lazio ne fa cinque e mi sto ancora domandando come abbia fatto. Sembra una barzelletta ma il kosovaro, in particolar modo nel primo tempo, ci mette del suo nel limitare gli attaccanti, senza grande fatica, tra l’altro. E’ sfortunato in occasione del gol di Correa: frana a terra, incespicando su un ciuffo d’erba e spalanca la strada alla vittoria biancoceleste.

GUNTER 6.5 Per lui vale lo stesso discorso fatto per Rrahmani. Un primo tempo autorevole, senza sbavature. Partita giocata bene, questa volta senza alcuna leggerezza. Anche nell’azione che porta al rigore per la Lazio controlla bene Immobile, che viene però steso da Lazovic. Io sono convinto che debba essere un elemento sul quale puntare ancora nel Verona che verrà.

VELOSO 6 Costretto a fare l’alchimista, Juric lo mette a fare il terzo di difesa, sul centro sinistra. Un’idea non scellerata, visto che ha piedi buoni per far partire l’azione da dietro. Tra l’altro, non rinuncia a cercare fortuna in avanti: bello il suo destro che Strakosha mette in angolo non senza difficoltà. Insomma, può essere una soluzione per il tecnico di Spalato. Purché sia davvero in emergenza, però.

FELIPE (dal 41′ s.t.) s.v.

FARAONI 6.5 Polmoni a mantice per il romano. Tanti bei cross che però non riescono mai a trovare qualcuno in area di rigore, perché il Verona, di fatto, gioca senza una vera prima punta. Quando gli riesce diventa attaccante aggiunto, senza la stessa fortuna avuta in altre occasioni in questa stagione. Esce stremato a dieci minuti dalla fine.

DIMARCO (dal 34′ s.t.) s.v.

AMRABAT 6.5 E’ ovunque, come sempre: difesa, centrocampo, attacco. Quello che colpisce è la lucidità con la quale gestisce le sue forze nel corso della partita. Meno esplosivo rispetto al solito, rimane però pilastro fondamentale della squadra. Non voglio dire insostituibile, perché bisogna pensare subito a come rimpiazzarlo, in vista della prossima stagione. Segna il suo primo gol stagionale, su rigore. Bellissima la felicità negli occhi di Juric dopo la rete.

PESSINA 6.5 Sarà che sono condizionato, perché secondo me questo ragazzo è un piccolo fenomeno, ma anche oggi gioca una partita di livello. A me rimangono negli occhi un lancio da trenta metri senza nemmeno guardare e il bellissimo assist per Lazovic che poi colpisce il palo. E’ prezioso, come sempre nel tenere uniti centrocampo e attacco. Si muove tra le linee con grandi qualità e sapienza calcistica.

LAZOVIC 6 Meriterebbe forse mezzo voto in più, perché gioca bene, ed è anche sfortunato quando al quinto del secondo tempo prende un palo, a Strakosha praticamente battuto. Però è ingenuo nell’azione che porta al primo rigore per la Lazio. Entra troppo scomposto e a quel punto non riesce ad evitare Immobile, che appena arriva un soffio di venta stramazza a terra.

EYSSERIC 6 Una cosa si può dire di questo ragazzo, non ha paura di niente. Si butta su ogni pallone, affronta tutti i contrasti senza tirare mai indietro la gamba. Ecco, non è una punta, questo mi pare evidente e qualcosa di meglio per quello che riguarda la qualità deve farlo. E’ anche vero che non è facile fare una partita quasi intera dopo mesi e mesi.

STEPINSKI (dal 41′ s.t.) s.v.

ZACCAGNI 6.5 Inizia la partita con un tacco “no look” che manda Lazovic sul fondo a crossare. Una serie innumerevole di giocate belle e utili. E’ bravo a mandare in confusione Luis Felipe, più di una volta, soprattutto quando il difensore della Lazio pensa bene di stenderlo in area di rigore durante un’azione praticamente morta. Conferma il grande scatto mentale, che lo ha fatto diventare uno dei leader di questa squadra.

SALCEDO (dal 22′ s.t.) 5 Di testa, si mangia un gol fatto a mezzo metro da Strakosha. Lì bisogna fare solo una cosa: segnare.

BORINI 6 Una fiammata nel secondo tempo quando chiama Strakosha ad una bella parata sulla sua bomba di destro. In generale cerca di fare ciò che può, senza dimenticare una condizione fisica non eccellente. La testa, probabilmente, è anche al futuro. Nei prossimi giorni capiremo se dopo la conferma di Juric arriverà anche la sua. Non sarebbe male.

DI CARMINE (dal 22′ s.t.) s.v.

ALL. JURIC 6 Il risultato più bugiardo di questa stagione stratosferica. E’ davvero difficile trovare una spiegazione a questa sconfitta se non nella maggior qualità della Lazio che ha avuto cinque occasioni e ha fatto cinque gol. Lui è costretto a fare le nozze coi fichi secchi. Ma più di tanto non è che possa inventarsi. A questo punto della stagione, con tanti infortunati in infermeria, ha tutte le attenuanti del caso.

IL PAGELLONE DI TORINO-VERONA

SILVESTRI 6 Un primo tempo nel quale rischia clamorosamente di addormentarsi. Zaza e Belotti sembrano spaesati come due cinesi per la prima volta a Roma. Nella ripresa le cose cambiano un pochino e il Toro cerca di scuotersi. Sul gol di Zaza, onestamente, non può fare nulla.

RRAHMANI 7 Fa sparire Belotti per lunghi tratti della partita. Non c’è contrasto che perda, palla a terra o aereo. Domina la sua zona di campo con grande facilità e aiuta le ripartenze del Verona. Prezioso, come sempre, anche il suo contributo in fase offensiva ma, purtroppo per lui, il primo gol stagionale proprio non ne vuole sapere di arrivare.

GUNTER 5.5 Succede un po’ quello che è successo sabato scorso contro l’Atalanta. In quell’occasione aveva rovinato tutto con una papera clamorosa, tentando di far ripartire l’azione del Verona. Contro il Toro tiene a bada Zaza e Belotti per tutto il primo tempo, ma nella ripresa, alla prima vera occasione dei granata, latita e perde Zaza, che pareggia. Un’unica disattenzione che macchia una prestazione, fin lì, impeccabile.

EMPEREUR 6.5 Il post lockdown ha trasformato il brasiliano, spesso elogiato da mister Juric ed evidentemente condizionato in positivo dalla stima del tecnico. Anche contro il Toro non un errore e un duello tutto sommato vinto con Zaza, che pur segna. Sarà anche un gregario, ma un gregario di qualità, sul quale il Verona potrà ancora fare affidamento.

FARAONI 6.5 Produce il solito grande lavoro, attento dietro e propositivo in fase offensiva. Qualche cross pregevole che non sortisce, però, gli effetti desiderati. E’ un ingranaggio perfetto per il gioco di Juric, al quale il Verona non deve rinunciare. E’ uno di quelli da blindare, per mettere a tacere interessi di mercato vari ed eventuali.

PESSINA 6.5 Dove lo metti, sta. Juric lo piazza di fianco a Veloso per tappare il buco lasciato da Amrabat, squalificato. Pensate che per lui possa aver fatto differenza cambiare ruolo? Ovviamente no. Solite qualità e intelligenza tattica, impreziosite dal suo marchio di fabbrica: non sprecare un pallone che sia uno.

