IL PAGELLONE DI VERONA-TORINO

MONTIPO’ 7 Impossibile prendere la fucilata di Vlasic, che non trova alcun resistenza, evita che il passivo prenda contorni imbarazzanti. Un paio di miracoli clamorosi che tengono in qualche modo a galla il Verona, fino all’inesorabile fischio finale.

MAGNANI s.v. Esce per il solito, ricorrente, acciacco fisico.

COPPOLA 5 (dal 23°) Lentissimo sul gol di Vlasic, non accenna a un minimo di opposizione, lasciando che l’esterno granata prenda la mira. Costantemente in affanno e con il fiato corto, non riesce mai ad andare in anticipo ma è sempre costretto a inseguire, sprecando energie inutili. Poca presenza, poca qualità, tantissima incertezza.

HIEN 5 In diverse situazioni Sanabria lo scherza letteralmente, seppur senza mai forzare veramente. Sembra un debuttante, alla prima partita da professionista e la cosa è onestamente inspiegabile. Gioca con una frenesia che non ci sta e che crea solo confusione in tutto il reparto arretrato. Le cose non cambiano quando entra Pellegri, che gli va via con grande scioltezza.

DAWIDOWICZ 5.5 Lento e poco preciso, fa grande fatica a tenere Vlasic, che ha decisamente un altro passo rispetto a quello del buon Pawel, e infatti segna. Stringe i denti, ma i risultati sono quello che sono. Problemi anche quando è chiamato a impostare il gioco da dietro, ma quello non dovrebbe essere un suo incarico.

CABAL 6 (dal 1° s.t.) Atteggiamento giusto, entra bene, concentrato e va anche vicino al gol.

FARAONI 5 Tanti palloni giocati, tante scelte sbagliate. Soffre la corsa di Vojvoda, che lo doppia senza grande fatica. Ci mette l’esperienza e il fisico, ma le ciambelle non sempre escono col buco. Gli manca la spinta offensiva, troppo lo strapotere tecnico tattico di chi gli sta davanti.

DEPAOLI s.v. (dal 32° s.t.)

TAMEZE 5.5 Primo tempo non male, nelle grandi difficoltà di tutti gli altri compagni, che soffrono tremendamente la superiorità del Toro. E’ nel vivo del gioco e prova con Abildgaard a reggere l’urto del centrocampo granata. Nella ripresa però rallenta invece di accelerare, soprattutto quando il Verona dovrebbe lasciare tutto in campo e andare all’arrembaggio. Lui la carica non la suona e, anzi, si spegne lentamente proprio nei minuti finali.

ABILDGAARD 5.5 Leggermente meglio di Tameze, nonostante la qualità sia inferiore. Però ha un po’ più di presenza e forza fisica. Sta benino in campo e si getta letteralmente su ogni pallone. Prova a fare da filtro, anche se pure lui si lascia scappare in più situazioni gli avversari proprio centralmente. Tampona fin quando riesce, ma anche lui finisce con la lingua a penzoloni.

LAZOVIC 5.5 Soliti primi venti minuti buoni, con scelte giuste al momento giusto e la capacità di puntare e saltare l’avversario. Poi, lentamente si spegne, come già fatto tante, troppe altre volte in questo campionato. Ha nei piedi l’unico vero pallone da cacciare in porta, con Milinkovic Savic battuto e non riesce a fare di meglio che prendere il palo. Ancora un paio di occasioni, ma senza meritarsi la classica pagnotta.

NGONGE 5 L’eroe di Lecce contro il Torino non si fa vedere, se non a sprazzi, con qualche fiammata che rimane, però poca cosa. Non trova lo spunto, non trova collocazione, non trova mai i palloni che Djuric, puntualmente spizza per gli attaccanti esterni. Fisicamente regge fino al 25° del secondo tempo. Rimane in campo solo perché i cambi sono finiti.

VERDI 5 Il modulo speculare a quello del Toro, di fatto, lo toglie dal campo. Troppo distante da Djuric, non trova mai la mattonella giusta, nonostante venga verso il centro del campo a cercare palloni giocabili. Dalla mezz’ora del primo tempo gioco infortunato, con un problema all’inguine. Resiste per arrivare almeno all’intervallo. Non rientrerà più in campo.

DUDA s.v. (dal 1° s.t.) Si rompe subito.

BRAAF 4 (dal 15° s.t.) Sbaglia ogni pallone gli capiti tra i piedi.

DJURIC 6 L’unico che si salva, là davanti. Lotta come una bestia e riesce a prendere tantissimi palloni di testa, mettendo potenzialmente gli esterni nella condizione migliore per rendersi pericolosi. Prende una caterva di scarpate che, puntualmente, Di Bello non fischia mai. Ciò nonostante non smette di fare la sua partita col solito impegno, facendo bene quelle cose che sa fare. Magari non tantissime, ma le fa eccome.

ALL. ZAFFARONI 5 Insieme a Bocchetti decide di entrare dentro la gabbia dei leoni, senza un minimo di protezione. Gioca a specchio contro Juric e non poteva esserci decisione migliore. Questa scelta toglie dal campo Verdi che, se non gioca vicino alla punta, sparisce. Il Toro vince senza mai forzare la mano, perché se avesse voluto farlo, di gol ne avremmo contati magari altri tre. Inspiegabile l’atteggiamento dei suoi, soprattutto nella seconda parte del secondo tempo, quando il cuore dovrebbe contare più dei limiti tecnici. Inoltre, questi mille e mille infortuni non possono essere sempre sfortuna. Qualcosa che non torna, c’è.

IL PAGELLONE DI LECCE-VERONA

MONTIPO’ 7 Spettatore non pagante fino ai minuti finali, quando si supera su Banda. Una parata di classe su un tiro a giro che è bravo a mettere in angolo. E’ l’ennesima prova di un campionato in cui si è consacrato, diventando portiere con la “P” maiuscola. Attento, sicuro, con le mani e coi piedi. E’ il leader indiscusso della difesa.

MAGNANI 7 Bello il duello con Di Francesco. Si fa sentire fisicamente, anche con qualche scarpata che fa capire all’attaccante del Lecce che aria tira. Sbaglia poco o niente, giocando non solo con i muscoli, ma anche col cervello. Non si accontenta di fare il suo e ancora una volta sfiora il gol, con una bomba da lontano che esce davvero di un amen.

HIEN 7 Si lascia scappare un paio di sfondoni che mettono i brividi, ma recupera alla grande mettendo insieme una partita coi fiocchi. Non deve fare grande fatica per tenere a bada Ceesay e quando c’è da fare a sportella figuriamoci se si tira indietro. Nei drammatici minuti finale stringe i denti, bada al sodo e agli inutili ghirigori.

DAWIDOWICZ 7 Dalle sue parti passa Strefezza, che può far male. Ma lui è bravissimo a spegnere i bollenti spiriti del ragazzino leccese. Attento, senza fronzoli e bravo anche ad aiutare dove non arrivano gli altri. Dietro non si passa. E visto che le cose vanno come devono andare, ci fa un pensierino e cerca gloria anche nella metà campo avversaria, alleggerendo gli sforzi dei suoi.

FARAONI 5.5 Strano vedere il capitano così nervoso. Si prende un giallo per proteste dopo un fallo subito che Massa ignora assurdamente. Di lì in poi è tutto un bisticcio, con gli avversari, col pallone e con se stesso. Si rende conto di essere lontano dai giorni migliori e il ko contro l’Inter è ancora addosso. Qualcosina meglio in fase difensiva che altro.

