Le vittorie sono sempre belle, a tutti i livelli. A maggior ragione quando si conquista un trofeo, dopo una battaglia prolungata nel supplementare, in un finale al cardiopalmo, zeppo di colpi di scena. Un magnifico regalo di compleanno per il presidente Pedrollo.
Così il quarto trofeo è entrato nella bacheca della Scaligera Basket, onusta di glorie ancorché un po’ impolverate.
Il paragone con lo storico trionfo al “Madison” di piazza Azzarita a Bologna nel 1991 non regge: di fronte c’era Milano guidata da Mike D’Antoni e quella resterà un’impresa insuperabile, prima e unica squadra di A2 a vincere la Coppa Italia quando la serie A era ancora doppia. E regge ancora meno il paragone con l’esaltante trionfo al Pionir di Belgrado, nel 1998, quando la Mash conquistò la Coppa Korac nella tana della Stella Rossa.
Il grande Osvaldo Bagnoli con la sua filosofia spicciola dice che è meglio avere bei ricordi che non averne, e con questa vittoria la Verona dei canestri finalmente comincia a vivere un po’ meno di ricordi.
A Rimini forse si apre un nuovo ciclo per riportare il grande basket gialloblù dove da tanto, troppo tempo merita di stare.
ASPETTANDO I PLAYOFF, INTANTO LA FIP…
Chi ha visto Tezenis e Brescia ha assistito ad una bella partita con una grande cornice di pubblico tra due squadre competitive, che hanno dimostrato di meritare i vertici della classifica. Verona adesso è 2-0 negli scontri diretti, anche se le vittorie che contano saranno quelle nei playoff.
Peccato che uno spettacolo così entusiasmante sia il prodotto di un campionato che ha visto due squadre ritirarsi a metà stagione ed un altro paio con l’acqua costantemente alla gola. Alla faccia della regolarità e degli sforzi profusi da società serie come Scaligera e Leonessa.
E il giorno dopo il Consiglio federale della Fip, riunito per l’occasione a Milano, ha deliberato che “dalla stagione 2015-16 la serie A2 sarà un campionato unico con due gironi paritari per l’accesso ai playoff e ai playout”.
Su proposta della Lega Nazionale Pallacanestro, il Consiglio federale “ha approvato che a garanzia della regolarità di svolgimento del Campionato saranno reintrodotti i controlli economici finanziari a cura della Commissione Tecnica di Controllo (ComTeC)”.
Magari farli prima i controlli, o no? Così non posso esprimere compiutamente il mio pensiero perché, sebbene si tratti di un’opinione manifestata nell’espletamento della mia professione, essendo tesserato rischierei comunque una squalifica. Mi permetto semplicemente di far notare come la Federbasket da troppo tempo brilli in rimescolamenti dei campionati: formule e criteri, perfino il nome, che cambiano da un anno all’altro, per non parlare di quello che succede nelle “minors”.
Un po’ più di rispetto sarebbe opportuno e apprezzato, da tutti: società, tesserati, tifosi, famiglie. E anche dagli sponsor.
CAMPANELLO D’ALLARME (E RIBREZZO LOTITO)
Sono stato molto tentato di dedicare un post a Lotito e ai deliri che sono seguiti a sua difesa. Un “dirigente” così mi fa ribrezzo ed in un paese normale sarebbe già stato cacciato a calci nel culo. Nello sport, come ci insegnano paesi come il Regno Unito, dove la cultura sportiva è piuttosto diversa, il campo è sovrano e regala magnifiche imprese.
Allora teniamoci stretto lo scudetto dell’Hellas e la Coppa Italia della Glaxo (unica squadra di A2 a vincerla) e mandiamo tranquillamente a quel paese il presidente della Lazio (che ha spalmato in 23 anni 140 milioni di debiti) e tutti quelli che lo proteggono o non fanno niente per prendere posizione.
Detto questo, veniamo al basket e solo al basket, come dice bene la Contessa Speaker. E la sconfitta di Casale accende un piccolo campanello d’allarme in casa Tezenis.
