IL PAGELLONE DI CAGLIARI-VERONA

SILVESTRI 6 Incerto sul gol di Castro. Rimane nella terra di nessuno, non esce verso il pallone, tutt’altro che minaccioso, e si ritrova così a raccoglierlo dalla rete. Si riscatta però con un paio di parate degne del suo nome e di quella sicurezza che da un paio di partite si è leggermente appannata. Ma su di lui, dubbi zero.

RRAHMANI 6.5 Finora ha fatto vedere soprattutto il suo strapotere fisico. A Cagliari, così come in casa contro l’Udinese, ha messo in mostra anche un lato atletico sorprendente. Tante le sovrapposizioni con Faraoni e molte volte è proprio lui ad andare sul fondo e a mettere il pallone in mezzo. Anche in Sardegna cerca gloria sotto porta, ma la gioia del gol è per ora rimandata.

DAWIDOWICZ 6 Gli scappa Joao Pedro nel gol del vantaggio sardo, sebbene alla fine la rete sia stata assegnata a Castro. Cerca poi di riordinare le idee e alla fine ci riesce. Certo, un leggero passo indietro rispetto alla bella partita contro l’Udinese c’è stato, ma mi sento di dire che si sia finalmente ritrovato dopo l’inizio shock con il Bologna.

GUNTER 6 Diligente, gioca con più tranquillità rispetto alle ultime uscite dove il pallone sembrava gli bruciasse tra i piedi. Pensa a fare il minimo sindacale e questo gli basta per non andare in affanno davanti agli attaccanti del Cagliari.

FARAONI 7+ Premiata la sua tenacia in occasione del gol che assicura un punto preziosissimo ai suoi. Mette pressione a Pisacane che stramazza al suolo e gli regala un babà da mettere dentro. Ma oltre a questo c’è molto di più. Va su e giù per la sua fascia allo sfinimento e mette in mezzo un numero considerevole di palloni che, ma non è certo colpa sua, non vengono sfruttati al meglio.

AMRABAT 7.5 Per assurdo, forse è il caso che cominci a ciccare qualche partita, altrimenti a gennaio ce lo portano via. No dai, non accadrà, anche perché il Verona a fine stagione potrà (deve) esercitare il diritto di riscatto. Un’altra gara immensa per il marocchino, anche questa volta in ogni parte del campo, mai in affanno ma anzi sempre con la lucidità che gli permette giocate giuste al momento giusto. Infinito.

VELOSO 6.5 Mezzo voto in meno per quella clamorosa occasione che spreca nel primo tempo, con Olsen praticamente battuto. Ma, visto come è andata a finire, un errore che gli si può perdonare. Anche perché il livello delle sue giocate rimane nello standard che ci ha fatto vedere fino ad oggi.

LAZOVIC 5.5 Mi dispiace che non arrivi alla sufficienza, perché impegno e dedizione non mancano. Però troppi errori, mancanza di precisione non solo nell’ultimo passaggio, ma anche nelle giocate più semplici. Per me continua a valere il fatto che giochi in una posizione del campo a lui non naturale. La fascia destra gli manca, ma Faraoni da lì non lo sposta nessuno.

VERRE 5 L’investitura che arriva da Juric nella conferenza di fine gara (“stravedo per lui”) merita prestazioni migliori rispetto a quella di Cagliari. Perché se è vero che nelle scorse partite ha fatto intravvedere lampi di classe, è altrettanto vero che deve trovare continuità e forse maggiore consapevolezza nei propri mezzi. Che, sentendo il mister, sono da piccolo campione.

SALCEDO (dal 17′ s.t.) 6.5 Ah però!!! Che sorpresa per questo ragazzino che non ha ancora l’età per prendere la patente. 17 anni di talento e classe e anche fiuto per la porta. Si crea un paio di occasioni da gol che in quasi tutta la partita Stepinski non riesce a procurarsi. A partita in corso può fare molto male agli avversari.

ZACCAGNI 5 Si divora non uno ma due gol clamorosi. Il primo, facile che più facile non si può. Il secondo anche, ma cerca la mezza rovesciata che in una giornata storta come quella di Cagliari, secondo me, non ci stava. Poco lucido, probabilmente è quello che ha risentito maggiormente delle tre partite in otto giorni.

PESSINA (dal 29′ s.t.) 6 E’ una sostituzione che dà garanzie e Juric. Quando entra in campo rispetta le consegne del mister e aiuta i compagni a tirare il fiato.

STEPINSKI 5.5 Ancora non ci siamo. Pare in ritardo di condizione. Certamente essere arrivato l’ultimo secondo del calcio mercato non lo sta aiutando ad inserirsi negli schemi di Juric. Si dà da fare, ma con troppa confusione e non riesce praticamente mai a rendersi pericoloso. Però, e c’è un però, credo gli vada data fiducia perché ha le potenzialità per sbloccarsi e fare bene.

PAZZINI (dal 43′ s.t.) s.v.

JURIC 7 Rimane lui il vero valore aggiunto di questa squadra. Uno che senza compromessi riesce a far giocare a calcio la sua squadra. Bene, soprattutto. Ha la logica che non hanno avuto i suoi predecessori e convince in ogni scelta: ognuno nel suo ruolo, all’insegna della continuità. Sta “tirando il collo” ai suoi, e fino a questo momento la strategia paga. Bello vedere questo Verona, bello sentirlo parlare durante le conferenze stampa. I tempi delle “supercazzole” sono finalmente finiti.

IL PAGELLONE DI VERONA-UDINESE

SILVESTRI 6- Una delle notizie della giornata è la sua inconsueta incertezza. In più di un’occasione non dimostra tutta la sicurezza alla quale ci ha abituati. Nel primo tempo viene graziato da Lasagna, a due metri dalla porta. Poi qualche uscita ritardata e un po’ di brividi lungo la schiena sugli spalti.

RRAHMANI 7 Cresce di partita in partita, con una progressione impressionante. Dalle sue parti non si passa, manco per fare due passi. A dispetto della mole fisica ha agilità da scattista e contro l’Udinese, in più di un’occasione si fa vedere anche nella metà campo avversaria. Insostituibile.

DAWIDOWICZ 7 Negli occhi dei tifosi c’era ancora quel fallo da rosso su Orsolini, durante la prima di campionato, in casa, contro il Bologna. Costò al Verona non solo la sua espulsione, ma anche il rigore trasformato da Sansone. Senza mai voltarsi a guardare ciò che è stato, il polacco regala una prestazione coi fiochi, sbagliando praticamente nulla. Ottimo in anticipo, altrettanto quando gli udinesi si fanno pericolosi in area. Promosso a pieni voti.

GUNTER 6- Si vede che gioca un po’ frenato dopo gli ultimi episodi che lo hanno visto particolarmente sfortunato. Così incappa in qualche errore di troppo in fase di impostazione, sparando un po’ troppi palloni a casaccio. Viene però fuori alla distanza, sostenendo la squadra nella ricerca del gol.

