In molti mi hanno chiesto che cosa pensassi di Francesco Marroccu, quale fosse la mia prima impressione.
Dico subito, che ovviamente, le mie valutazioni sono personali, superficiali e non supportate da nessun fatto concreto. Sono appunto, solo delle impressioni, a pelle, frutto di una conferenza stampa e di una breve chiacchierata successiva.
Marroccu mi è sembrato innanzi tutto una brava persona. Cosa non scontata nè banale. Un tipo gentile, ma non mellifluo. Temevo fosse il classico lupo travestito da agnello, invece il suo sorriso, non di convenienza, è stato sincero e frutto di uno stato d’animo che evidentemente è sereno e appagato dal fatto di essere venuto a lavorare a Verona.
In conferenza stampa ha detto tutto quello che c’era da dire. Mi è piaciuto quando ha parlato dei giocatori incedibili perchè in quel momento si è già assunto delle responsabilità con la piazza. Vuol dire che ha parlato con Setti e che dunque si è esposto senza problemi. Ha ribadito più volte che il Verona non smobilita, ha detto che le cessioni si fermeranno non appena sarà messo in sicurezza il conto economico.
Inoltre m’è parso il classico dirigente che sa di giocarsi la carta più importante della vita. Setti che è bravissimo nel’armeggiare con queste motivazioni lo deve aver scelto anche per questo motivo. Marroccu m’è parso un “pacificatore”, lontano dall’adrenalinico Tony D’Amico, in perenne tensione, tra squadra, allenatore e presidente.
E’ conscio che qui ha tutto da perdere e nulla da guadagnare, ma la sfida gli piace e sotto sotto è convinto di fare bene, perché gli è comunque “scappato” che lavorerà “per continuare a mantenere il Verona dalla parte sinistra della classifica” prima di ricordare che la salvezza resta l’obiettivo più importante.
Credo che sia un ds dialogante che cercherà nelle difficoltà di spiegare il suo punto di vista. Spero abbia la capacità di reggere i momenti no che ci saranno inevitabilmente, senza perdere di vista la rotta. Studiandone un po’ i precedenti, ad esempio, spero sia meno in imbarazzo di quando a Brescia fu costretto a fare i salti mortali per spiegare perché Lopez non sarebbe arrivato, con Inzaghi già esonerato e poi reintegrato. Ma là aveva a che fare con Cellino e qui con Setti. E questo dovrebbe agevolarlo.
Non serve nemmeno dirlo: ma sarà anche fondamentale che Marroccu sia un ombrello protettivo per Cioffi, uno scudo. A Cioffi, da quanto ho saputo, non fa difetto la personalità. E’ tipo frizzantino, uno che non le manda a dire se c’è necessità. Non come Juric, ma nemmeno come Tudor. Un cavallino di razza, insomma che però va pilotato al meglio, vista la poca esperienza di un campionato infido come la serie A.