Con questa guerra tra i terroristi di Hamas e Israele che dilaga, che esclude tregue e paci imminenti, che anzi prospetta l’autentica tragedia di una guerra globale, è inevitabile che tutti si schierino: chi con i palestinesi e chi con gli ebrei.
Presupposto storico. Dopo l’Olocausto, i 6 milioni di ebrei massacrati dai nazisti. Non solo: dopo secoli di persecuzione e discriminazione nei loro confronti, costretti a vivere nei ghetti delle nostre città, l’Occidente decise che avevano diritto ad una patria dove vivere liberi e sicuri. La Palestina era una colonia inglese e la Gran Bretagna, assieme agli altri Paesi occidentali, decise di destinarne una parte a loro: nacque lo stato di Israele.
Ma i palestinesi ritennero di essere nuovamente colonizzati, di non avere l’autogoverno; da qui gli attacchi, le guerre, gli attentati continui contro Israele.
Da che parte stare? Personalmente fossi un palestinese vorrei stare in Israele, l’unico stato democratico dell’intero Medioriente, che rispetta diritti e libertà, piuttosto che essere in balia dei terroristi che controllano gli altri territori.
Non sono certo l’unico a pensare che Hamas sia il nuovo nazismo, che ammazza i civile ebrei, che va a sequestrarli: bambini, donne, anziani.
Sarà perché non sono studente di un liceo milanese ma trovo vergognoso inneggiare ai terroristi, gioire perchè Tel Aviv brucia…
Dopo che, purtroppo, schierarsi non basta. Non risolve. Resta il terrore di una guerra globale che avrebbe effetti devastanti per l’Occidente, Italia compresa, con valanghe di morti, crollo dell’economia, una migrazione del tutto fuori controllo.