Fugace comparsa di un segnale 3G, confermo che Vukcevic e’ stato bloccato in attesa che si…sblocchi la querelle Pedrollo-Bordato vs Vicenzi.
STOP AL PASSATO, MA CI VUOLE CHIAREZZA
Ultimi momenti di segnale disponibile, la barca è al largo. Ultimo pensiero alla Verona dei canestri che da oggi comincia il nuovo corso sotto la guida di Gigi “Bruummm” Garelli. Punto primo: anche se il nuovo coach ha parlato di salvezza, spero che ripeta i risultati delle ultime stagioni, ossia i playoff. Punto secondo: mi auguro vivamente per lui, ma soprattutto per tutti i tifosi gialloblù, che il prossimo post season sia diverso per Garelli…a Vigevano e Udine non è andata molto bene, ovviamente non per colpa sua. Con un auspicio, magari se si porterà dietro Williams non sarà una brutta cosa. E aggiungo il nome del villafranchese Cournooh, quest’anno Ferrara.
Ma veniamo al terzo e più importante punto. Pedrollo ha decisamente preso in mano l’iniziativa, affiancato da Sandro Bordato e dal figlio Giorgio, ex giocatore di lungo corso in C Regionale e grande appassionato di basket, che forse adesso ha la possibilità di fare quello che ha forse sempre sognato; gestire in prima persona un club di serie A. Tuttavia è essenziale che ruoli e rapporti all’interno della compagine societaria vengano definiti con chiarezza. Insomma, dopo le parole è necessario che si passi ai fatti, mettendo nero su bianco tra Vicenzi e il tandem Pedrollo-Bordato. Per passare poi al vero mercato e al rinforzo della squadra. Sono certo che Fadini è il primo ad essere animato da grandi propositi di riscatto.
Quello che è stato è stato (ma non scordiamoci il passato, almeno per non ripetere certi errori). E adesso lasciatemi godere l’estate al mare. Arrivederci ad agosto.
GARELLI PER FAR CORRERE LA TEZENIS
La seconda vita di Verona in Legadue dunque comincia da Gigi Garelli. O meglio, la Tezenis è ripartita da Fadini, che ha messo a segno il suo primo colpo, soffiando il coach bolognese alla Fortitudo. E gli argomenti di Pedrollo & C. devono essere stati convincenti, perché all’ombra delle Due Torri tutti erano già pronti ad abbracciare il nuovo allenatore, “enfant du pays”, visto che è nato da quelle parti. Invece Garelli è di Verona.
Il neocoach gialloblù mi perdonerà una battuta che probabilmente gli uscirà dalle orecchie: ma il mio primo motorino è stato un Garelli e in mezzo ad una marea di Ciao Piaggio, doveva distinguersi per solidità e sprint. Spero che anche la sua Tezenis sarà così. A Udine e nalla prevedebte esperienza a Vigevano lo ha dato a vedere. In bocca al lupo.
E adesso aspettiamoci presto altre due firme: quelle di Andrea Renzi e Antonio Porta. L’asse play-centro di sicuro talento (e consiolidato) per rilanciare la Verona dei canestri.
FADINI, PERCHE’ NO?
Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova. Vogliamo pescare un altro detto popolare: solo chi cade può risorgere. Tutte parole, lo avrete capito, che si adattano a Fadini e all’ipotesi che resti in sella alla Scaligera Basket. Tutti avevamo già intonato il “de profundis” per il manager, al quale vanno sicuramente imputate le maggiori responsabilità per la figuraccia in questa stagione, ma che è stato pure l’unico ad ammettere le sue colpe.
Non è facile cambiare se non si è in grado di assicurare progetti chiari e soprattutto condivisi. In un momento di incertezza sulle strategie da adottare, sulle scelte tecniche, sui programmi societari, Fadini alla fine della fiera rappresenta una sicurezza. E finché i soci non si metteranno d’accordo trovando comunità d’intenti sul progetto-Scaligera, l’uomo di Udine – ormai veronese di adozione – garantisce certezza nella gestione della macchina societaria. Con buona pace di tutti. In attesa della rivincita, sul campo naturalmente.
