Abbiamo un governo o a palazzo Chigi c’è il Circo Barnum che, fin da quando nacque nell’Ottocento, per le sue acrobazie fu definito “il più grande spettacolo del mondo”?
Propendo per la seconda definizione: acrobazie infinite e mai viste nel governo di un altro Paese
Mercoledì pomeriggio qui in Veneto erano tutti in ansia: non solo gli operatori economici, anche i semplici cittadini in attesa di capire se avrebbero potuto muoversi ancora oppure no se la regione veniva inserita in fascia arancione.
Giustamente il sindaco di Milano Sala diceva: qui un barista chiude alle 18 ma non sa se domani potrà riaprire…
Finalmente solo in serata Conte si è degnato di anticipare il Dpcm che entra in vigore, non giovedì, ma venerdì: il barista lombardo è un untore e non può lavorare, quello veneto fortunatamente è solo giallo e non rosso.
Si invoca l’unità nazionale per combattere tutti assieme l’epidemia. Ma poi il primo a spaccare il Paese con le tre fasce e il Governo Barnum!
Con criteri che nemmeno nei circhi. Fino a ieri una delle regioni più a rischio, anche per l’afflusso agli ospedali, era la Campania che però – probabilmente grazie a San Gennaro – si ritrova gialla come il Veneto. Una delle più tranquille, la Sicilia, improvvisamente il Barnum-Conte la classifica arancione.
Tutti a dire che siamo in emergenza, che servono provvedimenti immediati, e invece si rinvia tranquillamente fino a venerdì tra litigi e discussioni infinite di un mondo politico diviso, non in tre, ma in trecento fasce.
Il Circo Barnum, quello vero, aveva un direttore. Il nostro Governo Barnum no. Comunque godiamocelo che non abbiamo alternative.
I conti – dei danni e dei morti – a spettacolo finito.