DEPAOLI 5.5 (dal 70°) Un po’ sbadato, sbaglia tanti palloni nei momenti più pericolosi della partita.

TAMEZE 7 Corricchia per lunghi tratti, stanco, appesantito, logorato da un campionato costantemente alla rincorsa di un miracolo. E poi, di colpo, accende il turbo e sboccia ancora, un’altra volta, solito eterno highlander. E’ da libro cuore quando il Lecce si sveglia da un coma semi profondo e prova di tutto per rimettere le cose a posto. Lo vedi in ogni centimetro di campo, e non ti spieghi come sia possibile. Pensavamo che lo richiamassero in panca. Tutti tranne lui.

ABILDGAARD 6.5 Solito pezzo di granito in mezzo al campo. Un’impresa spostarlo per il centrocampo leccese che contro di lui va costantemente a sbattere. Bravo anche a usare i piedi e ad alleggerire nei momenti di maggior pressione dei padroni di casa. Va anche vicinissimo al gol del vantaggio con un bel colpo di testa al quale Falcone risponde con un mezzo miracolo.

LAZOVIC 6 Scintillante nei primi 25 minuti di partita, più riflessivo fino quando rimane in campo. Il primo quarto è tutto suo, con un’azione più bella dell’altra e due assist per il capoccione di Djuric che non li sfrutta a dovere. Poi si spegne un pochino, ma con le gambe che girano meno, pensa più che altro a mantenere la posizione e a non farsi sbertucciare da Strefezza, che è un bel peperino.

TERRACIANO s.v. (dall’88°)

DUDA 6 Parte col passo giusto, con sapienza tattica e tecnica. E’ il migliore del centrocampo per lunghi tratti, ma il livello generale rimane bassino. E’ tutto sommato agevolato dai ritmi soporiferi della partita e quindi non deve fare chissà che per timbrare il cartellino. Nella ripresa la benzina cala manco fosse un Hummer benzina. Esce stanchissimo.

SULEMANA 6 (dal 70°) Bravo a buttarsi nella mischia.

VERDI 5.5 Tre partite in poco più di una settimana fatica ad assorbirle. E’ stanco e lo si vede sin dai primi minuti. Corre male e si arrabatta in qualche modo per trovare la posizione in campo. Non si accende e nemmeno le sue qualità tecniche riescono a salvarlo.

NGONGE 8 (dal 65°) Fa il gol che vale mezza salvezza, riscattando l’errore clamoroso di Napoli. Si è rifatto con gli interessi.

DJURIC 6.5 Pronti e via e sbaglia un gol facile facile, centrando la traversa da due passi. Pochi minuti dopo fa fare il miracolo a Falcone, ancora con un colpo di testa. Non è bello da vedere, ma, ragazzi, quanto è importante per questa squadra, è davvero fondamentale. Perché anche quando sembra non essere nemmeno più in grado di stare in piedi, di testa le prende tutte lui, e non in maniera banale, ma sempre bravo a trovare i compagni. E’ sfortunato perché non segna, ma è l’uomo giusto al posto giusto.

ALL. ZAFFARONI 8 Con la scoppola rimediata con l’Inter ancora negli occhi, insieme a Bocchetti, riesce a compattare il gruppo che fin dai primi minuti dimostra di avere più voglia di vincere rispetto al Lecce. Perché è nei momenti di crisi che bisogna far capire che si può andare oltre. I contenuti tecnici sono non eccellenti, ma questa volta il cuore compensa ciò che manca. Non si accontenta del pari, come molti pensavano e con questi tre punti mette un bel solco tra il Verona e lo Spezia. Sporchi, brutti e cattivi. Delle bellezza, oggi, ci importa zero.

IL PAGELLONE DI VERONA-INTER

MONTIPO’ 6.5 Tre miracoli miracoli nel giro di tre minuti, su altrettanti calci d’angolo: salva su Dzeko, D’Ambrosio e De Vrij. E se non ci riescono gli interisti a sbloccare la situazione, ci pensa Gaich a fargli gol. Di lì in avanti un’imbarcata umiliante che è l’unico a non poter evitare.

MAGNANI 5.5 Dei tre dietro sembra il meno disastroso. Se non altro nel gioco aereo riesce in qualche modo a limitare i danni. Ma non ha alcun tipo di aiuto dai compagni di reparto e quindi anche lui va in difficoltà. Mettiamoci poi i soliti problemi fisici e il gioco è bello che fatto.

HIEN 5 Non ha mezzi per contrastare lo strapotere dell’attacco interista. Sempre in costante difficoltà, sembra che abbia le ganasce alle gambe. Dovrebbe essere uno di quelli con personalità, ma probabilmente o l’ha lasciata a casa o semplicemente non ce l’ha. Gli evitano di arrivare fino alla fine per non esporlo ad altre figure barbine.

COPPOLA 5 (dal 17° s.t.) Dorme sullo 0-6.

CECCHERINI 4 Non ne imbrocca una. Ma manco mezza. Sbaglia qualsiasi cosa gli passi tra i piedi. Suo l’assist per Brozovic, che a sua volta la mette facile facile per Lautaro, che sfoggia il pallonetto su Montipò. Sembrano finiti i tempi in cui nell’euforia del bel calcio degli ultimi tre anni tutto quello che luccicava pensavamo fosse oro.

CABAL s.v. (dal 37° s.t.)

FARAONI 4.5 Al sesto gol dell’Inter alza le mani, segno finale di una resa incredibile per questa squadra, che deve far riflettere i nuovi, ma soprattutto i senatori come lui. Abbiamo portato questi ragazzi su un palmo di mano per almeno tre anni. Adesso è il momento di metterci la faccia e di spiegare perché. E lui deve essere uno di quelli, deve avere il coraggio di chiedere scusa e recuperare la fiducia di una piazza che di pazienza ne ha avuta anche troppa.

TAMEZE 5 Stanco, stremato, svuotato. Sembrava potesse riposare e forse sarebbe stata la cosa migliore. Perché vederlo in campo così è stato quasi doloroso. Non regge l’urto fisico in occasione dell’azione che porta allo 0-3. Non ha mai la forza di entrare in partita. Tanto meno di rialzare la testa nella tempesta.

ABILDGAARD 5 Spizza qualche pallone qua e là, nella prima mezz’ora fa sentire la sua presenza fisica. Ma dopo lo 0-1, come tutti gli altri, chi più e chi meno, sparisce dal campo. Sta immobile a guardare Calhanoglu prendere la mira per lo 0-2. Non ci prova nemmeno ad andare a rompergli le scatole, macché. Viene travolto dalla qualità nerazzurra, lui che, d’altra parte non è che un onesto boscaiolo del pallone.

DEPAOLI 5 + Inizia con la voglia e la consapevolezza di chi ha qualcosa da farsi perdonare. L’errore di Cremona ce l’ha ancora addosso e prova a scollarselo di dorso con corsa e voglia di mangiare il campo. Finché la partita rimane in equilibrio gli riesce tutto sommato bene, ma poi sono solo lacrime. Anche se, fino alla fine, è l’ultimo ad arrendersi

VERDI 6 Se il Verona ha una sola possibilità di segnare è solo per merito suo. Una botta di sinistro, da posizione non comodissima, che trova pronto Handanovic. Ci prova anche con cross invitanti per i compagni, ma evidentemente parlano lingue diverse. Dopo l’imbarcata del primo tempo, rimane nello spogliatoio a tirare il fiato in vista di Lecce.

