Setti è il Verona? Fino a quanto è sovrapponibile la figura del presidente a quella di una società? E più in generale: si può criticare l’operato di un presidente senza essere additati di essere “gufi” o di “remare contro”? Me lo sono chiesto in questi giorni dopo le diffamatorie e gravi insinuazioni del presidente del Verona Maurizio Setti durante un talk show televisivo e radiofonico che, facendo riferimento ad una ignobile vignetta fatta circolare ad arte sul web (indagherà la polizia postale per verificare chi l’abbia costruita e chi l’abbia fatta circolare), accusava alcuni ospiti di Telenuovo e il sottoscritto di aver preso dosi di Maalox per la promozione del Verona.
Ci sarebbero da fare mille considerazioni sulla bassezza di tali offese e probabilmente le faremo ma non in questa sede. Il primo concetto che vorrei esprimere è molto semplice: Setti e Barresi non hanno nemmeno lontanamente idea di quanta affezione per l’Hellas Verona, di quanto amore, di quanta sofferenza ci sia nel cuore di un tifoso dell’Hellas.
Parlo per me ma so di parlare a nome di tantissimi. Il Verona è veramente qualcosa che ti entra dentro, ti far star male e ti far star bene.
Io sono nato al vecchio Bentegodi, la mia cameretta aveva la finestra sul campo di gioco e dal mio terrazzino vedevo i giocatori del Verona passare sotto. Ho pianto per il Verona, lacrime che ho versato per pochssime cose che fanno parte della mia vita. Ho pianto a Reggio Calabria dopo il gol di Cossato, ho pianto a Piacenza dopo la retrocessione, ho pianto per un gol in rovesciata di Russo col Pescara, ho pianto dopo Salerno quando alle 4 di mattina è arrivato il pullman in Bra. Ho due tatuaggi sulla mia pelle: uno fatto dopo il derby vinto con il Chievo, l’altro fatto dopo la promozione in serie A. Che ne sa questa società dove non lavora nessun dirigente di questa città del nostro amore per il Verona? Come si permette questa gente di stabilire chi è tifoso e chi no? Setti credeva che il Verona fosse stato fondato dagli studenti greci, io ho fatto il Maffei, dove il Verona è stato fondato. Questa è la differenza.
E Barresi non s’illuda: la gente che ha affollato il Bentegodi contro il Cittadella non era lì per lui, nè per Setti, nè per mettere la firma su una stagione che era stata ignobile fino a poche partite precedenti. Era lì solo ed esclusivamente per i colori gialloblù, per la maglia e per la città.
Dire che io prendo il Maalox perchè il Verona è andato in serie A è come pensare che Setti sia una persona umile.
Il Maalox però l’ho preso veramente. L’ho preso dopo l’ignobile stagione scorsa, quando Setti ha difeso un allenatore ad oltranza contro tutti e dopo che invece di rafforzare la squadra a gennaio, ha incassato altre plusvalenze.
L’ho preso quando siamo andati in serie B con un mese d’anticipo.
Ho preso del Maalox anche il giorno in cui ho visto scappare il direttore sportivo della mia squadra, dopo che qualche anno prima era scappato, abbandonando la nave che affondava, anche il direttore generale.
L’ho preso quando Pazzini è stato mandato in esilio al Levante per far giocare un giocatore in prestito della Juventus, dove poi sarebbe andato a lavorare il ds di cui sopra.
Ho preso del Maalox il giorno in cui è stato ingaggiato un allenatore che aveva fallito l’anno prima in spregio a ogni richiesta della piazza.
Ho preso del Maalox ogni volta che vedevo partite ignobili e a fine gara sentivo che avevamo giocato come il Real Madrid.
Ho preso del Maalox quando ancora Pazzini è stato relegato per nove volte di fila in panchina. E l’ho preso perchè Grosso è stato difeso ad oltranza dal ds D’Amico e Setti ha aspettato sino alla penultima giornata per esonerarlo, quando tutto ormai sembrava finito. Ho preso del Maalox ogni volta che vedevo Marrone centrale in difesa, Dawidowicz a centrocampo e Lee schierato dal primo minuto. L’ho preso anche dopo aver ascoltato quasi due ore di trasmissione senza che il presidente abbia ammesso con umiltà di aver sbagliato con quell’allenatore e quei dirigenti.
Sicuramente non ne ho preso quando ho visto il buon senso di Aglietti, quando i terzini sono tornati terzini e quando l’ignobile tiqui taqua di Grosso ha finalmente lasciato il posto ad un gioco normale.
Il Verona in serie A, trascinato da quel dinoccoluto allenatore con panzetta incorporata e dalla favella facile, mi ha riempito di gioia il cuore. Abbiamo avuto anche culo, ma chissenefrega.
Nuovamente però sono tornato in farmacia quando ho sentito che per confermare Aglietti c’era bisogno di una riflessione. Una riflessione? Aglietti andava confermato senza se e senza ma un minuto dopo la fine della partita con il Cittadella. Per quanto mi riguarda, anche restasse Aglietti, siamo già in pesantissimo ritardo. Nel frattempo invece, tutti i responsabili del Maalox precedente, sono stati tutti lasciati al loro posto.
Vede, caro presidente Setti: lei non è il Verona. Il Verona per fortuna nostra è ben altra cosa e nonostante i suoi tentativi, noi continueremo a fare due cose. A tifare per la squadra che amiamo e a criticare le sue azioni e dei suoi collaboratori quando queste sono contro il buon senso e contro il bene dell’Hellas. E a fare chiarezza.