CHE SERIE B RAGAZZI!

“Che bea serie B che faremo l’anno prossimo, proprio bea bea, no vedo l’ora”.

Riprendo in mano le redini del blog (mi scuso per la lunga assenza, ma sono stati mesi davvero incasinati per me) citando la frase di un tifoso che ho incontrato al supermercato l’altro giorno. Mi ha fermato davanti ad uno scaffale e, senza troppi preliminari, mi ha appoggiato la mano sulla spalla pronunciando queste parole in dialetto schietto. Aveva gli occhi che gli brillavano. “Finalmente il nostro Padova in un campionato importante, con tante altre squadre importanti, piazze storiche” ha aggiunto prima di salutarmi e avvicinarsi alla cassa.

Già, la prossima serie B sarà proprio intensa da vivere. Credo che se il Padova riuscirà a trascinarsi in modo positivo tutto l’entusiasmo che è riuscito a ricreare nella stagione appena conclusa con la promozione potrà fare bene. Il tifoso non chiederà chissà quale traguardo finale, chiederà solo di poter continuare a esaltarsi e ad essere orgoglioso dei suoi ragazzi. Che bello sarà vivere i derby col Verona, il Venezia e il Cittadella.

Già, finalmente una bella serie B. Ora però attendiamo di vedere i colpi di mercato che piazzerà il direttore generale Giorgio Zamuner. La riconferma di Pinzi è stato il primo tassello, nel segno della continuità. Non tutti quelli che hanno rinnovato il contratto resteranno, ma di sicuro rimarrà chi potrà dare una mano sostanziosa per questa cadetteria.

Avanti, Padova. La città finalmente è tornata ad amarti!

P.S.: un altro tifoso mi ha fermata chiedendomi perché non c’è il Vicenza nella lista delle squadre della B. Secondo voi, sorriso raggiante a parte, cosa avrei dovuto rispondergli?

E TANTO GIA’ LO SO…

… che l’anno prossimo gioco di sabato!

Alle vittorie non si riesce proprio a fare l’abitudine. Ogni volta è come la prima volta. Le emozioni si accavallano, i ricordi riaffiorano, le lacrime bagnano gli occhi, ripensi alla sofferenza provata durante il percorso e la gioia si fa più intensa.

Il Padova è tornato in serie B. A distanza di 4 anni da quel maledetto 2014 che ci ha fatto arrivare sull’orlo del baratro e ci ha costretto a ripartire dai dilettanti. Ora spero che chi in questi anni si è allontanato dalla squadra possa riavvicinarsi. Spero che la B ci appartenga a lungo o, al massimo, che smetta di appartenerci perché siamo saliti ancora di un gradino, raggiungendo l’olimpo.

Grazie a tutti quelli che hanno reso possibile il traguardo. Dalla società ai tifosi passando per tutti coloro che hanno avuto anche un minimo ruolo. E grazie alla mia mamma che, aiutandomi con i miei bimbi, mi ha permesso, seppur in piccola parte, di sentire il profumo di questa festa.

Dovrei dormire visto che, avendo un figlio di appena un mese, i risvegli notturni per le poppate sono numerosi e l’arretrato di sonno è grande. Ma stanotte credo proprio che mi risulterà difficile farlo. E tanto già lo so che l’anno prossimo gioco di sabato…

IL DESTINO NELLE NOSTRE MANI

Sarò breve.

E’ vero. Perdere a Trieste ha complicato un po’ negli ultimi metri un percorso che sembrava avviato senza rischi alla vittoria del campionato da parte del Padova. Ad essere primi in classifica però, fino a prova contraria, sono sempre i biancoscudati che rimangono dunque padroni del proprio destino.

Una squadra prima in classifica da novembre ha tutte le carte in regola, anche psicologicamente, per non farsi prendere dal panico e affrontare con la giusta concentrazione le ultime gare. Fino ad oggi la squadra e il suo allenatore hanno sempre rialzato la testa dopo una sconfitta ribadendo la propria forza e dimostrando di meritare di stare in alto davanti a tutti. Non resta che un ultimo sforzo. L’impresa non è certo diventata impossibile.

