Illudersi e poi tornare sulla terra. Anzi sotto. Illudersi e poi morire. Illudersi per l’ennesima volta, soffrire come bestie, accarezzare l’idea di essersi quasi salvati e poi rimettere tutto in discussione. Dopo Lecce, oggi, dopo l’Empoli. L’Hellas ha buttato alle ortiche una vittoria che l’avrebbe avvicinata al sogno di salvarsi, ha trovato un Empoli che ha onorato l’impegno sino alla fine, con senso sportivo così elevato da far notizia. Noi che siamo italiani non ci siano abituati. Infatti ci fa strano e ci chiediamo perchè l’Empoli già salvo abbia giocato gli ultimi dieci minuti come se dovesse andare in Champions. In realtà dovremmo chiederci perchè non lo fanno tutte e non lo fanno sempre. Tipo l’Udinese qualche settimana fa contro il Lecce in una partita stucchevole o lo stesso Lecce contro lo Spezia.
Ora siamo tutti a criticare quegli ultimi sette minuti di recupero in cui la squadra, scarsa e piena di problemi, non è riuscita nemmeno a rendere la gara un carnaio, una guerriglia urbana in ogni zona del campo. E’ questo che fa incazzare. Almeno vedere un Verona brutto, cattivo e soprattutto sporco che azzanni qualche caviglia degli avversari, che spari la palla verso le tribune, che perda tempo. Niente, niente, niente… Accidenti a voi… Djuric che è in campo solo per spizzare e difendere palloni là davanti cade senza nemmeno un sussulto, Abildgaard rincula come se avesse un elasticone che lo tira verso la porta, Magnani che tocca col ginocchio il tiro di Stojanovic deviandolo in porta.
Ora manca l’ultima battaglia che solo grazie al generale Ivan che ha “rullato” lo Spezia come una delle sue sigarettine fatte a mano, ci permette di tenere viva la speranza. Sarà un’ultima battaglia, a Milano, col Milan rivale storico. Mai l’Hellas nella sua storia ha vinto a San Siro, nemmeno negli anni d’ora di Bagnoli. C’è sempre una prima volta, si dice. Sarebbe bello che il momento fosse arrivato. Vai Hellas, fino alla fine. Quando, tra l’altro si faranno i conti di questa pazzesca annata. Non è finita, finchè non è finita.