Baciamoci le mani. Per come si era messa, lo spareggio è già un mezzo miracolo. Una proprietà che svende di tutto e di più, che in una sola estate depaupera un patrimonio tecnico costruito in tre anni, che sceglie allenatori inesperti (Cioffi) o addirittura esordienti (Bocchetti), non merita nulla. Per tacere delle vicende extra-calcio che riguardano Maurizio Setti. Ricordiamocelo sempre quando lamentiamo il punto perso di qua, o quell’altro perso di là. Facciamo un’operazione di memoria e rammentiamo di chi siamo figli: di una proprietà inadeguata che ha partorito una squadra scarsa, che a gennaio era spacciata (dopo dieci sconfitte consecutive!). Se raccogli 31 punti non puoi avere rimpianti, per nulla. Il gol dell’Empoli al 96′? Un grave errore tecnico individuale del nostro esterno (come è stato un errore quello del loro portiere sul nostro vantaggio). C’è una regola aurea: se non investi, giochi con calciatori modesti, che sbagliano più di quelli bravi, figuriamoci sottopressione.
Insomma, non tiriamo in ballo la sfortuna o il “poteva essere…”. Siamo dei miracolati! Con una proprietà politicamente debole che nemmeno con gli arbitri sa tutelarci. Dove pensavamo di poter andare in simili condizioni? Anzi, semmai Setti può ringraziare ancora una volta la sua proverbiale fortuna: se Mourinho giovedì scorso si fosse portato a casa l’Europa League (con annessa qualificazione in Champions League) hai voglia di immaginare che partita sarebbe stata ieri con lo Spezia. E se non avessero (ri)penalizzato la Juventus poche settimane fa (sacrosanto, ma non era scontato), sempre la Roma avrebbe affrontato la nostra diretta concorrente già fuori dai giochi per la qualificazione alla nuova Europa League. Perciò, sapete che c’è? L’abbiamo scampata, altroché.
Ed è questo senso di averla fatta franca, paradossalmente, che potrebbe darci forza psicologica domenica contro lo Spezia. Società che, al contrario della nostra, non ha depauperato un bel nulla: sofferto hanno sempre sofferto, anche negli scorsi anni, semmai era questa la stagione in cui avevano le fiches per evitare patimenti. Invece hanno gettato tutto all’aria con un girone di ritorno infausto. Ecco, se proprio, sono loro ad arrivare affannati e piani di rimpianti allo spareggio. Loro sì che hanno molti “se” e “ma” da raccontarsi.
Mentre noi possiamo solo apprezzare il girone di ritorno di un Verona (inteso solo come squadra e direzione sportiva) che è riuscito a risollevarsi e poi, in qualche modo, a stare a galla nonostante enormi problemi strutturali, che si sono riverberati su uno spogliatoio già di per sé complicato, con senatori a fine corsa ma ancora ingombranti. Problemi a cui Sogliano ha messo una toppa con la sua generosità e personalità, ma che non ha risolto del tutto. Problemi che ci spianavano la strada verso la B. E invece siamo ancora qua, graziati dal destino. Questa è la condizione, decisiva, da sfruttare domenica.