Niente panico quindi. Basta continuare a fare quel che si è fatto per tre quarti del campionato.

L’ANNO DEL PADOVA, L’ANNO DI BISOLI

A 5 giornate dalla fine della stagione regolare, credo che anche il tifoso biancoscudato più scaramantico e pessimista possa iniziare a sfoderare il sorriso più bello. E cominciare a tirare fuori dalla naftalina sciarpe, maglie, bandiere e ogni tipo di gadget per preparare i degni festeggiamenti per una promozione che si avvicina a grandi passi.

La vittoria di ieri sul Pordenone è stata il segnale più forte che si potesse lanciare a questo punto del campionato contro una squadra da sempre bestia nera. Siamo indubbiamente di fronte all’anno del Padova. Un’annata straordinaria che ha visto Pulzetti e compagni per la maggior parte del tempo davanti a tutti e con parecchi punti di distacco. Siamo però anche al cospetto dell’anno di Pierpaolo Bisoli. Un allenatore che si è fatto ben volere da tutti a suon di risultati. Un tecnico che, ad oggi, non ne ha sbagliata una. E quando, per mille motivi, l’ha sbagliata inizialmente ha praticamente sempre raddrizzato la barca in tempo utile per farla rientrare in porto sana e salva.

Ieri Bisoli si è ritrovato senza Trevisan, Belingheri, Salviato, Mandorlini e con alcuni giocatori non al top e non ha esitato a ridare fiducia a Mazzocco e Zambataro che non si vedevano in campo da mesi. Chi ha fatto gol? Mazzocco. Chi ha disputato un’ottima partita? Zambataro. E non è la prima volta, anzi.

Un incrocio magico, quello tra il Padova e il suo allenatore, che tra qualche settimana, se Dio vorrà, farà riesplodere di gioia la città e la piazza.

P.S.: grazie a tutti per le congratulazioni e l’affetto per la nascita del mio “torello” numero 2 Leone Stefano. A proposito, corro a dargli il latte che si è svegliato! 🙂

A PRESTO PADOVA!

E’ un Padova sempre più stellare quello che mi permette di salutarvi con una rotonda e fondamentale vittoria in quel di Santarcangelo. Come altre volte era capitato la squadra di Bisoli è partita con l’atteggiamento un po’ leggero, facendosi sorprendere, ma è bastato prendere il gol di Sirignano per reagire alla grande e per portare a termine un bel ribaltone. Pulzetti e i suoi tiri da fuori rappresentano ormai una garanzia, Capello ha già raggiunto e superato la doppia cifra, la difesa, al netto della distrazione sul gol del vantaggio dei padroni di casa, ha trovato un equilibrio invidiabile.

Gli ingredienti per arrivare alla fine in questa posizione in classifica e pure con un buon margine sulle inseguitrici ci sono tutti. Anche perché, al mercato di gennaio, sono arrivati signori rinforzi: oggi Sarno, dal momento in cui è entrato in campo, ha illuminato la manovra offensiva. Fabris è un centrocampista di gamba, di sostanza e di qualità. Lanini e Gliozzi entreranno in forma presto. Ora basta solo continuare così, non sedersi, non credere di avercela già fatta. E ce la faremo davvero.

Sono contenta di prendere il secondo “pit stop” importante della mia vita in un momento in cui le cose stanno andando così bene. Sono sicura che presto, tra un cambio pannolino e una poppata, riceverò una bellissima notizia sul fronte calcistico biancoscudato. Intanto vi saluto per un po’, invitandovi, come ho fatto in occasione della nascita del mio primo figlio, a continuare ad usare questo blog come se fosse casa vostra. E’ casa vostra. E potete continuare a discutere amabilmente della nostra squadra del cuore. Io cercherò in qualche modo di essere presente, anche se, ovviamente, non in modo assiduo come è stato negli ultimi anni.