VELOSO “Orfano” di Amrabat, con Pessina forma però una coppia centrale di centrocampo di enorme qualità. Per lui vale lo stesso discorso fatto per il talento di proprietà dell’Atalanta: gestisce la manovra gialloblù con la solita visione illuminante. E corre, corre come un matto. Una risposta a chi, in questa fase finale, lo aveva piazzata sul carrello dei bolliti.

LAZOVIC 6+ Qualche azione delle sue, su tutte quella sgroppata sulla sinistra, con assist da manuale per Verre, che si divora un’occasione clamorosa. Certo, non sembra più essere travolgente, ma potrebbe davvero esserlo ancora dopo la stagione che ha fatto? Dopo tutto quello che ha dato a questo Verona? Umano che stia un po’ rifiatando.

DIMARCO (dal 33′ s.t.) s.v.

VERRE 5.5 Ah Valè, quei gol lì bisogna farli, mannaggia. Si divora un rigore in movimento, forse per mancanza di convinzione. Quella convinzione che potrebbe fargli fare il salto di qualità che ancora manca. Perché ha i colpi, ha i numeri per diventare importante per questa squadra. A volte sembra essere indolente, ma voglio credere che sia solo un’impressione.

EYSSERIC (dal 5′ s.t.) 6 Si fa notare per un paio di cross super, formando un bel tandem con Faraoni.

BORINI 7 Il migliore in campo. Quando ha gamba e sta bene fisicamente conferma di poter fare la differenza. I difensori del Toro faticano a stargli dietro. Non ci riescono con le buone, ci pensa Nkoulou con le cattive, rifilandogli una gomitata che gli costa rigore e giallo (ma era da rosso). Va sul dischetto e senza batter ciglio manda pallone da una parte e Sirigu dall’altra.

STEPINSKI (dal 33′ s.t.) s.v.

SALCEDO 6 Sullo slancio dell’ottima prestazione contro l’Atalanta, Juric lo mette dentro dal primo minuto. Tante buone intenzioni che rimangono, però, idee a metà. Dovrebbe essere il terminale d’attacco, ma a lui piace muoversi liberamente. E questo atteggiamento non ha pagato dividendi come avrebbe sperato.

ZACCAGNI (dal 19′ s.t.) 6 Porta un po’ di aria frizzante in attacco.

ALL. JURIC 6.5 I suoi ragazzi trovano motivazioni in una partita che non avrebbe nel rinnovo triennale del tecnico di Spalato. Un primo tempo dominato, con il Torino quasi incapace di superare la linea di centrocampo. Nella ripresa si avvicina al colpo del ko, ma i granata, pur passeggiando, si risollevano e nel primo pallone toccato da Zaza trovano il pareggio. Veloso e compagni provano ancora a vincerla, fino alla fine, rendendo omaggio al dna del loro allenatore.

IL PAGELLONE DI VERONA-ATALANTA

SILVESTRI 7.5 Due super parate nel primo tempo, una su Pasalic, l’altra su Zapata. In particolare quella sul centrocampista croato ha scosso il Verona che da quel punto in avanti è uscito dal guscio, mettendo in difficoltà l’Atalanta. Fenomenale nel secondo tempo quando nel giro di cinque secondi salva prima su Gomez poi su Zapata. Dopo qualche prestazione così così, si è ritrovato splendidamente.

RRAHMANI 6.5 In palla, cerca più del solito gloria in attacco. Questo, però, non gli fa perdere lucidità quando si tratta di difendere, anche perché di fronte si trova il Papu Gomez. Determinante nel gol del pareggio dell’Hellas. Tira una cannonata che Gollini non riesce a trattenere e lì, quatto quatto, chi c’è? Pessina…

GUNTER 5 Butta via un primo tempo praticamente perfetto con una papera clamorosa, impossibile da spiegare. Inciampa sul pallone e di tacco serve un assist al bacio a Zapata che non se lo fa dire due volte e la mette dentro. Tutte le altre valutazioni, ahimè, si annullano. Fortunatamente la sua topica non incide sul risultato.

LOVATO (dal 36′ s.t.) 6 Che personalità il ragazzo. Entra in un momento caldo e non si fa prendere dall’emozione per il suo debutto in serie A.

EMPEREUR 6.5 Attento fino all’ultimo secondo, dell’ultimo tempo. Preziosa una sua chiusura a due dalla fine, con Muriel in agguato a due passi da Silvestri. Bada al sodo, senza tanti fronzoli. Fa quello che deve e gli riesce bene. Malinovskyi ci prova soprattutto da fuori, e non gli va bene. Nell’uno contro uno va sistematicamente a sbattere contro il brasiliano.

FARAONI 6.5 Si ritrova sul testone una gran bella opportunità per pareggiare, ma invece che il palo lontano mira quello più facile da coprire per Gollini. Forse poteva fare meglio. Detto questo, gioca una buonissima partita, tornando ai livelli pre covid. Tanta corsa e tanta qualità. E’ uno di quelli che bisogna assolutamente blindare, tra i migliori esterni di tutto il campionato.

AMRABAT 7 Qualcuno lo ha bocciato dopo la sconfitta di Roma, colpevole di aver dato il “la” al secondo gol dei giallorossi. Una tesi che io non ho condiviso. E per tagliare la testa al toro, contro l’Atalanta, il centrocampista dai mille polmoni è tornato ad essere il migliore in campo oltre ogni ragionevole dubbio. Decine e decine di palloni recuperati, chilometri macinati nonostante gli oltre trenta gradi. Inesauribile.

VELOSO 6.5 Sembra aver perso il tocco magico sui calci piazzati. Quello che non perde, però, è la qualità con la quale gestisce la metà campo. Dai suoi piedi passano tutte le azioni del Verona. Dispensa palloni col contagiri e dimostra anche di stare bene fisicamente, nonostante il grande caldo e le 34 primavere.

LAZOVIC 5.5 Non al 100% della condizione fisica, non riesce ad accendersi come solo lui sa fare. Non prova nemmeno le sue tipiche giocate, capaci di creare in attacco la tanto bramata superiorità numerica. Pensa più che altro a rispettare le consegue difensive, finché Paro lo richiama in panchina, che raggiunge zoppicante

DIMARCO (dal 27′ s.t.) s.v.

PESSINA 7 Sette come i suoi gol stagionali, che altro non fanno che aumentare il valore di questo ragazzo, nuovo trend topic del calciomercato. Su di lui Roma e Milan. Gioca, come sempre, una partita di grande intelligenza tecnica e tattica, con un paio di perle sublimi. E se poi continui a segnare, non puoi decisamente chiedere di più.

ZACCAGNI 6+ Meno dirompente rispetto alle ultime partite, in particolare la trasferta di Roma. Ciò nonostante, conferma di stare bene, sia fisicamente, sia mentalmente. Un paio di inserimenti interessanti e giocate nello stretto utili alla manovra della squadra in fase offensivo. Paro decide di farlo rifiatare non facendolo tornare in campo dopo l’intervallo.

BORINI (dal 1′ s.t.) 6 Si mette in mostra un paio di volte e in generale aiuta la squadra a spostare il baricentro del suo gioco verso la porta di Gollini.