FARAONI 6.5 Così così nel primo tempo, scatenato nel secondo. Un crescendo fisico per Davide che sforna cross a ripetizione. Solca la fascia destra con grande forza, abile, dopo aver offeso, a ripiegare in tutta fretta.

AMRABAT 7 E’ lui oggi la perla del centrocampo, l’uomo ovunque di questo Verona. Un portento al quale l’Udinese non riesce in alcun modo a porre rimedio. Se imparerà a trovare i tempi di inserimento in avanti, cercando così gloria sotto porta, beh, ci sarà da divertirsi. L’aggettivo di oggi per lui è: roboante.

VELOSO 6.5 Meno brillante rispetto alla gara con la Juve, e d’altra parte non è più un ragazzino. Le sue giocate, però, sono irrinunciabili per Juric e per il Verona. In mezzo al campo la palla passa sempre dai suoi piedi ed è raro che faccia una brutta fine.

LAZOVIC 6 Anche contro l’Udinese, così come contro la Juve, va vicino al gol, sempre con un bel tiro al volo. Si impegna e non poco e infatti finisce la benzina anzitempo, costringendo Juric al cambio. Devo dire che per uno abituato ad attaccare, è davvero apprezzabile l’aiuto che dà in fase difensiva.

VITALE (dal 38′ s.t.) s.v.

PESSINA 6 Leggero nel fisico, ma veloce nelle giocate. Svaria senza grandi restrizioni tecniche ed è un piacere vedere come accarezza il pallone col mancino. Deve trovare un po’ di sostanza, ma le premesse non mancano.

ZACCAGNI 6- E’ uno di quelli che ha maggiormente pagato il doppio impegno in tre giorni. Non è brillante come al suo solito e le giocate che contano stentano ad arrivare. Capaci di spuntare l’uomo e saltarlo, oggi si ferma un po’ prima. Fondamentale che recuperi le energie per la trasferta di Cagliari.

VERRE (dal 16′ s.t.) 6 Entra bene e la sua freschezza mette in difficoltà un’Udinese stremata fisicamente. Destra o sinistra poco conta per questo giovanotto che sta facendo intravvedere colpi notevoli. Ricordate il Milan…

DI CARMINE s.v.

STEPINSKI (dal 29′ p.t.) 5.5 Un po’ goffo nei primi minuti, dopo aver preso il posto di Di Carmine. Forse i carichi di lavoro non lo aiutano. Però con i minuti che passano inizia a sciogliersi e aiuta parecchio la squadra a guadagnare metri. Si divora un gol già fatto, a due metri dalla porta. Solo, solo, con quel capoccione, non riesce a fare di meglio che farsela parare da Musso. Mannaggia.

JURIC 6.5 Forse ci si poteva aspettare un po’ di turnover in più, però la squadra ha finito in crescendo, quindi, tutto sommato, ha avuto ragione lui. Giusta la scelta di mettere Di Carmine dal primo minuto. Mettendolo in panchina, dopo il rigore sbagliato a Torino, forse lo avrebbe perso mentalmente. Rimane il problema del gol, questo sconosciuto. Però dietro ha costruito, finora, un capolavoro.

IL PAGELLONE DI JUVENTUS-VERONA

SILVESTRI 6 Non è chiamato a grandissimi interventi, i suoi compagni fanno il possibile per evitarglieli. E’ sfortunato in occasione del gol di Ramsey. La deviazione di Gunter basta per rendere il pallone imprendibile. Nove volte su dieci il rigore calciato da Ronaldo è imparabile.

RRAHMANI 6.5 Quando vedo giocare l’albanese mi sembra di vedere uno degli spartani del film 300, fedele soldato di Leonida. E’ una potenza fisica, ma i piedi li sa usare eccome. Si becca un giallo, ma non cala mai di intensità.

KUMBULLA 6.5 “Sporca” la sua partita con quel secondo giallo, e quindi l’espulsione, a pochi secondi dalla fine. Ma anche di fronte ad una delle squadre più forti al mondo non perde la tranquillità che ci ha fatto vedere fino ad oggi. Peccato non aver per la gara di martedì sera contro l’Udinese il vero leader della difesa.

GUNTER 5 Sul gol di Ramsey è sfortunatissimo: devia con le unghie un pallone che probabilmente Silvestri avrebbe parato senza grande impaccio. Inconcepibile, però, il fallo su Cuadrado, che consegna a Cristiano Ronaldo un calcio di rigore evitabile. Poco sicuro durante tutta la partita, è stato l’anello debole della retroguardia, soffrendo tremendamente un Cuadrado in stato di grazia.

FARAONI 6 Bel primo tempo, di corsa e di testa. Tantissimi palloni messi in mezzo dalla sua fascia. Non ha paura di fronte ad Alex Sandro e anzi, forse è proprio il brasiliano a giocare con le marce ridotte. Cala un po’ nei secondi 45 minuti e quando il Verona tenta il tutto per tutto perde un po’ di lucidità nell’ultimo passaggio.

AMRABAT 7.5 Siamo solo alla quarta di andata e qui il rischio è di finire gli aggettivi da usare col marocchino. E’ straripante, travolgente, dotato anche del dono dell’ubiquità, visto che lo trovi in ogni zona del campo, costantemente. Una grandissimo giocatore che fa sfigurare anche Cristiano Ronaldo in occasione del gol del vantaggio gialloblù. E’ lui, infatti, a strappargli il pallone dai piedi per dare il via all’azione del vantaggio.

PAZZINI (dal 40′ s.t.) S.V.

VELOSO 7.5 Volete dire che non basta il gol a giustificare il voto? Per me sarebbe sufficiente, ma la sua partita non si ferma affatto al pallone che ha tolto la ragnatela dalla porta di Buffon. No. Delizia per tutti i 95 minuti con giocate di qualità sopraffina. Un vero professore in mezzo al campo che ha in Amrabat, tutto corsa e dinamismo, il suo miglior alter ego.

LAZOVIC 6 Nei minuti finali ha un’occasione colossale per regalare al Verona un pareggio forse anche un po’ stretto. Decide di tirare al volo, e secondo me fa bene. Ma la colpisce in maniera anche troppo pulita e così Buffon dimostra di poterci ancora stare tra i pali. Bravo nel primo tempo, un po’ meno continuo nella ripresa.

VERRE 5.5 Non riesce ad entrare pienamente in partita. Gli manca il passo e non riesce mai a trovare la giocata “geniale”. Un passo indietro rispetto alla gara sontuosa contro il Milan.

PESSINA (dal 14′ s.t.) 6 Porta la freschezza persa da Verre e cerca di fare il suo nel momento di massimo sforzo del Verona.

