IL PAGELLONE DI VERONA-JUVENTUS

SILVESTRI 6.5 Prontissimo in un paio di occasioni importanti per la Juve, in particolare su Chiesa, nel primo tempo. Nulla può fare quando a Ronaldo basta un tocco facile facile per sbloccare la partita. Tutto sommato, considerato l’avversario, passa una serata abbastanza tranquilla.

MAGNANI 7 Nel secondo tempo salva un gol fatto, a porta spalancata, su tiro di Ramsey. Bene comunque per tutti i 95 minuti, sempre attento e concentrato, come gli chiede il mister. Spegne Ronaldo che, fatalità, segna nell’unica occasione in cui non è Magnani a marcarlo. Di testa sono tutte sue, non ne passa una. Nei minuti finali spazza l’area in maniera provvidenziale

GUNTER 6.5 Della difesa è il battitore libero, nel senso che non ha compiti di marcatura a uomo degli attaccanti bianconeri. Al punto tale che a volte va a cercare Ramsey, quando il gallese prova a fare il trequartista. E’ sereno, serenissimo, in ogni giocata e se si escludono i momenti di frenesia juventina, quasi non suda la maglietta.

LOVATO 5.5 Soffre la vivacità di Kulusevski, che sembra essere il vero fenomeno della Juve, per estro e spunto nello stretto. Lo svedese gli va via in troppe situazioni, cosa che manda in bestia Juric. Poi l’errore decisivo in occasione del gol di Cristiano. Se lo perde completamente e quando è il momento di recuperare, il portoghese gli ha già dato due metri.

FARAONI 6.5 Nel primo tempo è lui l’uomo più pericoloso del Verona. Prende un palo clamoroso dopo un bel colpo di testa ad anticipare tutti. Poi la solita partita di qualità e quantità, generoso come al solito. Davanti a lui Bernardeschi sparisce dal campo, da far quasi tenerezza. Esce stanchissimo.

DAWIDOWICZ s.v. (dal 38′ s.t.)

STURARO 7 Va in campo in maniera del tutto inaspettata e diventa la vera sorpresa della serata. Evidentemente Juric ci ha visto bene in settimana. E’ il primo dei gialloblù a pressare a tutto campo. E’ lucido nella corsa e bravo a non far ragionare i bianconeri (soprattutto Rabiot, che segue a uomo) quando impostano da dietro. Sorprende anche fisicamente, visto che regge per 65 minuti abbondando. Benvenuto.

VIEIRA 6 (dal 22′ s.t.) Ordinato ed efficace. Sulla falsariga di quanto fatto vedere a Genova, la scorsa giornata.

ILIC 6 Un inizio difficile, timidino, travolto dall’onda d’urto bianconera. Poi si mette a posto e comincia a far viaggiare il pallone sui binari. Le geometrie sono pulite, magari non sempre illuminanti. Ecco, secondo me deve lavorare ancora tanto sul lancio lungo e sul cambio di campo, che può aiutare la squadra nei momenti di difficoltà.

VELOSO 7 (dal 1° s.t.) Che partita sto “giovanotto”. Sia chiaro, Ilic ha il futuro davanti a sé, ma quando Miguel gira, è tutta un’altra musica. Tempi di gioco, qualità, calci d’angolo finalmente di nuovo pericolosi. E’ lui, con una finta di corpo eccezionale, a suonare la carica in occasione del gol del pari. Fondamentale averlo in campo quando la condizione fisica è questa.

DIMARCO 6 Juric lo preferisce a Lazovic e lui, largo a sinistra è sempre una garanzia. Le dinamiche con Zaccagni ci sono sempre e in alcuni casi mandano in confusione la Juve, in particolar modo Demiral, vero anello debole della catena difensiva bianconera. Proprio per questo, avrebbe dovuto puntare di più il giocatore turco.

LAZOVIC 7 (dal 6° s.t.) Entrato in campo alla grande. E’ stato devastante perché il Verona ha costruito il pareggio dalla sua fascia. Mette il cross perfetto per la zucca di Barak, che incenerisce Alex Sandro. E poi, non contento, tenta il colpo grosso con una fiondata che Szczesny devia sulla traversa, col pallone che finisce in angolo. Ci sei mancato, Darko.

BARAK 7.5 Cosa vuoi dire a uno che ha segnato il sesto gol stagionale e che ha messo insieme l’ennesima partita fenomenale. Nel primo tempo giganteggia. I bianconeri non lo smuovono di un centimetro, fisicamente è devastante. Nella ripresa quando sembra perdere qualche colpo cosa fa? Segna. Pazzesco. Una macchina da guerra. A inizio stagione non ero convinto. Chiedo scusa, Antonin!

ZACCAGNI 7 Il fatto che sia entrato nel giro della Nazionale mi pare che non sia più un caso. Tutto quello che di pericoloso il Verona riesce a costruire passa dai suoi piedi. Prima con Dimarco, poi (soprattutto) con Lazovic fa cose incantevoli che mandano il cervello in pappa a Demiral. Dopo un paio di prestazioni un po’ così, è tornato a farci brillare gli occhi.

BESSA s.v. (dal 38′ s.t.)

LASAGNA 6 Tanto lavoro, questa volta davvero sporco, nel tentativo di far salire la squadra. Prende un bel po’ di falli che alleggeriscono la tensione. Le occasioni da gol, a dire il vero, non sono tante, anzi, non se ne vedono. Però a me è piaciuto. Vedere lo scatto che tenta al 92esimo, quando la spia della riserva dovrebbe essere di color rosso incandescente.

ALL. JURIC 7 Anche contro la Juve ci sono stati momenti di dominio. Magari non lampante come quello visto contro il Genoa, ma se il suo Verona avesse vinto credo che ci sarebbe stato poco da dire, pensando al palo di Faraoni e alla traversa di Lazovic. Meno male che la sua squadra è al 30%. Quando arriverà al 60% la corsa all’Europa League dovrebbe diventare quasi un obbligo.

IL PAGELLONE DI GENOA-VERONA

SILVESTRI 6 Incolpevole sui gol del Genoa. Subisce di fatto solo due tiri in porta e gli va male. Peccato perché in una partita dominata ci voleva un pizzico di attenzione in più per portarla a casa.

MAGNANI 7 Trova la concentrazione richiesta in più di un’occasione da mister Juric. Ha la testa giusta e non ha paura di giocare col fisico, nonostante l’arbitro Marchetti lo prenda un po’ di mira. E’ bravo ad adattarsi alle varie situazione del match e non ha la puzza sotto al naso quando il pallone deve essere sparato in tribuna.

GUNTER 7 Sulla sua rotta c’è Destro, che con Ballardini sembra aver trovato finalmente un senso come attaccante, e lui decide di annullarlo. Lo segue a uomo e non gli fa praticamente mai toccare pallone. Bene anche fisicamente. Evidentemente il passo falso contro l’Udinese è stato solo una casualità, perché da lì in poi si è rimesso in marcia.

LOVATO 6 Fino a quando rimane in campo, gestisce al meglio, senza mai andare in difficoltà. Dei tre della difesa è quello meno appariscente, ma questo conta fino a pagina due. Juric lo tiene negli spogliatoi dopo l’intervallo.

