IL PAGELLONE DI VERONA-BOLOGNA

MONTIPO’ 7 Parate giuste al momento giusto, non belle per i fotografi, ma per i cuori dei tifosi indubbiamente sì. Solita garanzie e grande sicurezza per i compagni della difesa e per tutta la squadra. Ha anche la giusta furbizia per tenersi qualche secondo qua e là, senza indispettire l’arbitro. Solo nel finale una respinta così così, che ci ha fatto fermare il cuore per qualche secondo. Che paura.

MAGNANI 6.5 Zirkzee non è facile da marcare, sempre pronto allo scatto, alla giocata di rapina. Jack prende le misure col passare dei minuti, senza soffrire le pene dell’inferno. Ci mette il fisico, ma ci mette anche i piedi che non sono mai banali e che gestiscono i palloni con grande attenzione. Il suo problema è una struttura fisica che va spesso in sovraccarico e così è costretto a uscire prima della fine, senza più forze.

COPPOLA s.v. (dal 36’ s.t.)

HIEN 7 E’ la continuazione della partita maestosa fatta a Napoli, senza quasi un secondo tempo di quella gara. Sicuro, preciso, mai in affanno, ha grande temperamento e, soprattutto, ha finalmente trovato la continuità di prestazione. Mai una leggerezza, una disattenzione. Prende per mano i compagni e li porta fino alla fine, fino all’urlo liberatorio dopo il triplice fischio di Mariani.

DAWIDOWICZ 7 Non è un fenomeno. E questo lo abbiamo detto miliardi di volte. Non ha piedi sopraffini, e anche qui siamo tutti d’accordo. Però un aggettivo gli calza a pennello: epico. Gioca partite che sembrano usciti dalla penna di Tolkien, tutta fango, sporcizia, cuore e coraggio. Con la benda in testa, dopo che gli hanno sbregato la testa, secondo voi si spaventa? Macché. Petto in fuori e orgoglio a pacchi.

FARAONI 7.5 E poi di colpo rivedi il capitano, il campioncino della porta accanto, non Superman, ma Clark Kent, che poi sarebbe la stessa cosa, ragazzi. Gioca una partita difensiva pazzesca, semplicemente perfette. Ho perso il conto delle diagonali, dei tocchi sporchi a guastare le traiettorie bolognesi. In fiducia, quindi, non si limita a stare dietro, ma sfodera uno dei suoi cross col calibro, che finisce per diventare l’assist per il secondo gol di Verdi. Ci sei mancato, capitano.

TAMEZE 7.5 Non so quanti palloni abbia recuperato, in quella terra di mezzo, sempre più affollata, con una densità, quella bolognese, paragonabile alla nebbia della pianura padana. Difensivamente è mostruoso, inesauribile, corre a passo costante, senza strappi, ma con intensità. Ha la voglia anche di spingersi in avanti a cercare gloria. Dopo Napoli un’altra meraviglia da ricordare.

ABILDGAARD 6 + Quel poco che rimane in campo fa vedere tutto quello di buono mostrato a Napoli. Grande presenza fisica e super presenza nel gioco aereo. Le spizza tutte lui, riuscendo anche a trovare i compagni d’attacco. Peccato per il colpo alla testa che lo manda in confusione.

DUDA 6 (dal 29’ p.t.) Rispetto ai compagni, un po’ più macchinoso. Quando sembra aver fatto la giocata risolutiva, sbaglia l’ultimo passaggio, l’ultima imbeccata e rischia di lasciare campo alle ripartenze del Bologna. Ma ha esperienza e qualità per rimediare.

DEPAOLI 7 In condizione fisica strepitosa, ha otto polmoni turbo. Solca prima la fascia sinistra, poi torna a “casa”, a destra, formando con Faraoni, una catena sontuosa, perfettamente sincronizzata. Non è mai appariscente, ma ogni volta che tocca palla dici “bravo Depaoli”, perché se sa che non poter andare più in là delle sue qualità, fino a lì, però, le sfrutta tutte. E’ la tanto decantata classe operaia che va in paradiso

LASAGNA 6 Parte in fiducia e sembra avere la determinazione giusta per lasciare il segno. Imbeccato alla perfezione da Verdi, inventa uno stop spettacolare, ma poi sbaglia un gol, non così difficile, calciando di destro, che non è il suo piedi. Tanti spunti, tanti scatti. In uno di questi il muscolo fa “strap” e lo costringe a lasciare il campo. Che sfortuna, ragazzi!

LAZOVIC 7 (dal 40’ p.t.) Rimane fuori per qualche partita, infortunato. Ti aspetti che possa avere la ruggine nelle giunture e invece è più scintillante del solito. Imbrocca un paio di galoppate, condite da dribbling mai visti, che mandano il cervello in pappa agli avversari. Come per Verdi, è uno di quelli sulla cui qualità puntiamo sempre a occhi chiusi.

VERDI 9 Se ne sono dette di tutti i colori su questo ragazzo: “non ha le palle”, “non si allena bene”, “è antipatico”, è troppo basso”. Pochi, però, a dire che forse sia l’unico uomo di vera qualità di questa squadra. Due gol contro la squadra nella quale ha vissuto la sua stagione migliore. Ma sarebbe riduttivo fermarci a questo, perché dai suoi piedi si materializza sempre oro, giocate non solo belle, ma anche utili. Una storia bellissima la sua. A gennaio con la valigia già chiusa. Ora l’uomo in più per la salvezza.

SULEMANA s.v. (dal 36’ s.t.)

GAICH 5.5 Fatica tantissimo e con il Verona che aspetta per poi ripartire, questa non sembra essere proprio la sua partita. Vede davvero pochissimi palloni, ancora meno quelli giocabili. Ha il merito/sfortuna di prendersi un cartone devastante da Skorupski, per il più sacrosanto, quanto bizzarro, dei rigori. Il colpo lo manda ko e così Zaffaroni preferisce lasciarlo nello spogliatoio dopo l’intervallo.

DJURIC 6.5 (dal 1’ s.t.) Solite sportella di qualità, solita capacità di prendersi falli che fanno tirare il fiato ai compagni. Con Verdi si trova a occhi chiusi e questa è una cosa da tenere in considerazione da qui alla fine. Ha sul testone una grande occasione, ma la sciupa goffamente. Perdonato per tutto il resto che ha lasciato sul campo.

ALL. ZAFFARONI 8 Dalla partita col Napoli, insieme a Bocchetti, ha deciso di cambiare identità alla sua squadra. Il Verona è meno frenetico, più “riflessivo”. Sa che non può essere quello dello scorso anno e così si rinnova. Difende compatto, mai troppo basso, se non quando il Bologna prova il tutto per tutto. E riparte sempre e comunque. I mister hanno finalmente trovato il modo miglior per far giocare questo gruppo scalcinato, che però ci ha sempre creduto, anche quando era all’inferno. Ora si vede davvero la luce. Andiamole incontro.