DI CARMINE 6 Ha due grandi occasioni: il calcio di rigore, che tira bene, ma che per semplice sfiga finisce sul palo; e il tiro ravvicinato che si stampa sulle chiappe di Bonucci. La fortuna non lo ha aiutato e quindi adesso tutti a gettargli addosso la croce. Io non lo boccio, perché se la Juve per quasi tutta la partita ci capisce ben poco, è anche per merito suo che va a pressare come un disperato. E’ vero, gli attaccanti devono segnare. Ma ha dato l’anima e questo mi basta per non massacrarlo con un’insufficienza.

ZACCAGNI 6.5 Ancora una partita di livello per Mattia, che si conferma a suo agio in quella posizione, alle spalle della punta. Scalda i guantoni di Buffon e accarezza la gioia di un gol allo Stadium. Esce ad un quarto d’ora dalla fine, forse anche perché martedì sera dovrà essere fresco e smagliante per affrontare l’Udinese al Bentegodi.

TUTINO (dal 28′ s.t.) S.V.

JURIC 7 Conferma di aver plasmato una creatura che molti di noi, alla vigilia della prima di campionato, pensavano fosse una sorta di Frankenstein. Il Verona che domina la Juventus è una meraviglia insperata, una gioia per gli occhi dei tifosi, ma anche per gli amanti del pallone che hanno capito che con le idee tutto è possibile. Meritava i tre punti, poche storie. Adesso deve essere bravo a mantenere alta la carica nervosa dei suoi ragazzi.

IL PAGELLONE DI VERONA-MILAN

SILVESTRI 6.5 L’unica piccola sbavatura, peraltro recuperata, quando si fa sfuggire il tiro di Calhanoglu. Si rituffa immediatamente sul pallone e subisce la carica di Piatek che segna lo 0-2 poi annullato da Manganiello, dopo aver consulato il Var. Non che il Milan lo chiami a fare gli straordinari, ma in ogni caso lui si fa sempre trovare presente all’appello.

RRAHMANI 6.5 Concede poco o nulla agli attaccanti del Milan, mantiene bene la posizione, in grande sintonia con i compagni di reparto. Consolida quanto di buono sta facendo vedere ormai da diverse settimane. Portargli via il posto sarà impresa ardua per chi ora siede in panca.

TUTINO (dal 34′ s.t.) 6 Entra bene e prova disperatamente a rompere le scatole ai difensori del Milan. Si butta con generosità su ogni pallone. Chissà che a Torino, contro la Juve, non tocchi ancora a lui giocarsi il ruolo di “falso nueve”.

KUMBULLA 6.5 Mezzo voto in meno perché in occasione del fallo di mano di Gunter, che porta al calcio di rigore del Milan, esce troppo frettolosamente dall’area per cercare l’anticipo e lascia sguarnita una zona cruciale del campo. Ma questo ragazzo è davvero forte. Elegante, non dà mai l’impressione di andare in difficoltà. Gioca con una naturalezza impensabile per la sua età. E con quella malizia da furbastro. Piatek trova il gol solo dal dischetto, perché Marash ci ha messo del suo per eclissarlo.

GUNTER 6 Qualcuno diceva che “se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo”. La palla gli arriva sul braccio e il calcio di rigore è inevitabile. Peccato perché anche lui, come Rrahmani e Kumbulla, sbaglia poco o niente. Quel poco, però, è decisivo. Mannaggia.

FARAONI 6.5 Che bello vederlo finalmente vangare quella fascia destra come solo lui sa fare. Dopo aver vagabondato per il campo, vittima dei deliri tattici di Grosso, Faraoni ha trovato la sua strada. Che porta a tanta corsa, ma anche a buona qualità e cross succulenti per gli “avanti” gialloblù. Sta crescendo di partita in partita. Bene così.

AMRABAT 7 E’ già idolo della Curva Sud che, alla lettura iniziale delle formazioni, lo accoglie con giubilo. E ci sarà un motivo se è già nel cuore del popolo gialloblù. Ci mette l’anima fino all’ultimo secondo. Corre come un matto. Lo vedi a difendere e trenta secondi dopo sta andando a cercare gloria dalle parti di Donnarumma. Fondamentale per l’idea di calcio di Juric.

VELOSO 6 Questa volta il regista dal sinistro d’oro non brilla come al suo solito. Meno geniale nelle giocate, si limita al compitino e quello lo fa in abito da sera. Sicuramente essere rimasti in dieci non gli ha dato una mano nei rifornimenti verso chi era già andato sotto la doccia.

LAZOVIC 6 Parte benissimo facendo vedere i sorci verdi a Calabria che fatica a stargli dietro. Un paio di spunti bellissimi che, purtroppo, non si concretizzano a dovere. Come Veloso, paga l’espulsione di Stepinski e da quel punto in poi gli tocca fare il difensore e badare a Suso. Finisce addirittura esterno basso. Cosa gli si può chiedere di più?

VERRE 7 “Rischia” di fare un gol da cineteca: stop acrobatico su un lancio da trenta metri e tiro al volo che finisce alto non di molto. Che meraviglia. Ma la sua partita è molto di più rispetto a questa giocata. Tanta, tantissima qualità. Praticamente da solo tiene a galla l’attacco del Verona dopo il rosso al polacco. Costretto a lasciare il campo con i crampi. Ma che bello aver trovato un talento così.

PESSINA (dal 20′ s.t.) S.V.

ZACCAGNI 6.5 Un altro che non smette di stupire. Sapete perché? Perché oltre all’aspetto tecnico-tattico, in campo mette anche le palle. Non abbassa mai la testa, non tira mai indietro la gamba. E se c’è da andare a muso duro con Calhanoglu, lui ci va. Personalità da vendere. Fondamentale nel sostenere Verre in avanti.

DI CARMINE (dal 34′ s.t.) S.V.

STEPINSKI 5 A parti invertite avrei invocato il calcio di rigore? Sì, sono sincero. Ma solo dopo averlo visto alla moviola. Perché a velocità normale, in diretta, sembrava sì un brutto fallo, ma non così violento. Se vai a vedere il Var, però, fai fatica a non cacciarlo. Forse un po’ zelante Manganiello (comunque mediocre) ma non la trovo una decisione scandalosa. Del resto lui mi è parso un po’ impacciato, magari emozionato per il debutto. Con quella smania addosso di voler fare grandi cose, che poi, però, lo ha fregato.

JURIC 7 L’errore più grande che si possa commettere nel commentare il suo Verona è dire che giochi solo con cuore, grinta e determinazione. E’ una mezza verità. Perché il suo Verona gioca un gran bel calcio. Veloce, compatto, con i giocatori che sanno esattamente cosa fare e quando farlo. E’ riuscito in un paio di mesi a dare un’identità precisa ai suoi e soprattutto a creare un gruppo solidissimo. Da anni non si vedeva il Verona uscire dal campo tra gli applausi nonostante un ko. Bravo mister, avanti tutta, senza paura. Anche a Torino, contro la Juventus dei fantastiliardi.