DUDA 5 (dal 1° s.t.) Non porta nulla a una squadra vuota, con una partita di fatto finita nel primo tempo.

LAZOVIC 4.5 Se ci sono giocatori che non hanno piedi raffinati, perché dire altro sarebbe poco elegante, ce ne sono altri, come lui, dai quali non ti aspetti che non siano in grado di stoppare un lancio millimetrico, solo davanti alla porta. No, non te lo aspetti. Anche lui, come Verdi, rimane nello spogliatoio a rifiatare. Ma spero anche a pensare a quanto avrebbe dovuto dare in più, non solo contro l’Inter.

DOIG 5 (dal 1° s.t.) Dzeko lo salta come un birillo: 0-5 e arrivederci alla prossima.

GAICH 4 Non è l’autogol a dare la cifra della sua prestazione, per quanto non si capisce come possa aver partorito una cosa simile, avvitandosi di testa, col pallone a trenta centimetri da terra. E’ tutto quello che c’è attorno che dà forma all’ennesima prova pessima. Non è tutta colpa sua, sia chiaro. Ma non sembra all’altezza della situazione, l’ho già detto in passato. Non ha, al momento, i mezzi per aiutare la squadra.

DJURIC 5 (dal 24° s.t.) Non si vede mai.

ALL. ZAFFARONI 3 Il vero errore è aver creduto che il Verona non avesse nulla da perdere. Della serie: visto che hanno perso le altre, anche se le prendiamo pure noi cosa volete che succeda? E’ la differenza tra chi ha la mentalità vincente e chi no. E forse questo concetto è applicabile più al pareggio di Cremona. Con l’Inter si può anche perdere, ma non farsi umiliare. Non ci si può sciogliere così, incapaci di reagire dopo la prima difficoltà. Non si può, per rispetto di una città e di questo colori. A Lecce sarà la partita della vita. L’ennesima. Così, con questa mentalità, che senso ha giocarla? O ritrova, insieme a Bocchetti, scelte logiche o salvarsi così rimane davvero un’illusione.

IL PAGELLONE DI CREMONESE-VERONA

MONTIPO’ 7 E’ solo suo il merito se il Verona non esce da questa partita con un’imbarcata clamorosa. Un paio di parate decisive, in particolare quella su Ciofani nel primo tempo e quella ancora più determinante su Dessers nei minuti finali, quando dovrebbe essere il Verona a crederci di più. Sempre attento, molto più dei suoi compagni

MAGNANI 6 La Cremonese è gran poca cosa, eccezion fatta per Okereke che comunque è veloce e prova a mettere in difficoltà il buon Jack. Che però non si fa trovare impreparato. E non sono d’accordo con quelli che gli danno la colpa per il gol dei padroni di casa. Tutti bravi sul divano. Sfiora anche il gol con una delle poche occasioni dei gialloblù. Esce per il solito problema fisico.

CECCHERINI s.v. (dall’84°)

HIEN 6 Senza infamia e senza lode. Deve a malapena sudare la maglietta per contrastare gli attaccanti della Cremonese. Solo in un’occasione Ciofani gli va via e mette in difficoltà Montipò, che si supera con una bellissima parata. Per il resto ordinaria amministrazione, nulla più.

DAWIDOWICZ 5 Una serie infinita di errori, di controllo, di impostazione, di lettura delle diagonali, di recupero sui cremonesi. E’ una di quelle volte in cui la buona volontà e il cuore, che di certo non gli mancano, non bastano per portare a casa la pagnotta. Dai suoi piedi passano palloni che bisognerebbe gestire meglio, ma le qualità tecniche, si sa, sono quelle che sono.

DEPAOLI 4 Uno dei giocatori più in fiducia del Verona commette l’errore più grave. Un assist involontario per Okereke, che ringrazia e segna. Rimane su quell’errore senza più recuperare soprattutto le energie mentali. Mette in fila una decisione sbagliata dietro l’altra fino a quando anche il fisico (problemi di stomaco) lo abbandona.

TERRACIANO 6 + (dal 41°) Meglio (sai che fatica) rispetto a Depaoli. Sulla fascia destra fa sentire la sua presenza, soprattutto in fase di spinta. Dalla sua parte spiovono tanti cross invitanti, che, soprattutto Djuric, gli attaccanti sciupano goffamente. Bravo anche a ripiegare.

TAMEZE 5 In una pochezza tecnica e tattica, ti aspetti che sia lui, in mezzo al campo, a dare qualcosa in più, a indicare la strada da seguire. Invece si nasconde, corre a vuoto e gioca tanti palloni un po’ a casaccio. Fisicamente sembra non averne fin dai primi minuti e la cosa è quantomeno inspiegabile. Delusione.

VELOSO 6 (dal 60°) Serviva qualità in mezzo al campo e lui l’ha portata. Possibile non averci pensato prima???

ABILDGAARD 6.5 Dopo Montipo’ il migliore del Verona. Tiene in piedi il centrocampo gialloblù praticamente da solo. Canta e porta la croce, come si diceva qualche anno fa, dovendo sopperire anche alle mancanze inspiegabili di Tameze. Grande presenza fisica e grande temperamento. Gioca un calcio di forza. Rimane più di una volta sbalordito per i falli che Doveri, non si sa perché, gli fischia contro.

LAZOVIC 5.5 Partita tecnicamente imbarazzante, quella tra due squadre che a ragione meritano il rispettivo posto in classifica. Ecco perché è assurdo che lui non riesca a spiccare. Sembra sempre sul punto di azzeccare la giocata che però, puntualmente si affloscia su se stessa. Ha un’occasione clamorosa per segnare, di testa. La cicca miseramente.

GAICH s.v. (dall’84°)

KALLON 4.5 Un pesce fuor d’acqua, totalmente fuori dal gioco. Messo largo a destra, te lo spieghi solo perché ha gamba per correre. Ma anche quello lo fa un po’ a caso. Ha una grandissima occasione da gol prima che sia la Cremonese a sbloccarla e la fallisce in maniera fantozziana. Mai uno spunto, mai un’iniziativa per saltare l’uomo. Tutto sbagliato, tutto da rifare, come avrebbe detto il grande Gino Bartali.

BRAAF 6 (dal 60°) Tutt’altra cosa rispetto a Kallon, che non ne azzecca una. Appena entrato si trova solo soletta davanti a Carnesecchi, praticamente battuto. Ha sulla capoccia il pallone più ghiotto di tutta la partita e cosa fa? Centro in pieno il portierone della Cremonese. Peccato, perché comunque ha fatto vedere spunti degni di nota.

VERDI 6.5 Un paio di fiammate nei primi minuti, poi viene inghiottito dalla mediocrità della partita. La subisce in maniera passiva, troppo per chi come lui avrebbe tutto per rimettere le cose a posto. Qualcuno invoca la sostituzione e meno male che non è stato ascoltato. Perché nell’unica vera occasione, confeziona una gran bel gol, uno dei più belli di questa stagione così magra di reti per il Verona. Terzo gol in due partite.

