Fermateli. Fermateli per favore, prima che sia troppo tardi. Prima che il calcio diventi un altro sport. Fermateli perché se continua così il più bello sport del mondo ne uscirà distrutto. Dopo Verona-Napoli, dopo l’ennesima decisione presa dai quattro amici al Var, è necessario che ogni appassionato si alzi e invochi un ritorno alle origini. L’aberrazione televisiva che non tiene conto del principio stesso dell’agonismo calcistico, oltre che creare danni, sta creando un altro mondo parallelo.
Ogni episodio analizzato fuori dal contesto della partita modifica il corso di una gara, ne altera gli equilibri precari, provoca una discrezionalità totale. Tre episodi clamorosi contro il Verona nella gara con il Napoli (gol di Milik da angolo inesistente, gol annullato per mano appoggiata involontariamente sul pallone nel tentativo di reggersi in piedi di Zaccagni, gol di Lozano con salto della cavallina su Faraoni) inducono a pesanti riflessioni e dubbi su ogni intervento. L’arbitro non dirige più la gara, non interpreta il movimento del corpo, non riesce più a capire cosa è calcio e cosa non lo è. Analizza l’azione in una moviola in cui si accentua l’entrata, lo slow motion amplifica, cambia modifica la percezione, perdendo quella naturalezza che aveva reso il calcio uno sport di contatto all’interno di regole e di fair play.
Pasqua di Tivoli è la logica conseguenza di questa confusione generata dalle macchine e dai designatori che interpretano le macchine. Manca una linea di oggettività. Alcuni falli sono guardati altri no, altri ancora sono guardati solo se qualcuno protesta. L’arbitro diventa un piccolo arbitrino senza personalità che per lavarsi la coscienza, al pari di Ponzio Pilato che chiedeva al pubblico chi salvare tra Gesù e Barabba, chiede al Var di prendere le decisioni più importanti della partita, quelle che lui non può o non sa più prendere.
Da due partite il Verona è fortemente penalizzato, con il Cagliari è andata bene comunque, con il Napoli, squadra fortissima che gioca come una provinciale, è arrivata una sconfitta. Ora ci sarebbe da discutere se il Verona fosse stanco e meno brillante rispetto a quei fantastici quaranta minuti con il Cagliari, se la panchina offre qualità e alternative a Juric, se inevitabilmente con la vista della salvezza a due passi, arrivi di conseguenza un po’ di appagamento. Ma sarebbe ingeneroso nei confronti di una squadra che continua a onorare maglia e campo e a cui il 2-0 contro la squadra di Gattuso appare una punizione eccessiva. Senza i quattro amici al Var, siamo certi, sarebbe andata diversamente.