IL PAGELLONE DI NAPOLI-VERONA

MONTIPO’ 7 In 95 minuti di partita, di parate non ne deve fare. Importanti, si intende. Ma la sicurezza che dà a tutta la difesa è da vero numero uno. Attentissimo nelle uscita in presa alta, non ha paura quando i palloni spiovono con più decisione dalla fasce napoletane. Avanti così, con una stagione personale, che lo sta facendo diventare un gran bel portiere.

DAWIDOWICZ 6.5 Dopo il giallo a Ceccherini, si sposta dalla parte di Politano, che non è un bel cliente. Lo tiene senza ansia da prestazione, non badando tanto ai ricami e spazzando il pallone in tribuna quando serve. I piedi, lo diciamo da anni, sono quello che sono. Ma il cuore è sempre gigantesco.

HIEN 8 La sua miglior partita da quando veste la maglia del Verona. Dalle sue parti nessuno è legittimato a passare. Non lascia scampo a Raspadori che non ha nemmeno capito di essere in campo. E anche quando entra Osimhen, forse il miglior attaccante al mondo insieme a Haaland, il copione non cambia. Qualità, quantità e senso della posizione. Che arrivino dall’alto o dal passo, i palloni sono tutti suoi, senza discussione.

CECCHERINI 6.5 Morde le caviglie di Politano. Anche troppo, visto che dopo pochi minuti si becca un giallo (esagerato) per un fallo (giusto). Per evitare grossi problemi, Zaffaroni lo sposta su Lozano e le cose gli vanno grasse, perché l’attaccante del Napoli non riesce mai a incidere. Attento, non si lascia prendere la mano e la porta a casa senza problemi.

COPPOLA 6 (dal 65’) Muso duro e bareta fracà: aiuta nei momenti più caldi.

FARAONI 6 Consapevole di non aver le gambe dei giorni migliori, fa la cosa più logica, tiene la posizione e pensa più che altro a difendere. E’ un aiuto prezioso per la retroguardia e di lì non si sposta. Sbaglia qualche scelta in ripartenza e in appoggio, ma è un piccolo passo avanti rispetto alle sue ultime prestazioni.

TERRACIANO 6 (dal 70’) Non teme la temperature del “Maradona”.

TAMEZE 7.5 Toh, chi si rivede. Quel meraviglioso giocatore che ci ha fatto scoppiare il cuore da quanto è forte. Macina non so quanti chilometri e gestisce davvero tanti palloni, protetto da quel marcantonio di Abildgaard, che gli protegge le spalle. E’ il difensore aggiunto. E’ l’attaccante in più. Un senso del gioco e dello stare in campo che lo ha reso unico a Verona e che non vedevamo da un po’ di tempo. Spero che sia un “bentornato”.

ABILDGAARD 7 Non ce lo aspettavamo. E una volta visto in campo ci siamo chiesti “come mai solo adesso?”. Fa ammattire Anguissa, che se lo ritrova in mezzo ai piedi in ogni zona del campo. Lo segue davvero come un’ombra e distrugge gran parte del gioco centrale del Napoli. Il fisico non è una sorpresa. I polmoni, sì. Bravissimo.

DEPAOLI 6 Disciplinato, non si fa vedere, non rimane impresso, ma quello che deve fare lo fa bene, senza errori. Anche lui è più costretto a difendere che altro, ma capire perfettamente il momento e contribuisce, insieme ai compagni, a un risultato importantissimo.

LASAGNA 6.5 La più grande occasione che ha il Verona di trovare il gol è sua: Meret ha il suo bel da fare per deviare un gran bel sinistro. Altre due conclusioni che finiscono in braccio ai tifosi nella curva del Napoli

NGONGE 5 (dall’86’) Ha sui piedi il pallone della vittoria. Sceglie quello sbagliato e tira fuori una ciofeca. E il Verona, incredibilmente si ritrova a recriminare.

DUDA 5.5 Riemerge solo parzialmente dall’inferno dalla pessima partita vista contro il Sassuolo. Gioca davvero tantissimi palloni, ma ne sbaglia una caterva e il passo è decisamente lento. Per carità, mai stato una scheggia, ma non puoi pensare di passeggiare davanti ai futuri campioni d’Italia. Ha qualità che sembrano essersi annacquate. Io da lui mi aspetto molto, ma molto di più.

VERDI 6.5 (dal 70’) Nel momento di più grande difficoltà, quando il Napoli aumenta i giri, dà una grande mano e con la sua qualità aggiunge imprevedibilità al gioco gialloblù. Spettacolare il lancio per Ngonge che, solo davanti a Meret, sbaglia clamorosamente.

GAICH 5 + L’eroe dell’ultimo secondo torna brutto anatroccolo, dopo essere stato cigno per quel finale glorioso contro il Sassuolo. Sbaglia tanto e non riesce a tenere palloni utili per far rifiatare e salire la squadra. Si danna, sgomita e corre con volontà, ma non costruisce occasioni e non si fa trovare pronto quando il Verona avrebbe l’obbligo di ripartire.

DJURIC 6.5 (dal 65’) Sono tutte sue, di testa lascia nemmeno la briciole ai difensori del Napoli. Aiuto preziosissimo.

ALL. ZAFFARONI 7.5 La prepara così, insieme a Bocchetti. Squadra compatta, che non lascia spazi utili a quelli che, a meno di clamorosi “suicidi” saranno i campioni d’Italia. I napoletani la vincono solo sul possesso palla, ma chi se ne frega, non conta nulla. Se si esclude la traversa di Osimhen, le occasioni più clamorose le ha il Verona (vero Ngonge?). Azzecca tutti i cambi, con grande lettura della gara. E’ un punto determinante, che scuote di nuovo la squadra dopo il torpore dei giorni peggiori. Lo Spezia è a tiro, ma ora non si deve più sbagliare. Quella contro il Bologna sarà la partita più difficile del campionato.

IL PAGELLONE DI VERONA-SASSUOLO

MONTIPO’ 7 Di parate vere ne deve fare due, entrambe nella ripresa, tutte e due su Pinamonti. La prima, miracolosa, tiene il risultato sullo 0-1. Il secondo sull’1-1. Considerando che poi il Verona va a vincerla, ha del miracoloso.

MAGNANI 6 Eccezion fatta per Ceccherini, che segna il gol della speranza, è il migliore della difesa. E’ quello che va meno in confusione e che fisicamente dimostra di essere una spanna sopra rispetto ai compagni di reparto. Con la schiena riesce a deviare quel tanto che basta su Laurientè, evitando un gol già fatto. Pochi minuti dopo è lui che si vede “annullare” la gioia personale per colpa di un salvataggio sulla linea. Se il fisico tiene, Jack c’è.

HIEN 5.5 Pinamonti gli fa ballare la rumba, ogni volta che ha la palla tra i piedi. Prova a metterci il fisico e a usare le maniere forti, ma l’attaccante del Sassuolo non lo sposti nemmeno con un caterpillar. Quanto meno nei minuti finali, quando paradossalmente è il Sassuolo a provare a vincere, stringe i denti e la porta a casa. Ma quanta fatica.

