PERCHE’ NON ANDIAMO DA NESSUNA PARTE

Premessa: il basket non è solo Legadue. E allora cosa direste se dopo esservi preparati per un esame, il giorno prima di farlo vi avvisassero che sono cambiate le regole? Lo ha fatto la Federazione Pallacanestro. La Commissione Tecnica Nazionale, su proposta del Veneto, ha comunicato oggi che anche nei campionati Under 13 e Under 14 ci sarà il tiro da tre punti e che l’obbligo di difesa individuale è stato abolito. Esattamente il contrario di quanto stabilito lo scorso giugno. Se il principio che ha portato a cambiare idea può essere condivisibile, è inaccettabile che la decisione arrivi alla vigilia dell’inizio dei campionati, con le squadre che da un mese e mezzo si allenano con un certo tipo di regole.

Ma questo è niente rispetto a quello che è successo a livello femminile, settore ultradepresso. Il Comitato Provinciale avvisa le società che il termine per l’iscrizione ai campionati giovanili è esteso fino al 30 settembre. Per un disguido (o una dimenticanza) le iscrizioni poi non vengono comunicate al Comitato Regionale. Risultato: alcune squadre veronesi restano escluse dal girone di Vicenza, che gestisce l’attività femminile per Verona. La prima società che si accorge dell’errore riesce a farsi inserire nel girone vicentino, le altre rimangono con il cerino in mano. Se vogliono giocare devono andare in Trentino o a Padova.

Stiamo parlando di un campionato Under 15. Il Comitato regionale se ne lava le mani; il presidente provinciale non riesce ad ottenere soddisfazione, perchè il collega di Vicenza (vice del Veneto, fatalità…) si rifiuta di compilare un nuovo calendario inserendo le altre squadre veronesi. E’ un’operazione che al computer richiede pochi minuti.
Un atteggiamento inaccettabile. Fra tanti errori viene punito chi non ha sbagliato, tra l’altro l’unica società della città, la Pgs Santa croce, che svolge attività femminile.
Non stupiamoci se il basket in rosa è in crisi e non stupiamoci se il movimento dei canestri fatica a trovare partner. Con certe figuracce e certi dirigenti in giro…

P.S. Qualcuno magari obietterà che questa levata di scudi è dovuta al fatto che mia figlia gioca nella Pgs Santa Croce. Chi mi conosce sa che l’avrei fatto per chiunque. Chi invece lo pensa davvero è in malafede. O semplicemente uno sciocco. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CI VUOLE PAZIENZA, MA LA PANCHINA…

"Siamo una squadra work in progress". Ipse dixit Fadini, con slang alla moda, per spiegare come la Tezenis fosse un cantiere aperto. Per via degli infortuni. Tanti, troppi. Era il 13 settembre, giorno della presentazione ufficiale della squadra. E’ passato un mese, è cominciato il campionato e la situazione non è cambiata molto. Verona è ancora al palo ed è comprensibile che possa dar fastidio vedere Udine (asfaltata nel concentramento di Coppa) a punteggio pieno. Il ruolo della cenerentola non si addice a Verona, tantomeno a uno come Fadini, che si sarà un po’ adontato per la sconfitta nell’esordio al Palaolimpia, ma credo che non debba prendersela più di tanto.

Contro Jesi, come al debutto a Forlì, la Tezenis ha retto 30 minuti, anche 35. Quando riuscirà a mantenere la tensione agonistica per 40 minuti, senza cali difensivi o black-out in attacco, le cose non potranno che andar meglio. Sembrerà un’ovvietà, ma non si può pretendere che giocatori debuttanti in Legadue, o con un passato comunque non di spessore nella categoria, possano improvvisamente ergersi a protagonisti.

L’incognita principale è legata al rendimento di Renzi, sicuramente ancora non al top, anche se non si possono addossare tutte le responsabilità sul giovane centro arrivato da Treviso. E Mariani è costretto a fare il titolare, suo magrado. Il contributo della panchina è quello che è, cioè praticamente zero, almeno finora. A parte Gueye, che sta crescendo ma può migliorare in difesa e deve imparare a controllarsi con i falli. Bellina ancora a secco, da Campiello non ci si può attendere molto.
Così tutto ruota e pesa sul trio americano. Troppo poco per non pagare dazio, almeno finora. Aspettando Rombaldoni, che però non potrà essere la panacea di tutti i mali.