SALCEDO 7 Sciupa una grandissima opportunità, nel primo tempo, quando si trova tutto solo in area di rigore dell’Atalanta, libero di colpire di testa. La mira, però, è un’altra roba. Non si perde d’animo e nella ripresa diventa il giocatore più pericoloso dei gialloblù. Due occasionissime nel giro di tre minuti spaventano l’Atalanta, che non riesce a contenerlo. Si muove su tutto il fronte d’attacco con gran leggerezza. Paro, per me inspiegabilmente, lo toglie nel suo momento migliore. E lui non sembra gradire.

DI CARMINE (dal 27′ s.t.) s.v.

ALL. PARO 7 Il suo Verona riesce a fermare la squadra più in forma di tutto il campionato. Dopo la ripresa l’Atalanta le ha vinte tutte, tra quelle contro Juventus e, appunto, Verona. Chiaramente la mano è quella di Juric, ma, come detto già in occasione dell’altra sua presenza come “primo”, porta le sue idee. Gestisce bene i cambi. Forse l’unico che mi ha convinto poco è stato quello di Salcedo, ma alla fine ha avuto ragione lui. Bravo.

IL PAGELLONE DI ROMA-VERONA

SILVESTRI 6 Non colpevole sui gol della Roma, qualche incertezza su cose meno determinanti. Diciamo che non brilla della stessa luce che ha emanato per lunga parte del campionato. Ma per tutto quello che ha fatto quest’anno, si conferma uno dei migliori portieri della categoria.

KUMBULLA s.v. La coscia destra lo tradisce. Speriamo che non finisca qui la sua stagione, anche se il timore c’è.

DIMARCO (dal 18′ p.t.) 6+ Il suo ingresso in campo scombina le carte e manda in confusione la Roma. Lui entra bene, con tanta voglia e la giusta lucidità. Qualche bell’inserimento, mentre qualcosa di meglio, secondo me, deve fare in materia di cross.

GUNTER 6.5 Mezzo voto in meno perché, ahimè, si perde Dzeko (con la complicità di Empereur) in occasione del raddoppio della Roma. Peccato, perché gioca con grandissima sicurezza e pulizia in ogni suo intervento. Tantissimi gli anticipi decisivi, dentro e fuori dall’area di rigore. Con Kumbulla fuori dai giochi per un problema muscolare, non soffre il ruolo di leader della difesa.

EMPEREUR 6+ Anche per lui mezzo voto in meno, per le stesse motivazioni di Gunter. Ma la sua prova conferma una grande crescita tecnica e motivazionale. Sente la fiducia del mister e la ripaga ogni volta che viene messo in campo. Ingiustamente punito da Maresca che vede un rigore dove invece c’è un anticipo clamoroso sull’avversario.

FARAONI 6.5 Dopo l’uscita di Kumbulla, va a fare il quarto di difesa, con licenza di contenere più che spingere. Eppure non riesce a contenersi, perché sta bene e le gambe hanno ripreso a girare come prima dello stop per covid. Solito stantuffo al quale Juric non potrebbe mai rinunciare. Anche perché con Adjapong fuori per stiramento di alternative non ce ne sono.

AMRABAT 7 Forse la miglior partita di coppia insieme a Veloso, quest’anno. Dove non arriva lui, arriva il suo compagno di reparto, e viceversa. Una gara in crescendo, col pallone che tra i suoi piedi è più al sicuro che nel caveau di Sotheby’s. Ha la forza per distruggere il gioco della Roma e costruire quello del Verona, dimostrando una nuova dote di suggeritore per gli attaccanti.

BADU (dal 37′ s.t.) s.v.

VELOSO 7+ Dopo un paio di partite in difficoltà, i soliti sapientoni hanno storto il naso per il suo rinnovo di contratto, alla veneranda (?) età di 34 anni. Chissà cosa diranno dopo la sua prestazione all’Olimpico. Il professore è tornato in cattedra, con buona pace dei supplenti. Inventa calcio in lungo e in largo. Da guardare e riguardare un’apertura a 30 metri che fa per Zaccagni nel primo tempo. Poesia.

STEPINSKI (dal 37′ s.t.) s.v.

LAZOVIC 6 Meno ispirato del solito, questa è una delle notizie più clamorose della serata. Per colpa dell’infortunio di Kumbulla, torna al suo ruolo originario, largo a destra, sulla linea del centrocampo. Tenta le sue solite giocate e alcune gli riescono anche, ma in generale fa meno paura rispetto alle ultime da fenomeno. Salva un gol sulla linea, a porta spalancata.

PESSINA 8 Un’altra partita sontuosa per il prodotto del vivaio del Monza. Si muove come un ghepardo tra le linee, creando attacchi di labirintite ai giallorossi. A memoria non ricordo un pallone scialacquato, o comunque giocato senza una logica. Una crescita continua che mi auguro possa proseguire a Verona almeno per un’altra stagione. Ah scusate, quasi dimenticavo, segna un gol da fenomeno vero, di tacco, come in passato ha fatto gente come Bettega, Del Piero, Crespo, Mancini… e Di Carmine.

ZACCAGNI 7.5 Devastante, ha trovato il suo ruolo e, probabilmente, ha anche trovato se stesso quest’anno. Merito di Juric, che ha creduto in lui, ma merito soprattutto suo, che ci ha messo la testa, lavorando sulla continuità. A sinistra salta sistematicamente l’avversario. Travolgente l’azione che lo porta a servire l’assist per il gol capolavoro di Pessina. E’ uno di quelli che non sembra stia giocando ogni tre giorni. Incontenibile.

SALCEDO (dal 18′ s.t.) 6 Parte un po’ “intorpidito”, ma col passare dei minuti si accende e crea scompiglio nella difesa della Roma che sembra stare in piedi con lo sputo. Il campo gli manca da tanto tempo e spezzoni di questo tipo possono aiutarlo a ritrovarsi.

VERRE 6- Nello stadio che lo ha visto giocare proprio con la maglia della Roma, non gli riesce di lasciare il segno come vorrebbe. Gioca da “falso” nove e fatica non poco a trovare la sua posizione. Sbaglia cose tutto sommato semplici e non sempre sembra reattivo sulle seconde palle concesse dalla Roma.

EYSSERIC (dal 18′ s.t.) s.v.

ALL. JURIC 8 Questa squadra non ha più nulla da dire, se guardiamo alla classifica, ma contro la Roma stupisce nuovamente tutti noi, con una delle migliori partite della stagione. Un risultato clamorosamente bugiardo, condizionato da un arbitro evidentemente non all’altezza che tra l’altro, per una parola di troppo di Juric, incazzato per il rigore dato alla Roma, ha fatto l’offeso cacciandolo fuori. Con gli uomini contati, il tecnico croato dà una lezione di calcio a Fonseca. Il Verona “calcio champagne”, la Roma “calcio Tavernello”.

MARESCA 3 Concede un rigore inesistente alla Roma. Non concede un rigore clamoroso al Verona, per un fallo di mano di Dzeko su tiro di Zaccagni. Non va a vedere al Var un altro potenziale rigore per un contrasto da Pau Lopez e Zaccagni. Può bastare?

IL PAGELLONE DI FIORENTINA-VERONA

SILVESTRI 6- Sembra meno sicuro del solito e lo dimostra nel secondo tempo con un’uscita ciccata clamorosamente, penso la prima in assoluto, così palese, in questo campionato. Qualche uscita timida, ma prepotente, come ci ha abituato a vedere. Secondo me incolpevole nell’azione che porta al pareggio della Fiorentina quando l’arbitro era pronto a fischiare la fine.