TAMEZE 6 – Sacrificato sull’altare degli esperimenti, non so quanto sensati a questo punto della stagione, deve fare lavoro doppio. Scende sulla linea di difesa quando Doig sale e sale quando lo scozzese scende. Corre come un dannato, ma perde più di una volta la lucidità nel passaggio risolutivo. Non molla, questo è vero. Ma abbiamo bisogno di tanto di più da lui. Poi è anche vero che bisognerebbe permettergli di farlo.

FARAONI 4.5 Conoscendo l’intelligenza di questo ragazzo, sono convinto che sia lui il primo a rendersi conto di non essere all’altezza della situazione. Non c’è, inutile aggiungere tante cose. Non credo che dipenda dalla testa, ma magari anche sì. Di sicuro non ha gambe. Ha una buonissima occasione per pareggiarla, ma prende la decisione sbagliata. E di lì a poco lascia il campo, mestamente.

KALLON 6 (dal 22° s.t.) Ci mette se non altro grinta e corsa.

TERRACIANO 5.5 Una cosa buona la mette in campo, la corsa. Ma non gli basta per spiccare. O meglio, lo si vede fare qualcosa in più rispetto a qualche compagno che vagabonda in giro per il campo, ma non abbastanza per lasciare un segno. Anche lui paga la confusione tattica che si vede sin dai primi minuti. Ma, pensando alla prossima stagione, mi auguro che si punti con decisione su questo ragazzo. Anche se temo che rientri già alla voce “possibile plusvalenza”.

GAICH 7 (dal 36°s.t.) Fa il gol della vittoria. Punto.

VELOSO 6 L’unico che cerca di tenere in piedi questa armata Brancaleone, che non solo non sa cosa fare, ma non ha nemmeno l’emotività per farlo. Corre più di tutti, ed è il più vecchio, il che è tutto dire. Dai suoi piedi passa il poco gioco del Verona e sono troppe le volte in cui allarga le braccia, sconsolato. Proprio come chi, è il caso di dirlo, parla col muro.

NGONGE 5 (dal 1° s.t.) Poco, pochissimo. Si vede solo quando invita il pubblico alla bolgia. Come se i butei non ci avessero già pensato da soli.

DOIG 4 La sua partita è tutta nell’azione in cui Berardi lo ridicolizza, dandogli due metri in un nano secondo. Se volete qualche dettaglio in più, sbaglia tutto quello che umanamente è possibile sbagliare. Mi sembra il chiaro esempio di come possano essere affrettati i giudizi. Io per primo lo avevo definito “campionicino”. Che eresia…

CECCHERINI 7 (dal 1° s.t.) E’ evidente che non sia Nesta. Ma averne di undici Ceccherini per voglia e determinazione. Sarebbe meglio di questo pastrocchio visto quest’anno. Segna un gol bello e difficile. Ma, a sto punto, è un inutile brodino caldo

VERDI 5 Inizia tutto sommato benino, sembra avere la gamba buona e i piedi ispirati. Ma alla lunga si rivela un’amara e triste illusione. Con il centrocampo che fa nulla per portare palloni da trasformare in qualcosa di prezioso, lui non è sicuramente il tipo di giocatore che il materiale se lo va a cercare. Mollo, proprio nell’accezione intesa qualche anno fa da Malesani.

DJURIC 5.5 (dal 16° s.t.) Qualche spizzata, e non molto altro

DUDA 4 Un altro troppo presto inutilmente osannato, manca fosse arrivato Zidane. La verità è che ha giocato discretamente due partite e il discorso si è chiuso lì. Ripercorrendo tutto il match, non ricordo un passaggio degno di questo nome. E non parlo dei passaggetti a trenta centimetri. Quelli lì fa anche mio nonno. Involuzione pazzesca, personalità non pervenuta.

LASAGNA 5.5 Corri Kevin, corri. Ma attento a non lasciarti il pallone troppo indietro. Perché a volte mi pare che vada anche troppo veloce. Con Verdi non si trova e lui si trova da solo, schiacciato nella difesa emiliana. Di palloni ne arrivano pochi e lui da quel che può, che è ridotto all’osso. Però rimane dentro la partita fino alla fine.

ZAFFARONI 5.5 I tre punti sono miracolosi, quasi quanto la salvezza. Però un “suicidio” di Consigli non può far dimenticare quello che questa squadra ha fatto vedere per 85 minuti: poco o niente. Con Bocchetti sceglie la strada della sperimentazione, mettendo la difesa a quattro e togliendo le uniche poche, striminzite certezze di questa squadra. Non si dica che piazza, stampa e compagnia cantante non ci abbiano creduto. Perché contro il Sassuolo tutti sembrano crederci, tranne la squadra. Almeno fino all’85°. Il calcio è davvero folle. C’è ancora vita.

IL PAGELLONE DI JUVENTUS-VERONA

MONTIPO’ 6 Poche parate vere, tante uscite sicure, qualcuna a farfalle, ma nulla che faccia venire la pelle d’oca, in un senso e nell’altro. Impossibile fare qualcosa sul gol di Kean. Io rimango dell’idea che il suo sia un ottimo campionato, a dispetto di quello della squadra.

DAWIDOWICZ 6 E’ su Kean, che in velocità è un bel peperino e anche fisicamente sa il fatto suo (schifo non mi farebbe nel Verona, e invece abbiamo altro…) L’attaccante della Juve segna nell’unica occasione in cui a “curarlo” c’è Magnani. Lui non fa nulla, comunque, per aiutare il compagno di reparto. Dedizione e voglia sono lì come sempre. Contro questa Juventus piccola, piccola non serve molto altro.

MAGNANI 6 Meriterebbe un voto in più perché con fin troppo facilità fa sparire Milik dal campo. Bravissimo nei contrasti a terra, come si faceva una volta, non ha certo paura di fare a sportellate con gli attaccanti bianconeri. Nell’unica volta in cui si ritrova a marcare Kean, questo pensa bene di segnare. Vero, se lo perde, ma Dawidowicz non lo aiuta. Insomma, una gran bella prestazione, macchiata, però, da uno scivolone decisivo.

CECCHERINI 6 Parte forte, quasi meglio in avanti che nel suo territorio di competenza. Solite voglia e grinta, sulle quali difficilmente si può discutere. Dalle sue parti capita di vedere Cuadrado, ma lo controlla tutto sommato senza quasi sudare la maglia. Esce nelle ripresa con la lingua che gli arriva per terra.

CABAL 6 (dal 66’) Entra con grinta.

FARAONI 5 A me dispiace tantissimo, perché provo un enorme senso di riconoscenza per il vice capitano, che ha regalato anni meravigliosi al Verona. Ma quello che stiamo vedendo oggi è lontano anni luce da quel meraviglioso giocatore. Fatica tremendamente a ritrovare la condizione, dopo un infortunio che è stato più complicato di ciò che pensiamo. Ho sempre pensato che per ritrovarsi dovesse giocare più minuti possibili. Ora mi chiedo se sia giusto farlo dall’inizio o a partita in corso.

TERRACIANO 6 (dall’80’) Una grande sventola di sinistro che Szczesny fatica a deviare. Ma perché è finito nel dimenticatoio sto ragazzo?