CETIN 5.5 (dal 46′) Juric lo manda in campo all’inizio della ripresa e lui ripaga con un errore fantozziano che spiana a Shomurodov la strada del pareggio. Una topica clamorosa alla quale riesce a mettere una toppa mettendo in difficoltà con un cross Perin che smanaccia, ma sui piedi di Faraoni, bravo a segnare il gol del raddoppio. L’errore, comunque, non gli ha tolto fiducia, e questo è un segnale fondamentale.

FARAONI 7 Partita sontuosa, impreziosita da un gol tutt’altro che facile da fare. Il registro della sua gara è sempre lo stesso: tanta qualità, in entrambe le fasi di gioco e una voglia di sacrificarsi esemplare. Esce azzoppato, col il polpaccio indolenzito. Mi auguro che non sia nulla di grave, sarebbe una brutta assenza da colmare.

VIEIRA 6 (dal 68′) Entra al posto del capitano, esterno a destra. Non è la sua posizione e lui è il primo a esserne cosciente. E’ quindi bravo a mantenere la posizione, senza strafare. Rispetta diligentemente le consegne di Juric.

TAMEZE 7 Altra prestazione monumentale per il francese, che diventa sempre più fondamentale per questo Verona. Juric ha definito Barak un “tuttocampista”. Definizione che calza a pennello anche a lui, che ha enorme sapienza e facilità di coprire ogni zolla del campo. Esce stremato, e pare logico dopo i km macinati.

STURARO s.v. (dal 94′)

ILIC 7 Al di là del gol, tra l’altro stupendo e di un coefficiente di difficoltà elevatissimo, è padrone del centrocampo gialloblù. Detta tempi a seconda del momento della partita. Nei dieci minuti centrali del secondo tempo, quando il Verona mette alle corde il Genoa, c’è lui su ogni pallone. Esce per ko tecnico dopo una bomba che lo prende in pieno volto.

VELOSO s.v. (dall’82’)

LAZOVIC 6 Un primo tempo di quelli che ti riconciliano col calcio. Gamba leggera, fiducia nei propri colpi e grande intesa con Zaccagni. Cala nei secondi 45 minuti quando sono più gli errori banali che le giocate degne di nota. Però bisogna prendere quello di buono che ha fatto, perché di lui c’è sempre enorme bisogno.

BARAK 7.5 Sorprende ogni partita di più. Quando di pensa che abbia raggiunto il top della sua condizione fisica e mentale, è capace di spostare sempre più in alto l’asticella delle aspettative. E’ lui a dare il “la” al primo gol del Verona. Prima recuperando un pallone vagante e poi servendo un assist perfetto per Ilic. Ma è la qualità costante nei 95 a impressionate. Qualità, enorme, e quantità inesauribile.

ZACCAGNI 6 La scarpata che gli rifila Masiello dopo 50 secondi, rimanendo tra l’altro impunito in maniera clamorosa, forse lo condiziona. Fatica a trovare il passo. Ci riesce a fasi alterne e quando imbrocca la giocata è sempre capace di fare male. Prova anche la botta da fuori, ma ha poca fortuna. Magari ha bisogno di rifiatare, ma sa di avere le spalle coperte.

BESSA 6.5 (dall’82’) E’ una costante ormai che entri in campo portando qualità alla manovra. E’ uno dei pochi, in questa squadra, che ha la capacità di tirare dalla distanza. Ci prova anche oggi e quasi quasi ci scappa il gol.

LASAGNA 5 E’ l’insufficienza che do più malvolentieri, perché il calcio va oltre le occasioni sprecate. Però quelle che si divora Kevin sono troppo clamorose per non essere giudicate con severità. Dalla sua il fatto di essere rimasto in partita fino alla fine, senza rimanere mentalmente sugli errori che, a conti fatti, hanno determinato il risultato.

ALL. JURIC 7 Il suo Verona domina quasi tutta la partita. I primi venti minuti del secondo tempo dovrebbero essere mostrati durante il corso allenatori di Coverciano. Il Genoa non è in grado di uscire dalla sua area. Sembra Mike Tyson al crepuscolo della sua carriera. La partita non la vince per gli errori di Lasagna, che, ahimè, sono stati determinanti. Ecco, proprio con Kevin il mister deve essere bravissimo, continuando a credere in lui perché sono convinto che verrà presto ripagato.

IL PAGELLONE DI VERONA-PARMA

SILVESTRI 6 Un pastrocchio che rischia di complicare dannatamente la partita. Nell’azione che porta al rigore del Parma, chiama il pallone, Lovato glielo lascia, lui appare quasi sorpreso, al punto da stendere Karamoh. Fortunatamente il Verona riesce a ribaltarla. Poco tranquillo, in generale, ma si riscatta nel finale quando gli emiliani provano l’assalto al fortino. Lì si fa trovare pronto.

CETIN 6.5 Non vedeva il campo da mesi, prima fermato da un infortunio, poi dalle gerarchie che lo hanno relegato ai margini. Inizia balbettante su Gervinho, ma col passare dei minuti prende ritmo e confidenza, riuscendo sempre ad avere la meglio sull’ivoriano. Anche fisicamente risponde bene. Oggi è un’alternativa, ma da qui alla fine anche lui può finalmente mettersi in mostra.

GUNTER 7 Si riscatta alla grande dopo l’incubo di Udine. Vince tutti gli scontri diretti con Cornelius che, in quanto a fisico, avrebbe potuto metterlo in seria difficoltà. E invece il centrale gialloblù domina aria e terra e quando serve, soprattutto nei minuti finali, la spara in tribuna, scoraggiando i disperati assalti del Parma.

LOVATO 7 Wow, che partita. Dalla sua parte c’è Karamoh che nel “la prendo io che la prendi tu” con Silvestri ha la meglio. Ma lui non ha colpe specifiche. Anzi mette insieme una prestazione di enorme attenzione tattica e di impressionante forza fisica. Quando serve ha anche la velocità dalla sua. Bene anche su Gervinho, quando l’ivoriano cambia posizione. Bravo.

LAZOVIC 6 E’ il meno positivo della compagnia. Ma, va detto, è attento soprattutto in fase difensiva, ben conoscendo le qualità degli esterni di D’Aversa. In avanti poco, anche se quel poco è il bel cross che si conclude col gol del pareggio di Dimarco. Per il resto, così così, con alcuni errori abbastanza clamorosi per venire fuori dai suoi piedi. E’ un’annata un po’ disgraziata. Speriamo che giri.

TAMEZE 6.5 La solita grandissima corsa in mezzo al campo. E’ ovunque. Spesso si scambia di posizione con Barak, cercando di trovare spazio più vicino a Lasagna. E’ veramente il classico giocatore che “dove lo metti, fa bene”. Giusto anche il feeling col giovane Ilic. Nel finale di partita si getta nella tonnara e più di una volta è lui a spazzare l’area gialloblù.

ILIC 6.5 E’ vero, qualche volta commette piccoli errori. Ingenuità che sono naturali per un ragazzino come lui. Però colpisce la personalità con la quale annulla le sciocchezze per riscattarle in ottime giocate. Ha qualità tecnica importante e la mette al servizio della squadra con grande sapienza. Quando troverà anche il lancio da trenta metri, l’assenza di Veloso sarà meno pesante da sopportare.

