NO TOPIC! (spero per ora)

Prima di tutto mi scuso con l’Amico Gigi, l’ Editore, perchè da un paio di giorni SAREI in grado di scrivere qualcosa.

Poi mi scuso con tutti voi lettori-scriventi o semplici lettori.

Motivo?

Mica facile!

Circa due anni fa, quando nessuno ne parlava, scrissi che stavano proliferando GLI ODIATORI.

Qualcuno, forse più di qualcuno, mi diede del “visionario” e che, dati i miei studi (io aggiungo le mie numerose relazioni interpersonali), “SOCIOLOGIZZAVO”(??!!) una cosa sempre esistita e sotto controllo (??).

Ma come, ma quando, dal dopoguerra a… IERI?

Forse leggo troppi giornali? (pare sia diventato un reato)

I miei quotidiani di riferimento sono il moderatissimo “La Stampa”(perchè scrive di politica estera in modo decente e NOI, fortunatamente, non siamo ancora UN VILLAGGIO), ed il “freak ” e complesso IL FOGLIO.

Leggo gli editoriali del Giornale, di Libero, de la Repubblica e sempre meno il Corriere.

Non leggo e non leggerò mai Il Fatto, il “travaglismo”(anche quello anti-berlusconiano per intenderci), non è mai stato pane per i miei denti e adesso che dirige un quotidiano meno ancora.

E allora?

Allora aspetto di “calmarmi un poco” e magari tornerò a scrivere di cose semplici (senza essere un ammiratore di Giovanni Pascoli, che forse era “buono”).

A presto,

Spero.

COME VIRGILIO…

No, non si tratta del Virgilio fruttarolo che negli anni ’50 e parte dei ’60 aveva la piccola bottega sull’angolo tra Vicolo Pietrone e Via Antonio Provolo.

Era una persona buona e chiudeva sempre un occhio quando andavo a rubacchiare da bambino qualche “pometo lazarìn, qualche zinzòla, qualche carobola e qualche brombrigolo (castagna essicata- orrenda, ma la tenevi in bocca per un’ora e ti sembrava di essere sazio, parlo del 1953 e dintorni)”.

No il Virgilio cui mi riferisco è il Poeta che guida Dante nella selva oscura e, ahimè per un poeta così grande, egli confessa a Dante che a un certo punto l’abbandonerà nel viaggio, perchè si trova “… tra color che son sospesi…”, nel Limbo, ove resteranno per sempre senza mai poter vedere il Creatore perchè…, già perchè? Perchè sono vissuti e morti prima d’incontrare il Cristo.

E non c’è grandezza e purezza che tenga, se eri nato prima dell’avvento del Cristo, il massimo che ti spettava era il Limbo.

E perchè io mi troverei sospeso come Virgilio, e per quale peccato poi?

Presto detto: non amo per niente la canzone dialettale tranne quella meneghina e… napoletana (Nino d’Angelo rigorosamente escluso s’intende).

Insomma questo topic nasce, sì  nasce, da una bellissima canzone napoletana che talora canticchio (Reginella), ma alcuni giorni fa mi son trovato a riflettere sulla splendida strofa finale, ed in particolare quel… “Mo nun ce amammo cchiù ma e vvote tu, DISTRATTAMENTE PIENZE A ME!

Quel “DISTRATTAMENTE… pienze a me” è fantastico, racchiude tutto, tutto quello che se non l’hai provato non puoi capire, ma se sei davvero intelligente sì.

Dopo questa premessa, il Topic si svolgerà nella ricerca e citazione di strofe particolarment significative in sè, quasi “riassuntive” e viventi di luce propria che quasi non hanno bisogno del testo che le precede.

Varrà prevalentemente per la musica (ma è solo un mio desiderio totalmente disattendibile), per il cinema con una frase che “vive da sè”, per la poesia con una singola strofa, con un romanzo con un incipit o una chiusura particolari (ma anche una frase del romanzo stesso”.

Spero sia chiara la “logica” che vi propongo, da incallito chiaccherone quale sono e fui,  adoro la sintesi fulminante che accende le sinapsi come null’altro.