CONTO ALLA ROVESCIA
30 giugno. La deadline. Come un anno fa. Con la differenza che allora il destino era nella mani della Scaligera, adesso invece il ritorno in Legadue passa dalle disgrazie degli altri. Casalpusterlengo che non può giocare su un campo lillipuziano e si autodeclassa, Ferrara che vede saltare una cordata dietro l’altra, Rimini che è alla canna del gas, Trapani neopromossa senza soldi, Imola che aspetta nuovi soci, Udine che ogni anno è sull’orlo della scomparsa.
A Verona i soldi non mancano, ci sono soci ambiziosi e con le idee chiare (magari non pienamente condivise, ma questo è un problema diverso), uno sponsor di primissima fascia, un pubblico da A1.
E allora non sarebbe il caso di mettere delle condizioni economiche più severe, che vadano oltre la semplice fidejussione? Perché non proporre che i club versino i contributi alla Lega che poi pagherebbe direttamente gli stipendi ai tesserati? Facile a dirsi, impossibile a farsi nell’Italia dei furbetti. Il calcio (purtroppo) ci regala un esempio al giorno.
Intanto il countdown è scattato.
ASPETTA E SPERA
Giuseppe Vicenzi sicuramente ha sofferto più di tutti per la sanguinosa retrocessione della Tezenis. Vuole andare avanti e quindi con i soci Pedrollo e Bordato ha già fatto il primo punto della situazione. Però fa un po’ di confusione, comprensibile per lo stato d’animo che starà vivendo: un epilogo così brutto, dopo essersi tanto prodigato per riportare il grande basket a Verona. Il patròn dice che le voci sul possibile dopo-Fadini sono tutte chiacchiere e subito dopo ammette che ha avuto dei contatti, con persone che si sono offerte. Non c’è niente di male. Anzi, se Verona è ancora ricercata vuol dire che la società è apprezzata, ritenuta seria e affidabile, che la piazza ha ancora un forte appeal.
Ma c’è una cosa che a parer mio non va molto bene. Vicenzi dice che non ci saranno decisioni prima di sapere la collocazione della Tezenis. Mi permetto un riassunto di quello che è successo l’anno scorso nel post season.
30 giugno 2010: Verona annuncia l’acquisizione dei diritti di Legadue da Pavia, nel campionato risultano iscritte 15 squadre, comprese Fortitudo e Vigevano. Ovviamente non c’è Napoli, già esclusa. Jesi, retrocessa, è sicura del ripescaggio.
1 luglio 2010: per tre società l’iscrizione risulta irregolare. Sono Fortitudo, Vigevano e Barcellona. Hanno tempo fino al 12 luglio per mettersi in regola.
7 luglio 2010: la documentazione deve ancora essere sanata.
14 luglio 2010: la Com.Tec. non ammette al campionato Fortitudo Bologna e Vigevano che devono ripartire dal primo campionato a libera partecipazione.
15 luglio 2010: la Tezenis annuncia il primo acquisto, Giacomo Mariani.
17 luglio 2010: il Consiglio Federale della Fip conferma l’esclusione dalla Legadue di Fortitudo e Vigevano. Forlì e San Severo saranno ripescate.
20 luglio 2010: la Tezenis ingaggia Rodolfo Rombaldoni.
C’è il rischio che Verona debba aspettare fino a metà luglio. Siamo sicuri che fino ad allora dirigenti e giocatori non firmeranno per nessuno, in attesa di essere chiamati dalla Scaligera? Un esempio: Alessandro Giuliani entro fine settimana dovrebbe rinnovare con Biella. E in A Dilettanti non tutti sarebbero disposti a venire.
P.S. Se Legadue sarà, come tutti speriamo, con i primi acquisti magari si potrà far meglio…
IL GIUDIZIO FINALE
La stagione è finita, malamente e dolorosamente. Il giudizio finale tiene conto dei protagonisti della retrocessione, lasciando fuori i bocciati Rombaldoni e Abrams, che a fine andata avevano già fatto le valigie. Troppo tardi, magari.