VELOSO s.v. (dal 93′)

DIMARCO 7.5 Un gol, una punizione nel sette che non si sa come Sepe riesce a mettere in angolo e l’assist per la rete che decide la partita. In mezzo a tutto questo, un’infinità di cross meravigliosi che hanno trovato poca fortuna. Veniva da un paio di fiaschi, tutti giocando da difensore puro. Che sia il caso di lasciarlo sempre nei quattro di centrocampo?

MAGNANI s.v. (dall’83’)

BARAK 8 Entra nella storia del Verona: il suo gol è il millesimo della squadra gialloblù in serie A. Lo festeggia con una partita devastante, forse la migliore da quando veste la maglia dell’Hellas. E’ una delizia per gli occhi perché oltre all’enorme forza fisica, è capace di giocate di fino che non sembrerebbero nel repertorio. Il colpo di testa che fulmina Sepe è da manuale per tempismo e precisione. Monumentale.

COLLEY 6 Alterna fiammate a pause adolescenziali. Juric con lui è un martello, lo accompagna ad ogni passo. Le potenzialità, l’ho sottolineato spesso, ci sono. Al momento penso che sia più utile a partita in corso. Paura per un infortunio al ginocchio che lo fa fa stramazzare a terra in lacrime. Esce dal campo sulle sue gambe ed è l’unica cosa alla quale ci appigliamo per scongiurare il peggio. Forza Ebrima.

BESSA 6.5 (dal 51′) Mi aspettavo di vederlo dal primo minuto, ma evidentemente non ha ancora la gamba giusta. Anche se quando entra dà la sensazione di girare a pieni regimi. E’ bello vederlo giocare, sempre con la testa alta, con intuizioni di qualità unica per questa squadra. Va vicino al gol. Provaci ancora, Daniel.

LASAGNA 6.5 A me è piaciuto e avrebbe meritato il gol per il grande lavoro, in alcuni frangenti di buona qualità. Ha velocità che impressiona e la sensazione è che sia già a buon punto nell’assimilare le idee di mister Juric. La sua spizzata sul cross di Lazovic è determinante per permettere a Dimarco di calciare e trovare il pari. A volte fin troppo generoso. Però, devo dire, mi ha lasciato sensazioni molto positive.

ALL. JURIC 6.5 Troppo brutto il Verona di Udine per essere il suo. E infatti, contro il Parma abbiamo rivisto, seppur a tratti, la squadra spietata e consapevole che ben conosciamo. Sceglie Colley invece di Bessa (e qui ci sarebbe da discutere), ma azzecca la mossa di Cetin che, tolto dalla naftalina, ripaga la fiducia. Il resto sono scelte obbligate. I punti sul terzultimo posto sono ora 18. E ci sarà ancora da divertirsi.

IL PAGELLONE DI UDINESE-VERONA

SILVESTRI 6 Almeno quattro miracoli clamorosi su un totale di cinque grandi parate. Se nel primo tempo il Verona riesce a tornare nello spogliatoio sullo 0-0 il merito è esclusivamente suo. Nel secondo tempo fa lo spettatore fino all’83’ quando, con gran dose di sfiga, se la butta dentro da solo. Cosa volete che vi dica, il calcio è assurdo. Le parate sono da 8, l’errore da 4. Peccato.

DAWIDOWICZ 4.5 Una partita da incubo per il povero Pawel che non riesce praticamente mai a prendere Deulofeu. L’attaccante spagnolo non dà punti di riferimento e questo manda in confusione il difensore polacca che deve dare fondo a tutte le sue energie fisiche per metterci qualche toppa. Prende una tacchettata in testa, che gli provoca una ferita. Rimane negli spogliatoi dopo il primo tempo.

LOVATO 6 (dal 1′ s.t.) Con lui in campo Deulofeu fatica di più. Subito concentrato, gioca bene sull’anticipo, aiutato dal fisico, che sovrasta lo spagnolo. Purtroppo nelle due uniche azioni che lo spagnolo riesce a confezionare nel secondo tempo, non c’è lui a marcarlo.

GUNTER 5 Soffre un po’ meno di Dawidowicz, ma anche lui è sempre in apnea davanti a Llorente. Lo spagnolo le prende praticamente tutte di testa e lascia solo le briciole al centrale gialloblù. Purtroppo dovrebbe essere quello che da dietro fa ripartire l’azione, ma non riesce nemmeno a tenere alta la difesa quando il Verona prova ad alleggerire.

MAGNANI 5 (dal 1′ s.t.) Bene fino al 92′. Poi un rinvio sciagurato, senza senso, che permette all’Udinese di trovare il raddoppio con Deulofeu. Lo aveva detto Juric, è un ottimo giocatore che si lascia andare a qualche passaggio a vuoto di troppo. Oggi, purtroppo, lo ha dimostrato.

DIMARCO 5 Giornataccia anche per lui, sempre in affanno quando c’è da correre indietro. Qualcosa meglio quando prova a spingere nel secondo tempo, aiutato dal generale risveglio della squadra. In occasione del vantaggio dei friulani, Deulofeu lo salta con enorme facilità, per andare poi a “causare” l’autogol di Silvestri.

FARAONI 5.5 Seconda di fila sotto tono per il capitano che si lascia travolgere dall’apatia del primo tempo. Mai capace di spingere, appena appena attento quando si tratta di difendere. Quando il Verona torna in campo dopo l’intervallo, anche lui si risveglia e prova a fare male soprattutto in fase propositiva. Si becca il giallo. Pessima notizia. Dovrà la saltare la prossima al Bentegodi contro il Parma.

TAMEZE 6 Il centrocampo è il reparto che più soffre nel primo tempo, esponendo la difesa a schiaffi che arrivano da tutte le parti. Lui non riesce a capirci nulla e Barak non lo aiuta. Quando si riparte nella ripresa e si trova di fianco Ilic, trova più coraggio e anche più iniziativa. Reagisce bene e prova a trascinare i suoi. Spreca una grande occasione in area di rigore, calciando una ciofeca. Esce stremato.

COLLEY s.v. (dal 42′ s.t.)

BARAK 5.5 Onestamente non pensavo che potesse pagare così tanto la forza fisica dei suoi ex compagni e invece ha sofferto tantissimo, schiacciato tra i tre dirimpettai in bianconero. Nei secondi 45 minuti, Juric lo riporta nei due che si muovono dietro la punta. Un po’ meglio, ma non abbastanza.

LAZOVIC 5 Tante volte, questa stagione, ci siamo trovati a dire che non è ancora lo stesso della scorsa stagione. Confidando in una cosa transitoria, ci stiamo rendendo conto che questa fase involutiva non è ancora finita. Solo un paio di spunti, ma nulla che faccia brillare gli occhi. Per come la vedo io, deve giocare sempre, per ritrovarsi. Ma deve darsi una mossa.

