Il figlio dell’Imperatore Vespasiano, Tito, era scandalizzato dal fatto che il padre avesse imposto una tassa sugli orinatoi pubblici da dove si raccoglieva la preziosa ammoniaca che serviva sia a conciare le pelli sia a lavare i panni. Un giorno tiró in senso di disprezzo delle monete in uno di questi orinatoi, monete che il padre raccolse e annusandole disse la frase poi diventata famosissima: “Pecunia non olet” e cioè il denaro non ha odore. Il significato da quel giorno si allargò. In pratica è inutile star lì a questionare tanto da dove arrivano i soldi e far tante distinzioni. I soldi son soldi e non hanno odore anche se provengono da un orinatoio.
Lungo preambolo per dire che la vittoria del Verona contro la Sampdoria è proprio come i soldi lanciati da Tito e raccolti dal padre Vespasiano. Il valore di questi tre punti va molto al di là di come è avvenuta.
Star qui a far filosofia sul gioco del Verona, su quello che evidentemente ancora non funziona in questa squadra è un esercizio inutile e non tiene in conto di quanto è successo al recente calciomercato.
Vincere è troppo importante per una squadra come quella di Cioffi che deve ricreare praticamente da zero un’identità e un progetto tattico. Regala certezze, regala serenità, regala la prospettiva di poter lottare per la salvezza.
Ovviamente non è sufficiente. Lo sappiamo benissimo e lo sa per primo Cioffi che ha l’enorme, storico, merito di essere uscito solo con le sue mani da un’imbarazzante situazione in cui la società lo ha ficcato con un mercato al limite della follia.
Ecco perché era troppo importante battere la Sampdoria: ora il futuro non può che essere più roseo. Ci sono tanti segnali che indicano che il barometro volge al bello. Potremmo parlare di Doig, di Henry, di Terracciano, di Hien. Ma anche di Veloso che ha recitato un ruolo importante in queste ultime due partite, al fatto che nella vittoria di oggi non ci fossero Faraoni e parzialmente Tameze, due tra i migliori della scorsa stagione e che Verdi e Hrustic i fiori all’occhiello della campagna acquisti non si siano ancora palesati.
Ma è chiaro che i problemi da risolvere per Cioffi non mancano. C’è una manovra che è tutta da costruire, oggi allo stato primitivo del “palla lunga e pedalare”, transizioni inesistenti che concedono pericolose ripartenze da cinquanta e più metri agli avversari, situazioni da palla da fermo ancora inefficaci nonostante centimetri e fisicità in abbondanza. Tutto lavoro da fare, tantissimo e che allontana di molto l’effimera gioia di questi tre punti.
Ma vuoi mettere lavorare col sorriso e con la serenità che arriva da una classifica che racconta che stiamo persino facendo meglio della scorsa stagione? Sembra incredibile ma è proprio così.