IL GOL E’ UN PROBLEMA

Dopo otto giornate non possiamo più mettere la testa sotto la sabbia. Il Verona ha un problema e lo deve risolvere in fretta prima che siano guai seri: il problema del gol.

La squadra di Juric ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato, ha perso tre gare perchè non riesce a concretizzare, una l’ha pareggiata per lo stesso motivo. A Napoli poteva andare diversamente se si fosse segnato. Ora l’allenatore sa meglio di noi i motivi di questo problema che non sono riconducibili ad un unico genitore ma ha in realtà più origini.

La prima e la più evidente: questa è una squadra a budget risicato, infarcita di giovani scommesse. Essendo giovani e soprattutto scommesse i rischi di aver sbagliato scelte sono compresi nello stesso termine. Non è nemmeno questione di qualità: Verre, Tutino, Zaccagni, Salcedo e Stepinski le qualità le possono anche avere ma ognuno in misura diversa ha dei limiti. E questo in serie A si paga.

La seconda è meno evidente ed è più un dubbio che una motivazione: Juric ha costruito un meccanismo straordinario, un pressing alto, una squadra dalla forte identità. I giocatori si “sacrificano” in un lavoro di “sporcatura” del gioco degli avversari che alla lunga può essere logorante causando scarsa lucidità in zona gol. Insomma la classica coperta corta. Sei bravissimo nella famosa fase difensiva ma poi non riesci ad essere incisivo in attacco.

Ora, purtroppo, non ci sono molte strade per uscirne. Insistere, diventare ancora più feroci in allenamento, diventare cattivi e cinici in partita. Sarebbe peggio, comunque, non aver mai tirato in porta come succedeva anche nel recente passato. Alla lunga, dicono i saggi del calcio, una squadra che sa costruire tante occasioni, i gol li trova. Speriamo.

PS: non esiste che dei cittadini italiani non possano seguire regolarmente la partita della propria squadra del cuore. Quello che è successo a Napoli ai tifosi del Verona, fermati pretestuosamente in autogrill e entrati al San Paolo solo nel secondo tempo, è semplicemente vergognoso. Questa storia deve trovare dei responsabili e soprattutto delle valide motivazioni. Bene ha fatto il sindaco Sboarina a denunciare la questione e a chiedere chiarezza. In questa battaglia di giustizia saremo al suo fianco.

NOVE VOLTE GRAZIE

Nove punti, impensabile un mese e mezzo fa. Il Verona di Juric va ringraziato. Per nove volte. Almeno.

1) Innanzitutto grazie per averci fatto tornare la voglia di tifare per l’Hellas Verona. Non era scontato e non era facile dopo lo schifo che ci era stato propinato.

2) Grazie per aver ridato un senso al calcio. Una squadra dove i terzini sono tornati terzini e i centrocampisti fanno i centrocampisti.

3) Grazie per aver sempre onorato la maglia. Anche quando si è perso.

4) Grazie per gli allenamenti a porte aperte. Perché non c’è niente da nascondere e perché così sappiamo benissimo che impegno ci si mette ogni giorno.

5) Grazie per essere tornati a parlare di calcio. Con semplicità, accettando ogni domanda con serenità e con la voglia di spiegare le scelte.

6) Grazie per averci fatto dimenticare la presunzione di Pecchia e Grosso. Le conferenze stampa di D’Amico e gli esoneri a malincuore di Setti. (vedi anche punto 1)

7) Grazie per ricordarci ad ogni partita quanto sia bello esultare per un gol anche se potrebbero essere di più

8 ) Grazie per essere l’ultima squadra come budget, ma prima come dignità

9) E infine grazie perché sarà durissima ma sappiate che con questo impegno non sarete mai soli

IL BOMBER E’ JURIC

Il Verona non ha un bomber vero e proprio. Ormai è chiaro. Quelli costano e per prendere gente da quindici gol a stagione servono milioni che Setti non tira fuori. E’ arrivato Stepinski che infatti costa molto meno e che è un investimento-scommessa. E’ insito nel concetto stesso che questo Verona dovrà soffrire tantissimo e purtroppo molto spesso uscirà recriminando perché a tanta applicazione, a tanto gioco, a tanta orgoglioso carattere non corrisponde il giusto risultato. E questo perché non c’è l’uomo gol. Se poi anche il mio pupillo romagnolo s’inventa di fare il fenomeno pensando di essere MZ20, sbagliando un gol incredibile,  si fa ancora più dura.