DJURIC 5 Non in giornata, come tanti suoi compagni. Fatica anche in ciò che gli viene più facile, le spizzate di testa. Coi piedi non è che le cose vadano meglio. Non si può dire che non gli arrivino cross interessanti. Di sicuro fa poco per sfruttarli al meglio. Finisce sfinito, fisicamente spremuto. Perché comunque si è dato da fare, ma in maniera non affatto produttiva.

ALL. ZAFFARONI 5.5 Primo tempo disastroso, secondo appena appena migliore. Inspiegabile l’atteggiamento dei suoi dopo il gol preso. Nessuna reazione, nessun furore agonistico, ma solo una grande paura di chissà cosa. Benino le scelte della ripresa, quando manda in campo giocatori che si fanno trovare pronti. L’unica vera buona notizia (lo è veramente?) è aver agganciato lo Spezia in classifica. Ma mi domando se ci sia da essere felici o rammaricati per non aver vinto, dando due punti proprio ai liguri. Mi puzza tanto di occasione persa, anche perché il calendario fa paura.

IL PAGELLONE DI VERONA-BOLOGNA

MONTIPO’ 7 Parate giuste al momento giusto, non belle per i fotografi, ma per i cuori dei tifosi indubbiamente sì. Solita garanzie e grande sicurezza per i compagni della difesa e per tutta la squadra. Ha anche la giusta furbizia per tenersi qualche secondo qua e là, senza indispettire l’arbitro. Solo nel finale una respinta così così, che ci ha fatto fermare il cuore per qualche secondo. Che paura.

MAGNANI 6.5 Zirkzee non è facile da marcare, sempre pronto allo scatto, alla giocata di rapina. Jack prende le misure col passare dei minuti, senza soffrire le pene dell’inferno. Ci mette il fisico, ma ci mette anche i piedi che non sono mai banali e che gestiscono i palloni con grande attenzione. Il suo problema è una struttura fisica che va spesso in sovraccarico e così è costretto a uscire prima della fine, senza più forze.

COPPOLA s.v. (dal 36’ s.t.)

HIEN 7 E’ la continuazione della partita maestosa fatta a Napoli, senza quasi un secondo tempo di quella gara. Sicuro, preciso, mai in affanno, ha grande temperamento e, soprattutto, ha finalmente trovato la continuità di prestazione. Mai una leggerezza, una disattenzione. Prende per mano i compagni e li porta fino alla fine, fino all’urlo liberatorio dopo il triplice fischio di Mariani.

DAWIDOWICZ 7 Non è un fenomeno. E questo lo abbiamo detto miliardi di volte. Non ha piedi sopraffini, e anche qui siamo tutti d’accordo. Però un aggettivo gli calza a pennello: epico. Gioca partite che sembrano usciti dalla penna di Tolkien, tutta fango, sporcizia, cuore e coraggio. Con la benda in testa, dopo che gli hanno sbregato la testa, secondo voi si spaventa? Macché. Petto in fuori e orgoglio a pacchi.

FARAONI 7.5 E poi di colpo rivedi il capitano, il campioncino della porta accanto, non Superman, ma Clark Kent, che poi sarebbe la stessa cosa, ragazzi. Gioca una partita difensiva pazzesca, semplicemente perfette. Ho perso il conto delle diagonali, dei tocchi sporchi a guastare le traiettorie bolognesi. In fiducia, quindi, non si limita a stare dietro, ma sfodera uno dei suoi cross col calibro, che finisce per diventare l’assist per il secondo gol di Verdi. Ci sei mancato, capitano.

TAMEZE 7.5 Non so quanti palloni abbia recuperato, in quella terra di mezzo, sempre più affollata, con una densità, quella bolognese, paragonabile alla nebbia della pianura padana. Difensivamente è mostruoso, inesauribile, corre a passo costante, senza strappi, ma con intensità. Ha la voglia anche di spingersi in avanti a cercare gloria. Dopo Napoli un’altra meraviglia da ricordare.

ABILDGAARD 6 + Quel poco che rimane in campo fa vedere tutto quello di buono mostrato a Napoli. Grande presenza fisica e super presenza nel gioco aereo. Le spizza tutte lui, riuscendo anche a trovare i compagni d’attacco. Peccato per il colpo alla testa che lo manda in confusione.

DUDA 6 (dal 29’ p.t.) Rispetto ai compagni, un po’ più macchinoso. Quando sembra aver fatto la giocata risolutiva, sbaglia l’ultimo passaggio, l’ultima imbeccata e rischia di lasciare campo alle ripartenze del Bologna. Ma ha esperienza e qualità per rimediare.

DEPAOLI 7 In condizione fisica strepitosa, ha otto polmoni turbo. Solca prima la fascia sinistra, poi torna a “casa”, a destra, formando con Faraoni, una catena sontuosa, perfettamente sincronizzata. Non è mai appariscente, ma ogni volta che tocca palla dici “bravo Depaoli”, perché se sa che non poter andare più in là delle sue qualità, fino a lì, però, le sfrutta tutte. E’ la tanto decantata classe operaia che va in paradiso

LASAGNA 6 Parte in fiducia e sembra avere la determinazione giusta per lasciare il segno. Imbeccato alla perfezione da Verdi, inventa uno stop spettacolare, ma poi sbaglia un gol, non così difficile, calciando di destro, che non è il suo piedi. Tanti spunti, tanti scatti. In uno di questi il muscolo fa “strap” e lo costringe a lasciare il campo. Che sfortuna, ragazzi!

LAZOVIC 7 (dal 40’ p.t.) Rimane fuori per qualche partita, infortunato. Ti aspetti che possa avere la ruggine nelle giunture e invece è più scintillante del solito. Imbrocca un paio di galoppate, condite da dribbling mai visti, che mandano il cervello in pappa agli avversari. Come per Verdi, è uno di quelli sulla cui qualità puntiamo sempre a occhi chiusi.

VERDI 9 Se ne sono dette di tutti i colori su questo ragazzo: “non ha le palle”, “non si allena bene”, “è antipatico”, è troppo basso”. Pochi, però, a dire che forse sia l’unico uomo di vera qualità di questa squadra. Due gol contro la squadra nella quale ha vissuto la sua stagione migliore. Ma sarebbe riduttivo fermarci a questo, perché dai suoi piedi si materializza sempre oro, giocate non solo belle, ma anche utili. Una storia bellissima la sua. A gennaio con la valigia già chiusa. Ora l’uomo in più per la salvezza.

SULEMANA s.v. (dal 36’ s.t.)

GAICH 5.5 Fatica tantissimo e con il Verona che aspetta per poi ripartire, questa non sembra essere proprio la sua partita. Vede davvero pochissimi palloni, ancora meno quelli giocabili. Ha il merito/sfortuna di prendersi un cartone devastante da Skorupski, per il più sacrosanto, quanto bizzarro, dei rigori. Il colpo lo manda ko e così Zaffaroni preferisce lasciarlo nello spogliatoio dopo l’intervallo.

DJURIC 6.5 (dal 1’ s.t.) Solite sportella di qualità, solita capacità di prendersi falli che fanno tirare il fiato ai compagni. Con Verdi si trova a occhi chiusi e questa è una cosa da tenere in considerazione da qui alla fine. Ha sul testone una grande occasione, ma la sciupa goffamente. Perdonato per tutto il resto che ha lasciato sul campo.