ZACCAGNI 5.5 Parte bene, poi anche lui, come i compagni, sparisce dal campo, sovrastato dalla forza fisica dell’Udinese. Tenta a rimettersi in moto, ma la benzina è quella che è. Nella ripresa beneficia della prestazione decisamente migliore della squadra ma, limitato anche dal cartellino giallo, che lo costringerà a saltare la prossima di campionato, si spegne lentamente.

BESSA s.v. (dal 27′ s.t.)

LASAGNA 5 Se Juric lo ha visto come un esperimento, ahimè, è stato un fallimento. Pensavamo che il mister lo mettesse più vicino a Kalinic e invece, confinato largo a sinistra, non è mai riuscito a innescarsi, quelle poche volte che gli è arrivato qualche pallone giocabile. Ci vuole tempo, per carità, nessun dramma. L’importante è che non diventi un equivoco tattico. Ma in questo, Juric penso sia una garanzia.

ILIC 6.5 (dal 1′ s.t.) Il primo tempo ha certificato l’enorme bisogno di un costruttore di gioco. Con Veloso ancora fermo, è lui che si prende la responsabilità di dare ordine al Verona. E ci riesce per lunghi tratti, trovando la giusta sintesi con Tameze. E’ la vera nota positiva di questa seconda sconfitta consecutiva.

KALINIC 5.5 Ci aspettavamo fuoco e fiamme quando abbiamo letto la formazione prima del fischio d’inizio. E invece l’esperimento con Lasagna si è ammosciato nell’umidità della Dacia Arena. E’ anche partito discretamente, ma è durata poco. Meglio nella ripresa, forse più libero mentalmente. Ma non ha mai visto la porta e per un attaccante è un bel problema.

ALL. JURIC 5.5 Primo tempo regalato all’Udinese, secondo tempo più simile a quello che ci ha fatto vedere da quando è arrivato a Verona. Ha la lucidità per capire che la squadra mandata in campo all’inizio non funzione e ne cambia tre subito dopo l’intervallo. Rimane il grande problema dell’attacco: per 95 minuti i suoi non hanno creato una vera occasione da gol. Se è una questione di testa, agisca subito. Lui sa come farlo, su questo non ho alcun dubbio.

IL PAGELLONE DI ROMA-VERONA

SILVESTRI 5+ Un paio di interventi che evitano l’imbarcata totale non gli bastano per salvare una partita condizionata da due errori su due dei tre gol della Roma, secondo e terzo. Anche sull’1-0 di Mancini non mi è sembrato particolarmente reattivo, ma lì ad ingannarlo ci si è messo anche Ceccherini, con lo svarione decisivo.

DAWIDOWICZ 5 Soffre dannatamente la velocità di Mkhitarian, non riesce mai a tenerlo. Il primo tempo è davvero da incubo, ed esce malconcio anche da un corpo a corpo con Borja Mayoral (fatalità i padroni di casa la sbloccano quando lui è momentaneamente fuori). Nella ripresa un po’ meglio, anche perché la Roma rallenta. Ma quando accelera, sono sempre dolori.

GUNTER 4.5 Subito due palloni in disimpegno sparati in fallo laterale in maniera del tutto scriteriata, senza avversari in pressione. Poi, sotto di un gol, con la squadra ancora incredula, tiene in gioco Borja Mayoral che dà il “la” al raddoppio della Roma. In confusione totale, non riesce a riprendersi e rimane a rimuginare sugli errori che hanno inevitabilmente condizionato il risultato.

CECCHERINI 5 Nel colpo di testa di Mancini, che sblocca il risultato, potrebbe respingere il pallone sulla linea di porta, ma lo cicca clamorosamente. Falloso, troppo falloso. Ed esageratamente frenetico nelle giocate. Non mi è piaciuto. Pellegrini lo mette in difficoltà, anticipandolo spesso e lui, fisicamente non al 100% arranca tentando di recuperare. Nel disastro totale del primo tempo non riesce a limitare i danni.

UDOGIE s.v. (dal 35′ s.t.)

FARAONI 5 Mi fa un certo effetto dargli un’insufficienza, perché anche nelle giornate storte della squadra, lui ha sempre portato a casa la pagnotta. E invece incappa nella sua prima topica stagionale. Dalla sua parte c’è Mkhitaryan che sembra un ossesso e lui ci capisce davvero poco. Finisce sotto la doccia molto prima rispetto a suoi standard, considerano che Juric non lo cambia praticamente mai.

DIMARCO 6 (dall’11’ s.t.) Aveva probabilmente bisogno di rifiatare, ed evidentemente gli sono bastati 45 minuti in panchina, perché quando è entrato ha fatto bene.

TAMEZE 6.5 E’ l’unico, soprattutto nel primo tempo, che non va in confusione e a tentare di dare una parvenza di squadra ai suoi compagni, che non hanno invece alcuna forma. Corre anche per gli altri nove ma non basta ad evitare la figuraccia. Anche nella ripresa, con i nuovi innesti, si arrende solo quando il discutibile arbitro Piccinini fischia la fine.

ILIC 5 In mezzo al campo i giallorossi entrano come il classico coltello caldo nel burro. Paga la grande velocità di gioco della Roma, lui che non è certo uno agile nel breve. Ma nemmeno nel lungo. Dovrebbe far ragionare la squadra, ma lui è il primo a non essere lucido. Anche difensivamente gli vanno via abbastanza in scioltezza.

BESSA 6.5 (dall’11’ s.t.) Il gol di Colley è per la metà suo. Bellissimo, infatti, il pallone che mette sulla testa del giovane attaccante gialloblù. Ma non si è fermato lì, perché ha fatto vedere altre belle giocate e ha dimostrato di trovarsi bene coi compagni (che lo cercano tantissimo). Juric non ha un giocatore con le sue caratteristiche, vero regista offensivo, capace anche di vedere la porta. Sono convinto che nel momento in cui troverà la condizione fisica ideale, potrà mettere in difficoltà il mister nelle scelte.

LAZOVIC 6 A sinistra ha sofferto, o comunque sia, non ha brillato come al suo solito. Discorso completamente diverso nella ripresa quando Juric lo ha riportato nel suo ruolo naturale. Buona l’intesa con l’ispiratissimo Bessa. La cosa che preme maggiormente è che ritrovi la stessa condizione della scorsa stagione.

BARAK 5.5 Primo tempo praticamente nullo. Secondo meglio, quando Juric lo abbassa, mettendolo al posto di Ilic. Non ha gli spunti visti contro il Napoli e quindi ci mette il fisico che di certo non gli manca. Ecco, in certe partite, sono convinto che il suo ruolo sia in mezzo al campo. Il graduale inserimento di Bessa potrebbe agevolare questa soluzione.

ZACCAGNI 5 Sotto gli occhi del c.t. della Nazionale, Roberto Mancini, stecca la partita. I difensori giallorossi gli preparano il comitato di benvenuto con la clava in mano e lui non fa nulla per giocare con “astuzia”. Ci prova anche a tentare qualche giocata delle sue, ma le buone intenzioni non si trasformano in concretezza. Colley prende il suo posto. E segna.

