Che bello amici! Stiamo cedendo tutti i nostri gioiellini. Non appena il buon Juric, lavorando bene e per appena mezza stagione, ha prodotto un buon raccolto, ecco che immediatamente la società è andata (o sta andando all’incasso). In tempi andati (iniziamo ad essere datati…) questo era sufficiente per creare un largo dissenso e un malcontento diffuso. Invece no. Oggi i tempi sono cambiati e quindi non solo si deve assistere alla mietitura ma bisogna pure applaudire. Come Fabri (Fibra). Applausi per tutti. Perché così va il calcio moderno, perché una società come il Verona “non può permettersi”, perché “compralo ti el Verona…”.
L’asticella non solo non si è alzata, ma si è abbassata così tanto “ed è già tanto che siamo in serie A”. Quindi che altro c’è da aggiungere? Applaudiamo ad Amrabat e Rrahmani al Napoli, applaudiamo per Kumbulla all’Inter (o alla Juve) e applaudiamo perché siamo l’unica società che cede i suoi pezzi migliori a gennaio e con la salvezza tutta da giocare.
Cosa ci resta da sperare? In mezzo a questo tripudio la speranza è di finirla con la politica dei prestiti secchi, dell’ascensore su e giù, dei paracaduti. Che questi soldi servano al Verona, a costruire una squadra forte, con giocatori di proprietà (esempio: andate subito ad acquistare Salcedo!), e a dare un centro sportivo all’altezza. Che serve più dello stadio (che tra l’altro non sarebbe neanche di proprietà). Novantadue minuti di applausi.