TAMEZE 5.5 Sì gioca tantissimi pallone, ma rimane un po’ nella terra di nessuno. Vero è che deve correre tanto anche per l’amico di reparto, Veloso, ma non incide per quello che dovrebbe e, soprattutto, potrebbe. La verità è che in una squadra che arranca, lui fatica a diventare leader. Facile brillare quando tutto va a meraviglia. Ma io continuo a credere in lui, nonostante queste partite così così.

VELOSO 6 Mi fanno ridere quelli che lo accusano di essere lento. Come se in passato sia stato Flash. Ha talento nei piedi per far girare il gioco del Verona e nel primo tempo, per lunghi tratti, ci riesce. Ovvio, il fiato è quello che è, ma la qualità di certo non gli manca. Peccato che non batta tutti i calci d’angolo. Ma evidentemente i muscoli vanno preservati con cura.

VERDI 6+ (dal 66’) Ha la qualità che serve a questo Verona. Entra molto bene. Se avesse anche la condizione fisica dalla sua, forse non sarebbe all’Hellas.

DEPAOLI 6.5 Di gran lungo il migliore del Verona e l’unico, tra l’altro a creare la sola chiara occasione da gol per i gialloblù. Sembra quello che ci tiene di più, tanto da esultare per una deviazione su calcio di punizione di Danilo che poi finisce sul palo. Disciplinato dietro, intraprendente per quanto più in avanti. La sostituzione si spiega solo col cartellino giallo preso nel primo tempo. Altrimenti ha poco senso.

DOIG 5.5 (dal 66’) Non incide.

DUDA 5+ Un sinistro nei primi minuti, un po’ mollo a dire il vero, ma comunque da archiviare alla voce “occasioni da gol”. Per il resto, tanti passaggini inutili, che non cambiano ritmo al gioco. Molto didascalico, non si accende e non accende le idee dell’attacco gialloblù. Fatica a trovare la posizione in campo. Il tempo passa e annaspa sempre di più. Da un come lui io mi aspetto tanto, molto di più.

LASAGNA 5 + Quel “più” per l’unica cosa veramente bella della sua partita, un cross per Depaoli che calcia fuori di poco, mettendo i brividi alla Juve. Per il resto, tanta confusione, sicuramente più voglia di essere dentro la partita, ma concretamente i risultati non si vedono. Non riesce a “strappare”, mai un fraseggio con Gaich col quale, anzi, più di una volta, si pesta i piedi.

NGONGE s.v. (dal 77’)

GAICH 4.5 Salvate il soldato Gaich dal massacro. Non è all’altezza della situazione, non è in grado, al momento, di aiutare la squadra in quello che è sempre più un miracolo. Gioca senza logica, corre senza senso e quando può pensare a qualcosa di interessante, va in apnea e calcia a casaccio. Fuori condizione, fuori tempo e fuori tempo massimo. Il Verona non ha tempo di aspettare nessuno. Nemmeno questo ragazzone che sembra pescato da un campo di rugby per fare numero e raggiungere gli undici da mandare in campo.

ALL. ZAFFARONI 5.5 Primo tempo tutto sommato buono, più nel controllo che nella creazione del gioco. I suoi partono meglio della Juve, ma appena rallentano, soffrono le puntate dei bianconeri. La squadra di Allegri la vince per l’unica vera occasione con pallone in movimento. I suoi, soprattutto davanti, di movimento ne fanno a caso e male. Quindi, mi domando perché ancora Gaich, che non c’entra nulla con sto Verona. Mi domando perché Terraciano sia diventato la terza scelta. Chiedo perché non Verdi e Ngonge subito, visto che solo tra i pochi capaci di portare qualità. Era la Juve, per carità. Ma non la grande Juve. Occasione sprecata, perché un punticino si poteva portare a casa.

IL PAGELLONE DI VERONA-MONZA

MONTIPO’ 6 Sicuramente più attivo del rivale brianzolo, che di parate ne fa pochine. Lui è attento quando serve, anche nelle uscite un po’ più complicate. Impossibile evitare il gol del pareggio di Sensi, perso inspiegabilmente dalla difesa.

DAWIDOWICZ 6 Solito lottatore, solito arruffone. Il duello è con Caprari e ha il vantaggio di conoscerlo abbastanza bene. Si difende coi denti, sapendo di essere in difetto, di tecnica e di corsa. Tutto sommato gli va bene, è l’ultimo a mollare, come sempre. Ma poco di più.

MAGNANI 6 Partita in controllo su Petagna, che ci prova col fisico, ma conclude poco o nulla, anche per l’attenzione del difensore gialloblù. Chiede il cambio già al 35’ per qualche non meglio precisata noia fisica. Non che sia una colpa, ovviamente, ma è una costante della sua carriera.

CABAL 6 (dal 1° s.t.) Diligente e bravo tecnicamente. Sceglie spesso e volentieri i momenti giusti degli interventi in anticipo sugli avversari. Ancora parzialmente un oggetto misterioso, comincia a svelarsi.

COPPOLA 6 Prima su Ciurria, poi su Petagna, ha il suo bel da fare perché l’attaccante del Monza è una bella volpe e oltre al fisico ci mette qualche astuzia troppo. Però non paga la giovane età e gestisce tutto con calma.

FARAONI 5.5 E’ il giocatore del quale si sente più la mancanza perché nonostante sai in campo, ancora stenta a trovare il passo dei giorni migliori. Comprensibile dopo tutti quei mesi fuori per infortunio, ma la stagione non aspetta. Sapendo di non poter incidere davanti, se ne sta più accorto in fase difensiva.

DEPAOLI 5.5 (dal 62° s.t.) Un po’ più dinamico di Faraoni, ma non abbastanza per lasciare il segno.

DUDA 6 Meglio di Tameze, che nel primo tempo va inspiegabilmente a due all’ora. Lui, invece, sembra più dentro, nonostante le condizioni fisiche non siano ottimali dopo il pestone di La Spezia. Gioca tanti palloni, lucidamente, ma attorno a sé trova davvero poco al quale aggrapparsi. Il compagno di reparto non lo aiuta come dovrebbe e così anche lui, lungo andare, perde energie.

TAMEZE 5.5 Primo tempo brutto, secondo tempo insomma. Diciamo che alza i giri del motore, almeno ci prova, ma non è nemmeno lontanamente paragonabile al fenomeno visto ormai mesi fa. Sì, corre almeno nella seconda parte di gara, ma a quindici dalla fine cede ai crampi e rimane in campo solo per fare presenza.

LAZOVIC 5.5 Manca al momento giusto, quando il Verona ha bisogno della sua qualità. Non incide come dovrebbe, pur tornando nel ruolo nel quale ha fatto le fortune sue e della squadra nelle ultime due stagioni. Difficile ricordare una giocata degna di questo nome, tutte cose a metà, che messe insieme non sono affatto memorabili.

KALLON 5 + Tanta volontà, tanta corsa, ma anche tanta confusione. Arriva sempre sul punto di fare la giocata, ma nove volte su dieci non la azzecca in pieno. Non si può discutere la voglia di dare tutto, ma i risultati non ne sono la migliore traduzione.