Let’s go guys!

NUOVO TOPIC…

Domani.

Di sicuro sarà molto “easy”.

Suggerimento: ripassate le vostre conoscenze musicali, cinematografie e… “letterarie”.

Ovviamente ho a disposizione solo il titolo, poi vediamo cosa esce dalla mia zucca.

 

TOPIC FLASHES

1°) Tranne Mozart, al mondo nessuno nasce “IMPARATO”, è possibile sapere allora perchè mai lo stato deve aspettare 2/3 anni prima che una buona parte del governo, specialmente quelli che cavalcano le stelle, imparino (studino) da che parte si comincia a leggere un dossier, e sono pure lautamente pagati per farlo.

Ho detto una “parte” perchè l’altra governa da anni regioni e città e qualcosa sa.

 

Adesso uno più serio e sociologico.

2°) Sapete come viene rappresentatata la sessualità in generale nelle diverse parti del mondo?

La rappresentazione più vera, dando al concetto di “verità” quello che purtroppo è usato oggi, è la Pornografia.

FAHRENHEIT 451. E DOPO? FAHRENHEIT 451 O GIU’ DI LI’…

Diciamo che a chi detiene il potere politico, il SAPERE, anche la semplice CONOSCENZA, specie se trasmessi ad altri, stanno sulle palle?

Massì diciamolo e penso che a nessuno dei pochi frequentatori di questo spazietto sia necessario spiegarne il motivo (non ho usato il termine “ragione” perchè ragione non c’è o forse chi lo sa “soffiata” nel vento sarà).

Mi ero impegnato a fare un Topic leggerino e manterrò la parola.

Ho dovuto quindi pensare ad un Paese/Nazione dove non esistono più i Cinema, i Teatri, le Biblioteche e i Musei, Internet, Registratori (tranne quelli di cassa n.d.g), dove i programmi scolastici sono tutti uguali e revisionati, la Scuola è unica e i libri di testo devono essere il più possibilmente manuali tecnici, Radio e TV ipercontrollati (alla Orwell).

Tuttavia, ambendo il Paese in questione al titolo di “democratico”, sono ammessi i “giornali” (?!?).

Il “giornale sarà costituito da un unico foglio, formato A3, scritto solo “in bianca” e non “in volta” (retro), con i seguenti vincoli: 3/5 dello spazio dovrà essere cronaca sportiva, 1/5 dedicato ai necrologi (anche se su questo tema si è aperta una forte discussione all’interno della coalizione, perchè qualcuno ha suggerito che nel nostro Paese non si dovrebbe morire, e comunque non in un modo così platealmente documentato).

Il residuo quinto di spazio sarà dedicato tassativamente alla Cronaca di altri Paesi, che potrai conoscere solo alla Radio e alla TV (controllate), dai dai che spazio ce n’è e non cominciamo a fare i piangina

Alla fine è passata una mozione di maggioranza (risicata) che sanciva la necessità di offrire anche “altro” per ambire al titolo di “democrazia”

Ecco la disposizione tassativa:

Ogni nucleo famigliare costituito  – volevano lasciar fuori i single i furbetti, per forzarli a sposarsi e a “cunellare” (licenza poetica che sta per figliare) – potrà possedere esclusivamente QUESTI OGGETTI CULTURALI (definiti pseudo-pornografici)

1) DUE RIPRODUZIONI DI QUADRI (molto suggerito il Teomondo Scrofalo, poi vedi tu);

2) DUE RAPPRESENTAZIONI SCULTOREE (formato mignon, ma chi può permetterselo anche in grandezza naturale);

3)  DUE LIBRI (molto suggerito Biancaneve e i sette Nani anche per un possibile “abbinamento” con le sculture… occhio!)