A pensarci bene però quest’anno il bomber il Verona ce l’ha. E non è Stepinski e nemmeno Di Carmine o Pazzini. Il bomber di questa squadra è Ivan Juric che con la sua schietta determinazione, la sua ironia, le sue asciutte battute, il suo apparente distacco, il suo gioco, le sue idee chiare, la sua organizzazione sta permettendo a questa squadra e quindi al popolo del Verona di crederci come mai era avvenuto nei tre anni precedenti.

Un mese e mezzo fa eravamo depressi e pessimisti. Pensavamo all’ennesima inutile passeggiata in serie A come ad una camminata verso il patibolo. Condannati. Peggio ancora umiliati. A distanza di sei partite, pur con tutti i tremendi limiti imposti dal budget più basso della serie A, questo Verona ci ha ridato la speranza e la voglia di tifare. Anche senza un bomber vero. E questo è merito di Juric.

LA STRADA E’ GIUSTA

Assolutamente vietato storcere il naso. Certo, ancora una volta stiamo parlando di una partita in cui il Verona non esce premiato per il gioco espresso e le occasioni create. Ma lo sapevamo dall’inizio che questa squadra avrebbe sofferto. Anzi: in molti temevano che il Verona fosse addirittura una squadra materasso, pronosticandola retrocessa già a dicembre come gli ultimi due Verona.

A cinque punti invece si respira un’aria buona e anche questo punticino diventerà prezioso. Il Verona non prende gol, su azione praticamente non ha segnato nessuno, il problema è che fa una fatica pazzesca a segnare. E questo è un problema, il vero e unico problema di questa prima parte del campionato. Ora bisogna capire perchè. Si può azzardare che sia la scarsa qualità degli attaccanti ed è un’ipotesi, come si può imprecare alla sfortuna (il doppio palo di Stepinski), ovvero della voglia di strafare.

In realtà è un mix di tutto questo, perchè di Toni non ce ne sono tanti in giro e quello che abbiamo avuto qui ce lo dobbiamo dimenticare. E’ ingiusto anche dare giudizi finali su Stepinski che forse poteva fare meglio su quel pallone, ma d’altro canto si deve dar merito a Musso che ha fatto una parata pazzesca. E non si può neanche pensare che Verre, Zaccagni e Pessina improvvisamente diventino cinici e spietati. E’ impossibile, però, che giocando così non si raccolgano frutti.

Io dico che è meglio godersi questo bel Verona e che la strada imboccata è quella giusta. Un mese fa, visto il calendario, ci avremmo messo la firma di fare cinque punti nelle prime cinque partite.

CHE RABBIA

Vedere il Verona giocare così non succedeva da anni. Juric ha dato praticamente tutto a questa squadra. Ci ripetiamo: c’è una precisa idea di gioco, c’è identità, ci sono ore di lavoro sul campo, c’è carattere. Manca forse un po’ di qualità ed è per questo che il Verona non ha vinto contro la Juventus e ha raccolto zero punti. Ma questo non deve per nulla al mondo diventare un fattore di scoramento. Anzi, deve solo far arrabbiare di più in vista delle due sfide con Udinese e Cagliari.

Abbiamo la consapevolezza che questa squadra se la giocherà ovunque e con chiunque e darà filo da torcere a tutti gli avversari. Ed è in fondo quello che chiediamo da tanto tempo. Stiamo partecipando al torneo più duro degli ultimi dieci anni, e poter comunque contare su una squadra che contro Milan e Juventus è uscita ingiustamente senza raccogliere punti è confortante.