IL PAGELLONE DI LECCE-VERONA

SILVESTRI 7 In pratica è chiamato in causa “seriamente” solo in un’occasione, sul tiro di Mancosu che lui, con le unghie, riesce a deviare in angolo, anche dopo una deviazione della difesa. E’ la parata che salva il risultato e arriva al momento giusto. Per il resto, la solita garanzia. Ancora mi domando come sia possibile che abbia fatto il secondo a Nicolas per un’intera stagione. Mah…

RRAHMANI 7 Siamo alla seconda, piano con i trionfalismi. Ma questa roccia “rischia” seriamente di finire tra le sorprese più piacevoli del nuovo Verona. Dalle sue parti non si passa, gestisce tutto con grande eleganza, quasi senza sudare. Ha sul capoccione la palla dello 0-1, ma Gabriel gli nega la gioia del gol. Aspettiamolo contro difensori di altro livello. Per ora, promosso a pieni voti.

KUMBULLA 6.5 Esce dal campo probabilmente per un fastidio muscolare, ma fino alla mezz’ora del secondo tempo conferma quanto di buono fatto vedere fino ad ora. Si prende un giallo nei primi minuti di gara. Un eccesso di zelo del signor Sacchi che avrebbe potuto condizionarlo. E invece no, tiè. Come già detto domenica scorsa: avanti tutta, Marash.

BOCCHETTI (dal 33′ s.t.) 6 Entra quando la partita si fa calda e il Verona deve respingere i seppur non troppo convinti attacchi del Lecce. Lui non si fa prendere dal panico e in un paio di occasione spazza l’area senza troppi complimenti.

GUNTER 6.5 Fisicamente sta bene, e questa è una notizia eccellente. Bravo a fraseggiare con i compagni, è sempre attento in fase di chiusura. Visto che i piedi non sono così male, si prende anche la briga, ogni tanto, di impostare l’azione da dietro.

FARAONI 7 Finalmente un modulo che ne esalti al 100% le qualità, siano esse difensive oppure offensive. Quella fascia destra è casa sua e lui la fa avanti e indietro senza andare mai in affanno. Bellissime le sovrapposizioni con i compagni, bella anche la sua botta al volo di destro, che non va verso la porta solo per colpa di una schiena di un avversario che la mette in angolo.

AMRABAT 7.5 Mamma mia!!! Ma chi è questo? Una furia? Impressionante. All’infortunio di Badu chi non si è disperato, alzi la mano. E invece arriva lui a riconciliarti col calcio. E’ ovunque, con giocate di qualità e quantità. I giocatori del Lecce se lo sogneranno chissà per quante notte a venire. Giocatore di livello assoluto, una gran bella scoperta. Contro il Bologna, l’antipasto. Oggi un primo piatto succulento. Non vedo l’ora di arrivare al dolce.

HENDERSON 6.5 “Lo vedi Tachtsidis? Ecco, devi seguirlo anche al cesso”. Probabilmente sono state queste le parole di Ivan Juric allo scozzese. Che lo ha preso in parola, toilette a parte. Marca a uomo il greco, spegnendo così la fonte di gioco del Lecce. Una gara d’altri tempi per uno che si esalta nella lotta, da vero Braveheart. Esce stremato.

PESSINA (dal 28′ s.t.) 7 Un quarto d’ora di gloria per la giocata che regala la prima preziosissima vittoria in campionato del Verona. Eccezionale l’azione che porta al gol, bellissimo il suo inserimento. Bravo. Unico appunto, se posso permettermi, la mancata esultanza. Perché? Per rispetto ai tifosi del Lecce dove ha giocato una stagione? Ma se non esulti manchi di rispetto ai tuoi nuovi tifosi, eh. In questo faceva scuola Pippo Inzaghi, che a qualsiasi gol, anche contro le ex, sbraitava manco avesse appena vinto da solo la Coppa del Mondo.

VELOSO 7 Magia calcistica per Miguel che quatto quatto, lento lento, dispensa perle di gioco. Mai banale, sempre millimetrico nei passaggi, a due metri o a venti. Il regista del quale il Verona aveva disperato bisogno da anni. Il dio del calcio lo protegga, per favore.

LAZOVIC 6+ Quella fascia sinistra continua a rimanergli un po’ sullo stomaco, nonostante la settimana scorsa si sia affannato a dire il contrario. Ovvio che la confidenza manchi un po’. Eppure si sta sciogliendo e il feeling coi compagni (soprattutto Zaccagni) aumenta. Saprà rendersi protagonista al più presto, magari tornando alla tanto lontana, per ora, fascia destra.

ZACCAGNI 7.5 Ahhh, come gioca Zaccagni. E’ in stato di grazia e si riprende con gli interessi quello che non ha potuto far vedere contro il Bologna (venne sacrificato dopo l’espulsione sciagurata di Dawidowicz). Manda in visibilio i tifosi del Verona e noi umili cronisti di provincia che ci esaltiamo a vedere questo ragazzo che dalla Primavera, sotto l’ala protettrice di Pavanel, è arrivato al calcio che conta. Con la speranza che in gialloblù rimanga a lungo e non diventi il nuovo Jorginho, lasciato andare via per due noccioline. Spettacolare!!!

TUTINO 6.5 Addirittura migliore la sua prestazione a Lecce, rispetto alla gara contro il Bologna. E se qualcuno si fosse ripreso solo ora da un lungo sonno, lo ricordiamo, non è una punta centrale. Tante spizzate di testa per uno che non è certo un colosso. Ma la paura non sa cosa sia. Esce dal campo col naso malmesso, forse rotto, come rivelato da Juric nella conferenza stampa di fine gara.

VERRE (dal 14′ s.t.) 6.5 Fondamentale nell’azione del gol: il suo velo spalanca la porta a Pessina, che batte Gabriel. Tanto basta per beccarsi la piena promozione.

JURIC 7.5 Con questa squadra, che non ha valori tecnici da stropicciarsi gli occhi, Pecchia o Grosso sarebbero forse usciti dallo stadio di via del Mare tra le pernacchie. Lui, invece, schianta il collega Liverani, tatticamente lo ribalta. Le mosse vincenti sono la pressione di massa sulla trequarti del Lecce e Henderson a uomo su Tachtsidis. Lì l’ha vinta Juric, che si sta dimostrando Allenatore con la A maiuscola non a caso. Uno che parla di calcio in conferenza stampa e non ci sfianca con mille e infinite super cazzole. Erano anni che non si vedeva un Verona così motivato e affamato. Adesso, per favore, Setti e D’Amico gli regalino la punta che manca a questa squadra. Non farlo sarebbe un peccato mortale.