COLLEY 6+ (dall’11’ s.t.) Entra in campo indemoniato. Trova il gol subito, poi un’altra grande occasione, sparata però alta. Non gestisce al meglio un contropiede che avrebbe potuto riaprire la partita. Ma non condivido le critiche esagerate che ho sentito su di lui. Sono il primo a chiedergli sempre la voglia di fare il diavolo a quattro. Oggi l’ha fatta vedere. Spiegatemi voi cosa avrebbe dovuto fare di più di così…

KALINIC 4.5 A fondo lui, come a fondo tutta la squadra nel primo tempo. Gli arriva qualche pallone, per carità, nulla di clamoroso, ma lui pur con quel poco che gli arriva combina nulla. Lo cercano sempre col lancio lungo e sistematicamente finisce di sbattere contro la difesa della Roma. Rimane negli spogliatoi dopo l’intervallo.

LASAGNA 6+ (dal 1′ s.t.) Vince lui il “confronto” con Kalinic, ma, lungi da me creare una lotta intestina. E’ innegabile, però, che abbia fatto meglio rispetto al croato. Si crea un paio di occasioni, una buona, che finisce sul fondo solo per una deviazione giallorossa. Acquisto che permette finalmente a Juric di avere più opzioni dalle quali pescare.

ALL. JURIC 6 Io non lo boccio, perché quei dieci minuti di delirio della squadra non sono prevedibili, assolutamente. La formazione che manda in campo non è sbagliata. Forse un appunto solo su Dawidowicz a uomo su Mkhitaryan. Nella ripresa, però, prova a cambiarla e la squadra dà segni di vita che nel primo tempo aveva dato solo nei primi venti minuti. Insista su Bessa perché uno così, con quel tipo di caratteristiche non ce l’ha in rosa.

IL PAGELLONE DI VERONA-NAPOLI

SIVESTRI 6.5 Un miracolo nel primo tempo su Demme, che da due passi non riesce a superarlo. Per il resto non è che il Napoli lo impensierisca. Si limita all’ordinaria amministrazione con la solita grande personalità.

DAWIDOWICZ 6.5 Ad un certo punto si è fatto prendere la mano e sembrava la reincarnazione di Garrincha: un dribbling di qua, uno di la e via sul fondo per crossare. Lo dico sempre, non sarà bello da vedere quando gioca, ma se è in giornata sia fisicamente, sia mentalmente, non sbaglia mai prestazione.

GUNTER 6.5 Non è per niente facile tenere a bada un sacramento come Petagna, che gioca tanto di fisico, appoggiandosi all’avversario. Lui ci riesce benissimo, venendo anche spesso fuori con la palla al piede. Bene anche nel gioco aereo, quando il Napoli prova il lancio lungo, a scavalcare il centrocampo. Esce un po’ azzoppato, ma pare nulla di serio

LOVATO 6 (dal 30′ s.t.) Prezioso nei momenti concitati (pochi) in cui il Napoli prova a raddrizzarla.

DIMARCO 6 Inizio shock con un errore fantozziano che spalanca la strada verso la porta di Silvestri a Lozano, che non perdona. Sembra rimanere su quel buco per lunghi tratti del primo tempo, fino a quando è proprio lui, con un bellissimo inserimento, a rimettere le cose in bolla. Certo, quando lo attacca l’esterno partenopeo, corrono i brividi lungo la schiena, ma lui rimane sempre concentrato

MAGNANI 6 (dal 10′ s.t.) Muso duro e bareta fracà, entra nella lotta con determinazione. Forse anche un po’ troppa perché si becca il giallo che lo farà stare fuori la prossima, contro la Roma. Però bene.

FARAONI 7 Sapete chi mi sembra Faraoni? Come quell’amico che se lo inviti ad una festa con cento persone, magari non lo noti. Ma se non viene, senti la sua mancanza. Ecco, ci sono momenti della partita in cui sembra quasi di non vederlo. E invece ti rendi conto che è sempre al posto giusto, nel momento giusto. Segue Insigne a uomo, ma poi si smarca e comincia a prendere fiducia anche quando c’è da attaccare. Tanta, tantissima roba il Capitano.

TAMEZE 7.5  Tanto era mancato a Bologna e tanto bene ha fatto oggi, in perfetta interazione con Ilic. Lavoro sporco, sporchissimo, a recuperare palloni in mezzo al campo e, quando serve, in difesa. Corre tantissimo, senza mai perdere lucidità. Fondamentale nel centrocampo di questo Verona che è un po’ sciabola e un po’ fioretto. Finisce addirittura in crescendo, sollecitando le ripartenze gialloblù. La sua migliore partita da quando veste la maglia dell’Hellas.

ILIC 7 A Bologna mi era sembrato timidino, limitato a fare il compitino. Contro il Napoli dimostra grande maturità e voglia di prendersi il centrocampo sulle spalle. Si propone, propone e corre con gran disinvoltura. E’ un bambino, Juric lo dice sempre, ma è la strada giusta perché diventi un uomo vero.

LAZOVIC 7 Si è rivisto, per lunghi tratti, il Lazovic bello ed efficace della passata stagione. Convinto di poter saltare l’uomo, non si fa pregare e parte. Si divora un gol facile facile nel primo tempo, solo davanti alla porta, ma si fa perdonare nell’azione del 3-1, con un assist perfetto che Zaccagni non deve fare altro che trasformare in gol. Adesso, avanti così, Darko.

BARAK 7.5 Un gol stupendo, gentilmente suggerito da un assist meraviglioso di Zaccagni. Grande forza fisica, e questa era cosa nota. Ma anche grande capacita di coprire la trequarti di campo di sua competenza. Abile negli inserimenti, oggi ne abbiamo avuto un’ulteriore riprova: quando entra in area sa essere devastante. Altra partita di grande presenza e solidità, mai banale e gestita alla perfezione in entrambe le fasi.

ZACCAGNI 7.5 Primo tempo con le marce ridotte, alla ricerca dell’intesa non sempre perfetta quest’anno con Lazovic. Nella ripresa diventa devastante e ogni volta che punta i giocatori di Gattuso, o lo stendono, o se ne va via in scioltezza. L’assist per il 2-1 di Barak è una “Gioconda”. Il gol è la definitiva liberazione in una partita che il Verona ha strameritato di vincere.

BESSA s.v. (dal 38′ s.t.)

KALINIC 5.5 Non ho ancora capito se sia lui a non aver capito il gioco della squadra o la squadra a non capire quali siano le sue caratteristiche da esaltare. Fatto sta che la chimica deve ancora sbocciare e lui fa poco per incentivarla. Schiacciato tra Koulibaly e Maksimovic non riesce quasi mai a tenere su un pallone che aiuti i compagni a salire. Ma come dicevo, forse la colpa non è solo sua.

DI CARMINE 6 (dal 10′ s.t.) Partecipa all’azione del terzo gol. Si dà da fare e non è una gran novità.

ALL. JURIC 8 Dopo una partenza quando meno terrificante, che ha lasciato qualche scoria fino a metà del primo tempo, i suoi ragazzi si destano e prendono in mano la partita. Nella ripresa sembra il Verona la grande squadra. Il Napoli non riesce a capirci un granché e i gialloblù, come lo squalo quando sente l’odore del sangue, azzannano la preda per finirla. Conclude il girono d’andata a 30 punti. Esatto, 30 punti. Qualcosa di pazzesco. E, secondo me, il bello deve ancora venire.