La salvezza sarà comunque un traguardo durissimo da raggiungere. Per questo il Verona dovrà fare due grandi partite sia martedì sia domenica per mettere fieno in classifica e colmare così lo zero raccolto con Milan e Juventus.

Ma questa squadra ha ricongiunto finalmente il Verona con la città. E si sa che quando succede non c’è traguardo che non sia possibile.

CI SIAMO ROTTI IL C…

Mi sono rotto il cazzo. E portate pazienza se l’immagine è forte e volgare ma quando ci vuole ci vuole. Mi sono rotto il cazzo di dovermi difendere, come tifoso del Verona dalle accuse di razzismo. Che è purtroppo una cosa molto più seria di quanto il banalissimo dibattito odierno ci costringe a fare e dove vige una vergognosa strumentalizzazione mediatica. Per carità: a Verona non siamo verginelle. Abbiamo purtroppo a che fare con una miriade di teste di minchia che in questi anni ha spesso aiutato gli spala-letame a infangarci.

Gente che bisognerebbe ridurre al silenzio e che purtroppo invece trova nell’indignazione del politicamente corretto il terreno fertile per diventare protagonista. Non c’è nessun cittadino di questo paese che abbia però subito un continuo e costante processo come lo abbiamo subito noi veronesi in questi anni. E, credetemi, non c’è nessuna tifoseria che si sia così profondamente interrogata sulle sue distorsioni.

Qui invece vince chi è più furbo degli altri, chi si indigna per primo, chi fa un comunicato strappalacrime con qualche hashtag accattivante. In realtà del razzismo non frega niente a nessuno. Il problema è questo. Poi, per carità, ci si può interrogare se un bu o un uh fatto allo stadio e durante una partita sia razzismo, se sia paragonabile a dare del ladro all’arbitro e dove sia il confine tra lo sfottò e un coro che discrimini.

Nessuno ci ha spiegato se urlare offese contro un giocatore bianco e magari biondo abbia la stessa valenza che urlarle ad un giocatore africano e per limite estremo se urlare offese è ancora permesso allo stadio.

La tifoseria del Verona, per aggirare le accuse di razzismo e dimostrare l’assoluta ipocrisia del sistema, si inventò di urlare a Balotelli “Mario Mario” ogni volta che toccava la palla. E così la coscienza dei politicamente corretti quella volta non s’indignò.

Mi chiedo anche che armi abbia la società, o un semplice tifoso non razzista ma semplicemente innamorato del Verona, se un deficiente accanto a lui urla “scimmia” o fa uh. Cosa possiamo fare? Ci mettiamo a menare le mani? Smettiamo di tifare per il Verona, dandola vinta a loro?  E se dieci venti, cento imbecilli lo fanno, possiamo ogni volta generalizzare e buttare merda su Verona? Sarebbe come dire agli interisti che sono tutti pluripregiudicati adesso che è arrivato un delinquente a dirigere la loro curva. Ho tanti dubbi e poche certezze, ve lo assicuro su questo argomento che non è figlio del calcio, ma della politica e delle incredibili “bombe” sociali che sono state create in questi anni di miopia sociale. So solo che io non sono razzista, che la mia città non è razzista e che sono stufo di difendermi da chi fin dai tempi di Marsiglia (il professore di religione che finse un’aggressione per non essere trasferito) continua a costruire tribunali mediatici su questa città.

SOLO APPLAUSI

Sappiamo riconoscere una squadra che merita gli applausi. Una squadra organizzata in cui tutti hanno un ruolo e in cui tutti sanno cosa fare. Una squadra che lotta. Una squadra che anche se perde esce vincitrice.