PORTA – Antonio, numero 1. Hombre a 360 gradi, è stato l’allenatore in campo (e, talvolta, forse anche qualcosa di più). Re degli assist in Legadue (oltre 5 di media), leader incontrastato della squadra, la riscossa è cominciata dal suo canestro allo scadere a San Severo. Peccato che a Scafati non gli abbiano lasciato l’ultimo tiro. Voto 8
JUREVICUS: E’ partito bene, ma si è incartato nel momento topico della stagione, quando i suoi tiri pesanti servivano come il pane. Un calo cominciato dalla disastrosa partita con Barcellona (1/11 dal campo) e proseguita con un complessivo 4/18 da 3 nelle ultime cinque partite, fino al tiro finale a Scafati, sul quale si sono infrante le sperenza di salvezza gialloblù. Voto 6
TREPAGNIER – Scelta di Fadini, che lo aveva avuto a Napoli, ha rischiato più volte il taglio, è stato il primo sacrificato per dare spazio all’enigma Taylor. Emblematica l’ultima partita a Scafati: 7 punti all’avvio, poi è scomparso, chiudendo la stagione come l’ha cominciata, senza veri acuti e con il 29% da 3. La difesa non poteva bastare. Voto 4,5
BELLINA – Ha fatto la sua parte, guadagnando spesso lo starting-five. Da tre ha tirato al di sotto delle sue potenzialità (33%). Un capitano combattente, che da furlano doc non ha mai mollato. Voto 6
RENZI – Condizionato dai postumi dell’infortunio al ginocchio, poi ha cominciato ad ingranare ma è stato alterno, del resto è un ’89. Terzo marcatore e rimbalzista italiano del campionato. Nelle partite più "calde" ha pagato un po’ dazio. E’ stato il grande colpo estivo di Fadini, forse l’unico. Voto 6,5
WALESKOWSKI – E’ stato il più continuo, almeno nelle cifre, partendo spesso dalla panchina (13 volte nello starting-five). Secondo assoluto al tiro da 2, sesto rimbalzista del campionato, ha confermato di essere un giocatore di quantità. Qualche problema di convivenza con Renzi e in difficoltà nei mis-match difensivi. Marcelletti non lo ha mai amato e a lungo voleva cambiarlo, resta un mistero perché non sia andato in porto il cambio con Brindisi per Anthony Roberson. Voto 7
GUEYE – Nel girone di ritorno il suo minutaggio si è dimezzato, precipitando a 10′ per gara. Eppure a fine andata tirava (poco) con il 52% ed ha chiuso con il 50%. Poco affidabile nella sua gestione personale di atleta, in difesa ha sempre avuto problemi di falli. Forse meritava più fiducia e di essere messo nelle condizioni di fare quello che sa, cioè uscire da un blocco e tirare. Voto 5,5
CAMPIELLO – In totale 85 minuti nelle 12 partite in cui è stato impiegato. Marcelletti gli ha dato spazio nelle ultime partite. Non si è mai tirato indietro. Non giudicabile
TAYLOR – Uno capace di farne 35 ai Knicks al Madison non dev’essere proprio scarso. Ma con la Tezenis e con il gioco di Marcelletti non c’entrava niente, sarebbe stato molto più adatto alla mia Ferroli, tutta corri e tira all’impazzata. I 29 punti segnati in 4 partite si commentano da soli, non a caso mentre la squadra viaggiava verso Scafati lui saliva sull’aereo. Una scelta incomprensibile, tecnicamente e psicologicamente. Voto 3
QUARONI – Chiamato per rimpiazzare l’infortunato Mariani, non ha combinato danni nei minuti da cambio di Porta. La Legadue non è la sua categoria. Non giudicabile
MARIANI – Si è fatto male proprio quando aveva cominciato ad ingranare dopo l’impatto-choc con Marcelletti. Scelto da De Raffaele che voleva un cambio del play con mezzi fisici, al suo posto non credo che il "piccolo" Ferrarese avrebbe sfigurato. Non giudicabile