ALL. ZAFFARONI 8 Dalla partita col Napoli, insieme a Bocchetti, ha deciso di cambiare identità alla sua squadra. Il Verona è meno frenetico, più “riflessivo”. Sa che non può essere quello dello scorso anno e così si rinnova. Difende compatto, mai troppo basso, se non quando il Bologna prova il tutto per tutto. E riparte sempre e comunque. I mister hanno finalmente trovato il modo miglior per far giocare questo gruppo scalcinato, che però ci ha sempre creduto, anche quando era all’inferno. Ora si vede davvero la luce. Andiamole incontro.

IL PAGELLONE DI NAPOLI-VERONA

MONTIPO’ 7 In 95 minuti di partita, di parate non ne deve fare. Importanti, si intende. Ma la sicurezza che dà a tutta la difesa è da vero numero uno. Attentissimo nelle uscita in presa alta, non ha paura quando i palloni spiovono con più decisione dalla fasce napoletane. Avanti così, con una stagione personale, che lo sta facendo diventare un gran bel portiere.

DAWIDOWICZ 6.5 Dopo il giallo a Ceccherini, si sposta dalla parte di Politano, che non è un bel cliente. Lo tiene senza ansia da prestazione, non badando tanto ai ricami e spazzando il pallone in tribuna quando serve. I piedi, lo diciamo da anni, sono quello che sono. Ma il cuore è sempre gigantesco.

HIEN 8 La sua miglior partita da quando veste la maglia del Verona. Dalle sue parti nessuno è legittimato a passare. Non lascia scampo a Raspadori che non ha nemmeno capito di essere in campo. E anche quando entra Osimhen, forse il miglior attaccante al mondo insieme a Haaland, il copione non cambia. Qualità, quantità e senso della posizione. Che arrivino dall’alto o dal passo, i palloni sono tutti suoi, senza discussione.

CECCHERINI 6.5 Morde le caviglie di Politano. Anche troppo, visto che dopo pochi minuti si becca un giallo (esagerato) per un fallo (giusto). Per evitare grossi problemi, Zaffaroni lo sposta su Lozano e le cose gli vanno grasse, perché l’attaccante del Napoli non riesce mai a incidere. Attento, non si lascia prendere la mano e la porta a casa senza problemi.

COPPOLA 6 (dal 65’) Muso duro e bareta fracà: aiuta nei momenti più caldi.

FARAONI 6 Consapevole di non aver le gambe dei giorni migliori, fa la cosa più logica, tiene la posizione e pensa più che altro a difendere. E’ un aiuto prezioso per la retroguardia e di lì non si sposta. Sbaglia qualche scelta in ripartenza e in appoggio, ma è un piccolo passo avanti rispetto alle sue ultime prestazioni.

TERRACIANO 6 (dal 70’) Non teme la temperature del “Maradona”.

TAMEZE 7.5 Toh, chi si rivede. Quel meraviglioso giocatore che ci ha fatto scoppiare il cuore da quanto è forte. Macina non so quanti chilometri e gestisce davvero tanti palloni, protetto da quel marcantonio di Abildgaard, che gli protegge le spalle. E’ il difensore aggiunto. E’ l’attaccante in più. Un senso del gioco e dello stare in campo che lo ha reso unico a Verona e che non vedevamo da un po’ di tempo. Spero che sia un “bentornato”.

ABILDGAARD 7 Non ce lo aspettavamo. E una volta visto in campo ci siamo chiesti “come mai solo adesso?”. Fa ammattire Anguissa, che se lo ritrova in mezzo ai piedi in ogni zona del campo. Lo segue davvero come un’ombra e distrugge gran parte del gioco centrale del Napoli. Il fisico non è una sorpresa. I polmoni, sì. Bravissimo.

DEPAOLI 6 Disciplinato, non si fa vedere, non rimane impresso, ma quello che deve fare lo fa bene, senza errori. Anche lui è più costretto a difendere che altro, ma capire perfettamente il momento e contribuisce, insieme ai compagni, a un risultato importantissimo.

LASAGNA 6.5 La più grande occasione che ha il Verona di trovare il gol è sua: Meret ha il suo bel da fare per deviare un gran bel sinistro. Altre due conclusioni che finiscono in braccio ai tifosi nella curva del Napoli

NGONGE 5 (dall’86’) Ha sui piedi il pallone della vittoria. Sceglie quello sbagliato e tira fuori una ciofeca. E il Verona, incredibilmente si ritrova a recriminare.

DUDA 5.5 Riemerge solo parzialmente dall’inferno dalla pessima partita vista contro il Sassuolo. Gioca davvero tantissimi palloni, ma ne sbaglia una caterva e il passo è decisamente lento. Per carità, mai stato una scheggia, ma non puoi pensare di passeggiare davanti ai futuri campioni d’Italia. Ha qualità che sembrano essersi annacquate. Io da lui mi aspetto molto, ma molto di più.

VERDI 6.5 (dal 70’) Nel momento di più grande difficoltà, quando il Napoli aumenta i giri, dà una grande mano e con la sua qualità aggiunge imprevedibilità al gioco gialloblù. Spettacolare il lancio per Ngonge che, solo davanti a Meret, sbaglia clamorosamente.

GAICH 5 + L’eroe dell’ultimo secondo torna brutto anatroccolo, dopo essere stato cigno per quel finale glorioso contro il Sassuolo. Sbaglia tanto e non riesce a tenere palloni utili per far rifiatare e salire la squadra. Si danna, sgomita e corre con volontà, ma non costruisce occasioni e non si fa trovare pronto quando il Verona avrebbe l’obbligo di ripartire.

DJURIC 6.5 (dal 65’) Sono tutte sue, di testa lascia nemmeno la briciole ai difensori del Napoli. Aiuto preziosissimo.

ALL. ZAFFARONI 7.5 La prepara così, insieme a Bocchetti. Squadra compatta, che non lascia spazi utili a quelli che, a meno di clamorosi “suicidi” saranno i campioni d’Italia. I napoletani la vincono solo sul possesso palla, ma chi se ne frega, non conta nulla. Se si esclude la traversa di Osimhen, le occasioni più clamorose le ha il Verona (vero Ngonge?). Azzecca tutti i cambi, con grande lettura della gara. E’ un punto determinante, che scuote di nuovo la squadra dopo il torpore dei giorni peggiori. Lo Spezia è a tiro, ma ora non si deve più sbagliare. Quella contro il Bologna sarà la partita più difficile del campionato.

IL PAGELLONE DI VERONA-SASSUOLO

MONTIPO’ 7 Di parate vere ne deve fare due, entrambe nella ripresa, tutte e due su Pinamonti. La prima, miracolosa, tiene il risultato sullo 0-1. Il secondo sull’1-1. Considerando che poi il Verona va a vincerla, ha del miracoloso.

MAGNANI 6 Eccezion fatta per Ceccherini, che segna il gol della speranza, è il migliore della difesa. E’ quello che va meno in confusione e che fisicamente dimostra di essere una spanna sopra rispetto ai compagni di reparto. Con la schiena riesce a deviare quel tanto che basta su Laurientè, evitando un gol già fatto. Pochi minuti dopo è lui che si vede “annullare” la gioia personale per colpa di un salvataggio sulla linea. Se il fisico tiene, Jack c’è.