Ha fatto bene Juric dopo la gara con il Milan a non parlare dell’arbitro e della Var. Ma se non lo fa lui, lo facciamo noi. Dopo questa partita ci resta un vago sapore di vomito in bocca. Il fallo di Stepinski era abbondantemente sanzionato con il primo giallo, ma poi Orsato, addetto alla Var, quello che non sanzionò la gamba tesa di Pjanic in Inter-Juventus della scorsa stagione ha pensato bene di attirare l’attenzione di Manganiello, il quale in evidente soggezione al cospetto del collega più famoso, più esperto, più carismatico, ha cacciato fuori il polacco. Stepinski tocca prima la palla, con evidente irruenza, ma non poteva certo segarsi il piede per non andare sulla faccia di Musacchio. Il giallo era sufficiente, l’espulsione di Stepinski ha rovinato la partita del Verona.

Il resto è stato una conseguenza. Nonostante l’handicap, il Verona ha costruito due lapalissiane palle gol con Verre, bravissimo quanto sfortunato a concludere. Il rigore c’era, così come era giusto annullare il gol di Piatek. L’ultima vergogna è stata sul fallo subito da  Pessina: Dentro? Fuori? sulla linea? Perchè Manganiello che in precedenza aveva sempre guardato le immagini non è andato a verificare? Il dubbio è che si voglia lasciare il… dubbio per potersi tenere un margine di discrezionalità. Fa male non aver raccolto punti con una squadra  che qualche collega ha definito “imbarazzante”. Ma state sicuri: giocando così ci si salva. Applausi.

LA FATAL VERONA

E perchè no? Perchè non è possibile sognare un colpaccio? Arriva il Milan e sappiamo che il Verona per i rossoneri è come uno specchio che si rompe il venerdì, come un gatto nero che attraversa la strada, come uno spillone vudù piantato nel costato.

Verona è fatale e non è un caso. Il Milan non si è mai liberato del trauma del ’73. Lo ha rivissuto nell’89-’90 con Sacchi in panchina, Berlusconi in tribuna, Sotomayor e Davide Pellegrini in campo e l’arbitro Lo Bello che pareva un killer. Ha perso anche contro il meraviglioso Verona di Mandorlini, Iturbe e Toni alla prima giornata del campionato del ritorno in serie A dopo l’inferno della C e il purgatorio della B.

Ora le cose sono cambiate e a dir il vero non è che ci siano molte speranze di poter vincere una gara così. Ma attenzione a tanti piccoli segnali. Il Milan di Giampaolo ancora non convince, è un cantiere aperto, ha problemi e non scalda il popolo rossonero. Il Verona di Juric è invece tosto, concreto, sa soffrire ed essere cinico. Il divario è comunque enorme. Ma a colmarlo ci penserà il Bentegodi che dopo lo schifo che si è sorbito per due lunghissime stagioni, ora è tornato a palpitare, intravvedendo quelle semplici qualità che si richiedono ad una squadra: applicazione, sofferenza, lavoro.

Dentro un clima positivo si potranno esaltare alcuni giocatori dall’animo guerriero: Rrahmani, Amrabat, Zaccagni. E poi toccherà a Stepinski, alla sua prima al Bentegodi con la maglia del Verona. Insomma, fossimo il Milan non dormiremmo sonni tranquilli. Juric il trappolone lo sta preparando per bene a Peschiera. A porte aperte, nutrendosi dell’amore dei suoi tifosi. Com’è giusto che sia.

IL MIO GIUDIZIO SUL MERCATO

Ora che è arrivato Stepinski è giusto dare un giudizio sul mercato del Verona. Un mercato che Juric ha condotto in prima persona, suggerendo se non impegnandosi direttamente, per far arrivare gli uomini giusti. Il risultato, che non può non tenere conto delle prime due gare, è ampiamente sufficiente. Nel Verona sono arrivati giocatori giovani e con una prospettiva e altre vecchie volpi che Juric conosce bene e a cui ha affidato le chiavi della squadra (Veloso in primis e si spera anche Bocchetti). Personalmente mi hanno lasciato perplesso i troppi prestiti che sono il sintomo di un progetto a breve, brevissimo termine e che generalmente non portano a grandi vantaggi. Tutino, per esempio, potrebbe essere stato un ottimo acquisto, ma il fatto che sia in prestito secco lo riduce a piccolo affare.

