C’era la possibilità di fare un balzo in avanti importante. Dal punto di vista morale e psicologico il Verona era, una volta tanto, in vantaggio. La vittoria con il Cagliari ci permetteva di giocare senza pressione, liberi, con la possibilità di osare e di dare una mazzata ferale alla Salernitana.
Dopo mesi di involuzione tattica e di confusione, Baroni pareva aver preso la via giusta. Il cambio di modulo aveva permesso di non perdere contro Lecce e Udinese, di fare una grande partita a Firenze, di battere il Cagliari. Aggiungiamoci che alla vigilia della sfida con i campani era arrivata anche la notizia che la Curva Sud non sarebbe stata chiusa e quindi si sarebbe giocato con l’aiuto del pubblico più caldo.
Non ci sono scuse, nè alibi, per una partita del genere. Di nessun tipo. Nè l’assenza di Duda, sicuramente importante, ma assente anche a Firenze quando il Verona ha fatto la miglior gara della stagione, nè altre amenità. A Verona, lo sanno tutti, si vive in una splendida oasi. C’è passione, un po’ di pressione, ma tanta comprensione.
La squadra vive tranquilla, forse troppo. La stampa non può più fare interviste all’allenatore, cioè una serie di domande collegate tra di loro, manca il dibattito, l’interloquire, un filo logico. Le critiche, al confronto di altre piazze, sembrano la recita di un rosario. C’è rispetto per la vita privata dei giocatori, nessuno persino si incazza più se la squadra vive ormai scollegata dalla realtà, nel bunker di Peschiera, lontano dal cuore della gente. Mai un allenamento in città. mai un allenamento a porte aperte. Una vergogna assoluta, lasciatemelo dire.
Inoltre, tutti hanno compreso la delicatezza del momento, Setti in difficoltà, le azioni sequestrate, il futuro nebuloso. Abbiamo capito e compreso che questa squadra è stata fatta pensando prima di tutto a ridurre gli ingaggi, imbottita di ragazzini, di scommesse a costo zero e di anziani al capolinea. Una squadra da amare dicevo nell’ultimo articolo di questo blog.
Inzaghi ha vinto perchè è stato più bravo. Ha preparato meglio la partita, ha caricato meglio la sua squadra, ha dato un’idea precisa e semplice al gioco, l’ha fatta correre di più. La gara di Baroni e del Verona è stata simile alla conferenza stampa di fine partita del tecnico. Una supercazzola, una confusione totale. Come voleva giocarla questa gara Baroni? Aspettando la Salernitana? Con la palla a terra? Con i lanci lunghi su Djuric? Sulle fasce? Ditemi voi se l’avete capito. Io no. E credo neanche Baroni.
Ultima cosa: Baroni ha detto anche che ci sta di perdere. Certo, è vero. E’ la grande lezione dello sport, che è sempre l’accettazione della sconfitta. Perdere ci sta mister. Ma non in questa maniera, non rinunciando a lottare, non facendo una gara così orribile. Perdere così dovrebbe farla incazzare e molto. La stessa incazzatura con cui dovranno festeggiare il capodanno i tifosi del Verona. Abituati a soffrire. Ma non dei mona da prendere in giro. Sappiatelo.