Siamo scarsi. Siamo ultimi. Abbiamo un presidente che non investe e che in questa stagione ha sbagliato praticamente tutto. Non serve assolutamente che ci pensino gli arbitri ad affondarci. Nonostante tutto quello che ripetiamo dall’inizio della stagione ci piacerebbe che il Verona retrocedesse per de-meriti propri e non perchè lo ha deciso qualcuno. Mi pare evidente che ormai l’Hellas sia stato individuato come il vaso di coccio da rompere a piacimento. Solo gli imbelli di via Olanda non se ne stanno accorgendo. Non è un complotto. Semplicemente il Verona è debole. Debole dal punto di vista politico, debole nell’immagine, con un proprietario che drena risorse al mondo del calcio invece di metterne. Ma questo non significa che sia giusto lo scempio a cui puntualmente assistiamo domenica dopo domenica, giornata dopo giornata. Di Bello con il Var Nasca ne hanno combinata un’altra, condita dalle solite supercazzole regolamentari che sostengono con le parole ciò che le immagini mostrano chiaramente. Interpretazioni che ovviamente saranno smentite puntualmente non appena un rigore come quelli che stasera spettavano al Verona saranno assegnati ad una delle Grandi del nostro piccolo calcio. Siamo della generazione che ha visto Wurtz e non ci stupiamo sicuramente se un Di Bello nega due rigori al Verona. Sappiamo bene come lo schifo possa raggiungere di volta in volta profondità prima sconosciute. Eppure con fanciullesca innocenza ogni volta ci approcciamo con la speranza che il gioco sia pulito, che si possa solamente parlare di calcio, che non ci sia un arbitro a demolire una prestazione di cuore e gamba come quella del Verona di stasera.
E’ stato Salvatore Bocchetti, nella sua miglior conferenza stampa (spontanea, senza fronzoli, con il giusto pathos e la rabbia che emergeva nel vibrare della voce) a difendere il Verona e i suoi tifosi.
Sarebbe stato bello che fosse stato il nostro presidente, l’uomo che rappresenta il nostro club, a comparire pubblicamente a difendere il suo/nostro interesse, ma più in generale a difendere il nostro orgoglio, la nostra sportività e la nostra dignità sportiva e perchè no? anche una città che nel calcio italiano ha una tacca storica come lo scudetto. Ma forse questo è chiedere troppo. Del resto, non è retorica ma Dna. Siamo sempre soli contro tutti. Da tanti anni.