IL PAGELLONE DI VERONA-BOLOGNA

SILVESTRI 6.5 Serie B o serie A, a quanto pare, per lui non c’è alcuna differenza. Un paio di paratone da riflessi felini, una in particolare su Orsolini. Poi, come sempre, grande sicurezza nelle uscite, che siano alte o a terra. Imperitura certezza.

RRAHMANI 6.5 E’ un bel bestione e dalle sue parti il Bologna fatica a passare.  Tenta anche qualche sortita in avanti, quando la gara glielo consente. E non ha paura a tirare robuste scarpate agli avversari quando serve. Ah, salva sulla linea il gol dell’1-2 per il Bologna. Per carità, i piedi non è che siano educatissimi, ma contribuisce alla grande nel dare solidità al reparto.

KUMBULLA 7 Avere 19 anni e non sentirli. Perché a guardarlo giocare, sto ragazzino, al debutto assoluto in serie A, ti sembra di vedere un senior, alla 500^ da professionista. Gioca con piglio e sicurezza da veterano, punta spesso sull’anticipo e, ovviamente, sulla forza fisica. Evidentemente Juric ci ha visto bene, sin dal ritiro estivo. Avanti tutta, Marash.

DAWIDOWICZ 5 Butta giù Orsolini in area: rigore ed espulsione. La sua prima serie A con la maglia del Verona dura appena tredici minuti.

FARAONI 6 Disciplinato e mai fuori posto. Juric gli “consiglia” di badare più alla fase difensiva, piuttosto che andare alla ricerca di gloria in avanti. E lui lo fa con precisione. Sacrifica la spinta, ma è sempre lucido, soprattutto nei minuti finale, quando le gambe sono due piloni di cemento armato.

HENDERSON 6- Tanto lavoro di sacrificio in mezzo al campo, dove, quando il lavoro si fa sporco, lui è sempre presente. Aiuta a schermare la difesa e in più di un’occasione spazza l’area. Manca però nella metà campo del Bologna, dove comunque, in generale, il Verona fatica a costruire vista l’inferiorità numerica.

VELOSO 6.5 Basterebbe la sua pennellata, da quella che fu la mattonella di Adailton, a garantirgli la sufficienza abbondante. Oltre a questa, qualità in mezzo al campo, senso della posizione e del gioco di prima. Non è un fulmine di guerra, ma i pensieri viaggiano alla velocità della luce quando ha il pallone tra i piedi.

LAZOVIC 6- E’ vero, è uno abituato a spostarsi anche a sinistra, ma la sua posizione è la corsia di destra. Quella è casa sua. Quindi contro il Bologna si ritrova in una zona che non lo mette eccessivamente a suo agio, eppure riesce a regalare qualche spunto interessante e qualche accelerazione promettente. Juric, in questo momento, deve fare di necessità virtù ed è lì che è costretto a piazzarlo.

ZACCAGNI s.v la sua partita finisce con l’espulsione di Dawidowicz. Il sacrificato è lui.

BOCCHETTI 6+ (dal 14′ p.t.) Entra a freddo, non è al 100% per reggere praticamente tutta la partita, ma quando ha esperienza e qualità, sai sempre come venirne fuori. E lui lo fa a puntino. Destinato a diventare un punto fermo della difesa.

VERRE 6- Una sua bella conclusione di destro, alta non di molto, solletica la fantasia dei tifosi gialloblù che sognano una gara all’arrembaggio. Ma anche lui è in un ruolo non proprio suo, quindi cerca di adattarsi alla bene meglio. Le gambe non girano ancora al 100% e infatti Juric lo toglie subito all’inizio del secondo tempo.

AMRABAT (dal 3′ s.t.) 6.5 Wow. Il marocchino entra in campo carico come una molla e va rompere le scatole a tutti i giocatori del Bologna, uno ad uno. Ha fisico e “ignoranza” calcistica. Non tira indietro la gamba e corre a quattro polmoni. Che poi, in fondo, è quello che da sempre vogliono vedere i tifosi del Verona.

TUTINO 6+ Santo cielo quante mazzate si è preso il giovanotto. Si sbatte come un dannato, da falso “nueve”, che poi di falso non ha nulla, perché si muove come un vero centravanti. Grande sacrificio e voglia di dare tutto per il Verona. Esce tra gli applausi, assolutamente meritati. Bravo.

GUNTER (dal 42′ s.t.) s.v.

JURIC 6.5 L’espulsione di Dawidowicz certifica una scelta non proprio azzeccata dal primo minuto, ma magari è stata solo “sfiga” e il rigore lo avrebbe causato anche Empereur. Questa squadra ha un’anima che fino a qualche mese fa non aveva e il merito è tutto suo. Perché sta lavorando con materiale tecnico non di primo livello, eppure ne sta ricavando il più possibile. Il Verona, per forza di cose, costruisce una diga davanti a Silvestri, ma quando può cerca di sorprendere il Bologna, senza piangersi addosso dopo l’espulsione del polacco. Certo, qualcosa se lo aspetta dal mercato. E sarebbe un delitto non accontentarlo.

MIHAJLOVIC 10 Al di là di ogni più banale retorica, il serbo ha dato una grande dimostrazione: quella voglia di normalità che spesso ci annoia, ma che invece è un inno alla vita. Dai che ce la fai, Mister!!!

IL PAGELLONE DI VERONA-CITTADELLA

SILVESTRI 6 Passa una serata da spettatore, per merito dei compagni che lo proteggono alla grande e per demerito di un Cittadella capace di tirare per la prima volta verso la porta, manco nello specchio, solo nei minuti finali del primo tempo. Sempre prezioso nelle situazioni di mischia, quando protende le braccia verso il cielo per prendere ogni pallone che passi dalle sue parti.

FARAONI 6.5 Beneficia della serata magica di Laribi, col quale si trova alla perfezione. Corre come un matto su quella fascia destra e per i giocatori del Cittadella sembrano non esserci contromisure all’altezza. Polmoni a mantice per un finale di stagione che fa ben sperare per il prossimo campionato di A.

DAWIDOWICZ 7 Oggi una sicurezza. Impossibile passare dalle sue parti. Ingaggia un duello rusticano con Diaw, fatto anche di qualche colpo sporco e ne esce trionfalmente. Ottima l’intesa con Bianchetti, dall’inizio alla fine.

BIANCHETTI 7 In tanti avrebbero voluto vederlo dal primo minuto anche a Cittadella, nella partita di andata della finalissima. E lui ha fatto capire il perché. Calma olimpica ad ogni pallone che gli arrivi tra i piedi. Un grande segno di crescita questo, per uno che ha sempre dimostrato qualche incertezza nelle fasi di gestione dell’azione. Ma le vicende del campo e della vita (alla voce infortuni), evidentemente, gli hanno dato qualcosa in più, che prima non aveva.