Lo stesso discorso, ma al contrario vale per Stepinski. Non è il nome che “scalda” la piazza, quel top player che Setti, sbagliando ancora una volta le tempistiche e i modi per comunicare aveva annunciato, ma è un buon affare. Se ottimo sarà ovviamente il campo a dirlo, ma il fatto che il Verona abbia finalmente investito una cifra considerevole per portare un giocatore giovane e di prospettiva non può che essere salutato con ottimismo. Stepinski è un ragazzo d’oro i cui margini di crescita sono inesplorati. E’ una scommessa ma una scommessa ragionata. In mano a Juric può diventare un top player da cui il Verona potrà trarre una grande plusvalenza.

Ma la più grande plusvalenza che quest’anno il Verona può realizzare è la salvezza che può dare finalmente una stabilità economica alla società dopo le balzane stagioni precedenti. Raggiungerla sarà un’impresa e i primi due risultati postivi non devono illudere. Ma il segnale che è arrivato dal campo è stato chiaro: questo Verona se la giocherà sicuramente fino all’ultimo e finalmente la società ha imboccato una strada pragmatica e meno “sborona”, segno che le lezioni sono servite e che Setti, al di là delle dichiarazioni al limite del ridicolo sui meriti di Grosso nella serie A acciuffata per una incredibile congiunzione astrale unita alla bravura di Aglietti, si è reso conto di quanti errori ha commesso in questi due anni. Perciò dò un 6,5 al mercato premiando anche la scelta coraggiosa di aver preso Juric. Speriamo di non essere smentiti.

BELLE SORPRESE

Erano anni che non vedevamo un Verona così in serie A. Juric ha dato alla squadra gioco, idee e carattere. Il bello è che il miglioramento è costante e dentro al miglioramento del gruppo c’è il miglioramento dei singoli. La vittoria con il Lecce è strameritata e persino stretta nel risultato. Banale dirlo: questa squadra ad oggi è un’incompiuta. Manca un attaccante, non posso pensare che oggi la società non farà il diavolo a quattro per dare al tecnico un bomber che faccia veramente la differenza. Il bilancio del mercato lo faremo dopo la chiusura e nel giudizio conterà tantissimo il nome di quell’attaccante. Ma stasera possiamo finalmente fare alcune considerazioni generali. Il miglior acquisto pare essere stato Juric. Non c’è dubbio. Si tratta di un allenatore in gamba, lontano anni luce dalle due scelte precedenti. Concreto, pratico, fa un calcio che calza alla perfezione con quanto richiesto dalla gente di Verona. Dai e dai anche Setti deve averla capita. Ritmi alti, verticalità, pressing, grinta. Juric, nella pochezza economica che gli è stata messa a disposizione si è costruito una squadra a sua immagine. Uomini fidati, gente che aveva già lavorato con lui o che lui aveva conosciuto.

Belle sorprese come Amrabat, davvero straordinario o come Rrahmani, impeccabile. Coraggiosa la scelta di buttare nella mischia un giovane come Kumbulla, perfetta la posizione disegnata a Zaccagni e la nuova vita di Henderson che si era smarrito nei cunicoli senza senso di Grosso.

Ora non è il caso di suonare marce trionfali, ma quanto meno, dopo due giornate, un ottimo pareggio e una grande vittoria contro una diretta concorrente, possiamo avanzare una previsione. Questo Verona potrà anche retrocedere, ma sicuramente non lo farà nel disonorato modo in cui è retrocesso l’ultimo. Ed è quello, che sinceramente, tutti noi a Verona vogliamo. Una squadra che lotti e che non ci prenda in giro.