IL PAGELLONE DI BOLOGNA-VERONA

SILVESTRI 6 Un po’ troppo frettoloso in occasione dell’azione che porta al rigore del Bologna. Arriva lungo su Soriano, che non fa ovviamente nulla per restare in piedi. Forse avrebbe dovuto accompagnarlo sul fondo. Ma dirlo seduto davanti ad un computer non conta nulla. Poi due autentici miracoli, nel secondo tempo, prima su Barrow, poi su Orsolini.

DAWIDOWICZ 5.5 Come tutta la difesa, soffre tremendamente la pressione dei tre trequartisti che stanno dietro a Barrow. Fatica tremendamente a liberare quando ha il pallone tra i piedi. Cresce nella ripresa quando Juric lo sposta sul centro sinistra. Ma non quanto basta per raddrizzare la partita sua e quella del Verona.

BESSA 6 (dall’88’) Il suo è solo un voto di incoraggiamento, perché sono convinto che potrebbe tornare utile alla causa gialloblù. Sono contento di averlo rivisto in campo.

GUNTER 5.5 Barrow è davvero un brutto cliente e infatti gli va via in più di un’occasione. La mette sull’anticipo, ma spesso arriva in ritardo. Vero, c’è anche qualche chiusura preziosa, ma in generale è sembrato poco sicuro dei suoi mezzi, al pari dei compagni di reparto.

MAGNANI 5.5 Juric sceglie di metterlo a sinistra, nei tre di difesa e questo gli toglie più di una certezza. Anche perché da centrale puro, finora, aveva dominato in lungo e in largo. E invece oggi ha sofferto. Meglio quando il mister lo ha spostato a destra, nella ripresa. Qualche timido tentativo di farsi vedere in avanti, con risultati però non positivi. Un pizzico di stanchezza è normale che lo limiti.

FARAONI 6 Difficile davvero che sbagli partita. Anche in un contesto non positivo, lui il suo lo fa, e lo fa bene. Certo, non scintillante come sempre, ma non si tira mai indietro, dietro e in attacco. Prova dialogare spesso con Barak, un altro che si è salvato, per mettere in pensiero il Bologna. Un piccolo messaggio al c.t. Mancini, in tribuna.

LAZOVIC 5 Mettendolo in mezzo al campo, Juric proprio non lo aiuta. Fa impressione vederlo così spaesato, incapace di trovare la giusta posizione a centrocampo. Non riesce a costruire e non riesce nemmeno a difendere. Fisicamente non c’è, ed è comprensibile visto che rientrava dopo un piccolo problema fisico. L’unica cosa buona la fa nei secondi finale di gara quando, tornato al suo ruolo, salta l’uomo e mette un ottimo pallone per Di Carmine.

ILIC 5.5 Primo tempo davvero sottotono, a velocità blanda. Non lo aiuta Lazovic, che lascia a lui tutto il lavoro sporco. Nella ripresa qualcosa di meglio e soprattutto più voglia di lottare sui palloni che gli arrivano a tiro. Ha pagato il centrocampo muscolare della squadra bolognese.

DIMARCO 5 Capita anche a lui, che sta mettendo insieme una grande stagione, di sbagliare una partita. Sbaglia sul taglio di Orsolini ed è lì che nasce l’azione che porterà al rigore per il Bologna. Ma oltre a questo, tanti altri piccoli errori, di attenzione e pochi cross degni del suo nome. Questa partita non è proprio andata la famosa “catena” di sinistra.

COLLEY 5.5 (dal 73′) Tanti palloni toccati in rapporto ai minuti giocati. Quasi tutti gestiti malissimo però. Continua il suo personale sali e scendi stagionale.

BARAK 6 L’unico che salvo senza ripensamenti insieme a Faraoni. Corre e corre tanto, andando ad aiutare qualche compagno visibilmente in difficoltà, soprattutto Lazovic. Si abbassa quando il Verona prova a partire e dimostra lucidità nei momenti più duri. Fisicamente non soccombe davanti ad un Bologna che di fisico ne ha tanto.

ZACCAGNI 5.5 Di suo non ha brillato, ma c’è anche da dire che i giocatori del Bologna lo hanno tartassato dal primo all’ultimo minuto. D’altra parte il campionato che sta facendo parla per lui e quindi gli avversari, che lo temono, non gli stendono certamente il tappeto rosso. Ha tirato il fiato, tutto sommato comprensibile.

KALINIC 5 Da uno come lui non ti aspetti un errore come quello che commette attorno al 63′ quando, tutto solo, spara addosso a Skorupski. Se fosse stato Di Carmine a commettere una topica simile, lo avremmo massacrato. Più difficile sbagliarlo che segnarlo un gol così. Ma oltre a questo, in generale, poca roba, pochi palloni giocati degnamente.

DI CARMINE 6 (dal 68′) Una gran bella occasione, su assist di Lazovic, che per poco non si trasforma in gol. Solita grande voglia di aiutare la squadra quando entra in campo.

ALL. JURIC 5.5 A conti fatti, l’esperimento di Lazovic a centrocampo è stato un fallimento. Mi ha sorpreso che ci abbia impiegato così tanto per rimetterlo largo a sinistra. Squadra visibilmente stanca, ma la cosa non è che mi sorprenda, visto quanto di buono ha fatto finora la squadra. Ciò nonostante crea due occasioni clamorose con Lazovic e, soprattutto, Kalinic. Il Bologna ha meritato, ma il pareggio non sarebbe stato un furto.

IL PAGELLONE DI VERONA-CROTONE

SILVESTRI 6 Un’unica parata vera nel primo tempo su Messias, poi si limita a controllare e a far sentire la sua presenza quando il Crotone comincia a spingere, ma senza concludere qualcosa di realmente pericoloso. Impossibile per lui fare qualcosa sul gol di Messias.

LOVATO 6 Primo tempo in giacca e cravatta, quasi da spettatore. Nella ripresa, quando si trova davanti Simy, le cose si complicano un pochino, perché l’attaccante calabrese ha fisico e grande voglia. L’esperienza gli manca, è vero, ma gestisce e tampona bene fino alla fine.

MAGNANI 7 E’ sempre più Ministro della Difesa. Fin dai primi minuti fa capire agli attaccanti del Crotone chi comanda. Di testa sono tutte sue. Nel gioco a terra, quasi. L’arbitro Massimi gli fischia tantissimi falli contro, talvolta inspiegabilmente. Ma rimane lucido e conferma quanto di buono fatto finora. Esce un po’ acciaccato, speriamo che sia poca cosa.

GUNTER 6 (dal 17′ s.t.) Non è facile doversela vedere con Simy, che risveglia il Crotone dal torpore. Ci riesce con esperienza, sgomitando quanto basta.

CECCHERINI 6.5 Visto che il calcio non è assimilabile al circolo del cucito, tra lui e Messias non mancano le scintille e qualche contatto al limite della lealtà. A dire il vero lui rimedia anche un taglio nella zona dell’occhio che però non lo limita, anzi. Una partita attenta, giocata con forza e grande tempismo negli interventi.