VITALE 8 Semplicemente esaltante, un’opera d’arte. Avesse trovato anche il gol sarebbe stato di gran lunga il migliore in campo. Avrà messo dentro una cinquantina di cross, uno più bello dell’altro. Peccato che non sempre i compagni ci siano arrivati. Bravo anche a puntare verso la porta, mandando in confusione i padovani. Monumentale.

HENDERSON 6+ E’ quello che si sobbarca il lavoro sporco, quello che magari non vedi, quello che pare inutile, ma che invece aiuta chi sta meglio fisicamente a esprimersi come si deve. Si sacrifica per portare sugli scudi i compagni di reparto, su tutti Zaccagni.

PAZZINI (dal 66°) 7 Entra come una forza della natura, sospinto dall’urlo di più di 20 mila tifosi gialloblù. Con la voglia che aveva, sono sicuro che gli scocci non poco non aver messo il suo nome tra i marcatori. Ma confeziona un assist al bacio per Laribi che dà al Verona il gol della sicurezza. E poi tante sportellate e tanto mestiere contro i quali il Cittadella non sa proprio cosa fare.

GUSTAFSON 6.5 Ordinato, preciso, fa le cose giuste, al momento giusto. Non si ritrova anche questa volta Schenetti sul groppone ed è quindi più tranquillo nel gestire il “cervello” del Verona. Esce dal campo prima della fine, stremato, dopo aver dato tutto.

MUNARI (dal 76°) 6 E’ un vecchio volpone e sa come si gestiscono certi momenti. Porta tutta la sua esperienza alla causa di questo Verona.

ZACCAGNI 8 Qualità, quantità, intelligenza tattica, capacità di inserimento, fiuto per il gol. C’è da aggiungere altro? Aglietti non lo ha rischiato nella gara di andata e ha avuto ragione perché oggi questo ragazzo ha tirato fuori la sua partita migliore in stagione. Bellissimo il gol, da vedere e rivedere. Mi auguro che non sia frettoloso quest’estate e che decida di vivere la prima vera serie A da protagonista col Verona.

LARIBI 7.5 Uno di quelli nei quali Grosso non aveva più alcuna fiducia e che Aglietti ha restituito al calcio. E meno male, perché questo finale di stagione è stato un piacere vederlo giocare, un calciatore assolutamente irriconoscibile in positivo rispetto al “fantasma” dei mesi precedenti. Tanta qualità nelle scelte, nelle giocate, e poi il gol che fa impazzire il Bentegodi, che può finalmente mettersi tranquillo e aspettare solo il triplice fischio finale.

DI CARMINE 8 Gioca una partita sporca, tante spizzate, qualche corsa a vuoto. Non sempre puntuale sui cross dei compagni. E poi cosa fa? Si inventa un capolavoro, un gol di fattura sublime, che diventa di diritto uno dei più belli visti dai tifosi dell’Hellas. Con un peso specifico, tra l’altro, di non poco conto: vale la serie A. Poca roba eh. Bravissimo.

DI GAUDIO 6 Non ha i 90 minuti nelle gambe, ma fino a che ha benzina, non si risparmia. Quando va in riserva, con i muscoli che cominciano a tirare, Aglietti non può fare altro che chiamarlo in panchina.

MATOS (dal 57°) 6 Partecipa alla festa, quando ormai il Cittadella non ha più la forza di reagire. Non deve fare i miracoli.

AGLIETTI 7.5 Questa promozione è soprattutto sua, capace, con quell’aspetto che a volte sembra dimesso, di rendere di nuovo bello il Verona. Nella gara di andata non ha dato sicurezza e tranquillità a suoi. Cosa che gli è riuscita alla grande in questa serata che diventa l’acuto della sua carriera da allenatore. Un tecnico intelligente, un uomo ancora di più che ha capito come anche l’empatia e il dialogo vero possano rimettere le cose al loro posto.

IL PAGELLONE DI CITTADELLA-VERONA

SILVESTRI 5.5 Incerto sul primo gol di Diaw: il pallone sorvola il limite dell’area piccola e quello è territorio suo. Invece rimane nella terra di mezzo ed è costretto a raccogliere la boccia dalla rete. Anche sul secondo gol non mi è parso impeccabile. Domenica c’è disperato bisogno del miglior Silvestri.

FARAONI 5.5 Un passo indietro deciso rispetto a Pescara. Tanti palloni scialacquati malamente, soprattutto in fase di costruzione. Non scatta la magia con Matos, seppur sarebbero quelli con più gamba, raffrontando le due fasce. A conti fatti, pare assurdo, ma ha fatto vedere le cose migliori da centrocampista, sotto la gestione Grosso.

DAWIDOWICZ 5.5 Colpevole come il suo più vicino compagno di reparto sul primo gol di Diaw. Va in sofferenza nei primi minuti di partita, così come tutta la squadra e solo alla distanza cerca di limitare i danni. Ma a ben vedere non è che gli sia riuscito al meglio.

EMPEREUR 5 Ancora più in difficoltà rispetto a Dawidowicz. Nei primi venti minuti di gara, in evidente confusione, mette in fila un fallo dietro l’altro, anche con la palla lontanissima dalla porta di Silvestri. L’arbitro lo grazia in più di un’occasione: un giallo non sarebbe stato scandaloso.

VITALE 6 Intraprendente in fase offensiva, beneficia della discreta vena di Laribi, col quale fraseggia con disinvoltura. Mette dentro tantissimi cross, non tutti impeccabili, ma non trova compagni capaci di sfruttarli, a cominciare da Di Carmine. Fisicamente sta bene, ma ora serve qualcosa di più.

HENDERSON 5.5 Mi spiace ma da uno come lui è lecito aspettarsi di più, dal punto di visto qualitativo, ma anche quantitativo. Corre in maniera arruffata, goffa, non è certamente un velocista ma capita che si lanci in sgroppate che non sono nelle sue corde. Statico in un centrocampo che va a due all’ora.

DI GAUDIO (dall’84°) s.v.

GUSTAFSON 5.5 Veloce non lo è mai stato. Si è sempre salvato con l’agilità di pensiero. Se pure quello non va oltre la seconda marcia, campa cavallo che l’erba cresce. Non ricordo nulla di memorabile, se non la marcatura a uomo di Schenetti che fa di tutto per non lasciarlo mai ragionare in impostazione.

COLOMBATTO 6 Una delle poche note positive di serata. Primo tempo così, così. Secondo tempo in crescita, a dimostrazione di una buona condizione fisica. Si becca un giallo ingiustissimo che lo costringerà a saltare la finalissima di ritorno. Vista la poca scelta a centrocampo, un’assenza che si farà sentire e non poco.

MATOS 5 Se va avanti così, gli cambiamo il cognome e iniziamo a chiamarlo “Malos”. Un maalox servirebbe invece ai tifosi gialloblù e a noi cronisti che dobbiamo raccontare le sue partite. Non riesce più a ritrovarsi dopo l’infortunio muscolare. Ma di mesi ne sono passati tanti da quello stop. Direi che le scuse sono finite da un pezzo.