A presto grande Padova. A presto cari tifosi. Tenete le dita incrociate anche per me! Martina

LA GIUSTA DISTANZA

Gli scontri diretti, se non riesci a vincerli, hai l’obbligo di non perderli. Il succo di Padova-Sambenedettese sta tutto in questa semplice frase pronunciata dall’allenatore biancoscudato Pierpaolo Bisoli sia ieri, durante la conferenza stampa pre rifinitura all’Appiani, sia oggi a partita già giocata. Con il Renate che ha perso a Reggio Emilia, davvero sembra rimasta solo la Samb a poter insidiare da qui alla fine il primato assoluto e indiscusso del Padova in classifica. Aver mantenuto la diretta concorrente per eccellenza a -8 (che poi è -9 perché lo scontro diretto è a favore dei padovani) equivale ad aver già scritto almeno la metà delle pagine del romanzo della promozione.

E’ tutto nelle mani del Padova. Ora più che mai. Non perdere la bussola e non sentirsi MAI arrivati saranno i due segreti per non cadere sul più bello e giungere al traguardo esattamente nella posizione di oggi. Spendo una parola in più sui rinforzi arrivati a gennaio: leggendo la panchina questa sera ho pensato che, con in campo le 12 “riserve”, il Padova sarebbe probabilmente primo ugualmente. Mi è piaciuto molto Sarno: non ha toccato tantissimi palloni ma li ha trasformati tutti in giocate di qualità. Mi ha colpito Fabris per al dedizione e la caparbietà. I pochi minuti giocati non mi sono stati sufficienti per giudicare Lanini ma il suo valore senz’altro lo dimostrerà. Spero che, da qui in poi, il Padova possa regalarci ogni settimana solo grandi soddisfazioni. A grandi falcate verso l’obiettivo. L’anno è quello giusto, non c’è più alcun dubbio!

 

 

LA VITTORIA DELLA FUGA

Che sensazioni indescrivibili regala questo finale di giornata. Un sabato che si è trasformato nell’apoteosi del campionato biancoscudato, con la vittoria nel derby di Vicenza per 1-0, in un “Menti” in cui i tifosi berici hanno fatto di tutto per far sentire ai giocatori la loro vicinanza, nonostante il fallimento societario e la quasi sparizione dal girone ad inizio gennaio, in un “Menti” in cui i tifosi del Padova si sono presentati in oltre 1.600 per far capire alla squadra che, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare, anzi non hanno mai smesso per la verità!

A fare la differenza stasera la grande reazione del Padova nel secondo tempo. La caparbietà di Pulzetti e compagni. La voglia di portare a casa il risultato a ogni costo. E’ grazie a questo mix esplosivo che Guidone, imbeccato dal neo acquisto appena entrato Sarno, ha indovinato la traiettoria giusta segnando forse uno dei gol più emozionanti e pesanti della sua carriera.

Già. Più 8 dalle dirette inseguitrici. E’ ufficialmente iniziata la fuga. E a sancirla non poteva che essere una vittoria, strameritata, contro il Vicenza. In casa sua. Troppa roba per dormire stanotte. Mi sa che sarà una notte insonne per molti e per una volta lo sarà per un bellissimo motivo.

L’ENNESIMA FARSA ALL’ITALIANA

Ho letto in un commento di uno di voi una frase che suona più o meno così: “Preferisco battere l’avversario sul campo dimostrandomi più forte di lui piuttosto che vincere perché l’avversario si è suicidato”.

Ecco appena ho letto questa riflessione ho deciso di farla mia nell’iniziare questo post di commento all’ennesima farsa calcistica all’italiana che si sta consumando dalle parti di Vicenza. Che la piazza vicentina non mi stia particolarmente simpatica è normale: tifo Padova e ci mancherebbe altro! (L’antipatia, calcistica, peraltro è assolutamente reciproca). Ma mai e poi mai avrei augurato al nemico vicentino una fine come quella che sta facendo, peraltro molto simile a quella che ha fatto il Padova con Penocchio nell’estate del 2014. I derby quest’anno li avrei voluti disputare tutti sul campo magari con rischio di perdere, ma giocandomela fino in fondo. Invece, forse, non sarà così. E’ stata presentata istanza di fallimento al tribunale per il club berico: forse il curatore fallimentare riuscirà a non staccare il respiratore fino a fine stagione, forse il Vicenza sarà la seconda squadra esclusa dal girone B dopo il Modena, radiato a novembre. In ogni caso non sarà più la stessa cosa da qui in avanti.