DOIG 5 + (dal 1° s.t.) Ti aspetti che salvi capra e cavoli, ma così non è. Sembra partire bene, ma poi, ed è questa la cosa più inspiegabile, non sembra avere gamba. Mah.

VERDI 6.5 L’unico in grado di garantire un tasso di qualità accettabile a una squadra che sembra averla ormai smarrita da tempo. In un primo tempo onestamente difficile da digerire è l’unico, insieme a Duda, a tenere in piedi la squadra. Trova il gol della speranza, bellissimo, perché nato proprio dalle sue capacità tecniche, troppo spesso accantonate. Ma, evidentemente, anche per colpa sua, non solo di chi fa le scelte.

VELOSO s.v. (dal 32° s.t.)

GAICH 5 Non ne vede uno di pallone, o comunque molto da lontano. E’ fuori dal gioco e anche dalle intenzioni dei compagni, nel senso che non sembra capire le giocate a lui indirizzate. Male anche nel controllo dei palloni più semplici. Si applica, ma con senza risultati. Ci aveva dimostrato di saper fare almeno a sportellate, ma contro il Monza nemmeno quelle gli riescono.

DJURIC 5 (dal 23° s.t.) Anche lui non ne vede una. Ma almeno è giustificato dal mese di assenza per infortunio.

ALL. ZAFFARONI 5 + Primo tempo desolante, onestamente. La squadra non gira. Consapevole di non avere gran qualità, non riesce nemmeno a metterci l’ardore per andare oltre e tentare il miracolo. Meglio nella ripresa, almeno nella prima parte, grazie anche al gol di Verdi. Ma le energie durano poco, pochissimo. I suoi finiscono stremati, probabilmente pagando la grande rincorsa delle settimane passate. Il tempo è ormai poco, non si continui a dire che è ancora lunga, perché non è vero. Oggi è difficile pensare in quale campo il Verona possa andare a prendere punti pesanti, al contrario di chi è davanti.

IL PAGELLONE DI SPEZIA-VERONA

PERILLI 7 Primo tempo da spettatore, un po’ di emozione sui primi controlli di palla, ma ci sta. Nella ripresa lo Spezia prova a fare qualcosa di più, ma nulla di trascendentale. Si inventa, però, la parata che continua ad alimentare la speranza, o se volete l’illusione, di salvezza del Verona. Bravo.

MAGNANI 6 + E’ quello che dimostra più tranquillità nella difesa gialloblù. E’ efficace su Gyasi e non bada tanto ai ghirigori, nel senso che se c’è da buttare la palla in tribuna, non si sottrae. Quando lo Spezia mette lì il Verona, mantiene la posizione, meglio rispetto ai compagni e soprattutto non perde la lucidità.

HIEN 6 Il duello con Nzola era il più atteso e quello da guardare con maggiore attenzione. Lo limita senza grandi patemi d’animo, seppur in un paio di situazioni sceglie il tempo sbagliato della giocata. Bravo nei minuti finale quando sfila dai piedi di Gyasi un pallone pericolosissimo, a un metro da Perilli.

COPPOLA 6 Ha davanti Verde, che in quanto a velocità potrebbe fargli male. Ma è bravo nel corpo a corpo e a giocare in anticipo sulla giocata. Rischia poco, pochissimo, in una partita dal tasso tecnico ridotto al lumicino. Sui piedi anche qualche tentativo di impostare da dietro. Non male, ma nulla che mi faccia stropicciare gli occhi per la meraviglia.

FARAONI 5 Un po’ meglio rispetto alla partita contro la Fiorentina, ma la condizione migliore è ancora lontana. Non incide mai in fase offensiva e dietro si limita a controllare, senza aiutare nei raddoppi. Ha bisogno di stare in campo, questo mi pare evidente, ma deve accelerare, perché il Verona ha disperato bisogno della sua qualità.

TERRACIANO 5 (dal 77’) Si becca un cartellino giallo e basta.

DUDA 6 Un po’ compassato, ma si sa che la velocità non sia il suo forte. Tutto sommato la fa girare abbastanza bene, cercando di dare logica alla manovra offensiva del Verona. Gli capita di cincischiare un po’ troppo col pallone tra i piedi, perdendo la giocata più efficace. Esce acciaccato, anche lui per un problema alla caviglia.

ABILDGAARD 5.5 (dal 56’) Ci mette il fisico, ma poco più. Non riesce a reggere il timido assalto dello Spezia, che parte proprio dal centrocampo.

TAMEZE 6 Nel primo tempo è il Verona a fare la partita e con Duda, pur senza dare lezioni di calcio, comanda il gioco. Corre e recupera tantissimi palloni, è vero. Serviva però di più per lasciare il segno, perché nei momenti difficili o, comunque sia, decisivi, la sua qualità dovrebbe lasciare qualcosa di diverso in campo. Manca il salto per tornare a essere il leader degli anni passati.

DEPAOLI 5.5 Arrivava da un attacco influenzale che lo ha costretto a fermarsi qualche giorno. Ne paga ancora le conseguenze, evidentemente, perché non ha la gamba che meriterebbe una partita così determinante per la stagione. Rendendosene conto, evita di strafare e si limita a controllare dietro. Con qualche sbavatura qua e la.

NGONGE s.v. Si fa male alla caviglia e purtroppo non sembra nulla di poco conto.

KALLON 5 (dal 9’) Entra a freddo e si fa trovare pronto. Porta pepe davanti e sembra ispirato, nonostante non è che crei chissà quali occasioni da gol. Però è lì, c’è. Nella ripresa deve quasi rinunciare a fare la punta esterna per dare una mano a Faraoni, in difficoltà fisica. Si vede però piovere dal cielo l’occasione della partita, forse della stagione. Campo spalancato, a tu per tu con Dragowski. Non riesce a fare di meglio che tirargli addosso. Male, male e ancora male. Errori che in serie A non si possono vedere, mi dispiace.

LAZOVIC 6 Parte decisamente ispirato, con piglio e gamba giusta. Ha anche un paio di discrete occasioni, una, anzi, molto ghiotta, ma non centra la porta. Ci si aspetterebbe di più, questo mi pare evidente, ma dopo un buon primo tempo della squadra, fatica a dare continuità. Cala, poi, anche fisicamente e quindi finisce in panca a poco più di dieci dalla fine.

VERDI 5 (dal 77’) Non pervenuto.

GAICH 5 + L’atteggiamento è sicuramente positivo, perché si danna l’anima su ogni pallone. Ma un attaccante deve segnare, a maggior ragione quando ha clamorose occasioni per farlo. Perché se a Lasagna non lasciamo passare niente, così deve essere per lui che si divora un gol fatto, colpendo malamente di testa. Ma sono tanti gli altri piccoli errori che mettono insieme un partita per nulla buona.

LASAGNA 5 (dal 77’) Non pervenuto.

ALL. ZAFFARONI 5.5 Capisco la prudenza e capisco la voglia di non caricare troppo la partita, ma questa era da vincere, a maggior ragione dopo aver visto lo Spezia del primo tempo. Una squadra che sembrava poter crollare da un momento all’altro. La ripresa è preoccupante per la poca capacità dei suoi di capire il momento, così delicato e determinante. Non legge bene le situazioni di gioco e con Bocchetti sbaglia la scelta dei cambi. Lascia in panchina Doig per scelta tecnica. Dovrà spiegare perché tenere fuori uno di quelli che può spaccare la partita.

