Presso un tot di miei amici, coetanei, sapendo che qualcuno deve sottoporsi ad esami di laboratorio, è in voga farsi reciprocamente una “scherzosa (?)” domanda:
– E allora?
– A quanti asterischi siamo?
Infatti, nei referti di laboratorio, quando un valore d’esame supera quanto previsto dal “range” minimo-massimo viene messo un asterisco.
Meglio precisare che tale simbolo viene messo anche per minimi – e non significativi – superamenti dei valori previsti.
Forse è un modo ludico per esorcizzare gli eventuali retropensieri che creano quegli asterischi?
Non lo so per gli altri, ma nel mio caso tale funzione è piuttosto blanda.
La settimana scorsa un paio di amici mi ha rivolto la classica domanda:
“E allora Gazza quanti?”
“Nove…”
“Eh hosthjya!”
“Caalma, otto di loro sono “standard”, li ho da anni e solo uno richiede maggiori approfondimenti, così parlò la mia dottoressa ucraina, brava ma con un caratterino che talora si scontra col mio
che non è propriamente “farina da ostie”.
Cari lettori under sessanta, anche questa è una parte della vita che vi aspetta, sempre sperando, OVVIAMENTE, che ci possiate “scherzare” sopra.
P.s.
Colgo l’occasione per informarvi UNO dei motivi per i quali scrivo poco negli ultimi tempi.
Ho avuto un significativo abbassamento della vista a causa delle cataratte, il che mi rende faticoso stare al computer più di un tot.
Tra una decina di giorni tocca al mio occhio destro, poi si “vedrà”.
Si tratta di un’operazione definita di “routine” tranne in alcuni casì.
Comunque timori pari a zero.
Un ex-amico di questo Blog più d’una volta mi rimproverò di entrare troppo in profondità sui miei fatti personali.
Oggi, in tutta serenità, gli risponderei: “fatti i cazzi tuoi”.
Ecco che è emersa la volgarità di uno nato nei quartieri popolari, non è un mio “standard” comunicativo ma talora mi sta bene così.
Ad maiora.