DI CARMINE 5- Sembrava finalmente aver spiccato il volo e il sangue freddo di Pescara poteva finalmente aver consegnato un nuovo giocatore al Verona. Ma dal primo round di Cittadella esce con gli stessi occhi gonfi di Rocky dopo essere stato “investito” da Apollo Creed. Ha una grande occasione al 61° quando solo davanti a Paleari tenta un pallonetto che si trasforma nel nulla. Io voglio credere nella sua voglia di rivincita, perché ce n’è bisogno. Ma domenica penso sia giusto che sia lui a partire dalla panchina.

PAZZINI (dal 77°) 6+ Non solo entra in campo a tredici minuti dalla fine, quando la squadra è in calo e non riesce più ad attaccare, ma gli si chiede anche di fare i miracoli. In una manciata di secondi riesce a combinare più lui rispetto a tutti i compagni. Centra la traversa con una bella girata di destro, sfiorando un gol che sarebbe stato bellissimo. Una bestemmia lasciarlo a marcire in panchina per 77 minuti.

LARIBI 6+ Come Pazzini prende un palo pieno, a Paleari battuto, con un bellissimo destro dritto per dritto. Ha qualità per confezionare buone giocate, che con un pizzico più di lucidità potevano essere finalizzate meglio. Ancora una volta viene sostituito, per me inspiegabilmente, al posto di Matos. Stanchezza, dirà Aglietti a fine partita.

LEE (dal 73°) 5.5 Si mette in mostra per un tiro di punta, neutralizzato da Paleari. Un’occasione sprecata malamente, visto che la stoccata, stile calcetto, è la conseguenza di un primo controllo fatto a caso. Ancora una volta non riesce a sfruttare fino in fondo la sua velocità, di fronte ad un Cittadella che ha finito con i crampi.

AGLIETTI 5 Sciagurato l’approccio alla partita, con la squadra, nei minuti iniziali, in balia totale del Cittadella. “Tafaziana” la gestione di Pazzini. Farlo entrare a 13 minuti dalla fine significa martellarsi gli zebedei, e provare anche piacere. Il capitano deve giocare dal primo minuto, lasciarlo in panchina è una bestemmia tecnica in questo momento. Altrimenti ci dica che non è al 100%, sennò non si spiega. Mi auguro che il mister non si incaponisca negli stessi errori di Pecchia e Grosso e che domenica Pazzini sia in campo dal primo minuto. Per carità, oggi c’è stata anche sfortuna. Ma tirare in ballo la sfiga è segnale di debolezza. Non una buona premessa per tentare l’impresa al Bentegodi.

IL PAGELLONE DI PESCARA-VERONA

SILVESTRI 7.5 Lo guardi fare anche le cose più semplici e ti domandi come sia possibile che l’anno scorso, in una stagione disgraziata, abbia fatto la riserva di Nicolas. Anche a Pescara, una sicurezza, qualsiasi cosa faccia. Ti credo che c’è la fila in serie A per prenderlo. Sarebbe uno scempio farselo scappare, dopo anni di portieri mai convincenti fino in fondo

FARAONI 6.5 Si è rivisto il bel giocatore di un paio di mesi fa: diligente dietro, prezioso in fase di arrembaggio. Anche la condizione fisica è in decisa ripresa e questo non può che far contento mister Aglietti. Dalle sue parti non si passa e anzi, chi se lo trova di fronte ha poco da stare allegro.

DAWIDOWICZ 7+ Decide di fare l’imperatore della difesa nella partita finora più importante della stagione. Domina l’area con facilità, concedendo pochissimo se non nulla ai pescaresi. Strepitoso il salvataggio all’83° quando in scivolata protegge Silvestri e lo 0-1 a due passi dalla linea di porta. Finalmente.

EMPEREUR s.v. Costretto ad uscire per un problema al flessore della coscia destra. Difficile rivederlo in campo nel doppio scontro col Cittadella.

BIANCHETTI (dal 22° p.t.) 7 Entra a freddo per l’infortunio di Empereur, ma trova il calore dentro di sé per non farsi trovare impreparato. Attento e concentrato su ogni pallone che gli arrivi a tiro, prova, come sempre, anche a pizzicare in avanti, in occasione dei tanti calci piazzati. Si prende la finalissima che, probabilmente, giocherà da titolare.

VITALE 6.5 Tanti cross dal suo piede, molti calibrati con intelligenza, ma non sfruttati bene dagli attaccanti. Si trova bene con Laribi e i due confezionano sovrapposizioni che creano spesso superiorità a sinistra. Rispetto alle ultime uscite, un bel passo avanti anche dal punto di vista atletico.

HENDERSON 6 Tanta legna per lui, che corre con spirito di sacrificio in un centrocampo non certo brillante per dinamismo. Si sbatte con volontà, perdendo un po’ di lucidità sotto l’aspetto della qualità. Ma i suoi compagni sanno che possono contare sulla sua corsa quando il fiato si fa corto.

GUSTAFSON 7 Come all’andata del Bentegodi, anche all’Adriatico domina il centrocampo con fare spigliato. Controlla un numero innumerevole di palloni, quasi tutti dispensati con saggezza. Magari lento di gambe, è però velocissimo di pensiero e fa sempre la cosa giusta al momento giusto.

COLOMBATTO 7 Un fantasma sotto la gestione Grosso, finito ai margini della squadra e spesso lasciato ad ammuffire in panchina. Con Aglietti rinasce e si riprende il centrocampo nella partita più calda della stagione. Piedi sempre educati e grande senso della posizione. Viene graziato da Abbattista che gli risparmia il secondo giallo. Ci pensa Aglietti a spegnerne i bollori sostituendolo.

PAZZINI (dal 23° s.t.) 7 Ma che ve lo dico a fare… Metà rigore è merito suo, vista la bellissima sponda per Di Carmine. Ma non è solo quello. Tiene tanti palloni, fa respirare la squadra, si prende scarpate a destra e sinistra, sfodera tutta l’esperienza dei suoi 34 anni. Quando Pillon lo vede entrare in campo, se la fa sotto, mette un difensore per un attaccante e forse è proprio lì che perde la partita, cambiando l’equilibrio dei suoi. Pazzini è anche questo, elemento di disturbo psicologico che toglie certezze agli avversari.

MATOS 6 Gira e rigira, questo è Matos. Tante puntate a testa bassa, ma la concretezza è un’altra cosa. Per carità, in alcuni frangenti riesce anche a scappare ai difensori del Pescara, ma poi, nove su dieci, sbaglia l’ultimo passaggio.