DAWIDOWICZ 6 (dal 1′ s.t.) Un paio di svarioni da brivido, ma poi si registra e tiene sempre la testa alta e la schiena dritta davanti agli avversari.

FARAONI 7 Per me lui è un vero fenomeno. Non mi fraintendete, certo che non lo accosto ai grandi campioni. Ma ha un’intelligenza calcistica sopraffina. Sono convinto che tra tutti, lui è l’unico al quale Juric non rinuncerebbe mai. E’ davvero fondamentale in ogni zona di quella fascia destra, che è di sua legittima proprietà.

TAMEZE 7 Grande partita del francesce. E’ letteralmente dappertutto, corre come un ossesso, sopperendo anche le mancanze del compagno di reparto, Ilic. Distrugge quando c’è da distruggere, costruisce quando c’è da costruire, sempre con grande intelligenza e padronanza dei propri mezzi. Seppur stremato, nei minuti finali tenta l’arrembaggio, da grande leader.

ILIC 6 Così così, dai. Si limita a giocate scolastiche, facendo sentire un po’ la mancanza di Veloso. Però ce la mette tutta, anche quando si tratta di scarpinare e, lo sappiamo, la corsa non è che sia proprio la sua più importante dote. Bene nell’azione del raddoppio gialloblù.

DIMARCO 6.5 Mezzo voto in meno per l’errore, sulla linea di porta, che permette al Crotone di riaprire una partita che sembrava in ghiaccio, come la temperatura al Bentegodi. Fortunatamente non è stato determinante il liscio. Ed è merito suo, in fin dei conti, se il Verona vince questa gara, perché mette dentro il secondo gol in due partite, anche questo di grande tecnica.

BARAK 6.5 Assist per il primo gol in gialloblù di Kalinic e una partenza, nella prima mezz’ora, impressionante. Uno strapotere fisico, ma anche tecnico che nella ripresa un po’ si annacqua, per poi tornare nei momenti decisivi, quando la squadra è chiamata a soffrire. Ha sui piedi un pallone facile facile per il terzo gol gialloblù, ma lo manda in una deserta Curva Sud.

ZACCAGNI 6.5 Nel primo tempo vederlo giocare è uno spettacolo. Non sembra che corra sul prato, ma che fluttui come lo skate board di Ritorno al Futuro 2. Si vede che è in grande fiducia perché crede in ogni giocata che sceglie. Meraviglioso l’assist per il gol del momentaneo 2-0 di Dimarco. Nel secondo tempo cala la squadra e lui fatica a prenderla per mano. Esce stanco e fa posto a Colley.

COLLEY 7 (dal 30′ s.t.) Dà una grande mano in un momento di estrema difficoltà per la squadra. Si procura anche due clamorose occasioni da gol, una delle quali, bellissima, si stampa contro l’incrocio dei pali. Una meraviglia. Ecco, lui questo deve essere, quello che manda in confusione gli avversari, nei seppur pochi minuti che rimane in campo. Prezioso come l’aria che si respira.

KALINIC 6.5 Una grande occasione, un gol. Questo deve fare, buttarla dentro, quante più volte possibili. Oltre alla sua prima rete in gialloblù, tanto movimento e qualche palla che poteva gestire meglio. Ma la strada è quella giusta. Servono i minuti nelle gambe per percorrerla tutta.

DI CARMINE 6 (dal 17’s.t.) Subito spavaldo e frizzante nel modo di correre e sacrificarsi, ma questa è una dota che ha pochi eguali tra gli attaccanti gialloblù. Cerca di far salire la squadra quando l’ossigeno segna “rosso”.

ALL. JURIC 7 Un primo tempo dominato dai suoi, che finiscono 2-o, risultato che sarebbe potuto essere anche più largo. Nella ripresa il Verona soffre l’intraprendenza del Crotone, ma i suoi tengono, eccezion fatta per la sbavatura sul gol di Messias. A 27 punti in classifica sta migliorando il capolavoro fatto vedere la scorsa stagione. Speriamo che la società non gli rompa questo giocattolo “quasi” perfetto.

IL PAGELLONE DI TORINO-VERONA

SILVESTRI 6 Una parata, facile facile nel primo tempo su Belotti. Ecco, da rivedere in occasione del pareggio di Bremer. Doveva uscire in presa alta? Era sua in area piccola, o era un rischio lasciare la porta? I dubbi rimangono, ma forse ci voleva un po’ più di decisione. Era una partita nella partita tra lui e Sirigu, in ottica nazionale. Finita anche questa in pareggio.

DAWIDOWICZ 6 Buona partita, attenta, nonostante i primi minuti da incubo, in cui prende una testata da Belotti e una pallonata in pieno viso. Resiste, stoicamente, ma alza bandiera bianca nel momento in cui va nello spogliatoio per l’intervallo. Juric gli concede un po’ di riposo.

LOVATO 6- (dal 1′ s.t.) Non particolarmente reattivo in occasione del pareggio del Torino: Bremer arriva prima di lui e la mette dentro. E’ una macchia in un secondo tempo giocato sufficientemente bene.

GUNTER 6.5 Bello il duello con Belotti, mi sento di dire, vinto dal difensore gialloblù. Nel primo tempo è uno dei migliori della squadra di Juric, poi gestisce con classe ed esperienza. Da lui passano i palloni quando il Verona decide di ripartire da dietro. E raramente si vedono giocate a caso.

CECCHERINI 6 Un po’ più falloso del solito, e infatti si becca anche il giallo. Ma l’efficacia rimane alta. Concede poco o nulla a Singo, che spinge molto, ma con poco successo. Fisicamente bene, prova anche a ripartire, non sempre in maniera impeccabile.

FARAONI 6.5 Sfortunato in occasione del pareggio del Toro. La sensazione è che aspetti l’uscita di Silvestri, ma alla fine si vede arrivare addosso il pallone e allora non può fare più nulla. Per il resto è il solito, solido, Faraoni, un martello costante, sempre presente e lucido in difesa e in attacco.

TAMEZE 6.5 Buonissima partita del francese che tiene in piedi il centrocampo, soprattutto quando il Verona è costretto a rinunciare alle geometrie di Veloso. Tanta corsa e tanti palloni recuperati, con grande determinazione. Sempre più certezza nei meccanismi di Juric.

RUEGG s.v. (dal 36′ s.t.)

VELOSO s.v. Ahi, un altro problema muscolare. Brutta notizia per il Verona.

ILIC 5.5 (dal 25′ p.t.) Così così. Fatica tanto quando entra in campo (a freddo) a trovare il passo giusto e in un paio di occasioni i granata lo infilano in velocità, non la sua dote principale. Un po’ meglio nella ripresa quando prova a far circolare velocemente il pallone. Ma in generale un po’ in affanno.

DIMARCO 7.5 E’ la garanzia di sempre. Che giochi nei tre di difesa o nei quattro di centrocampo e non è facile adattarsi continuamente. Trova un gol clamoroso, di una bellezza oggi seconda solo al gioiello di La Spezia di Zaccagni. Davvero tanta roba.