IL PAGELLONE DI VERONA-FIORENTINA

MONTIPO’ 5.5 Nei primi due gol ha nessuna responsabilità. Si fa sorprendere sul tiro da centrocampo di Biraghi, che trova un gol stratosferico, aiutato anche dal portiere gialloblù. Ininfluente, comunque.

MAGNANI 6 Onestamente il meno peggio della difesa che nel primo tempo prende sberle a destra e sinistra. Regge il passo di Gonzalez, che dei tre attaccanti della Fiorentina è quello che si esalta meno. Per carità, non la partita della vita, ma il più lucido della retroguardia. Cambio che ho capito poco.

BRAAF 5 (dal 1° s.t.) Tanto rumore per nulla.

HIEN 5 Si perde Cabral in occasione dello 0-2. Non lo marca proprio e mi domando se sia un errore tecnico o di testa. Perché in serie A è difficile pensare di poter prendere gol del genere. Oltre a questo, dà sempre la sensazione di essere in difficoltà, ma sicuro delle proprie giocate. Partita pessima, su tutto i fronti.

DAWIDOWICZ 4.5 Ikone nel primo tempo gli fa uscire il sangue dal naso. Se lo perde sistematicamente, fin dai primi minuti. L’attaccante viola ha un altro passo e si vede in maniera schiacciante quando mette il turbo, entra in area di rigore e serve un assist al bacio a Barak. Cambia posizione nella ripresa, ma non la sua partita.

FARAONI 4 Abbiamo invocato il suo ritorno in campo a gran voce, consapevoli e convinti di quanto possa essere fondamentale per questo gruppo. Ma quello visto contro la Fiorentina è veramente lontano anni luce dal vero Faraoni. Non in condizione, sbaglia giocate e idee. Serve che trovi prima possibile la forma migliore, perché così è poco utile alla causa.

ZEEFUIK s.v. (dal 35° s.t.)

DUDA 6 L’unico, insieme al compagno di reparto Tameze, a salvarsi in una partita persa tatticamente e mentalmente. La sensazione è che i compagni non si siano ripresi dall’errore clamoroso di Lasagna, mentre lui e Adrien hanno comunque fatto di tutto per tenere la barca a galla. Dal suo destro una gran bella occasione che Terraciano smanaccia in angolo.

TAMEZE 6 Vale per lui lo stesso identico discorso fatto per Duda, parola per parola. Se Duda è più propenso in avanti, lui dà una grande mano dietro, per evitare che la sconfitta si trasformi in un’imbarcata.

DOIG 4.5 Sbaglia di tutto e di più, corre a vuoto e fatica tremendamente a tenere Dodo che, appunto, lo costringe al cartellino giallo. Offensivamente non pervenuto, difensivamente idem. Nervoso, rimane nello spogliatoio dopo il primo tempo.

CABAL 5.5 (dal 1° s.t.) Grande occasione per riaprire la partita, ma spara alto. Dietro prova a tamponare, ma sembra spesso in apprensione.

NGONGE 5 Dopo le prime due partite scintillanti, due prestazioni non all’altezza di ciò che ci aveva fatto vedere. Gioca tantissimi palloni, ma lucidamente gran pochi. Tenta anche la conclusione verso la porta, ma sembra più qualcosa di disperato che di costruito. Abbastanza monotematico nella costruzione delle occasioni: punta e rientra sul sinistro. Ormai ci cascano in pochi.

VERDI s.v. (dal 27° s.t.)

LAZOVIC 6 – Tante cose potenzialmente buone passano dalle sue giocate. Penso all’assist meraviglioso che Lasagna pensa bene di sciupare in maniera fantozziana. Penso a tanti altri cross interessanti che si spengono nel nulla, soprattutto per carenza dei compagni. Nei contrasti è un po’ mollo, poco convinto, spesso tira indietro la gamba. Deve fare di più, sia chiaro, ma meno peggio di tanti altri compagni, che oggi nemmeno sono scesi in campo.

LASAGNA 4.5 Ha due occasioni: una buona, l’altra clamorosa. Il risultato in entrambi i casi è lo stesso. Imperdonabile l’errore sul colpo di testa, visto che era solo, a due metri dalla porta, col più facile dei palloni da mettere dentro. Da lì non si riprende più. Gioca in stato confusionale e si vede. Il linguaggio del corpo è sempre lo stesso, remissivo. Ma non è l’unico colpevole di questa situazione. Ci mettono gran parte di responsabilità Zaffaroni e Bocchetti.

GAICH 5.5 (dal 19’ s.t.) Un palo e poco più.

ALL. ZAFFARONI 4.5 Troppo facile gettare la croce addosso solo a Lasagna. Perché mettere in campo lui se ormai da mesi si è scelto di puntare su un altro tipo di attaccante, strutturato fisicamente, capace di spizzarla per i compagni? Dove sta la logica? Perché cambiare Magnani, l’unico che si stava salvando dietro? Italiano ha vinto tatticamente. Dopo lo 0-1 la partita è finita e, sia lui, sia Bocchetti non sono stati in grado di trovare valide contromosse. Preoccupante in vista dello spareggio salvezza di La Spezia.

IL PAGELLONE DI ROMA-VERONA

MONTIPO’ 6.5 Due belle parate, equamente suddivise nei due tempi di gioco: nel primo su El Shaarawy, nella ripresa, pazzesca, su Ibanez, che da due passi, di testa, trova la manona del portiere gialloblù. Sicuro in ogni situazione, chiamato spesso a giocare coi piedi. Non può nulla in occasione del gol. Portiere che sta diventando sempre più affidabile

MAGNANI 6 Ha da marcare El Shaarawy che, mi sbilancio, non mi pare più sto gran fenomeno, ammesso che lo sia mai stato. Non deve emulare le sette fatiche di Ercole e col minimo sforza riesce a domare il fantasista giallorosso. Continua ad avere continuità che è fondamentale le suo percorso di autostima.

HIEN 5 Sempre in difficoltà, sempre in ritardo. Si pensava che con Belotti in campo potesse andare più sul sicuro e invece proprio lì sono cominciati i suoi problemi. Un cartellino giallo rimeditato proprio per un fallaccio sul Gallo finisce per condizionarlo pesantemente. In un altro paio di situazioni rischia il rosso. Per evitare di rimanere in dieci, Zaffaroni lo lascia negli spogliatoi dopo l’intervallo.

COPPOLA 6 (dal 46’) Belotti perde tempo soprattutto a lamentarsi e a fare falli, per poi infortunarsi da solo. Il ragazzino lo segue senza affanno e tanto basta per rendere innocuo il bomber (?) della Roma.

DAWIDOWICZ 6 Forse un pizzico in ritardo su Solbakken, ma possiamo parlarne allo sfinimento. Personalmente è più merito del gigante della Roma che demerito del nostro “Paperino”. Per il resto gioca una gara onesta, non bella e pulita, ma comunque efficace. Non concede grandi cose. Si ritrova anche sottoporta avversaria, ma i piedi sono quello che sono.