HIEN 5.5 Pinamonti gli fa ballare la rumba, ogni volta che ha la palla tra i piedi. Prova a metterci il fisico e a usare le maniere forti, ma l’attaccante del Sassuolo non lo sposti nemmeno con un caterpillar. Quanto meno nei minuti finali, quando paradossalmente è il Sassuolo a provare a vincere, stringe i denti e la porta a casa. Ma quanta fatica.

TAMEZE 6 – Sacrificato sull’altare degli esperimenti, non so quanto sensati a questo punto della stagione, deve fare lavoro doppio. Scende sulla linea di difesa quando Doig sale e sale quando lo scozzese scende. Corre come un dannato, ma perde più di una volta la lucidità nel passaggio risolutivo. Non molla, questo è vero. Ma abbiamo bisogno di tanto di più da lui. Poi è anche vero che bisognerebbe permettergli di farlo.

FARAONI 4.5 Conoscendo l’intelligenza di questo ragazzo, sono convinto che sia lui il primo a rendersi conto di non essere all’altezza della situazione. Non c’è, inutile aggiungere tante cose. Non credo che dipenda dalla testa, ma magari anche sì. Di sicuro non ha gambe. Ha una buonissima occasione per pareggiarla, ma prende la decisione sbagliata. E di lì a poco lascia il campo, mestamente.

KALLON 6 (dal 22° s.t.) Ci mette se non altro grinta e corsa.

TERRACIANO 5.5 Una cosa buona la mette in campo, la corsa. Ma non gli basta per spiccare. O meglio, lo si vede fare qualcosa in più rispetto a qualche compagno che vagabonda in giro per il campo, ma non abbastanza per lasciare un segno. Anche lui paga la confusione tattica che si vede sin dai primi minuti. Ma, pensando alla prossima stagione, mi auguro che si punti con decisione su questo ragazzo. Anche se temo che rientri già alla voce “possibile plusvalenza”.

GAICH 7 (dal 36°s.t.) Fa il gol della vittoria. Punto.

VELOSO 6 L’unico che cerca di tenere in piedi questa armata Brancaleone, che non solo non sa cosa fare, ma non ha nemmeno l’emotività per farlo. Corre più di tutti, ed è il più vecchio, il che è tutto dire. Dai suoi piedi passa il poco gioco del Verona e sono troppe le volte in cui allarga le braccia, sconsolato. Proprio come chi, è il caso di dirlo, parla col muro.

NGONGE 5 (dal 1° s.t.) Poco, pochissimo. Si vede solo quando invita il pubblico alla bolgia. Come se i butei non ci avessero già pensato da soli.

DOIG 4 La sua partita è tutta nell’azione in cui Berardi lo ridicolizza, dandogli due metri in un nano secondo. Se volete qualche dettaglio in più, sbaglia tutto quello che umanamente è possibile sbagliare. Mi sembra il chiaro esempio di come possano essere affrettati i giudizi. Io per primo lo avevo definito “campionicino”. Che eresia…

CECCHERINI 7 (dal 1° s.t.) E’ evidente che non sia Nesta. Ma averne di undici Ceccherini per voglia e determinazione. Sarebbe meglio di questo pastrocchio visto quest’anno. Segna un gol bello e difficile. Ma, a sto punto, è un inutile brodino caldo

VERDI 5 Inizia tutto sommato benino, sembra avere la gamba buona e i piedi ispirati. Ma alla lunga si rivela un’amara e triste illusione. Con il centrocampo che fa nulla per portare palloni da trasformare in qualcosa di prezioso, lui non è sicuramente il tipo di giocatore che il materiale se lo va a cercare. Mollo, proprio nell’accezione intesa qualche anno fa da Malesani.

DJURIC 5.5 (dal 16° s.t.) Qualche spizzata, e non molto altro

DUDA 4 Un altro troppo presto inutilmente osannato, manca fosse arrivato Zidane. La verità è che ha giocato discretamente due partite e il discorso si è chiuso lì. Ripercorrendo tutto il match, non ricordo un passaggio degno di questo nome. E non parlo dei passaggetti a trenta centimetri. Quelli lì fa anche mio nonno. Involuzione pazzesca, personalità non pervenuta.

LASAGNA 5.5 Corri Kevin, corri. Ma attento a non lasciarti il pallone troppo indietro. Perché a volte mi pare che vada anche troppo veloce. Con Verdi non si trova e lui si trova da solo, schiacciato nella difesa emiliana. Di palloni ne arrivano pochi e lui da quel che può, che è ridotto all’osso. Però rimane dentro la partita fino alla fine.

ZAFFARONI 5.5 I tre punti sono miracolosi, quasi quanto la salvezza. Però un “suicidio” di Consigli non può far dimenticare quello che questa squadra ha fatto vedere per 85 minuti: poco o niente. Con Bocchetti sceglie la strada della sperimentazione, mettendo la difesa a quattro e togliendo le uniche poche, striminzite certezze di questa squadra. Non si dica che piazza, stampa e compagnia cantante non ci abbiano creduto. Perché contro il Sassuolo tutti sembrano crederci, tranne la squadra. Almeno fino all’85°. Il calcio è davvero folle. C’è ancora vita.

IL PAGELLONE DI JUVENTUS-VERONA

MONTIPO’ 6 Poche parate vere, tante uscite sicure, qualcuna a farfalle, ma nulla che faccia venire la pelle d’oca, in un senso e nell’altro. Impossibile fare qualcosa sul gol di Kean. Io rimango dell’idea che il suo sia un ottimo campionato, a dispetto di quello della squadra.

DAWIDOWICZ 6 E’ su Kean, che in velocità è un bel peperino e anche fisicamente sa il fatto suo (schifo non mi farebbe nel Verona, e invece abbiamo altro…) L’attaccante della Juve segna nell’unica occasione in cui a “curarlo” c’è Magnani. Lui non fa nulla, comunque, per aiutare il compagno di reparto. Dedizione e voglia sono lì come sempre. Contro questa Juventus piccola, piccola non serve molto altro.

MAGNANI 6 Meriterebbe un voto in più perché con fin troppo facilità fa sparire Milik dal campo. Bravissimo nei contrasti a terra, come si faceva una volta, non ha certo paura di fare a sportellate con gli attaccanti bianconeri. Nell’unica volta in cui si ritrova a marcare Kean, questo pensa bene di segnare. Vero, se lo perde, ma Dawidowicz non lo aiuta. Insomma, una gran bella prestazione, macchiata, però, da uno scivolone decisivo.

CECCHERINI 6 Parte forte, quasi meglio in avanti che nel suo territorio di competenza. Solite voglia e grinta, sulle quali difficilmente si può discutere. Dalle sue parti capita di vedere Cuadrado, ma lo controlla tutto sommato senza quasi sudare la maglia. Esce nelle ripresa con la lingua che gli arriva per terra.

CABAL 6 (dal 66’) Entra con grinta.

FARAONI 5 A me dispiace tantissimo, perché provo un enorme senso di riconoscenza per il vice capitano, che ha regalato anni meravigliosi al Verona. Ma quello che stiamo vedendo oggi è lontano anni luce da quel meraviglioso giocatore. Fatica tremendamente a ritrovare la condizione, dopo un infortunio che è stato più complicato di ciò che pensiamo. Ho sempre pensato che per ritrovarsi dovesse giocare più minuti possibili. Ora mi chiedo se sia giusto farlo dall’inizio o a partita in corso.