MARCELLETTI – Ventiquattro partite, dieci vittorie. Una retrocessione sanguinosa. Non ci sarebbe altro da aggiungere. I meriti (difesa, impegno, motivazioni, cuore) sono noti, ma non bastano. Così il Marcelletti-quater è finito male. E sulla caduta pesa il time-out chiamato prima dei tiri liberi a Scafati. Nessuno mi toglie dalla testa che con la rimessa in attacco e 2"5 da giocare Porta si sarebbe buttato in area subendo fallo. Voto 5
FADINI – Seconda retrocessione dopo quella dall’A1 con Blasone e poi Guerrieri nel ’92. Il cambio di allenatore ha illuso tutti, ma era il caso di avere invece idee più chiare sugli americani. A parte Waleskowski gli altri, per vari motivi, sono stati tutti un flop. Su tutti il mister-Taylor, che ha avuto effetti devastanti. Gli infortuni certo non hanno aiutato ed il manager paga anche per colpe non solo sue, con scelte non pienamente convinte, né condivise tra proprietà e allenatore. Voto 4,5
SOCIETA’ – Il grande progetto varato da Giuseppe Vicenzi ha fatto cilecca al primo colpo. La serie A (alta fascia) in cinque anni, ne è passato uno e Verona ha fatto un passo indietro. Si può rimediare, facendo leva su un socio come Gianluigi Pedrollo ed uno sponsor al top come Tezenis. Del resto se non ci fosse stato Vicenzi saremmo ancora qui a vivere di ricordi. Ma la brutta figura è difficile da cancellare ed ha segnato pesantemente il morale. Un po’ più di umiltà sarebbe stata utile. Voto 5
LA COREA E’ A SCAFATI
Scafati, che fino a ieri in tanti manco sapevano dove fosse, è diventata la Corea della Verona dei canestri.
Adesso che lo scempio si è compiuto. Adesso che la figuraccia è realtà. Adesso che quello che non doveva succedere è successo, bisogna soprattutto essere onesti con se stessi. E con gli altri. La Tezenis è retrocessa perchè ha pagato un avvio di campionato disastroso (una vittoria nelle prime otto giornate, quattro in tutta l’andata), restando sempre con un piede in A Dilettanti – o Campionato di sviluppo, come i fenomeni della Fip vorrebbero chiamarlo che ha tolto solo alla prima di ritorno, quando ha battuto Forlì con la differenza canestro a favore.
Bisogna essere onesti con se stessi e con gli altri, e non guardare solo agli episodi. L’ultimo è il maledetto canestro di Nardi a tre secondi dalla fine nella clamorosa rimonta di Forlì sabato contro Casale. Altrimenti Verona si sarebbe salvata con una giornata di anticipo, andando a Scafati in vacanza. Forlì che tuttavia nel girone di ritorno ha vinto otto partite, tutte nelle ultime 12 giornate dopo il cambio di allenatore.
E non è questione di “biscotti”. La Tezenis a Scafati ha giocato una partita vera, fin troppo vera, ma è ingeneroso dire che se batte Venezia è un’impresa, mentre se Reggio vince in casa con Veroli è sospetto.
Bisogna essere onesti con se stessi e con gli altri e non dimenticare che a San Severo, contro la squadra indubbiamente più debole della Lega (e ancora al palo), la Tezenis ha vinto con un canestro allo scadere di Porta.
Ma se questa retrocessione è figlia della brutta partenza e degli infortuni che hanno pregiudicato la preseason (su tutti gli acciacchi a Renzi), sempre per onestà bisogna ammettere che la primogenitura della squadra si è rivelata quasi imbarazzante: vogliamo fare il confronto Porta-Rombaldoni e Jurevicus-Abrams? E Trepagnier non è mai decollato, i tempi di Napoli sono lontani…
Su questa disfatta pesa un roster ridotto, con una panchina troppo corta e senza cambi d’esperienza, ovviamente a parte capitan Bellina.