BARAK 6 La continuità, questa sconosciuta. Parte fortissimo, recuperando quattro palloni e impostando la ripartenza dei gialloblù. Poi, piano piano si spegne. Per riaccendersi a sprazzi nella ripresa, facendo vedere gran belle giocate, ma anche momenti di inspiegabile black out. Continua ad essere un po’ un’incompiuta.Quando farà lo scatto mentale, potrà diventare devastante.

ZACCAGNI 7 Un primo tempo senza infamia e senza lode, con qualche timida puntata verso l’area granata. Nella ripresa quando si accende lui, si accende tutto il Verona. Se ne va alla velocità della luce soprattutto a Izzo e poi azzecca l’assist al bacio per Dimarco che ringrazia e confezione un capolavoro balistico. Leader incontrastato.

MAGNANI s.v. (dal 36′ s.t.)

KALINIC 6 L’unica vera occasione da gol nel primo tempo del Verona ha la sua firma: un bel movimento in area, ma un tiro non altrettanto brillante. Oltre a questo, tanti bei movimenti che certificano una condizione sempre migliore. Il gol manca, è fin troppo ovvio. Ma queste sono le premesse affinché torni velocemente.

DI CARMINE 6 (dall’11’ s.t.) Entra in campo e sciupa malamente una potenziale azione da gol. Ma non rimane su quell’errore, abbassa la testa e comincia a lavorare come piace a Juric, soprattutto quando c’è da aiutare in difesa. Solito grande lavoro di sacrificio e corsa.

ALL. JURIC 6.5 Fino a pochi minuti dalla fine il Verona accarezza il sogno di una vittoria pesantissima a Torino. Sarebbero stati tre punti pazzeschi, tutto sommato meritati, anche perché il gol dei granata, i gialloblù se lo sono un po’ fatti da solo. Il pareggio è un risultato ottimo in trasferta, ma sono sicuro che un po’ gli dia tornare a Verona con un solo punto. Anche perché, ancora una volta, ha avuto risposte importanti da suoi, che hanno dimostrato sempre più chi sono. Ora vietato sbagliare domenica prossima, al Bentegodi, contro il Crotone

IL PAGELLONE DI SPEZIA-VERONA

SILVESTRI 6.5 Una grandissima parata su Pobega, nell’unica vera fiammata dello Spezia. Il primo tempo lo passa da spettatore ed è quindi ancora più difficile farsi trovare pronto nell’unica vera conclusione che arriva verso la tua porta. Dopo Donnarumma, secondo me, è il miglior portiere italiano.

DAWIDOWICZ 6 Un retro passaggio che spalanca la strada a Nzola verso la porta di Silvestri fa presagire una partita simile a quelle che ci faceva vedere un paio di stagioni fa. E invece si riprende e conduce la nave in porto, nonostante qualche scossone del mare di La Spezia.

MAGNANI 7 Sempre più leader di questa difesa. Bello il duello con Nzola, che è giovane e lotta con lo spirito di un leone. Ma “Magno” lo doma con grande classe, sovrastandolo in lungo e in largo. Fisicamente un portento. Il miglior acquisto durante la scorsa sessione di calcio mercato.

DIMARCO 7 Una partita perfetta soprattutto in fase difensiva. Juric gli chiede grande sacrificio e, soprattutto, la protezione delle fascia sinistra, dove viene concessa più libertà a Lazovic. Fondamentale in occasione di un paio di chiusure quando lo Spezia prova a fare male al Verona.

CECCHERINI 6.5 (dal 30′ s.t.) Una grande chiusura nei minuti finale della partita, evita problemi seri ai gialloblù.

FARAONI 7 Io continuo imperterrito a sottolineare l’importanza tattica di questo giocatore, sempre troppo sottovalutato, anche nei grandi salotti televisivi che dibattono di calcio. Ha una forza fisica capace di supportare il grande sforzo difensivo e la spinta perpetua in attacco. Suo l’assist per la meraviglia che ci ha regalato Zaccagni. Un altro che merita la Nazionale.

TAMEZE 6.5 Inesauribile, soprattutto nel primo tempo, quando riempie anche qualche buco lasciato da Veloso. E’ lui, in più di un’occasione a far ripartire l’azione, prendendosi anche una vagonata di scarpate. Cresce continuamente, ripagando la fiducia di Juric che su di lui ha puntato prima per necessità e poi per convinzione.

VELOSO 6+ Una gara di grande lotta, di sacrificio, magari non adatta ai suoi piedi raffinati. Il campo è pesante e lui questo lo soffre, ma ha grande perspicacia e sapienza nel cercare la giocata più muscolare che artistica. E’ lui ad avviare l’azione che porta al gol decisivo di Zaccagni. Finisce stremato.

LAZOVIC 6.5 Lampi di classe, che ci riportano alla mente quanto fatto vedere la scorsa stagione. Le gambe sembrano girare come ai vecchi tempi e anche la confidenza nelle “sue” giocate si vede, eccome. Con Zaccagni si trova a occhi chiusi ed è su quella certezza che costruisce la partita. Una grandissima occasione nel secondo tempo: una conclusione “a giro” che esce di un amen…

BARAK 6 Al rientro dopo le due giornate di squalifica, fatica a trovare la posizione e la continuità nelle giocate. Secondo me farebbe meglio da interno di centrocampo, perché mi sembra che abbia nelle sue corde la progressione, più che il lampo nel corto di pochi metri. Importante, comunque, che ci sia, perché fisicamente dà un grande peso alla squadra.

ZACCAGNI 9 Pelé, nel film “Fuga per la Vittoria”, pareggia la partita contro i nazisti con una rovesciata talmente bella contro anche il gerarca del führer si alza ad applaudirlo. Il gol di Zaccagni è in fotocopia, anzi, ancora più difficile, perché se la aggiusta col petto di quel tanto che basta per trovare l’impatto perfetto. E soprattutto, questo non era un film, ma la realtà. E’ diventato un vero fenomeno. Con questo gioiello sale la quotazione. Setti si sfrega le mani.

SALCEDO s.v. (dal 42′ s.t.)

KALINIC 5.5 Prendo per buone le attenuanti che derivano dal rientro in campo dopo tantissimi giorni di stop per infortunio. L’impegno c’è, ma quando gli capita l’occasione d’oro, la sciupa maldestramente, a pochi centimetri da Provedel. Finisce quattro volte in fuorigioco e non di poco. Vero, i meccanismi li trovi giocando, ma se pensiamo all’occasione singola, doveva fare meglio.

COLLEY 5.5 (dal 7′ s.t.) Un’occasione clamorosa, sbagliata di almeno cinque metri. Da solo, a pochi centimetri da Provedel, doveva quantomeno centrare la porta.

ALL. JURIC 7 Una partita accompagnata da qualche dichiarazione non proprio serena da parte del tecnico spalatino. Ma quando è il campo a dover parlare, lui non delude mai. Nel primo tempo i suoi dominano la partita, creando occasioni su occasioni. Non è certo colpa sua se si arriva all’intervallo ancora 0-0. Nella ripresa qualche piccola sofferenza in più, ma da grande squadra, Veloso e compagni vanno a prendersi la vittoria nel momento in cui lo Spezia, rimasto in dieci, inizia a barcollare in attesa del montante che lo manda k.o.