Lo dico francamente: oramai penso poco al campionato e molto a quel signore che siede sulla nostra panchina. Siamo aggrappati alle sue decisioni, come nel 2000 – un secolo fa – fummo aggrappati a quelle di Cesare Prandelli. Situazioni e tempi diversi, due Verona e contesti differenti, ma c’è una similitudine: oggi come allora molto dipende dall’allenatore e poco può fare la società. Perché quando sei un club medio-piccolo come il Verona e hai un grande tecnico è evidente che i rapporti di forza li tiene quest’ultimo. Era così ieri, è così oggi e sarà così domani.
La differenza, non di poco conto, è che il Verona di Setti è più ricco di quello di Pastorello e Juric ha altri due anni di un contratto milionario. Insomma sarebbe blindato, ma il condizionale è d’obbligo, perché sappiamo che i contratti nel calcio valgono quel che valgono e soprattutto nessuno di noi può entrare nella testa del tecnico di Spalato. Che, corteggiato dal Napoli, è comprensibile possa nutrire ambizioni tecniche che a Verona difficilmente potrebbe coltivare. D’altro canto, come spesso ripete Gianluca Vighini, qui Juric ha tutto: può lavorare in pace, è amato, insomma può esprimere se stesso.
Può bastare? Forse sì, ma non è detto. Ogni allenatore ha dentro di sé una (sana) presunzione: di poter allenare ed esprimere il suo calcio dappertutto, in particolare dove sembra impossibile. Il tifoso pensa: ma Juric sa che a Napoli con De Laurentis sarebbe un casino, chi glielo fa fare? Va invertito il ragionamento: forse Juric lo saprà pure, ma la sua (sana) presunzione (di ogni allenatore e professionista di livello) è che sarà il De Laurentis di turno a non poter fare a meno di lui.
Nel 2000 ci fu molta tristezza nel veder partire Cesare Prandelli, per altro a Venezia, in B, dove due stagioni più in là sarebbe stato esonerato e il Venezia retrocesso. Si ebbe la sensazione di un coito interrotto, di un ciclo bruciato sul più bello. Oggi l’attesa del popolo gialloblu è simile: come allora si attendeva il rinnovo di Cesare, oggi si attende la conferma di Juric per poter proseguire un qualcosa che forse ancora non si è esaurito. La speranza è che oggi il finale sia diverso da ieri.