VOGLIA DI CAMPIONATO

Il giudizio sulla Tezenis targata Legadue può restare ancora sospeso. E’ difficile ipotizzare cosa sarebbe riuscito a fare coach De Raffaele con l’organico al completo: di certo c’è solo che la squadra non si è mai allenata con tutto il roster. Emblematico il caso di Rombaldoni: preso per essere il play titolare, non si è mai allenato ed anche A.J. Abrams, ha dato presto forfait.

Nel concentramento di Coppa Italia a Ferrara, primo test ufficiale della stagione, Verona ha sfiorato le final four, travolgendo Udine sotto un trentello in semifinale, e poi cedendo all’Umana Venezia di Andrea Mazzon, apparsa trasformata (e completa) rispetto all’amichevole vinta largheggiando dai gialloblù il sabato precedente. Una sconfitta maturata peraltro dopo avere toccato il +16 nel primo tempo (mi ricorda vagamente un’altra partita di un altro campionato, giocata lo stesso giorno…)

Confortano le condizioni di Andrea Renzi e l’accoppiata Trepaigner-Walskeski. In campionato debutterà anche il ceco Bosek, in attesa del recupero di Ambrams, e nel frattempo anche Ousmane Gueye ha fatto vedere di cominciare a prendere le miusure con la categoria superiore. E questa è la notizia che deve farci più piacere.

NUOVI SOCI, VECCHI APPASSIONATI

Squadra fatta, capo ha. Volutamente ho atteso prima di postare un nuovo blog, per vedere all’opera coach De Raffaele e la nuova squadra. Ma soprattutto per attendere gli sviluppi societari.

Cominciamo dalla squadra. L’avvio della stagione non pare nato sotto una buona stella, con tre infortuni nello stesso reparto. OIn ogni caso la coppia Abrams-Trepaigner mi sembra che possa assicurare spettacolo, quello che ci vuole al Palaolimpia. E finalmente Ousmane Gueye potrà giocarsi la sua chance nel grande basket. Se lo meritava.

Società. Accanto a Giuseppe Vicenzi e Gianluigi Pedrollo si è affiancato Sandro Bordato. Una "troika" di soci mossi anzitutto e prima di ogni cosa dalla passione per i canestri. Ma guardiamo un po’ oltre. Il patron, che controlla la maggioranza delle quote della Scaligera Basket, ha 78 anni e da quasi 40 (!) è il punto di riferimento della pallacanestro veronese ad alto livello. Gian Pedrollo è stato il penultimo presidente della Pallacanestro San Bonifacio, che targata Elettromac (la sua azienda di allora) alla fine degli anni ’80 risalì e restò in serie C nazionale, campionato paragonabile all’attuale B Dilettanti. E il figlio Giorgio, appena smessa la canotta da giocatore, da tempo sostiene il Buster Basket, società dove opera l’ingegner Bordato, presidente della società (l’ex Atletico) che gestisce la prima squadra in C regionale.

Nuovi soci, ma vecchi appassionati. E allora si può sostenere che Verona pullula di imprenditori per il grande basket? Avere i soldi è una cosa, cacciarli sul parquet è un’altra. Se qualcuno è pronto batta un colpo.

ORMAI CI SIAMO

Meno nove al giorno del raduno. Meno due per completare il roster. La nuova Tezenis per la Legadue è quasi pronta, ormai ci siamo. La conferma, scontata, di Gueye, è stato il primo "rinforzo": doveroso e sacrosanto dare finalmente a Ousmane la grande opportunità dopo un’ottima carriera nelle "minors". Poi  è arrivato Mariani, bell’elemento in cabina di regia. Poi la riconferma di Bellina. L’ingaggio di Abrams, che ha tutti i numeri per far divertire la Verona dei canestri. Il ritorno di Rudy Rombaldoni, bravissimo ragazo e valente giocatore. Quindi il grande colpo di Andrea Renzi; il genovese della Benetton potrà essere davvero un crack in Legadue. Infine Waleskoswki, giocatore al nome quasi impronunciabile (chissà cosa direbbe il mio maestro se dovesse leggerlo ancora nel Tg…).