RRAHMANI 6- Un’eclissi su Ribery che, sovrastato dal kosovaro, sparisce dal campo nel primo tempo e nel secondo manco ci torna. Amir, tra l’altro, gestisce la pratica in scioltezza. Nella ripresa tiene a bada Cutrone senza particolari grattacapi. O quantomeno lo fa fino al 95esimo quando l’attaccante della Fiorentina gli scappa via in maniera quasi inspiegabile e pareggia. Rovinata una prestazione fino a quel momento impeccabile.

GUNTER 6.5 Fa la guardia su Kouame al quale lascia di fatto solo le briciole. Autorevole quanto basta per far capire all’attaccante della Fiorentina l’aria che tira. Prezioso quando deve impostare, lo è altrettanto quando bisogna sparare il pallone in tribuna. Viene quasi da dire che sia un peccato che non ci sia lui su Cutrone in occasione del pareggio.

KUMBULLA 6.5 Dalle sue parti ciondola il giovane Sottil. Al viola non dice per niente bene, perché di sti tempi avere a che fare con Kumbulla non è proprio una passeggiata di salute. Il gioiellino di Juric gioca in “doppiopetto”, quasi senza sporcarsi la maglietta. E’ costretto a lasciare il campo nel secondo tempo per un problema al polso destro.

EMPEREUR (dal 33′ s.t.) s.v.

FARAONI 7 Quarto gol stagionale per quello che è, ricordiamolo agli smemorati, un difensore. E che gol, ragazzi. Una mezza rovesciata “no look” su imbeccata illuminante di Amrabat. Sta crescendo fisicamente e oggi sembra tornato ai livelli pre covid. Di lui si parla sempre troppo poco. Meglio, sarà più facile trattenerlo a Verona. Anche se penso che nel giro di qualche settimana i suoi pretendenti non se ne staranno con le mani in mano.

AMRABAT 7 Nell’immaginario collettivo è quello che “fa legna”. Ma è una mezza verità, perché ha tanta qualità e l’ha dimostrato una volta di più con l’assist millimetrico per Faraoni. E’ stata la prima in quello che la prossima stagione sarà il suo nuovo stadio. Nella mediocrità viola, i dirigenti di Commisso si sono almeno consolati con uno dei migliori acquisti della storia del calcio per rapporto qualità/prezzo.

VELOSO 6.5 Dà continuità alla bella partita contro l’Inter. Dai suoi piedi passa una quantità infinita di pallone, che controlla con grande sapienza, senza mai sprecare. Si lascia andare anche a qualche giocata di qualità sopraffina, il che non guasta mai.

DIMARCO 6+ Un primo tempo che ha fatto vedere una bella intesa con Lazovic, che cresce di partita in partita. Secondo me sta migliorando, comincia a entrare nei meccanismi di Juric. E’ un terzino puro, quindi qualcosina di meglio deve farla quando attacca. Più precisione nei cross, questo gli serve.

ADJAPONG (dal 23′ s.t.) 5.5 Dietro fa fatica, lo sappiamo. Quando si tratta di attaccare, più nelle sue corde, non riesce a innescarsi. Si trova solo davanti a Dragowski e gli calcia addosso.

PESSINA 7 E’ il moderno “tuttocampista”, lo vedi a difendere sul lato destro dello schieramento gialloblù e nel giro di un amen te lo ritrovi ad attaccare sulla trequarti di sinistra. Intelligenza tattica e tecnica sopraffina, a dispetto del fisico regge l’urto di qualche avversario ben più piazzato (Pulgar). Vede tutto prima di tutti. Per me ormai è un mantra: Setti faccia di tutto per tenerlo almeno un altro anno. Sperare nel suo acquisto mi rendo conto che sia al di là dei sogni. O forse no?

ZACCAGNI (dal 12′ s.t.) 6 Dai suoi piedi passano tanti contropiedi che il Verona avrebbe dovuto gestire meglio per mettere in ghiaccio la partita. Lui il suo l’ ha fatto, tra i nuovi entrati. Per altri non si può fare lo stesso discorso.

LAZOVIC 6.5 La presenza in campo di Dimarco lo alleggerisce da tutte le incombenze difensive che fino ad ora si è dovuto sorbire. E così è libero di far male ai difensori della Fiorentina con le sue tradizionali puntate. Eccezionale un’imbeccata, proprio a Dimarco che non riesce a concretizzare. Meno illuminante rispetto a tre giorni fa. E mi pare anche sacrosanto. Infatti Juric decide di farlo rifiatare nel secondo tempo.

VERRE (dal 12′ s.t.) s.v. Un paio di giocate interessanti, ma di colpo si ferma, probabilmente bloccato da un risentimento muscolare.

DI CARMINE 6 Come sempre Juric gli chiede di correre e di fare il primo difensore. Questo gli riesce, perché lui ce la mette sempre tutta. Bene anche qualche sponda che però non trova grandi sbocchi. Non gli arrivano palloni giocabili in maniera decente e di questo, sia chiaro, non gli si può dare alcuna colpa.

STEPINSKI (dal 23′ s.t.) s.v.

ALL. JURIC 6.5 Vederlo a fine partita, da solo, seduto in panchina, intrappolato nei suoi pensieri, quasi con le lacrime agli occhi fa male. E’ una delle immagini più potenti di questo esaltante campionato del Verona e dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, quanto il mister senta suoi questi colori. Aveva confezionato l’ennesimo capolavoro della stagione. Andato in malora per una manciata di secondi.

IL PAGELLONE VERONA-INTER

SILVESTRI 6.5 Un paio di belle parate, su Gagliardini e Candreva. Un’altra emulando il grandissimo Garella: si trova davanti Lautaro Martinez che neutralizza parando coi piedi… ah che ricordi. Non può nulla sulla deviazione di Dimarco che lo manda fuori tempo quel poco che basta per non impedire il vantaggio dell’Inter.

RRAHMANI 6.5 Lucidissimo in occasione del gol del pareggio del Verona. Aspetta che Veloso arrivi a rimorchio, in mezzo all’area di rigore e gli regala un cioccolatino da gustare con tutto il palato. Dietro sbriga la pratica senza particolari pensieri, concedendo poco o nulla a Sanchez. Mantiene la barra dritta fino al 96′.

GUNTER 6 Sembrerebbe una sufficienza striminzita. Ma non è così. E’ un 6 che dimostra quanto poco abbia sofferto in area di rigore, sempre bravo a giocare d’anticipo. Sanchez, Lukaku o Martinez che siano, per lui ci sono poche differenze.

KUMBULLA 6.5 Nel primo tempo Lukaku non vede palla, Marash lo riduce ai minimi termini. Nel secondo tempo il belga si appoggia di più, usa maggiormente il fisico e in occasione del gol del pareggio è fortunato nel trovare la deviazione del gioiellino gialloblù. Ha la personalità per non abbassare mai la testa davanti all’unico vero campione dell’Inter.

EMPEREUR s.v. (dal 38′ s.t.)

FARAONI 6.5 Per lui vale lo stesso discorso che si fa per Pessina. Le gambe girano meno rispetto a quanto vorrebbe la testa. Ma questo non lo condiziona e non lo porta ad arrendersi e ad accontentarsi. Tutt’altro. Non smette di correre fino alla fine e va a pressare alto l’Inter quando pochi altri compagni riescono a farlo. Si trova anche sui piedi un pallone solo apparentemente facile. E infatti lo spedisce alto non di poco.