4) DUE FILM (molto suggerito il Barbarossa di Martinelli che al botteghino è andato malaccio, poi vedi tu)

5) DUE DVD MUSICALI (e qui non sono arrivati suggerimenti per evidente incompetenza, almeno credo),

Molta attenzione va prestata a regole ferree con punizioni da brivido:

a) è fatto assoluto divieto di scambio!

b) divieto assoluto di esposizione a chi non appartiene al nucleo famigliare: arriva l’idraulico, l’elettricista, un amico tutte 10 le “concessioni” vanno velate tipo NIQAB

c) divieto di narrazione, velata descrizione di ciò che ti è stato concesso;

d) divieto del giochino di società durante le feste di mimare i film in tuo possesso;

e) divieto di canticchiare fischiettare fuori casa la tua musica  e comunque anche in casa a bassa bassa voce.

Esiste un NODO IRRISOLTO E IRRISOLVIBILE perchè, tutto quanto sopra premesso, se decidi di metter su famiglia, NON PUOI DISCUTERE su cosa scegliere. Tu puoi mostrare “il tuo gioiello under slip e lei la sua”, ma MAI le concessioni “democratiche” che ti hanno offerto.

Credo che come soluzione non resti che il testa o croce.

E adesso avanti con le vostre scelte o popolo dei colti!

Nonostante tutto IO, IO NON RINUNCERO’ alle mie scelte.

LAUREATO? PENSO DI SI. DISCIPLINA? NON TANTA.FACOLTA’?! BUFALOGIA.SETTORE LATTICINI QUINDI? NO, INVENTO BUFALE…

Massì chettì freca di collegare Lione e Torino e poi attraverso i nodi ferroviari di scambio guadagnare 2 o tre giorni per il trasporto merci verso l’Est Europa (e non solo).

La Democrazia non è un elastico: la DEMOCRAZIA E’.

Si faranno tante piste ciclabili e stupendi sentieri, ma traguardando il lungo periodo, in Economia si fa soprattutto così per le infrastrutture, ho la netta sensazione che il Piemonte soprattutto e l’Italia al seguito, abbia fatto “Harakiri”.

Però il lavoro crescerà (?!?): secondo le statistiche dell’ I.I.I.I. , il settore bufalogico che oggi occupa undicimilionisettecentociquantasettemila, 03 operativi, è dato in forte espansione e si pensa che assorbirà i posti di lavoro che si perderanno per la DECRESCITA FELICE, quindi perchè preoccuparsi, non dovrei farlo io che non penso di avere ancora decenni di vita, eppure sono fortemente preoccupato.

Chi pagherà i bufalisti non è dato sapere, anche perchè pare abbiano un doppio/triplo lavoro.

E poi VI resta sempre Giggino, che dopo la citazione dell’arma efficace della “TESTUDO ROMANA” per tenere incollati i suoi dissidenti interni, calmerà il popolo piemontese garantendo che lui e Toninelli (the ghost), stanno studiando come fece Annibale a traversare le alpi con gli elefanti.

Et voilà, così abbiamo risolto anche l’economia commerciale del Piemonte a dorso dei mammiferi proboscidati.

No, purtroppo no, quella turistica pare proprio di no, per una sorta di strana ed incomprensibile avversione degli europei a viaggiare a dorso d’elefante.

Ma non tutto è perduto, tranne l’onore!, terminato lo studio, Giggino e Toninelli (the ghost), lo brevetteranno ed andranno a proporlo alle popolazioni dell’India.

Quando si dice competenza e genialità in un tuttuno!

Amen in corner.

HIKIKOMORI

Ho preso in prestito il termine hikikomori, che in realtà connota da tempo una malattia sociale giovanile prevalentemente giapponese, per affrontare invece il tema della SOLITUDINE e dell’ISOLAMENTO in coloro che stanno per superare, o lo hanno già fatto, la soglia dei settant’anni.

Credo di avere buon titolo per farlo, e come capita spesso, non posso che partire dalla mia esperienza.

Piaccia o meno questo Blog è così, sebbene io possa avere elementi di studio e di conoscenza appresa da ottimi maestri per parlarne come fenomeno puramente sociologico.

Ho cominciato a rifletterci quando, da 5/6 anni a questa parte, più di un amico, dopo miei lunghi silenzi, si faceva sentirte con un “come stai” telefonico o facendosi “casualmente” trovare vicino a casa mia per vedere se era possibile “bere un bicchiere” (dio come suona male in italiano).