Per completare il roster mancano il secondo americano ed un italiano. Ma coach De Raffaele, che si è già messo al lavoro con un interessante e competitito "try out" tra i giovani veronesi, credo che possa ritenersi già soddisfatto. Sarà una Tezenis da playoff.

NESSUNA VACANZA PER FADINI

Scrivo da un Internet Point sull’autostrada. Il climatizzatore sull’auto non è sufficiente per mitigare il caldo porco in questo viaggio verso il mio buen retiro di Sirolo. E allora al fresco di un angolo dell’autogrill posto i primi rumors di mercato e questo blog vacanziero.
Fadini sta lavorando a tutta. Ha le idee chiare e sugli stranieri possiamo dire di essere in una botte di ferro. E sugli italiani se i primi nomi sono quelli di Boscagin e De Nicolao non si può che sottoscrivere: un gradito ritorno a dare un’ulteriore tocco di veronesità alla Tezenis ed un talento che a me è sempre piaciuto, in tempi non sospetti, quando in C2 con la Pro Pace allenata dal compianto zio Pigi ha fatto impazzire il mio amato Nik Della Chiesa. Ha due fratelli del ’93 e del ’96 forse ancora più forti e magari ancora più nani. Ma i soloni del grande basket (si fa per dire…) giovanile azzurro non lo prendevano in considerazione: troppo piccolo. Un altro caso in cui è valsa la pena sedersi sulla riva del fiume e vedere passare il cadaverino di qualcuno. Buone vacanze! Ci riscriviamo in agosto, a squadra fatta. Si spera.

P.S. I tanti e unanimi messaggi di felicità per il ritorno della Verona dei canestri dove deve stare confermano che di grande non c’è solo il basket gialloblù. ma anche i suoi tifosi e tutti gli appassionati.

DOVE ERAVAMO RIMASTI?

24 febbraio 2002: il tribunale dichiara il fallimento della Scaligera Basket.

27 aprile 2002: ultima partita in A1, Müller-Snaidero Udine 80-67

30 giugno 2010: Vicenzi rileva il titolo sportivo di Legadue di Pavia, Verona torna nel basket professionistico e torna anche l’antica e gloriosa denominazione Scaligera Basket.

Sono passati otto anni, ma ora dubbi, incredulità, timori, perplessità, vengono spazzati via. E’ Legadue. E adesso sotto con la squadra. La Verona dei canestri non deve certo accontentarsi, i nostri tifosi hanno ancora il palato fine e, per fortuna, buona memoria!

CONTA SOLO L’ARTICOLO QUINTO

A Pavia sono ormai rassegnati. A Rimini qualche giorno fa ci bestemmiavano dietro, maledicendo due volte i veronesi per l’eliminazione dai playoff di Prima Divisione per mano dell’Hellas e per il possibile “scippo” del titolo di Lega Due di basket. E’ la crisi, bellezza. Potremmo chiuderla così, riadattando una famosa battuta. Non ho mai dimenticato che la Scaligera Basket (e a quel nome bisogna tornare) fallì per un misero milioncino, uscendo alla ceneri della gestione Fiorillo per ripartire dalla C1 e finire poi addirittura in C2.
Adesso c’è uno sponsor da tenersi stretto e caro. Mister Tezenis ha permesso di ridare fiato alle speranze gialloblù che adesso sono ad un passo dall’essere finalmente concretizzate. L’agognato traguardo è dietro l’angolo.

Fadini in un eccesso di prudenza ribadisce che il titolo si compra in un attimo, ma troppi tasselli portano ad avvicinarsi al completamento del puzzle: Lega Due. Con che giocatori? Intanto il manager almeno una telefonata l’ha già fatta: ad Alessandro Frosini, che vive a Verona ed è in uscita da Reggio Emilia dove ha chiuso con quasi 10 punti di media, nonostante le 38 primavere.
Con che allenatore? De Raffaele, Marcelletti, Mazzon (altri cavalli di ritorno…)…non è prioritario. Contano i soldi. Il celeberrimo articolo quinto: ci g’ha i schei, g’ha vinto. Tutto il resto arriva dopo. E allora se i schei ci sono arriverà anche la Lega Due, attesa per troppo tempo.