DI CARMINE 7.5 E’ un altro giocatore, non ci sono dubbi. Fisicamente, ma soprattutto di testa. La sensazione è che si sia tolto dalle spalle uno zaino con cento chili di mattoni. E’ il terminale di ogni azione gialloblù e lo scatto che fa sull’assist di Pazzini, in occasione del rigore concesso da Abbattista, è da vero cobra. Glaciale di fronte a Fiorillo quando mette dentro il penalty che regala una finale che tutti noi, fino ad un mese fa, pensavamo ipotesi ridicola.

LARIBI 6.5 Tante belle giocate a sinistra, bravo a sgusciare in area di rigore abruzzese. Non sempre preciso nell’ultimo passaggio. Anche lui, però, come Colombatto e Di Carmine, è decisamente rigenerato dall’avvento di Aglietti. Esce per fare posto a Lee.

LEE (dall’11° s.t.) 5.5 Non entra bene in partita e non riesce a dare la velocità che gli sarebbe richiesta, soprattutto davanti ad avversari spompati.

AGLIETTI 7 Dopo la batosta di Cittadella, in pochi credevano che il suo Verona potesse trovare le forze per tentare l’impresa. E invece lui ce la sta facendo. Ha dato un’anima ad un gruppo da elettroencefalogramma piatto, ha rimesso le cose al loro posto, con semplicità, senza formule magiche da piccolo chimico. Da due partite la sua squadra non prende gol. Centra un successo clamoroso e tutto ora torna dove per lui è cominciato: a Cittadella. Obbligatorio cancellare quella figuraccia che ha dato il via alla rinascita dell’Hellas.

IL PAGELLONE DI VERONA-PESCARA

SILVESTRI 7 Quando ha le mani ancora intirizzite dall’umidità, al 2° minuto, ci pensa Mancuso a scaldargliele, con un bel colpo di testa che il portierone gialloblù mette in angolo. Si fa sempre trovare pronto e regala parate gradite anche ai fotografi. Dove non può arrivare lui, ad aiutarlo c’è il palo. Tornato sui suoi livelli.

FARAONI 5.5 Le consegne di Aglietti sembrano piuttosto chiare: stai bloccato dietro, prima difendi, poi riparti. Benino nella prima fase, e infatti in più di un’occasione rimedia anche a qualche errore di posizionamento dei centrali. Ma in avanti non ha la stessa lucidità e fatica a trovare lo spunto. Sarà che deve riabituarsi a riprendersi il suo ruolo, dopo mesi buttato allo sbaraglio da Grosso.

DAWIDOWICZ 6- E’ il solito arruffone, non bellissimo da vedere, dinoccolato, per non dire scoordinato. Sorpreso qualche volta fuori posizione, mette il fisico in bacheca e non concede grandi puntate in area ai tre avanti del Pescara, che cercano il gol più che altro con giocate da fuori.

EMPEREUR 6.5 Preciso e con piedi educati quando si tratta di chiudere e impostare, tenta anche la fortuna in attacco con un bel tiro da fuori, ma Fiorillo dice “no”. E’ lui a guidare la difesa, non certo Dawidowicz.

VITALE 5.5 Dalle sue parti c’è Marras che sembra il piccolo diavolo. Non è così semplice stargli dietro e infatti non sempre ci riesce. Qualche cross buono, ma altrettanti un po’ sbilenchi. Sembra finire un po’ in debito di ossigeno.

DANZI 5.5 Oddio, non è che sia chiamato a sostituire uno qualsiasi. E infatti la mancanza di Zaccagni si fa sentire. Sono due giocatori molto diversi e lui non riesce a trovare il passo giusto per fare quello che di solito fa “Zac”. Se sarà chiamato a giocare a Pescara, dovrà fare molto di più e aspettarsi un clima infernale. Si prepari mentalmente.

GUSTAFSON 7 Tocca un numero infinito di palloni, il più dei quali finisce in cassaforte. Ha visione e finalmente sembra anche tornato un certo dinamismo, soprattutto di testa, perché pensa velocemente a ciò che deve fare. Si ritrova sui piedi una delle occasioni più clamorose per il Verona, ma Fiorillo (è proprio un vizio eh) dice “no”.

HENDERSON 5.5 Tanta corsa, ma poca sostanza. Non entra mai veramente in partita e infatti è il primo che Aglietti “sacrifica” nella speranza di dare una svolta alla gara.

COLOMBATTO (dal 62° s.t.) 6 Entra molto bene in campo ed è una cosa che si ripete da un po’ di tempo a questa parte. Qualche giocata illuminante e tanta corsa a servizio di qualche suo compagno che finisce spompato.

MATOS 6 Come spesso successo nelle ultime partite, è croce e delizia, va a corrente alternata. Si accende improvvisamente, per poi spegnersi con la stessa velocità. Può fare di più, deve fare di più a Pescara per dare finalmente un senso alla sua stagione, a dire il vero condizionata da un lungo infortunio.

TUPTA (dal 79° s.t.) 6+ In più di un’occasione ho “bastonato” questo ragazzino per la leggerezza con la quale entrava in campo. Questa volta è sul pezzo, determinato a giocarsi bene le carte in mano. E quasi cala il poker quando raccoglie un pallone delizioso che arriva da sinistra, ma è il solito Fiorillo a fare il “guastafeste”.

DI CARMINE 6 E’ un altro giocatore rispetto a quello visto sotto la gestione Grosso. Ovviamente i gol aiutano a trovare fiducia e lui sente anche meno la pressione del Bentegodi. Si sbatte e ci prova a segnare, ma questa volta non gli va bene. Mi sarebbe piaciuto vederlo affiancato a Pazzini negli ultimi venti minuti. Chissà che non succeda a Pescara.

PAZZINI (dal 68° s.t.) 5.5 Entra con la voglia di spaccare il mondo, spinto da uno stadio che urla il suo nome. Ma non gli arrivano tanti palloni giocabili e si ritrova schiacciato nella morsa della difesa pescarese. Certo, la sua sola presenza condiziona la squadra di Pillon. Ecco perché a Pescara, parere mio, deve esserci dal primo minuto.

LARIBI 6.5 E’ un finale di stagione in crescendo il suo, soprattutto dal punto di vista fisico. Forse tra i gialloblù è quello che sta meglio. Corre tanto e corre bene, dialoga con qualità insieme ai compagni, cerca il gol, ma anche a lui va male. Rigenerato da Aglietti.

AGLIETTI 6.5 Il più grande merito del mister è quello di aver tolto l’alone di depressione che aleggiava sul popolo del Verona. E la dimostrazione sono stati i cori e gli applausi di fine partita. La squadra ora c’è. Chiaro, non è con l’empatia che si va in serie A, ma l’ex attaccante ha imboccato la strada giusta, togliendo inutili orpelli al gioco dei suoi ragazzi, che finalmente sono ognuno al proprio posto. A Pescara cercherà la partita della vita. Non si può più sbagliare.