AMRABAT 8 E’ quasi un difensore aggiunto, molto più arretrato rispetto al solito. Protegge l’area con un paio di chiusure eccezionali, memorabile quando col tacco addomestica il pallone all’altezza del dischetto del rigore. Basta così? Macché. Se hai i polmoni a mantice non puoi limitarti a quello. E quindi lui porta su palloni, corre come un disperato, si prende falli e cancella dal campo Borja Valero. I giocatori di Conte se lo sogneranno per le prossime due settimane.

VELOSO 6.5 Il sinistro che stampa sul palo sembra la DeLorean di Marty McFly, in ritorno al futuro… lascia la scia di fuoco. Un colpo che meritava decisamente una sorte migliore. Fortuna che invece ha accarezzato Handanovic. Si rifà col gol del pareggio, un rigore in movimento che non spreca. Rispetto alla gara di Brescia dimostra di stare molto meglio fisicamente e lo fa proponendo il suo gioco, mai speculativo ma sempre al servizio della squadra. E soprattutto si ritrova al fianco Amrabat, piccolo particolare…

DIMARCO 6.5 La sua miglior partita da quando veste il gialloblù. Attentissimo in fase difensiva, mette spesso la toppa quando l’Inter sembra poter far male. E’ suo il lancio dai venticinque metri che imbecca Lazovic che, veloce come un tuono, mette in ginocchio tutta la difesa nerazzurra. In difficoltà le volte scorse, molto più disinvolto contro la squadra che ne detiene il cartellino. Sfortunato nel gol del 2-1 dell’Inter. Esce per un problema muscolare.

ADJAPONG 6 (dal 20′ s.t.) Un paio di diagonali preziosissime, una soprattutto su Borja Valero, lanciato verso la porta. E’ entrato con lo spirito giusto.

PESSINA 6.5 Si capisce che non sia nelle migliori condizioni, non è al 100%. Nonostante questo è sempre il solito prezioso campioncino e ribadisco che Setti dovrebbe fare di tutto per trattenerlo almeno un altro anno a Verona. Fondamentali la sua qualità e la sua intelligenza calcistica. Vede le cose prima degli altri, e le vede sempre alla grande.

LAZOVIC 7 Un sorso di Škriniar e De Vrij, e in un solo boccone Lazovic si mangia Handanovic e confeziona un gol che è una meraviglia. L’Inter non si è ancora resa conto di dove stia giocando che già si trova sotto. Un tornado, Darko, immarcabile. Škriniar non ha i mezzi per contrastarlo, palesando un divario clamoroso. Inevitabile che cali un po’ nella ripresa, ma il primo tempo è gioia per gli occhi.

VERRE s.v. (dal 38′ s.t.)

STEPINSKI 6- Si dà un gran da fare al cospetto di una difesa non certo veloce, ma forte fisicamente. Manca in un paio di occasioni l’appuntamento col taglio sul primo palo, dote che sembra non essere nel suo arsenale. Se la cava con qualche sponda, qualche spizzata, poco funzionali, però, alle fortune del Verona.

DI CARMINE 6 (dall’8′ s.t.)  Meglio lui rispetto al polacco, più voglioso di dare una mano ai compagni. Con astuzia si prende falli preziosi che danno ossigeno ai gialloblù.

ALL. JURIC 7 Conte lo insulta e gli intima di stare muto. “Sta muto tu, come ti permetti. Questa è casa mia”. Solo per questo meriterebbe un bel 10. Ma al di là delle schermaglie, quello che colpisce è la lezione di calcio che dà nel primo tempo all’allenatore multimilionario. Allarga le mezze punte Lazovic e Pessina, mandando un confusione la retroguardia nerazzurra. Nel secondo tempo i suoi vanno sotto per “sfiga” ma hanno il merito di non mollare mai e di trovare il pareggio con la forza della disperazione. E del coraggio. Perché questa è casa sua, è CASA di Juric.

IL PAGELLONE DI BRESCIA-VERONA

SILVESTRI 6 Una “papera” colossale nei primi minuti di gara quando mette su un piatto d’argento un pallone che Torregrossa pensa bene di stampare sul palo, a porta vuota e spalancata. A memoria, l’unico vero errore del portierone ex Leeds che, fortunatamente, non ha portato con sé conseguenze nefaste. Tiene vivo il Verona nei minuti finali sul tiro di Torregrossa, che devia sulla traversa. Ma non ci sarà più tempo per rimediare ad una sconfitta che brucia.

RRAHMANI 6 Non è più lo straripante colosso visto prima dello stop del campionato, ma per lunghi tratti gestisce senza fatica, anche perché il Verona nel primo tempo gioca costantemente nella metà campo del Brescia. Come sempre prova anche a spingersi in avanti, alla ricerca del gol, ma l’esito è sempre lo stesso: non segna mai.

KUMBULLA 6+ Tre anticipi fulminanti su Torregrossa e Donnarumma nei primi quindici minuti di gara. Si rivede il vero leader della difesa, con la padronanza, l’eleganza e la tranquillità che lo hanno accompagnato per tutta la stagione. Sembra aver messo da parte le incertezze del calcio mercato, per riportare l’attenzione solo ed esclusivamente al Verona. Nel secondo tempo si appiattisce un po’ come tutta la squadra.

EMPEREUR 6+ Il difensore che abbiamo visto lo scorso campionato di B sembrava non poterci proprio stare nella massima categoria. E invece tocca dire che mi ha fatto ricredere. Soprattutto da quando la stagione è ripresa, dopo lo stop per il covid. Capace di un equilibrato mix tra qualità e quantità. Bella una sua incursione in area di rigore che per un nonnulla non diventa occasione ghiotta per il Verona. Bravo Alan.

STEPINSKI (dal 26′ s.t.) s.v.

FARAONI 5.5 E’ diventato un giocatore normale, dopo essere stato uno degli esterni migliori del campionato. Non ha la stessa forza di spingere di qualche mese fa e le gambe, onestamente, sembrano un po’ fiaccate dai chilometri fatti su e giù. Forse anche lui avrebbe bisogno di riposo, ma le alternative, al momento, sembrano latitare.

BADU 5.5 Condivido le intenzioni di Juric di voler dare minuti al ghanese, cercando, piano piano di riconsegnare al calcio un giocatore che tanto bene ha fatto in passato. Rimane, però, lontano parente del centrocampista visto soprattutto negli anni dell’Udinese. Corricchia un po’ a casaccio, prova a impostare, ma non gli riesce, cerca di far salire la squadra, ma porta troppo la palla a velocità ridotta. Ancora non ci siamo.

DIMARCO 5.5  (dal 22′ s.t.) Un cross fatto, un cross sbagliato. Non riesce ancora a inserirsi nel progetto tecnico del Verona. Chissà se mai riuscirà a farlo.

VELOSO 5.5 Il rinnovo del contratto lo mette tranquillo. Forse anche troppo. Un altro che fatica a ritrovarsi, che non riesce a riprendere i giri. Sgambetta con poco ritmo e difficilmente trova la giocata da applausi. Anche sui calci piazzati non è più la “sentenza” di prima e sappiamo tutti che i suoi calci d’angolo e le sue punizioni erano un’arma preziosa per le idee di Juric.

LAZOVIC 6 Un primo tempo ai suoi livelli, con giocate tipiche del suo repertorio. Va sul fondo spesso e volentieri, lasciando Sabelli un paio di metri indietro, ma in mezzo all’area di rigore di maglie gialloblù ne trova davvero poche. Nei secondi quarantacinque minuti si affloscia come tutta la squadra.