Si rischia di avere nel girone un club con mille difficoltà oppure di vederlo sparire, cancellando le retrocessioni a fine stagione. Siamo di fronte all’ennesima brutta figura dei vertici del calcio, in questo caso della Lega Pro, che permettono a società non in regola con i conti di iscriversi ugualmente al campionato, prendendo in giro prima di tutto i propri tifosi, quelli che ti danno da vivere, quelli che rinunciano a qualunque cosa pur di venirti a sostenere, che litigano a casa per non perdersi una sola trasferta.

E’ una situazione inaccettabile. E per nulla favorevole nei confronti del Padova che forse avrà nel raggruppamento due avversarie in meno ma potrebbe anche ritrovarsi a giocare la prossima partita ufficiale il 3 febbraio, dopo che l’ultima l’ha giocata il 29 dicembre. Magari con le dirette concorrenti che nel frattempo hanno azzerato il vantaggio biancoscudato. Una situazione di fronte alla quale dire che sono allibita è dire poco rispetto al reale stato d’animo attuale.

DOVRA’ ESSERE UN BUON PRINCIPIO

“Buona fine e buon principio”, ci si augura di solito il 31 dicembre, con la speranza di concludere bene l’anno ancora in corso e di cominciare col piede giusto quello nuovo. Ebbene, pareggiando a Fano all’ultimo secondo su rigore, non è che il Padova si sia regalato proprio una buona fine. Oscar Arnaldo, come lo chiamate qui sul blog, stava per giocarci un brutto scherzo davvero! E’ per questo che bisogna provvedere assolutamente ad un buon principio. Anzi: un intero 2018 di gioie, mica solo i primi mesi!

Per farlo occorre mettere benzina sulle gambe e serenità nella testa durante il ritiro a Milano Marittima e poi fare in modo che il d.g.  Zamuner sul mercato peschi non solo il degno sostituto di Madonna (preciso però che Cappelletti in generale e Zambataro oggi mi son molto piaciuti!) ma anche una punta che segna. E lo fa con continuità.

Non ho altro da dire se non “buona fine e buon principio” a tutti voi!

QUANT’E’ IMPORTANTE SAPER SOFFRIRE

E’ bastato giocare contro il Renate, secondo in classifica, con la prospettiva di allungare il vantaggio sulle dirette inseguitrici e il Padova ha ritrovato lo smalto e lo spirito della squadra che sa lottare e sacrificarsi per portare a casa il risultato. L’allenatore Bisoli, poi, ci ha messo anche del suo: “Ragazzi vedete che se non vinciamo col Renate vi faccio allenare anche il giorno di Natale”, avrebbe detto il tecnico da Porretta Terme ai suoi qualche giorno fa. Quale “minaccia” poteva risultare più efficace? E bravo mister, allora, tu sì che ci sai fare!

Battute a parte, dopo i due pareggi a reti inviolate contro Fermana e Reggiana e l’inciampo di Gubbio, ci voleva un bel successo. Era soprattutto necessario rivedere in campo una squadra agguerrita, che arriva prima sui contrasti, che impedisce all’avversario in ogni modo di avvicinarsi alla propria area di rigore. Una squadra che, contemporaneamente a tutto questo, torna anche al gol e lo fa in primis con un attaccante.

Sotto l’albero quest’anno il tifoso si ritrova veramente un pacco regalo gigante. Ora l’importante è non adagiarsi e continuare con quest’intensità anche nella seconda parte della stagione. Per arrivare al mese di maggio lì davanti a tutti e poter così organizzare un’altra grande festa.

Buon Natale a tutti ragazzi. Una volta tanto, lo sarà davvero, almeno dal punto di vista calcistico!