Il Verona manca il salto di qualità, viva il Verona. Non è una colpa, è solo sano realismo. Capire perché il Verona ha sbagliato la gara con il Brescia aiuta a capire la portata del campionato dell’Hellas e che razza di miracolo abbia compiuto Juric conquistando la salvezza così anticipata.
Già il fatto di parlare di Europa è una proporzione che non sta in piedi se pensiamo alle premesse di inizio campionato. Il Verona che perde 2-0 contro il Brescia non è un Verona appagato, è un Verona spremuto come un limone che non ha più una stilla da dare. Giocatori che sono andati oltre i propri limiti e che oggi, raggiunta quota 42, si sono permessi di tirare il fiato. La rosa è quella che è, lo sappiamo. Un elenco di prestiti che si sono battuti come leoni per tutta la stagione. Non hanno mai tirato indietro la gamba, neanche quelli già ceduti a gennaio, neanche quelli che avevano il contratto in scadenza. Uno spogliatoio meraviglioso, tenuto insieme dalla coerenza e dall’onestà di Ivan Juric, l’uomo della verità.
La corsa europea era un sogno eccessivo, ma realisticamente la gara a tappe del Verona si è chiusa con la salvezza. Sebbene, c’è da giurarci, Juric ci proverà ancora e ancora e ancora e alzerà bandiera bianca solo quando la matematica e le circostanze lo costringeranno a farlo. Ma se era da matti fermarsi, è da matti anche pensare che il Verona possa lottare con il Milan e con la strabordante rosa rossonera per un posto in Europa League. La vergogna è che il Milan se la veda con il Verona, non certo la sconfitta di Brescia.
Piuttosto è più interessante sapere che Juric sta ricevendo dalla società quelle garanzie necessarie a rimanere. Se in pochi credono a Setti, in molti, compreso il sottoscritto, credono nell’allenatore croato, come marchio di qualità su un progetto serio. Sono convinto che se Setti pensasse anche solo un secondo di prendere in giro l’allenatore con false promesse, Juric lo pianterebbe in asso, anche dopo un minuto aver firmato il contratto. Juric è come una certificazione e l’unica possibilità che ha Setti di riabilitarsi agli occhi dei tifosi, delusi e disillusi dopo Pecchia e Grosso, Fusco e compagnia cantante. Non è solo una questione economica.
Il Verona deve crescere moltissimo dal punto di vista organizzativo, dello scouting, degli uomini che abbiano conoscenze e mezzi per drenare il mercato alla ricerca di talenti. Non sempre le ciambelle riescono con il buco e le casualità di questa stagione non devono illudere sulla qualità del management veronese che nel recente passato ne ha combinate di cotte e di crude (basti pensare al Messi dell’Asia e altre bestialità del genere). Auspico quindi pieni poteri a Juric, l’uomo d’oro del Verona e di Setti.