BORINI 6 Uno squillo nella mezz’ora in cui è rimasto in campo. Bello il tiro mancino parato con qualche difficoltà da Joronen. Esce al 33′ del primo tempo per un problema muscolare all’adduttore della coscia destra. Peccato.

VERRE 5.5 (dal 33′ p.t.) Ha una grandissima occasione al trentesimo del secondo tempo quando si trova sul sinistro un autentico rigore in movimento. Invece di sfondare la porta partorisce un tiro-assist per Joronen che para tutto sommato senza fatica. Il suo percorso di crescita impone maggiore continuità. Al momento ancora non pervenuta.

ZACCAGNI 6.5 E’ il più in palla dei suoi, ha gamba e fiducia. Conferma tutto quello che di buona ha fatto vedere in questa ripresa della stagione. Bella la conclusione nel primo tempo quando, dopo essersi accentrato, calcia di destro trovando Joronen pronto a mettere in angolo. Probabilmente cotto, esce a venti dalla fine.

LUCAS 6 (dal 22′ s.t.) Entra col piglio giusto, con buona personalità. Ha la palla giusta, sulla mattonella giusta per pareggiare la partita, ma la spara alta. Però un debutto positivo in serie A per questo giovanotto.

DI CARMINE 5.5 Vero è che di palloni giocabili non gliene arrivano praticamente mai. Vero è che nell’unica occasione si inventa un bel tiro da fuori che Joronen mette in angolo. Altrettanto vero è che non basta per lasciare il segno nella partita. Come sempre la buona volontà non gli manca, ma serve altro per lasciare il segno in una gara nella quale doveva incidere maggiormente.

PAZZINI 6 (dal 26′ s.t.) Mette a disposizione della squadra tutte le sue caratteristiche più produttive, le spizzate, qualche sportellata in area di rigore. Insomma, quella esperienza che serve in certi momenti, ma che questa volta non ha dato i frutti sperati.

ALL. JURIC 6 Fa rifiatare Amrabat ed è costretto a rinunciare a Pessina, squalificato. Nel primo tempo perde anche Borini per un problema muscolare. Tre giocatori fondamentali per questo Verona che, nonostante questo, nel primo tempo domina in lungo e in largo, mettendo in un angolo il Brescia. Nella ripresa le cose non vanno altrettanto bene e lui cerca di inventarsi qualcosa con quello che ha a disposizione in panchina, che non sono le stesse riserve che ha, ad esempio, il Sassuolo. Più di così non credo potesse incidere.

IL PAGELLONE DI VERONA-PARMA

SILVESTRI 6 Incolpevole sui gol del Parma, sempre attento, invece, quando chiamato in causa. Bravo nelle uscite e sui palloni sporchi, vaganti. Questo ragazzo ha una padronanza dei propri mezzi che lo ha portato ad essere uno dei migliori portieri del campionato. Poco pubblicizzato, è vero. Meglio così, a conti fatti. Lui deve essere il portiere del Verona del futuro.

RRAHMANI 6 Ho riguardato più e più volte il gol di Kulusevski e dopo un primo rigurgito giustizialista, mi sono sentito di assolverlo. Sulla bilancia pesa di più la grande giocata dello svedese della capacità del kosovaro di contrastarlo. In generale meglio rispetto alle ultime due contro Napoli e Sassuolo. E’ anche sfortunato quando il suo colpo di testa si stampa sulla traversa, dopo la deviazione decisiva di Sepe.

GUNTER 6 Mette l’auto pilot e tanto basta per non farsi mai sorprendere dagli attaccanti del Parma. Gestisce la difesa senza affanni e di fatto annulla il gigante Cornelius che, come si dice in questi casi, non la vede mai. Ha scalato le gerarchie di Juric, che ad inizio campionato forse qualche dubbio lo aveva, nonostante lo conoscesse bene. Fiducia ripagata alla grande.

DAWIDOWICZ 5.5 Non giocava da tempo immemore e si è visto. Sempre incerto, sbaglia cose semplici e va in ansia ogni volta che si trova il pallone tra i piedi. Qualche scivolone da incubo che, fortunatamente, non porta conseguenze irreparabili. Non torna in campo dopo l’intervallo.

EMPEREUR 6 (dal 1′ s.t.) Davanti ha un brutto cliente come Karamoh che, in quanto a velocità, va il doppio rispetto al brasiliano. Tutto sommato, però, riesce a disinnescarlo giocando d’anticipo. Un nuovo tassello nel suo personale percorso di crescita.

FARAONI 6- Un po’ meglio rispetto a Di Marco, ma ancora non ai suoi livelli. Cresce leggermente di intensità nel secondo tempo, segnale che la condizione sia in miglioramento. Si fa però “uccellare” da Gagliolo in occasione del 2-2 del Parma. Detto questo, quella fascia rimane sua, di diritto.

AMRABAT 6.5 “Che te lo dico a fare?” diceva Lefty (Al Pacino) a Donnie Brasco (Johnny Depp) nell’omonimo film di Mike Newell. Un po’ come dire “è scontato, è la normalità”. Perché il centrocampista marocchino ci ha abituato a questo tipo di partite, ad una continuità pazzesca, che pochi giocatori in questa categoria sono riusciti a tenere. E’ la normalità ormai per noi vederlo correre come un ossesso dal primo al centesimo minuti. Che ci siano zero gradi o trenta, col 90% di umidità.

VELOSO 6.5 Che guerriero, Miguel. A 34 anni non molla niente, lascia tutto sul campo. E quando il Parma prova l’ultimo affondo, col Verona ormai sulle ginocchia, è lui a sradicare il pallone dai piedi di Gervinho. Cresce, cresce, alla distanza e nel secondo tempo, quando la qualità aumenta, ci sono le sue giocate in cabina di regia.

DIMARCO 5.5 Giusto provarlo, per capire se possa essere utile in futuro al Verona (è in prestito dall’Inter). Arriva tante volte sul fondo, ma il problema è che sbaglia quasi tutti i cross. Non ne arrivano di giocabili e voglio pensare che dipenda un po’ dalla poca abitudine alla partita. Secondo me la qualità non gli manca. Ha bisogno di un po’ continuità. Ma come si fa a tenere fuori Lazovic per più di una partita? Impossibile.

LAZOVIC 6.5 (dal 1′ s.t.) Con Zaccagni si trova a occhi chiusi e sono infatti loro due a cambiare la partita nel secondo tempo. Non me ne voglia Di Marco, anche perché sono giocatori con caratteristiche diverse, ma è imprescindibile per il Verona di Juric. Uno di quelli che deve formare la base per il futuro.

VERRE 6.5 Bravissimo in occasione del gol vittoria di Pessina. E’ lui, infatti a crederci, e a servire con un tocco non così scontato il numero 32 che chiude la partita. Ha quel modo di muoversi e correre ciondolante che a volte può trarre in inganno. Ma che quest’anno ha prodotto più effetti positivi che altro.

BADU (dal 39′ s.t.) s.v.

BORINI 5.5 Rientrava dopo un acciacco che sembrava poterlo tenere fuori dal campo più a lungo. La condizione non è eccellente ed effettivamente non gli riescono quasi mai le giocate che per lui sono ormai automatiche. Cerca qualche strappo ma le gambe non lo assistono. Tra l’altro quelli del Parma menano come fabbri e lui è uno dei più bersagliati.