Solo dopo un bel po’di tempo ebbi l’impressione che la loro fosse una lodevole preoccupazione, magari temendo che fossi caduto in una delle varie forme di depressione senile.

In realtà fu l’esigenza di isolarmi prendendo le distanze da un’esistenza che per quasi mezzo secolo era stata PUBBLICA (prima la Politica, poi il sindacato, poi la grande azienda e poi… un po’di clownerie calcistico-televisiva col suo strascico pubblico stadiesco).

Una vita molto intensa, la mia, sempre pensata satura di soddisfazioni fino a quando, non so nè l’evento, nè il periodo, mi assalì un dubbio e un desiderio, non eludibile, di autentica ed onesta rivisitazione di tutto.

Dall’essere stato figlio ingrato rispetto all’amore ricevuto, credente, studente, marito, non credente però riflessivo, amante fedifrago impenitente, professionista e… amico.

Per fare seriamente una rivisitazione/revisione di una cifra di eventi come questi, era necessario starsene in disparte, isolarsi in compagnia (ottimo ossimoro) di vecchie colpe non subito comprese, di errori vissuti come parziali successi, di alcuni amori e sentimenti offerti come dono (?!?!) che in realtà, oggi lo so, hanno creato anche molta sofferenza.

Intendiamoci al meglio possibile, chi intendesse fare un’operazione simile, NON la fa sulle cose palesemente riuscite, ma deve avere testa, cuore e cojoni, adeguati per riflettere su TUTTO il resto.

E se qualcuno dovesse domandarsi il perchè di una operazione di questo genere, risponderei serenamente: è una cosa spesso dolente, talora anche molto, ma mi auguro, anzi lo credo, che al termine (perchè c’è un termine conosciuto?) di un percorso come questo avrò dato un minimo, ma proprio un minimo, di senso cosciente del mio passaggio in queste lande.

Inoltre c’è anche un portato, chiamala conseguenza o effetto, collaterale: si cominciano a capire cose e comportamenti altrui che erano in ombra, e lo stesso vale per film, canzoni, libri, biografie, storie.

Dove TU non sei più il parametro di tutto, ma hai gli strumenti per capire (e mai e poi mai, “a tua insaputa”).

Poi c’è Leopardi.

E pure Manzoni.

THE DARK SIDE OF WEB

Ho appena letto un articolo di giornale su quel ragazzo milanese morto durante un video “gioco” (?!?) che – pare – si chiami “Pass Out Challenge” o “Choking Game”.

Un “gioco” (?!?) che sfida le capacità di andare in “ipossia cerebrale” (riduzione dell’ossigeno nel cervello) per un tot di tempo e poi “rinascere”.

Mi occorre un po’ di tempo per riflettere, ma non so se arriverò ad una qualche conclusione, se mai esiste una “conclusione” a questo tipo di eventi, che sembrano confermare sempre più la difficoltà, specie nei giovani, a sostenere un’esistenza normale, complessa e difficile, ma normale.

Igor Maj aveva 14 anni.

Sto tentando, con immensa fatica, di ricordarmi cosa pensavo a quell’età.

Ricordo tuttavia che negli anno ’70 o ’80 esisteva, anche senza il “dark web”, un gioco (??) che consisteva nel mettersi un sacchetto di plastica attorno alla testa e consumare l’ossigeno fino a quando “l’ipossia” arrivava a stordirti.

Qualcuno morì anche allora, ma la “cosa”, una riflessione, almeno una, non entrò nelle nostre “amene menate” di quei tempi.

Non credo si possa continuare come allora.

Per ora posso solo dichiarare il mio sgomento e la mia impotenza.

IL NOSTRO TEMPO

Non ci sono alternative, le prime furono pre-impostate per tutti.

Era il tempo della pappa e le premurose madri non saltavano un turno, e se erano un po’ in ritardo (solo teorico) cominciavi a rompere i cowlions.

Poi c’erano quelli che le balle le rompevano lo stesso anche se non avevano la bua (dialettale, sta per fastidi di vario genere).

Poi c’era mio fratello che tra i sei e nove mesi, per NOVANTA giorni, si svegliava urlando come un ossesso tra le una e le una e mezza.