HA DA PASSA’ ‘A NUTTATA

E’ passato giusto un mese, e qualcosa si sta muovendo. Però non era il caso di buttare lì indiscrezioni e gossip, prima di avere riscontri concreti. Anche perché dal fallimento in poi ogni anno è la stessa solfa e i tifosi alla fine sono sempre rimasti illusi. Ma adesso?

Non è un segreto che Fadini detesti il campionato di serie A Dilettanti. Io non sono d’accordo, nel senso che almeno si fanno giocare solo italiani (salvo qualche argentino o uruguaiano) e c’è la possibilità di dare spazio a qualche giovane, visto che c’è l’obbligo di quattro Under. Poi concordo che si tratta del campionato più bastardo che ci sia, nel quale gli investimenti non ripagano quasi mai gli obiettivi. Guardate Forlì: ha sfiorato la promozione per tre anni e anche questa volta ha perso la finale (3-1 con Barcellona) e adesso avrà un’altra chance, ma contro la Fortitudo. Guardate Omegna: ha speso un sacco di soldi e poi si  è ritrovata Bologna inserita d’ufficio nel suo girone e tanti saluti alla regolarità del campionato. Ma resta il fatto che comprare un diritto costa meno del budget necessario per allestire una squadra da promozione, con un piccolo particolare: non ci ha la certezza di vincere il campionato

Adesso qualcosa si è mosso e qualcosa si deve muovere ancora. E non solo euri fruscianti? Giuseppe Vicenzi riuscirà a trovare partner per rilanciare il suo progetto? Domande alle quali troveremo risposte a breve, Intanto, per dirla come il grande Eduardo, ha da passà ‘a nuttata.  

E ADESSO?

Il tifoso, è noto, ama la sua squadra, con una passione più o meno viscerale. Così talvolta, o spesso, non ha l’obiettività tra i suoi pregi. Dico questo perchè magari qualcuno sognava grandi cose dalla Tezenis che è appena andata in vacanza, ma se invece analizziamo con lucidità la stagione, risultava difficile attendersi molto di più dalla squadra di Pippo Faina.

Forse Verona avrebbe potuto chiudere la regular season al quinto posto, o addirittura quarta, nella migliore delle ipotesi. Forse si poteva allungare la serie con Ozzano tentando il colpaccio per la semifinale; però francamente penso che l’andamento dei giganti gialloblù alla fine abbia rispecchiato i valori del campionato.

Quindi è il momento di guardare avanti e ad una stagione da venire che si annuncia ancora di transizione, soprattutto se andrà in porto il contestato progetto di riforma dei campionati annunciato dalla Fip e che ha scatenato le furie della Lnp. Cosa farà la Tezenis? La sensazione è quasi una certezza: Verona sarà ancora al via della serie A Dilettanti. Con un nuovo allenatore (Martelossi? Marcelletti, se accetterà di scendere di categoria?) e non si sa bene con quanti giocatori della squadra che contro Ozzano ha finito l’avventura nei playoff. Gueye sì, Ferrarese sì, Gandini penso di sì (potrebbe diventare un “sesto uomo di lusso”), Dri certamente se non riceverà offerte superiori, considerato che si svincola. Bellina è un’incognita, Gori ha chiuso male la stagione, Nobile peggio ancora. Campiello non sarà più nella fascia “under” e la sua situazione cambierà. Anche Tisato è in partenza.

In arrivo sicuramente dei giovani promettenti, sui quali ritengo che Fadini avrà già posato da tempo gli occhi. Resta forse la necessità di fare chiarezza sui programmi societari, ma Giuseppe Vicenzi rimane solo ed in questi tempi economicamente grami uno sponsor come il Gruppo Calzedonia è meglio tenerselo stretto e non lasciarselo scappare.