PESSINA 7 (dal 19′ s.t.) Lo so che sono ripetitivo, ma non mi stancherò mai di dire che questo ragazzo farà grandi cose. Difficilmente (impossibile?) con la maglia del Verona. Segna un gol bellissimo e in generale pennella il campo con giocate di grande classe. Anche le piccole cose gli riescono con eleganza da campioncino. Quinta rete stagionale. E poi c’è chi dice che non vale dai 20 ai 25 milioni di euro.

DI CARMINE 6.5 Pronti e via, dopo dodici minuti ha una grande occasione, solo solo davanti a Sepe e pensa bene inventarsi un pallonetto che esce di una decina di metri. Ma Samuel non è uno che si fa abbattere, soprattutto in questo momento della stagione. E così, testa bassa, continua a macinare chilometri, finché, poco prima che Valeri mandi tutti negli spogliatoi per l’intervallo, costringe Bruno Alves al fallo e si procura un rigore che trasforma perfettamente.

ZACCAGNI 7 (dal 1′ s.t.) Incredibile quanto la fiducia incida sui calciatori, ma, in generale, sugli esseri umani. E’ in grande crescita e le parole di Juric, alla vigilia della sfida col Parma, non hanno fatto altro che motivarlo ancora di più. Segna il bellissimo gol del 2-1, un colpo che è nel suo arsenale e che deve osare più spesso.

ALL. PARO 7 Si accomoda in panchina da “primo” per la squalifica di mister Juric. L’emozione ce l’ha stampata in faccia, ma legge con grande lucidità la partita. Azzecca i cambi e rischia buttandone dentro tre nuovi già dal primo del secondo tempo. Ovvio, il suo “superiore” lo avrà indottrinato bene, ma in questa gara, sono sicuro, c’è tanto anche di Paro, le cui intuizioni vengono sempre valorizzate da Juric.

IL PAGELLONE DI SASSUOLO-VERONA

SILVESTRI 8 Sui gol del Sassuolo non può assolutamente nulla. Ma è fenomenale in quattro occasioni clamorose per i padroni di casa. Una volta su Muldur, due su Berardi e un’altra ancora su Obiang. E’ merito suo se il Verona rimane in vantaggio fino al 96′. Poi Rogerio pensa bene di inventarsi un capolavoro che toglie la classica ragnatela dal sette.

RRAHMANI 6- Un pochino meglio rispetto alla gara contro il Napoli, ma ancora lontano parente del colosso che ha dominato la stagione fino alla lunga pausa. Un po’ morbido quando si tratta di difendere, forse anche in occasione del secondo gol di Boga qualcosa in più poteva farla. Ma io lo dico comodamente seduto su una poltrona. In campo le cose vanno in maniera diversa.

GUNTER 6 E’ l’unico a salvarsi dietro. Rientra al centro della difesa e le cose non sembrano essere cambiate rispetto al periodo “pre covid”. Determinante in un paio di interventi che avrebbero potuto prendere una brutta piega. Il Sassuolo crea tante occasioni, molte delle quali, gol compresi, da fuori area. Questo anche per merito suo.

KUMBULLA 5.5 Il ragazzo non pare tranquillo. Chissà, forse per le tante voci di mercato che lo stanno assillando. Sbaglia cose che non ha ciccato dall’inizio del campionato, anche abbastanza banali. Si prende il giallo, era diffidato e quindi salterà la partita col Parma. Dopo l’intervallo Juric lo lascia negli spogliatoi. Giustamente, aggiungerei

EMPEREUR (dal 1′ s.t.) 6 Quello che è chiamato a fare, lo fa bene. Un paio di belle chiusure e qualche fallo intelligente preso su pressione del Sassuolo. Una conferma dopo Cagliari e Napoli.

ADJAPONG 5 Se Faraoni le ha giocate praticamente tutte, ci sarà anche un motivo. Fa fatica, e non poco, soprattutto quando si tratta di difendere. Se nel primo tempo prova a barcamenarsi, nella ripresa si trova davanti Boga che di gol ne mette dentro due. Peccato, perché ha una bella corsa, ma, a giochi fatti, del tutto inutile.

AMRABAT 6.5 Nel primo tempo quelli del Sassuolo non riescono a contenerlo, né con le buone, né con le cattive. E’ un portento, tutto corsa e forza fisica. Nei primi 45 minuti spicca sui compagni. Nella seconda frazione, quando le cose si mettono meglio per i ragazzi di Juric, lui perde un po’ di intensità e forse (incredibile) accusa un po’ di stanchezza. Rimane, comunque, fondamentale per questa squadra.

VELOSO 5.5 In difficoltà col Napoli, ancora non brillante contro il Sassuolo. Certo, non è più un giovanotto ed è indubbio che paghi più di altri il grande caldo. E’ anche vero, però, che anche nei calci piazzati non pare più lui. Il mestiere, va detto, non gli manca e quindi si rende conto che la cosa migliore per portare a casa la pagnotta sia la semplicità. Per le sue qualità, però, significa vivacchiare.

BADU (dal 22′ s.t.) 5.5 Rogerio trova un euro gol, però lui non fa nulla per impedirglielo. Un po’ mollo, e se sei mollo, Malesani docet, non vai da nessuna parte.

LAZOVIC 7+ Segna un gol meraviglioso, simile a quello fatto a Parma, tanti mesi fa. Di una bellezza estatica l’assist per il raddoppio di Stepinski, che tanto ha ricordato la “trivela” di Quaresma. E’ uno dei giocatori meno chiacchierati del Verona in chiave mercato. E speriamo che tale rimanga. Nonostante sia, probabilmente, la miglior ala pura di tutto il campionato.

PESSINA 7 Ahhhhh, come gioca Pessina. Che fenomeno, ragazzi. Tanta qualità, tanta intelligenza calcistica, pensa le giocate un secondo prima degli avversari. E’ freddo in occasione del terzo gol dell’Hellas, ma con quel sinistro può fare quello che vuole. A fine luglio tornerà all’Atalanta, proprietaria del cartellino. Il suo prezzo di mercato non è più basso di 25/27 milioni di euro. O qualcuno porta quella cifra, o i bergamaschi se lo tengono, per la gioia di Gasperini, e i rimpianti del Verona.

ZACCAGNI 6.5 Una partita di grande maturità per Zac, che questa stagione ha dimostrato di essere cresciuto tantissimo. Una volta andava a fiammate, oggi dimostra una continuità che lo sta facendo diventare grande. Corre tantissimo e tatticamente si conferma preziosissimo per mister Juric. Esce stremato.

VERRE (dal 45′ s.t.)  s.v.

STEPINSKI 6 Diciamocelo francamente: gioca un primo tempo da 5 e i primi quindici minuti del secondo tempo da 7 (per il gol). La media è la sufficienza. Si fa trovare al posto giusto, nel momento giusto. Segna il gol più facile della storia, cosa che, però, non era riuscita a Verre contro il Napoli. Un’occasione, un gol. Fine.

PAZZINI (dal 15′ s.t.) 6 C’è tantissimo Pazzini nel gol di Pessina, che regala il 3-1 al Verona. C’è tanto perché va a disturbare i due difensori centrali, che si incasinano tra di loro e spianano la strada alla stoccata del mancino.

