Sto rigirando da una sttimana gli appunti per un nuovo Topic che tuttavia mi pare complicato, ma vedremo.
Nel frattempo mi son sorbito un PACCO che evitavo da decenni.
Si tratta del film “Il Bounty” (1884), un cast di attori destinato a diventare “stellare”, così usano scrivere i critici.
Anthony Hopkins che non richiede commenti, un quasi esordiente Daniel Day Lewis, un gigante della recitazione e ammirevole nella vita privata pure, un esordiente Liam Neeson che diventerà una “star” e Mel Gibson, non molto apprezzato dallo scrivente, con vita privata (privata? una star?) piuttosto discutibile.
Insomma centoventiseiminuti di… nulla.
Ma lì la colpa è della sceneggiatura e della regia scarse.
Unica novità interessante rispetto ai film precedenti, tutti visti, mi è parsa quella che la cattiveria del comandante del Bounty, William Bligh-Hopkins, non sia tanto l’estremizzazione “sadica” della disciplina marinara, quanto una sua forte repressione sessuale che entra in conflitto con l’aperta libertà di costumi dei tahitiani, così come almeno vengono rappresentati nel film e alla fine del ‘700.
Ah il sesso, il sesso, quante cose fa fare il sesso…
Per la verità la grande Ornella Vanoni cantava “… ah l’amore, l’amore, quante cose fa fare l’amore…”.
Questione di punti di vista.
Per rimettere a posto le cellule neuronali del gusto cinematografico ho subito “banchettato” con l’ennesima rivisitazione di due grandissimi film: “Philadelphia”(1993), attualissimo per la tematica sulla “diversità”, là l’AIDS, oggi le “libertà nella scelta di genere e di partners di vita”, e “Un Dollaro d’Onore”(1959), capolavoro western di non facilissima “lettura” al di là dell’apparente semplicità con cui si svolge il film.
Perchè tutta questa pippa introduttiva?
Aspettate il mio primo e prossimo post.