DEPAOLI 5 Mai in partita, spesso impreciso. Non incide né in fase offensiva, né difensiva. Aggiunge poco a una partita difficile di per sé per il Verona e quello che di giocabile gli passa per i piedi non lo sfrutta al meglio. Stanco, forse. Con Faraoni ormai pronto al rientro, ci sta che rifiati anche lui dopo la grande rincorsa di queste settimane.

DUDA 5.5 Inizia benissimo, con la solita sapienza calcistica, con quella capacità di diventare metronomo e dettare la velocità del gioco gialloblù. Ma quando la Roma alza la qualità e ci mette forza fisica

TAMEZE 6.5 Il migliore del Verona, insieme a Montipò. E’ ovunque, con grande autorevolezza, soprattutto nella prima parte di quarantacinque minuti iniziali. Ma anche quando i compagni iniziano a soffrire, lui rimane aggrappato alla partita, con grande determinazione e corsa. Questa volta Duda non lo aiuta, si mette in proprio ed è l’ultimo ad arrendersi a un risultato che ci poteva anche stare, ma che brucia.

DOIG 5 Anche questa è una notizia, una sua partita sottotono. La sensazione è che fisicamente sia scarico, molto scarico. Non ha la corsa dei giorni migliori e anche la precisione è quella che è. Sbaglia un numero gigantesco di palloni e e ha sempre un tempo in più per ogni giocata. Ci sta la giornata storta, per carità, ma dispiace perché aveva tutto per fare meglio.

ABILGAARD s.v. (dall’84’)

NGONGE 5.5 Dopo due partite da stropicciarsi gli occhi, la prima mezza stecca dell’attaccante gialloblù. Che, a dire il vero, parte discretamente bene e sembra poter creare scompiglio. Ma così non è e fatica parecchio a innescarsi. Lo fa una volta si e tre no. In difficoltà in prossimità dell’area giallorossa, si sacrifica, in maniera tutto sommato, corretta, in fase difensiva.

KALLON 5.5 (dal 76’) Vivace ma poco preciso.

LAZOVIC 6 – Primo tempo a sprazzi, secondo, fin quando è rimasto in campo, migliore, con qualche idea in più tra i piedi. A un certo punto, dei tre davanti, sempre il più ispirato, ma sul più bello Zaffaroni lo richiama in panchina. Senza non apprezzare e anche io ho fatto fatica a capire la sostituzione.

BRAAF 5.5 (dal 60’) Ha una grande occasione in area romanista, ma la gestisce come peggio non poteva fare. Volontà sì, concretezza anche no. Non ho ancora capito “cosa” sia.

GAICH 5 Troppo debole la scusa delle botte, delle manate, degli strattoni, delle spinte che gli riservano, alternandosi, Smalling e Mancini. Devi aspettarti un trattamento simile. E, invece, lui si fa trovare impreparato e perde tutti gli scontri fisici. Quando si ritrova il pallone tra i piedi non sa cosa farsene e fatica anche a giocare di sponda coi compagni. Decisamente non la sua serata.

LASAGNA 5.5 (dal 60’) Ha poche possibilità di rendersi pericoloso. Non fa gli straordinari per andare a rimediarsele.

ALL. ZAFFARONI 5.5 I suoi partono bene e sembra possano davvero portare qualcosa di importante da questa trasferta. Ma quando la Roma alza i giri, tira fuori muscoli e qualità, la squadra fatica a reggere l’urto. Così così i cambi, soprattutto quello di Lazovic, tolto nel momento in cui sembrava stesse crescendo. L’impressione è che i gialloblù abbiano pagato un calo fisico, comprensibilissimo dopo questa grande rincorsa. Ci sta perdere a Roma. Ora bisogna resettare e ripartire.

IL PAGELLONE DI VERONA-SALERNITANA

MONTIPO’ 9 Per lunghi minuti spettatore non pagante. In una parata sola può racchiudersi tutta una stagione, da qui in avanti. Con la punta della scarpa sinistra devia quel tanto che basta un destro battezzato di Piatek. La dove noi abbiamo visto il gol subito, lui tirato fuori il miracolo che permette ancora di più al Verona di credere in questo miracolo folle.

MAGNANI 7 Fondamentale per lui sentire la fiducia del mister. E mi sembra che la cosa sia ormai evidente. Gioca un’altra grande partita, nella quale sbaglia niente. Sempre coi giri giusti, sempre pulito in ogni intervento con palla a terra o per aria.

DAWIDOWICZ 6 (dal 20’ s.t.) Solito eterno gladiatore.

HIEN 7 Si prende cura di Bonazzoli, che è uno veloce, velenoso e sempre pericoloso nell’attaccare gli spazi. Il duello lo vince lui, senza dubbio. Una sola sbavatura, che rischia di essere determinante, su Piatek. Ma ci pensa Montipò a evitargli la figuraccia.

COPPOLA 6.5 Bene anche lui, davvero. Sorprende per eleganza negli anticipi, ma anche per l’inclinazione a impostare da dietro. Per carità, i piedi non sono educatissimi, ma è veramente efficace e di errori se ne vedono gran pochi.

DEPAOLI 6 + Attento su Bradaric, che ha davvero un bel sinistro ed è capace di cross pericolosissimi. E’ bravissimo nell’azione del gol di Ngonge. Fa un taglia dentro, attirando su di sé l’avversario e liberando quindi Ngonge che, solo soletto, la mette dentro. Ci starebbe anche mezzo voto in più ma sciupa una grandissima occasione a due passi dalla porta di Sepe.

DUDA 7.5 Che partita ragazzi, clamorosa. In mezzo al campo è un professore e la sua sola presenza libera Tameze di ogni incombenza di costruzione di gioco. Rallenta quando serve, accelera quando serve. Furbo quanto basta per prendere falli importantissimi in occasioni delicate. Sa giocare a calcio, eccome. E con lui tutti giocano meglio. Rischia anche di segnare.

VERDI s.v. (dal 41’ s.t.)

TAMEZE 7.5 Che spettacolo. E’ dappertutto, letteralmente in ogni zona del campo. Ma incide in particolar modo dietro, dando una mano determinante in fase difensiva. Movimenti da stopper nato, sceglie sempre e comunque i tempi giusti. Gioca con una tranquillità quasi impossibile per una gara del genere, mai si fa prendere dal panico. Beneficia più di tutti della vicinanza di super Duda.

DOIG 6.5 Meno “bello” da vedere rispetto al solito, ma, come sempre, c’è. Come, ad esempio, in occasione del gol: e’ suo il colpo da biliardo che libera Lazovic, bravissimo poi a confezione un assist gol capolavoro. Meno qualità, più quantità e i soliti chilometri interminabili su quella fascia sinistra.

FARAONI s.v. (dal 41’ s.t.)