E mia madre, tenerissima e superstiziosa, si rivolgeva a me e mio padre con l’inquietante domanda: “Maria Vergine no ‘l g’avarà mia el LUPUS (?!?)…”.

Temeva che fosse nato con la “cattiva luna” e seguisse mentalmente l’ululato notturno dei lupi, che lei bambina udiva al suo paese del Meridione.

Poi i risvegli furono regolati dalla voce suadente della mamma o della nonna.

Sebbene non conoscessero cosa fosse il “ciclo circadiano”, sapevano che ad una certa età bisognava abituare i bambini all’importante ciclo “veglia-sonno”.

Poi, cominciato il tempo scolastico, almeno per me, fu il suono “irresistibile” dell’unica sveglia di casa: un cipollone enorme che perforava i muri maestri di tre stanze, la ricordo ancora come un incubo.

Da bimbo, nei mesi estivi a Rivoli Veronese, feci in tempo ad incontrare un altro tipo di sveglia insopportabile, oggi poi a livelli estremi: Il canto del gallo!

Se qualcuno di voi, nato e cresciuto in città, mi dice che lo trova “uno dei tanti suoni gradevoli della natura”, lo banno.

Inoltre voi “citoyens” non conoscete il vizietto dei galli, no dai, non la copula continua con le petulanti “chickens” pennute da cortile, pensate seri, no, i galli giocano a rimbalzello col loro strozzato urlo con tutti i galli della zona.

E tu, ad un certo punto, cominci a seguirli aspettando involontariamente la loro tempistica,calcolando mentalmente la distanza l’uno dagli altri.

Ho anche una feroce e recente esperienza di ciò.

Passato il tempo, ci fu una sveglia per mio padre ed una per la mia stanza.

La mia aveva un suono così lieve che, metà delle volte era la voce di mia madre con il suo “dai, movete, che te fè tardi a scola e el cafelate l’è sa in taola” a far da supplente.

Il tempo scorse e venne il tempo dell’arredo della prima casa matrimoniale.

Mia moglie di allora, femmina di gran gusto, anche se i soldi erano pochi, decise che nella nostra sobria, ma elegante, camera da letto ci stava benissimo un nuovo tipo di sveglia, la “famigerata (copyright P. Villaggio) sveglia A CARTELLINO…”, dello stesso colore della nostra piccola ed elegante TV della Brionvega (per palati fini).

Ebbe vita breve perchè ricominciò l’effetto “gallo”.

Nessuno di noi si accorse, nell’elegante e vociante negozio di Via Roma, che si sentiva il cartellino dei minuti quando ruotava, ma nella silenziosissima camera da letto sì.

E dopo qualche mese tribolato fu regalata, ma cademmo dalla pentola alle braci: comprammo una Radiosveglia e non potevi mai esere certo di aver scelto il programma giusto per il risveglio, e non era certo gradevole farlo con le notizie di un Giornale Radio, così di primo mattino.

Se non ricordo male decidemmo di comprare una delle prime (costose) sveglie digitali.

Un salto nel tempo e siamo al 2018, da anni l’era dei “telefonini” (smartphones).

Con quelli odierni la scelta del tipo di sveglia telefonica è numericamente e qualitativamente variegata.

Ne ho provate molte, ma da un anno ho scelto una strofa musicale di una canzone che amo e di una band di sicuro “culto” che posterò (perchè su questo testo non è possibile).

Non posso negare che sono curioso di sapere se ne avete scelta una anche voi e quale.

Ma è soprattutto è il vostro rapporto col TEMPO che mi interessa, se mai ne avete uno.

P.S.

Conosco solo uno che qui scrive che non possiede un cellulare.

No, non è uno di quelli della “decrescita tecnologica INFELICE”, infatti ha la sua bella segreteria telefonica che ti accoglie con un assolo del grande John Coltrane.

P.P.S.S.

Molti dormimmo (e dormiamo) a stento, scusa Faber… , abbiate un po’ di pietas anche per noi, non ci divertiamo e non consideriamo il sonno “tempo di vita sprecato”.