La partitissima contro Brescia di venerdì (peccato, colpa di Sky e della concomitanza con Verona-Roma) potrà darci una nuova dimostrazione della capacità di reazione dei giganti di Ramagli, ma un paio di infortuni nello stesso reparto hanno messo a nudo le scarse alternative che offre la panchina nei momenti di emergenza. Sono i pro e i contro delle rotazioni ridotte: quando si riducono ancora di più diventa un problema. Eppure fino all’intervallo Boscagin e compagni hanno giocato in scioltezza, poi è finita la benzina ed anche Casale ha messo il suo. Del resto pure Brescia ci aveva lasciato le penne, crollando nella ripresa.
E in attesa del big-game gettiamo un occhio anche sul mercato. Conoscendo Pedrollo, qualche pressione potrebbe arrivare dalle parti di via Cristofoli.
SE A MANTOVA GIOCHIAMO IN CASA
I 500 tifosi e più che hanno seguito la Tezenis a Mantova sono la certificazione che la Tezenis DEVE salire in serie A. La trasferta al PalaBam come quella a Brescia sono state l’occasione per dimostrare la forza della tifoseria della Verona dei canestri.
A margine è arrivato lo sfogo del presidente di Mantova, Negri, che tra qualche (garbato) francesismo ha sparato a zero contro Jefferson, l’agente ed il pubblico. Lo spunto deve sicuramente essergli arrivato dai tifosi gialloblù, e pensare che qualcuno sostiene che al Palaolimpia c’è chi se ne sta troppo comodo… Quanto a Jefferson, due giorni dopo ha rescisso per andare a firmare con Varese. Dejà vu. Il presidente Negri ha tutta la mia solidarietà.
Nota finale, aspettando il big game con Brescia di venerdì 20 (per colpa della concomitanza con Verona-Roma alla domenica). L’accordo tanto decantato dalla Fip sulla “basket tivù” propone due partite della Gold su Sky Sport, però solo per gli abbonati. Era così difficile strappare la messa in onda in chiaro? Quale promozione si può fare del primo autentico campionato italiano se poi le visione è riservata ad un pubblico di nicchia, pagante? C’è qualcosa che non torna se la produzione è affidata a Supertennis, che trasmette in chiaro…
IL CIRCO E LE ARANCE TAROCCHE
Credo di essere in nutrita compagnia tra i baskettari che hanno considerato l’All Star Game una festa dei canestri, ma niente di più. Anzi, forse una sagra, una fiera da circo, con tutto il rispetto per i protagonisti della nobile arte circense. “The game” non è quello visto nella pur bella cornice del Palaolimpia.
C’è chi ritiene l’edizione dell’anno scorso ad Ancona (76-59 per l’Italia) la peggiore di sempre, così dopo cinque sfide consecutive con la Nazionale (tutte vinte dagli azzurri), la Lega Basket ha pensato di tornare al format americano.
Ma anche la Nba è un’altra cosa. Così è sortita una pagliacciata senza nemmeno il minimo sindacale della difesa, che ha annoiato gli spettatori davanti alla tivù e non oso pensare a quelli che hanno pagato il biglietto. Quante risorse sprecate! E’ promozione del basket mostrare schiacciate e tiri da tre a nastro senza mai nessuna difesa? E chi ha inventato la formula della gara delle schiacciate in coppia? Le uniche emozioni sono state con la scena dell’assist dalla bicicletta, la vittoria della gara del tiro da 3 di Andy Rautins (figlio di Leo, visto con la sfortunata Citrosil che inaugurò il Palaolimpia) ed i siparietti di un altro ex gialloblù, Shane Lawal, e del solito “Poz”, che ha dato una botta di emozione al pubblico.
Del resto, se hanno chiamato lui, che non è certo al top tra gli allenatori che siedono su una panchina di serie A, un motivo ci sarà…però tra rinunce scontate (Milano giocava il giorno prima in Eurolega) e forfait dell’ultima ora, il prodotto confezionato non è stato facile da digerire per gli appassionati.
