Innegabile che i 5 Stelle siano in pieno caos, in mano ad un Beppe Grillo sempre più delirante e sempre meno credibile (dopo la difesa del figlio). Con un Conte ormai d’archivio. Divisi su tutto: giustizia, fisco, limite dei mandati, riforme indispensabili per avere i fondi europei.
Ma non è stato Sant’Antonio a miracolarli come primo partito alle ultime politiche; sono stati gli elettori che, uno su tre, li hanno votati. Quindi i primi a dover fare mea culpa sono gli elettori. Vale per i 5 Stelle ma anche per quelli degli altri partiti.
Non è certo un caso che quell’autentico gigante che oggi abbiamo come premier. Quel Mario Draghi che quando parla ai vertici Ue tutti stanno in rispettoso silenzio ad ascoltarlo (Pedro Sanchez dixit). Draghi non è stato scelto dai cittadini elettori.
Quando perfino il suo partito, il Pd, voleva il Conte ter, Mattarella ha avuto il merito indimenticabile – gran sigillo alla sua presidenza – di dare l’incarico a Draghi. E così oggi abbiamo un gigante, circondato da topolini che squittiscono (gli altri leader politici scelti dai cittadini…)
Prima di Draghi mi pare innegabile che l’unico politico di spessore sia stato Matteo Renzi. Volle il referendum per cambiare la Costituzione, passaggio essenziale per voltar pagina; ma il 60% degli elettori disse no, scelse di tenere il Paese nelle secche…
Oggi Italia Viva di Renzi è data al 2%; altro esempio del nostro acume elettorale. Non dimentico mai cosa disse un nostro collega: per guidare l’auto serve la patente, per andare ai seggi non serve alcun certificato di competenza…
Oggi che continua a dilagare l’antipolitica: questi incompetenti, incapaci, ladri, che non capiscono le vere esigenze dei cittadini. Vogliamo metterci in testa e non dimenticare che li abbiamo scelti noi? Non Sant’Antonio.