TERRACIANO 6 (dall’80’) Una grande sventola di sinistro che Szczesny fatica a deviare. Ma perché è finito nel dimenticatoio sto ragazzo?

TAMEZE 5.5 Sì gioca tantissimi pallone, ma rimane un po’ nella terra di nessuno. Vero è che deve correre tanto anche per l’amico di reparto, Veloso, ma non incide per quello che dovrebbe e, soprattutto, potrebbe. La verità è che in una squadra che arranca, lui fatica a diventare leader. Facile brillare quando tutto va a meraviglia. Ma io continuo a credere in lui, nonostante queste partite così così.

VELOSO 6 Mi fanno ridere quelli che lo accusano di essere lento. Come se in passato sia stato Flash. Ha talento nei piedi per far girare il gioco del Verona e nel primo tempo, per lunghi tratti, ci riesce. Ovvio, il fiato è quello che è, ma la qualità di certo non gli manca. Peccato che non batta tutti i calci d’angolo. Ma evidentemente i muscoli vanno preservati con cura.

VERDI 6+ (dal 66’) Ha la qualità che serve a questo Verona. Entra molto bene. Se avesse anche la condizione fisica dalla sua, forse non sarebbe all’Hellas.

DEPAOLI 6.5 Di gran lungo il migliore del Verona e l’unico, tra l’altro a creare la sola chiara occasione da gol per i gialloblù. Sembra quello che ci tiene di più, tanto da esultare per una deviazione su calcio di punizione di Danilo che poi finisce sul palo. Disciplinato dietro, intraprendente per quanto più in avanti. La sostituzione si spiega solo col cartellino giallo preso nel primo tempo. Altrimenti ha poco senso.

DOIG 5.5 (dal 66’) Non incide.

DUDA 5+ Un sinistro nei primi minuti, un po’ mollo a dire il vero, ma comunque da archiviare alla voce “occasioni da gol”. Per il resto, tanti passaggini inutili, che non cambiano ritmo al gioco. Molto didascalico, non si accende e non accende le idee dell’attacco gialloblù. Fatica a trovare la posizione in campo. Il tempo passa e annaspa sempre di più. Da un come lui io mi aspetto tanto, molto di più.

LASAGNA 5 + Quel “più” per l’unica cosa veramente bella della sua partita, un cross per Depaoli che calcia fuori di poco, mettendo i brividi alla Juve. Per il resto, tanta confusione, sicuramente più voglia di essere dentro la partita, ma concretamente i risultati non si vedono. Non riesce a “strappare”, mai un fraseggio con Gaich col quale, anzi, più di una volta, si pesta i piedi.

NGONGE s.v. (dal 77’)

GAICH 4.5 Salvate il soldato Gaich dal massacro. Non è all’altezza della situazione, non è in grado, al momento, di aiutare la squadra in quello che è sempre più un miracolo. Gioca senza logica, corre senza senso e quando può pensare a qualcosa di interessante, va in apnea e calcia a casaccio. Fuori condizione, fuori tempo e fuori tempo massimo. Il Verona non ha tempo di aspettare nessuno. Nemmeno questo ragazzone che sembra pescato da un campo di rugby per fare numero e raggiungere gli undici da mandare in campo.

ALL. ZAFFARONI 5.5 Primo tempo tutto sommato buono, più nel controllo che nella creazione del gioco. I suoi partono meglio della Juve, ma appena rallentano, soffrono le puntate dei bianconeri. La squadra di Allegri la vince per l’unica vera occasione con pallone in movimento. I suoi, soprattutto davanti, di movimento ne fanno a caso e male. Quindi, mi domando perché ancora Gaich, che non c’entra nulla con sto Verona. Mi domando perché Terraciano sia diventato la terza scelta. Chiedo perché non Verdi e Ngonge subito, visto che solo tra i pochi capaci di portare qualità. Era la Juve, per carità. Ma non la grande Juve. Occasione sprecata, perché un punticino si poteva portare a casa.

IL PAGELLONE DI VERONA-MONZA

MONTIPO’ 6 Sicuramente più attivo del rivale brianzolo, che di parate ne fa pochine. Lui è attento quando serve, anche nelle uscite un po’ più complicate. Impossibile evitare il gol del pareggio di Sensi, perso inspiegabilmente dalla difesa.

DAWIDOWICZ 6 Solito lottatore, solito arruffone. Il duello è con Caprari e ha il vantaggio di conoscerlo abbastanza bene. Si difende coi denti, sapendo di essere in difetto, di tecnica e di corsa. Tutto sommato gli va bene, è l’ultimo a mollare, come sempre. Ma poco di più.

MAGNANI 6 Partita in controllo su Petagna, che ci prova col fisico, ma conclude poco o nulla, anche per l’attenzione del difensore gialloblù. Chiede il cambio già al 35’ per qualche non meglio precisata noia fisica. Non che sia una colpa, ovviamente, ma è una costante della sua carriera.

CABAL 6 (dal 1° s.t.) Diligente e bravo tecnicamente. Sceglie spesso e volentieri i momenti giusti degli interventi in anticipo sugli avversari. Ancora parzialmente un oggetto misterioso, comincia a svelarsi.

COPPOLA 6 Prima su Ciurria, poi su Petagna, ha il suo bel da fare perché l’attaccante del Monza è una bella volpe e oltre al fisico ci mette qualche astuzia troppo. Però non paga la giovane età e gestisce tutto con calma.

FARAONI 5.5 E’ il giocatore del quale si sente più la mancanza perché nonostante sai in campo, ancora stenta a trovare il passo dei giorni migliori. Comprensibile dopo tutti quei mesi fuori per infortunio, ma la stagione non aspetta. Sapendo di non poter incidere davanti, se ne sta più accorto in fase difensiva.

DEPAOLI 5.5 (dal 62° s.t.) Un po’ più dinamico di Faraoni, ma non abbastanza per lasciare il segno.

DUDA 6 Meglio di Tameze, che nel primo tempo va inspiegabilmente a due all’ora. Lui, invece, sembra più dentro, nonostante le condizioni fisiche non siano ottimali dopo il pestone di La Spezia. Gioca tanti palloni, lucidamente, ma attorno a sé trova davvero poco al quale aggrapparsi. Il compagno di reparto non lo aiuta come dovrebbe e così anche lui, lungo andare, perde energie.

TAMEZE 5.5 Primo tempo brutto, secondo tempo insomma. Diciamo che alza i giri del motore, almeno ci prova, ma non è nemmeno lontanamente paragonabile al fenomeno visto ormai mesi fa. Sì, corre almeno nella seconda parte di gara, ma a quindici dalla fine cede ai crampi e rimane in campo solo per fare presenza.

LAZOVIC 5.5 Manca al momento giusto, quando il Verona ha bisogno della sua qualità. Non incide come dovrebbe, pur tornando nel ruolo nel quale ha fatto le fortune sue e della squadra nelle ultime due stagioni. Difficile ricordare una giocata degna di questo nome, tutte cose a metà, che messe insieme non sono affatto memorabili.

KALLON 5 + Tanta volontà, tanta corsa, ma anche tanta confusione. Arriva sempre sul punto di fare la giocata, ma nove volte su dieci non la azzecca in pieno. Non si può discutere la voglia di dare tutto, ma i risultati non ne sono la migliore traduzione.