Come la sconfitta subita all’indomani dalla Tezenis a Barcellona. Per una settimana abbiamo assistito al giochetto “ritiro-non ritiro” del club siciliano, che poi ha trovato uno sponsor. Ma come, non c’era già la Sigma? Come fanno i budget nell’isola? Si ingaggiano giocatori e si punta in alto senza avere la copertura finanziaria? Ovviamente la mia domanda è retorica ed ha già una risposta. Come l’epilogo tipicamente siculo: l’arrivo dello sponsor, la “Canditfrucht” salita lo scorso aprile alla ribalta delle cronache giudiziarie per l’arresto del presidente della società nell’ambito dell’operazione “Last Orange” dei Carabinieri per un presunto traffico illecito di rifiuti che avrebbe generato in ingiusto profitto per due milioni di euro: in totale otto misure cautelari ed il sequestro preventivo della Canditfrucht, revocato il 21 dicembre. E dopo tre settimane, voilà, la sponsorizzazione per promuovere il nuovo prodotto “Orange Moon: da Last a Moon il passo è breve…intanto hanno battezzato lo sponsor battendo Verona.
ANNO NUOVO, VITA VECCHIA
La partita più bella (finora) del campionato nel giorno del record stagionale di pubblico al Palaolimpia. Il 2015 non poteva cominciare nel migliore dei modi. Cuore e testa, motivazioni e talento. Un gruppo vincente per continuare a vincere. Non c’è altro da dire, lo show-time vale più di tante parole. Avanti così.
IL RISPETTO NON HA PREZZO
A Natale tutti, solitamente, sono più buoni. In questi giorni di feste, auguri e brindisi il mio pensiero va al presidente Pedrollo, colpito dalla perdita del papà Zimerio: aveva 102 anni e tutto cominciò da lui e dalla sua piccola officina.
Un altro pensiero va ai tifosi di Verona e al rispetto che hanno manifestato ai “burdel” di Forlì. Rispetto verso i ragazzi e solidarietà alla tifoseria forlivese. Sono qualità che non hanno prezzo, ma il mitomane di Romagna non fa una piega, anzi, con il rinvio della partita con Veroli è riuscito a prolungare l’agonia del suo club. Del resto cosa si può pretendere da uno che è andato perfino a prendersi una pizza per mangiarsela sottraendola dal pacco della cena per gli Under 19 che avevano giocato a Verona?
Purtroppo non ci sono problemi solo in Romagna, Veroli traballa, Napoli pure, e fa tenerezza vedere che nella riunione prenatalizia il Consiglio federale abbia “affrontato il problema dei controlli da poter effettuare in un campionato non professionistico per garantirne il regolare svolgimento, esprimendo grande preoccupazione per la situazione della Fulgor Libertas Forlì”. Mettere regole più severe prima, no eh?
Ecco perché merita grande rispetto anche una proprietà seria come quella della Scaligera. Buone Feste a tutti.
ZUCCA BARUCCA E IL CARNEVALE IN ANTICIPO
La Tezenis fa il suo dovere vincendo a Codogno senza complicarsi troppo la vita. Questo campionato “Gold” sembra destinato a riservare ancora molte sorprese, come dimostra il faticosissimo successo di Brescia su Agrigento dopo un supplementare.
Non è invece una sorpresa l’epilogo della farsa di Forlì. I romagnoli sono scesi in campo con i giovani, perdendo in casa 34-119 contro Trieste. Siamo ormai ai titoli di coda e nei prossimi giorni dovrebbe calare definitivamente il sipario su una squadra che non doveva essere messa nelle condizioni di giocare, falsando il campionato (fortunatamente prima della fine dell’andata) e facendo fare un’altra figura barbina al movimento di vertice del basket.
