Solo una gara così poteva lavare la vergogna della sconfitta casalinga con l’Inter. Quattro giorni dopo aver perso il set con i nerazzurri il Verona è riuscito a conquistare la vittoria più importante del campionato.
Lo ha fatto con una prova di carattere, ma soprattutto con intelligenza e dedizione. I tre punti arrivano alla fine di un week-end in cui la classifica viene completamente ribaltata e in cui il Verona non è mai stato così vicino alla salvezza.
La vittoria della Cremonese contro lo Spezia e i tre punti conquistati dall’Hellas in Puglia permettono per la prima volta in questa stagione ai gialloblù di essere salvi. Il Verona meritava un sano ceffone rieducativo dopo il ko con l’Inter, ma oggi merita solo applausi.
La gara con il Lecce, dura, difficile, nervosa, brutta è stata preparata bene e giocata con intelligenza. La panchina, spesso criticata, non ha sbagliato nulla. Il centrocampo a cinque ha inguaiato il Lecce, la difesa a tre, tornata a braccare l’uomo, ha vinto tutti i duelli. In attacco Djuric con il suo gioco primordiale, fatto di spizzate e colpi di testa, è risultato un pugno di ortiche nelle mutande per i difensori leccesi. I cambi, sono stati giusti e sufficientemente tempestivi.
Due parole vanno spese per Ngonge. Un capolavoro di mercato arrivato per un pugno di euro, uomo che sta mettendo una firma sulla salvezza. A Napoli lo avevamo “massacrato” per quel gol sbagliato. Nella città del pasticiotto ha colpito come la spada di Hattori Hanzo.
Il Verona da gennaio ad oggi ha fatto 25 punti, ne ha recuperati 11 allo Spezia, oggi superato, ha praticamente preso il Lecce. Nel girone di ritorno ha fatto gli stessi punti del Torino di Juric. La firma di questo “miracolo” ha un solo nome e cognome: Sean Sogliano. Se ci sarà la possibilità di giocare ancora in serie A, lo dovremmo soltanto a lui. E da lui bisognerà sicuramente ripartire in ogni caso. Ne riparleremo quando ci sarà anche la matematica a confortarci. Intanto, una volta tanto, siamo tornati a godere.