In attesa di vedere se il governo Draghi riuscirà a rimettere in carreggiata il Paese, la notizia è la fine dei 5 Stelle. Fine decretata dal voto su Rousseau. Dopo che tutti i vertici – a partire dal fondatore Grillo fino a Conte, Di Maio e Crimi, si erano espressi per il sì, ti aspettavi che il 100% degli iscritti alla piattaforma li seguissero. Invece oltre il 40% ha detto no.
Comprensibile. Perché per chi ha votato e creduto nel movimento Mario Draghi rappresenta il peggio del peggio.
Vaffa, mandiamoli tutti a casa, siamo alternativi ai partiti, a questi politici tutti ladroni. Così nasce, dilaga e convince milioni di elettori il movimento 5 Stelle. Dopo di che arriva l’alleanza con la Lega e poi, peggio ancora quella col partito più storico di tutti, il Pd.
Non bastasse adesso i vertici chiedono alla base dei 5 Stelle di appoggiare il governo Draghi. L’uomo dell’establishment per eccellenza, dei poteri forti, di quelle banche che – sempre versione grillina – servono solo a truffare i cittadini onesti.
Esiste qualcuno di più indigesto per chi ha creduto nel verbo pentastellato di Mario Draghi? Non credo.
Anche se Draghi, per carità, a mio giudizio è il meglio possibile. Pur se dubito che nemmeno Sant’Antonio riuscirebbe a riformare un Paese che finanzia i monopattini, che pensa di combattere il tragico e storico problema dell’evasione fiscale con la lotteria degli scontrini…
Capisco che durante la sagra, un comune tanto per dire di Trebaseleghe, si inventi di mettere in piedi un giochino, la lotteria degli scontrini. Ma un Paese e i suoi governanti? Esiste un Paese europeo che abbia pensato di combattere l’evasione con questa grande trovata dei nostri governanti?
Non esiste. Ennesima conferma che siamo i pagliacci d’Europa. E la buona notizia per noi pagliacci è che ora almeno è moribondo il partito fondato dal comico…