NGONGE 7.5 Seconda partita da titolare, secondo gol consecutivo. Ma, citando parzialmente Jo Squillo, oltre questo c’è molto di più. Soprattutto in un primo stellare in cui fa ammattire ogni giocatore con la maglia bianca addosso. Sotto porto ha fiuto, ma anche da lontano ci prova spesso e volentieri. Il Verona (pardon, Sogliano) ha trovato uno forte forte. Cala fisicamente, ma spende davvero tanto. Che bello veder giocare sto ragazzo.

LASAGNA s.v. (dal 32’ s.t.)

LAZOVIC 7.5 Quell’assist lì è un’opera d’arte, un suo marchio di fabbrica unico. Ed è l’ennesima volta, da quando il campionato è ripartito, che c’è lui nei gol del Verona. Imprendibile davanti, monumentale quando la squadra deve soffrire, stringere i denti per portare a casa una vittoria che rischia davvero di cambiare definitivamente questa stagione disgraziata.

GAICH 6.5 non inizia benissimo, sbaglia un paio di palloni facili facili. ma, si sa, l’emozione può giocare brutti scherzi. Passano i minuti e capisce cosa deve fare e lo fa bene. Per attitudine sembra di vedere Simeone, anche se la qualità non è esattamente la stessa. Però si batte come un leone su ogni pallone e ha anche una buona occasione per fraccarla, ma colpisce sporco.

ABILDGAARD 6.5 (dal 20’) Entra davvero bene, ci mette fisico ma anche qualità. Bene bene.

ALL. ZAFFARONI 7.5 Inizia meglio la Salernitana, più sciolta, brava a giocare a due tocchi, al massimo. Ma dopo venti minuti c’è solo una squadra in campo ed è la sua. Tante, tantissime occasioni per rendere il risultato ancora più rotondo. Il Verona gioca e gioca bene, diretto con eleganza da Duda e reso piccante da Ngonge. Vada come vada, questa squadra è rinata, è viva e ci crede sempre più. Perché non rinuncia a lottare quando le cose rischiano di mettersi male. Terza partita delle ultime sette senza subire gol.

IL PAGELLONE DI VERONA-LAZIO

MONTIPO’ 7 Ennesima partita di grande livello, di grande attenzione. Bravo nelle uscite alte, soprattutto quando la sua area si trasforma in una tonnara. E sbaglia nulla anche quando i compagni lo chiamano a usare i piedi. Dimostra grande sicurezza e grande fiducia. Ripagato del lavoro fatto in questi mesi. Bravo a tapparsi le orecchie e a non ascoltare critiche ingiuste.

MAGNANI 7.5 Che bello vedere Jack tornato a essere un giocatore importante per questa squadra. Sulla sua strada c’è l’ex più atteso, Zaccagni. E al talentino romagnolo va decisamente male perché Giangiacomo è in serata di grazia. Bravissimo, inutile dire molto altro. Se non che in una sua escursione in area avversaria subisce un fallo molto dubbio, invertito da Ayroldi.

HIEN 7 A dire il vero non parte affatto bene. Un paio di svirgoloni fanno pensare a una serata da incubo. E invece rimette le cose al loro posto, prende le misure a Immobile che di palloni ne vede pochi e si limita, come sempre a lamentarsi e protestare con l’arbitro, sua miglior dote.

COPPOLA 7 – Un “meno” perché si perde Pedro in area di rigore, con lo spagnolo che si inventa un gol bellissimo. Ma a ben guardare è l’unica vera nota semi stonata di una partita comunque di altissimo livello. Contando, tra l’altro, che da tantissimo non giocava una gara intera. Bravo anche a imbeccare gli attaccanti, con passati che dai suoi piedoni nemmeno ci si aspetterebbe.

CECCHERINI 6 (dal 35’ s.t.) Lotta con i compagni.

DEPAOLI 6.5 Buonissima partita per uno dei gregari più affidabili della squadra. Bravissimo ad aiutare in fase difensiva, si trova, però, sul destro una delle più grandi occasioni della partita del Verona e solo Provedel si mette di traverso a strozzargli in gola la gioia del gol.

DUDA 7 Un giocatore vero, pronto, che vedi poco ma che sbaglia quasi nulla. Gioca facile, senza supercazzole e ghirigori di chi devo convincere gli altri di saperci fare col pallone. Segue Luis Alberto e non sfigura, anzi. Piedi educati e corsa leggera, non ha certamente un fisico da colosso, ma pensa prima degli altri. Con lui, fatalità il Verona ha giocato meglio. Un caso?

TAMEZE 7.5 Signori e signori, vi ricordate di questo fenomeno? Perché pare che sia davvero tornato. Non so quanti chilometri faccia e non so come sia in grado di mantenere sempre una qualità pazzesca. Anche perché, signori, di fronte ha uno dei più forti centrocampisti al mondo, Milinkovic Savic. Sente di aver al suo fianco un signor giocatore come Duda e questo gli permette di muoversi con grande efficacia. Lascia tutto quello che ha sul campo.

SULEMANA s.v. (dal 41’ s.t.)

DOIG 7 Se non sbagliasse un gol già fatto e uno quasi, la sua partita sarebbe da dieci. Perché, appunto errori a parte, quella fascia è solo ed esclusivamente sua, la domina in lungo e in largo, facendo venire un gran mal di testa a Marusic che non ci capisce una mazza. Una serie infinita di cross, uno più bello dell’altro, tutti potenziali assist. Uno spettacolo vederlo in campo, davvero.

NGONGE 8 Pazzesco, servono poche altre parole. Fa capire subito che la sua sarà una partita indimenticabile, perfetta. Una grand botta da fuori, col miracolo di Provedel, una miriade di giocate, scatti, finte, tutto l’arsenale dell’attaccante. E poi il gol che fa esplodere di gioia il Bengodi. Questo è forte, fortissimo. Qualità e ignoranza calcistica. Quando vede la porta, tira. Ngonge, o se volete “Ngolge” is on fire.

GAICH 6 (dal 23’ s.t.) Solo uno spezzone, ma, effettivamente, non aveva torto Sogliano: ha una voglia pazzesca.

LAZOVIC 7 Gioca dietro le due punte e molte volte il suo compito è controllare la fonte di gioco laziale. Ma quando può fa valere le sue qualità offensive. Dal suo piede parte l’assist decisivo per il gol del pareggio segnato da Ngonge. Passano due minuti e il suo destro a giro si stampa sul palo alla sinistra di Provedel, clamorosamente battuto. Esce sfinito.

ABILDGAARD s.v. (dal 35’ s.t.)

LASAGNA 6 Finalmente prima punta, ci si aspettava tanto da lui. Riesce a innescarsi solo a singhiozzo, però, ma dimostra di poter mettere in apprensione la difesa della Lazio, quando può. Deve ritrovarsi di testa, penso che questa sia la chiave.

ALL. ZAFFARONI 7.5 Almeno tre occasioni da gol clamorose nel primo tempo. Un gol nel secondo. Un palo pazzesco di Lazovic. Episodi più che dubbi in area laziale. Questo Verona meritava la vittoria, non temo smentita. E inoltre gioca la partita più bella della stagione. Continua la striscia positiva, i gialloblù rosicchiano un altro punticino a chi sta davanti, che comincia a sentire il fiato sul collo.