ALL. JURIC 6.5 “Se facciamo punti col Sassuolo, siamo salvi”. Questo aveva detto alla vigilia della gara di Reggio Emilia. E ci è riuscito di fatto mister Juric a salvare questo Verona, che alla vigilia della stagione tutti davano per spacciato. Un’armata Brancaleone additata dalla stampa come vittima sacrificale. Ci ha fatto innamorare di nuovo di questo sport, di questi colori che ci sono ancora di più entrati nell’anima. Lui deve essere il Verona del futuro. Senza se e senza ma. Perderlo sarebbe una sconfitta, che forse annullerebbe anche questa bellissima cavalcata. Perché azzererebbe, ancora una volta, ogni prospettiva.

IL PAGELLONE DI VERONA-NAPOLI

SILVESTRI 6 E’ forse il meno colpevole sul gol del Napoli, anche se non si dimostra particolarmente reattivo. Meglio aveva fatto intorno al 17esimo su una bella botta di Zielinski, cui ha strozzato in gola la gioia del possibile vantaggio. Bene ha fatto anche dopo, nel secondo tempo, su Politano. Un po’ acciaccato non ha corso altri rischi clamorosi, ma ormai la frittata era fatta.

RRAHMANI 5 Non voglio pensare che si sia fatto condizionare dall’avversario, che da fine luglio sarà proprietario del suo cartellino. Fatto sta che è forse stata la sua peggior partita con la maglia del Verona. E’ il principale colpevole del gol di Milik e in generale è poco preciso quando bisogna ripartire. Tanti i palloni persi malamente, altrettanti i passaggi, anche facili, sbagliati senza appello.

KUMBULLA 5.5 Se Rrahmani è il primo anello della catena a spezzarsi sul gol di Milik, lui è il secondo. Fa lo stesso errore del compagno di reparto, mezzo passetto per poi fermarsi inspiegabilmente. Non dimostra la stessa padronanza vista alla ripresa contro il Cagliari e anche lui inciampa su tanti palloni, buttati via a casaccio.

EMPEREUR 6 E’ il più diligente della retroguardia gialloblù. Gioca facile, senza voler strafare e ha ragione lui. Politano, che non è certo il primo pirla che passa di lì, si vede gran poco e il merito è anche del brasiliano che non gli permette di mettersi in mostra. Una conferma dopo il Cagliari.

FARAONI 5.5 Contro il Cagliari aveva fatto meglio in fase difensiva, dimostrandosi determinante in tante situazione limite. Oggi ha fatto fatica anche dietro e non è mai riuscito a trovare la spinta giusta in spinta. E’ anche vero che davanti aveva Insigne, non il Pupazzo Gnappo. Trova il gol che rimette le cose in equilibrio, ma Pasqua annulla dopo aver consultato il Var. Il gol dello 0-2 sembrerebbe sul suo groppone. Ma in realtà su quel groppone ci va Lozano, che si appoggia irregolarmente e batte Silvestri. Era da annullare, signor Pasqua.

AMRABAT 6.5 L’unico a salvarsi. Seppur non con la stessa veemenza vista contro il Cagliari, è il solito trascinatore, a tutto campo. Galoppa come Spirit nella prateria, cercando di scuotere i compagni, che sembrano, però, come intorpiditi, o semplicemente stanchi. Juric lo toglie, evento più unico che raro, per farlo finalmente rifiatare, in vista della trasferta di Reggio Emilia, contro il Sassuolo.

STEPINSKI (dal 34′ s.t.) s.v.

VELOSO 5.5 Nel primo tempo un solo vero squillo, la mina che scalda le mani di Ospina, che mette in angolo. Per il resto poca roba, dovuta ad una condizione fisica non ancora ottimale. Nei secondi 45 minuti un pochino meglio, ma il vero architetto del centrocampo è altra roba. Bisogna che si ritrovi al più presto perché questo Verona non può prescindere dal suo talento.

LAZOVIC 6+ Dimostra sempre di poter far male. E’ bravo ad andare spesso sul fondo, ma questa volta gli manca lo spunto finale. Primo tempo bene, secondo tempo rincula un po’ più del dovuto, ma ciò non toglie che riesca a rendersi utile anche come quinto difensore. Dote che sarà sempre tra le favorite di mister Juric.

DI MARCO (dal 34′ s.t.) s.v.

VERRE 5 Detto che non sappiamo se sia stato Juric a chiedergli di pensare più a distruggere il gioco del Napoli che a costruire quello del Verona, il suo apporto alla causa è decisamente deludente. Gioca da “10”, dietro le due punte, ma quello che gli manca è proprio la capacità di inventare calcio in fase offensiva. Ciondola di qua e di la, senza entrare mai realmente in partita. Clamoroso il gol che si divora solo davanti alla porta, a un centimetro dalla linea. Più difficile sbagliarlo che segnarlo.

PESSINA (dal 31′ s.t.) s.v.

ZACCAGNI 5.5 Qualcosina meglio rispetto a Verre, un po’ più intraprendente. Ma non abbastanza per lasciare il segno. E’ bravissimo nell’azione che porterebbe al gol del pareggio di Faraoni, ma Pasqua annulla, inopinatamente. Tanto bene aveva fatto entrando in corsa contro il Cagliari, tanto impalpabile è stato contro questo Napoli di certo non scintillante.

SALCEDO (dal 25′ s.t) 5.5 Da uno come lui ci si aspetta la vivacità che può far tremare le gambe dei partenopei. E invece entra un po’ mollo. Un po’ troppo.

DI CARMINE 6+ Considerando che viene lasciato in balia della difesa del Napoli, c’è solo da dirgli “bravo”. Si batte come un leone, rincorre ogni pallone, come se fosse l’ultimo della sua carriera. Si crea una bella occasione, ma Ospina lo stoppa, non senza qualche problema. E’ in grande fiducia e si vede. Però, ripeto, se sei così solo davanti, fai davvero fatica a lasciare il segno come vorresti.

PAZZINI (dal 25′ s.t.) 5.5 Non è certo uno che può portare brio, ma qualcosa in più negli ultimi sedici metri, sì. E stavolta non gli riesce.

JURIC 5.5 Siccome in Italia siamo tutti allenatori, non me ne vorrà Juric se dico che io avrei rischiato qualcosa in più. Sotto di un gol, non avrei tolto Di Carmine (che si è incazzato uscendo), l’unico in avanti a mettersi in mostra. Lo avrei lasciato insieme a Pazzini e Salcedo. Poi magari non sarebbe cambiato nulla eh. Però sei quasi salvo, davanti hai un Napoli non strepitoso, hai l’obbligo di spingerti oltre. Forse aver quasi raggiunto l’obiettivo, in questo caso, può aver tolto inconsciamente un po’ di fame. Si filosofeggia, per carità, non dimentichiamo la diversa portata delle due formazioni. Ora testa solo al Sassuolo.

PASQUA 3 Sbaglia tutto quello che può sbagliare. Assegna al Napoli un calcio d’angolo inesistente, dal quale arriva il gol di Milik. Annulla il gol di Faraoni per un fallo di mano di Zaccagni, dopo essere stato richiamato dal Var. Nello sport che tutti noi amiamo, questo non è mai fallo, mai. Il Var rappresenta una realtà distorta in questo episodio. Ultima cosa, non vede il fallo evidente di Lozano su Faraoni, in occasione del raddoppio partenopeo. Direi che può bastare per parlare di un flop clamoroso, sotto gli occhi di Rizzoli, designatore arbitrale.