DOIG 5 + (dal 1° s.t.) Ti aspetti che salvi capra e cavoli, ma così non è. Sembra partire bene, ma poi, ed è questa la cosa più inspiegabile, non sembra avere gamba. Mah.

VERDI 6.5 L’unico in grado di garantire un tasso di qualità accettabile a una squadra che sembra averla ormai smarrita da tempo. In un primo tempo onestamente difficile da digerire è l’unico, insieme a Duda, a tenere in piedi la squadra. Trova il gol della speranza, bellissimo, perché nato proprio dalle sue capacità tecniche, troppo spesso accantonate. Ma, evidentemente, anche per colpa sua, non solo di chi fa le scelte.

VELOSO s.v. (dal 32° s.t.)

GAICH 5 Non ne vede uno di pallone, o comunque molto da lontano. E’ fuori dal gioco e anche dalle intenzioni dei compagni, nel senso che non sembra capire le giocate a lui indirizzate. Male anche nel controllo dei palloni più semplici. Si applica, ma con senza risultati. Ci aveva dimostrato di saper fare almeno a sportellate, ma contro il Monza nemmeno quelle gli riescono.

DJURIC 5 (dal 23° s.t.) Anche lui non ne vede una. Ma almeno è giustificato dal mese di assenza per infortunio.

ALL. ZAFFARONI 5 + Primo tempo desolante, onestamente. La squadra non gira. Consapevole di non avere gran qualità, non riesce nemmeno a metterci l’ardore per andare oltre e tentare il miracolo. Meglio nella ripresa, almeno nella prima parte, grazie anche al gol di Verdi. Ma le energie durano poco, pochissimo. I suoi finiscono stremati, probabilmente pagando la grande rincorsa delle settimane passate. Il tempo è ormai poco, non si continui a dire che è ancora lunga, perché non è vero. Oggi è difficile pensare in quale campo il Verona possa andare a prendere punti pesanti, al contrario di chi è davanti.

IL PAGELLONE DI SPEZIA-VERONA

PERILLI 7 Primo tempo da spettatore, un po’ di emozione sui primi controlli di palla, ma ci sta. Nella ripresa lo Spezia prova a fare qualcosa di più, ma nulla di trascendentale. Si inventa, però, la parata che continua ad alimentare la speranza, o se volete l’illusione, di salvezza del Verona. Bravo.

MAGNANI 6 + E’ quello che dimostra più tranquillità nella difesa gialloblù. E’ efficace su Gyasi e non bada tanto ai ghirigori, nel senso che se c’è da buttare la palla in tribuna, non si sottrae. Quando lo Spezia mette lì il Verona, mantiene la posizione, meglio rispetto ai compagni e soprattutto non perde la lucidità.

HIEN 6 Il duello con Nzola era il più atteso e quello da guardare con maggiore attenzione. Lo limita senza grandi patemi d’animo, seppur in un paio di situazioni sceglie il tempo sbagliato della giocata. Bravo nei minuti finale quando sfila dai piedi di Gyasi un pallone pericolosissimo, a un metro da Perilli.

COPPOLA 6 Ha davanti Verde, che in quanto a velocità potrebbe fargli male. Ma è bravo nel corpo a corpo e a giocare in anticipo sulla giocata. Rischia poco, pochissimo, in una partita dal tasso tecnico ridotto al lumicino. Sui piedi anche qualche tentativo di impostare da dietro. Non male, ma nulla che mi faccia stropicciare gli occhi per la meraviglia.

FARAONI 5 Un po’ meglio rispetto alla partita contro la Fiorentina, ma la condizione migliore è ancora lontana. Non incide mai in fase offensiva e dietro si limita a controllare, senza aiutare nei raddoppi. Ha bisogno di stare in campo, questo mi pare evidente, ma deve accelerare, perché il Verona ha disperato bisogno della sua qualità.

TERRACIANO 5 (dal 77’) Si becca un cartellino giallo e basta.

DUDA 6 Un po’ compassato, ma si sa che la velocità non sia il suo forte. Tutto sommato la fa girare abbastanza bene, cercando di dare logica alla manovra offensiva del Verona. Gli capita di cincischiare un po’ troppo col pallone tra i piedi, perdendo la giocata più efficace. Esce acciaccato, anche lui per un problema alla caviglia.

ABILDGAARD 5.5 (dal 56’) Ci mette il fisico, ma poco più. Non riesce a reggere il timido assalto dello Spezia, che parte proprio dal centrocampo.

TAMEZE 6 Nel primo tempo è il Verona a fare la partita e con Duda, pur senza dare lezioni di calcio, comanda il gioco. Corre e recupera tantissimi palloni, è vero. Serviva però di più per lasciare il segno, perché nei momenti difficili o, comunque sia, decisivi, la sua qualità dovrebbe lasciare qualcosa di diverso in campo. Manca il salto per tornare a essere il leader degli anni passati.

DEPAOLI 5.5 Arrivava da un attacco influenzale che lo ha costretto a fermarsi qualche giorno. Ne paga ancora le conseguenze, evidentemente, perché non ha la gamba che meriterebbe una partita così determinante per la stagione. Rendendosene conto, evita di strafare e si limita a controllare dietro. Con qualche sbavatura qua e la.

NGONGE s.v. Si fa male alla caviglia e purtroppo non sembra nulla di poco conto.

KALLON 5 (dal 9’) Entra a freddo e si fa trovare pronto. Porta pepe davanti e sembra ispirato, nonostante non è che crei chissà quali occasioni da gol. Però è lì, c’è. Nella ripresa deve quasi rinunciare a fare la punta esterna per dare una mano a Faraoni, in difficoltà fisica. Si vede però piovere dal cielo l’occasione della partita, forse della stagione. Campo spalancato, a tu per tu con Dragowski. Non riesce a fare di meglio che tirargli addosso. Male, male e ancora male. Errori che in serie A non si possono vedere, mi dispiace.

LAZOVIC 6 Parte decisamente ispirato, con piglio e gamba giusta. Ha anche un paio di discrete occasioni, una, anzi, molto ghiotta, ma non centra la porta. Ci si aspetterebbe di più, questo mi pare evidente, ma dopo un buon primo tempo della squadra, fatica a dare continuità. Cala, poi, anche fisicamente e quindi finisce in panca a poco più di dieci dalla fine.

VERDI 5 (dal 77’) Non pervenuto.

GAICH 5 + L’atteggiamento è sicuramente positivo, perché si danna l’anima su ogni pallone. Ma un attaccante deve segnare, a maggior ragione quando ha clamorose occasioni per farlo. Perché se a Lasagna non lasciamo passare niente, così deve essere per lui che si divora un gol fatto, colpendo malamente di testa. Ma sono tanti gli altri piccoli errori che mettono insieme un partita per nulla buona.

LASAGNA 5 (dal 77’) Non pervenuto.

ALL. ZAFFARONI 5.5 Capisco la prudenza e capisco la voglia di non caricare troppo la partita, ma questa era da vincere, a maggior ragione dopo aver visto lo Spezia del primo tempo. Una squadra che sembrava poter crollare da un momento all’altro. La ripresa è preoccupante per la poca capacità dei suoi di capire il momento, così delicato e determinante. Non legge bene le situazioni di gioco e con Bocchetti sbaglia la scelta dei cambi. Lascia in panchina Doig per scelta tecnica. Dovrà spiegare perché tenere fuori uno di quelli che può spaccare la partita.