E quando, dopo avere accarezzato addirittura la possibilità di inseguire i playoff, sono arrivate tre sconfitte di fila, la società si è spaventata ingaggiando Mike Taylor (prima che Waleskowski s’infortunasse), un giocatore inutile.
Conosco da tanto tempo Gianluigi Pedrollo, al quale sono legato da affetto e riconoscenza. Credo che in questo momento sarà molto incazzato, ma avrà anche già in mente qualche idea.
Sarà fondamentale agire con lucidità, senza lasciarsi prendere la mano dall’emotività. Uno sponsor come Sandro Veronesi ce lo invidiano in tanti. Infatti Verona era stata inserita tra le possibili candidate per la Superlega. E molti club navigano in acque difficili. Ma il ripescaggio o l’acquisizione di un nuovo diritto non sarà, in ogni caso, una bella figura. Che la Verona dei canestri non meritava.
SOLO VINCERE
Pronostico sbagliato. 22 punti quasi sicuramente non basteranno per la salvezza. Il grande cuore gialloblù che ha fatto la differenza contro la Reyer dovrà pesare anche a Scafati. E’ un peccato che l’ultima, decisiva giornata di campionato coincida con una delle trasferte più lontane, in provincia di Salerno, per di più di venerdì. In qualsiasi altra circostanza ci sarebbe stata la mobilitazione dei tifosi gialloblù, che hanno già fatto vincere un piccolo scudetto a Verona, anche se nello sprint-salvezza Forlì si è aggiudicata il primato stagionale di spettatori: 4983 nella clamorosa rimonta contro Casale.
La logica vuole che la Tezenis, pur in vantaggio con tutte le squadre a quota 22, faccia la corsa su Reggio Emilia (le altre infatti vinceranno tutte). Entrambe sfidano avversarie che possono puntare al terzo posto, però la Trenkwalder giocherà in casa contro Veroli, mentre i giganti di Marcelletti se la vedranno con la Sunrise, che in casa ha perso solo una volta. Non ci sono banane, bisogna solo vincere. Ci vuole un altro miracolo.
LA PAURA FA 90, LA SALVEZZA 22
Siamo alla resa dei conti. Il titolo del blog precedente andrebbe ancora bene. Non ho cambiato idea sulle qualità di Mike Taylor, ma devo fare ammenda: forse ci siamo lasciati illudere (io per primo) dal video su youtube nel quale sciorina 35 punti nel paniere dei Knicks al Madison Square Garden.
La realtà purtroppo è diversa: Michele Sarto con il gioco di Marcelletti non c’entra molto, quasi niente. Veloce, velocissimo, una scheggia. Grande elevazione, in difesa se la cavicchia, ma è troppo leggero per essere utilizzato da "3" (visto che l’indiziato…di reato al suo arrivo era Trepagnier e Waleskowski non si era ancora infortunato) e soprattutto non è un tiratore.
E allora, si chiederanno i tifosi, per cosa l’hanno preso a fare? E’ figlio della paura, dopo tre sconfitte consecutive. E quando ci si lascia prendere dalla fretta, si sa, non sempre si compiono le scelte migliori.
Detto del nuovo americano (non a caso impiegato 12 minuti contro la cenerentola San Severo), restano da giocare tre partite e con una vittoria la Tezenis dovrebbe essere salva.
Forlì deve recuperare 4 punti perchè è in svantaggio nella differenza-canestri: va a Ferrara, ha Casale in casa e chiuderà a San Severo.
Verona è in vantaggio con tutte le compagne di viaggio a quota 20 (spicca il 2-0 con Reggio Emilia), ma rischia Ferrara che ha due scontri diretti (all’ultima giornata giocherà con Casalpusterlengo), però all’andata ha già vinto a Forlì
.
Quindi le partite-chiave sono: in questo turno Ferrara-Forlì, nella prossima giornata Reyer-Tezenis, quando rientrerà Waleskowski, si spera. Sperando di fermarsi lì. Se la paura fa 90, la salvezza dovrebbe fare 22.