Un Carnevale anticipato, ma c’è poco da ridere, tra contratti su carta straccia, fantomatiche azioni in Lussemburgo, giocatori alloggiati in albergo in attesa degli appartamenti e poi cacciati perché la società non pagava e ufficiali giudiziari che sequestrano l’incasso (però nell’ultima partita ingresso gratis!).
Mi duole essere stato un facile profeta: basta leggere il blog del 2 ottobre. Forse qualche giocatore sarà stato abituato a farsi pagare l’ingaggio con strani giri all’estero, ma è più che legittimo chiedersi perché un personaggio navigato come Alberto Bucci si sia imbarcato in questa avventura improbabile, mettendoci la faccia e sputtanandosi. E la Federazione? Ah, giusto…è la stessa che due anni fa accettò l’iscrizione di Napoli, cancellata dopo due giornate, giusto il tempo di far spendere alla Tezenis i soldi per la trasferta, poi laggiù non ci andò più nessuno.
Ogni volta si spera che sia l’ultima con i proclami dei “baracca” di turno, ma temo che non sarà così. Honni soit qui mal y pense…
LA VOLPE E L’UVA
“Nondum sunt maturi, nolo acerbos sumere”. Manco a dirlo, c’è già chi ha scomodato Fedro e la favoletta della volpe e l’uva per replicare a chi ha commentato le due sconfitte di fila della Tezenis sostenendo “meglio adesso che nei playoff”. Bella forza! Meglio essere ricchi che poveri. Magari meglio anche belli piuttosto che brutti. La fiera delle banalità ogni tanto si spreca in certe circostanze. Premesso che non si poteva pretendere che i giganti gialloblù facessero 30/30 in regular season, il primo ko al Palaolimpia contro una Jesi che ha dimostrato di non meritare affatto il penultimo posto in classifica deve per forza invitare a riflettere e a lavorare ancora più sodo in allenamento.
Paradossalmente il migliore in campo è stato proprio Darryl Monroe, che aveva saltato le ultime tre partite per infortunio. E questa volta non si può accampare la sua assenza per il gap pagato a rimbalzo. Tuttavia quello che conta è arrivare in palla ai playoff, tosti e duri. I detrattori di Ramagli si possono consolare con la prima difesa a zona dopo due anni e mezzo, peraltro senza effetti positivi.
Nota a margine. Le partite diventeranno 28: la farsa di Forlì sta arrivando all’epilogo. Ieri l’ineffabile Boccio si è presentato al Palafiera per arraffare l’incasso e ha trovato l’ufficiale giudiziario. Ma è la stessa persona che straparlava di Eurolega e voleva sfidare Milano? Il basket è uno sport per persone serie, i “patacca” lasciamoli ad altri.
A PROPOSITO DI HENRY
Ogni volta che pensiamo alle stagioni più esaltanti della Verona dei canestri – Coppa Italia a parte – ci vengono in mente Henry Williams e Mike Iuzzolino. I voli con schiacciata e le triple in ascensione di Hi Fly, lo spettacolare reverse ed i canestri da distanza siderale del Paisà.
Adesso tutti torniamo a tifare per “Il Predicatore”. Il 44enne Henry Williams ha rischiato di morire: da cinque anni è in dialisi ed è in attesa del trapianto di rene.
Una malattia renale scoperta alla Novant Health University e dopo aver superato la fase più critica (dialisi ogni giorno per otto ore), l’ex stella della Verona dei canestri, vincitore di uno scudetto, una Saporta Cup e una Supercoppa Italiana con Treviso, poi a Roma, di nuovo in Scaligera in Eurolega e infine a Napoli (promozione in A1, manco a dirlo…) adesso si è comprato una macchina per sottoporsi a dialisi a casa con la possibilità di continuare a muoversi e a svolgere la sua attività di pastore predicatore per la chiesa battista.
Intanto il suo college, UNCC, lo ha ingaggiato come ‘Director of player developement’ dei 49ers e tutta Charlotte fa il tifo per lui. Verona si unisce al tifo e alle preghiere.