MEGLIO PERDERE IN COPPA E VINCERE IN CAMPIONATO

TEZENIS VERONA-FORTITUDO BOLOGNA 61-71
Parziali: 15-20, 23-36; 38-58
TEZENIS VERONA: Dri 11 (3/3, 1/1, 2/4), Gandini, Gabellieri 2 (1/3, 0/3), Gueye 13 (1/1, 3/8, 2/2), Ferrarese 2 (0/1, 2/2 ai liberi), Nobile 16 (3/4, 2/4, 4/4), Bellina 3 (0/1, 1/2), Silvestrucci 6 (3/5), Gori 8 (2/8, 1/1, 1/1). Rossato n.e. All.: Pippo Faina.
FORTITUDO BOLOGNA: Muro 12 (2/3, 2/3, 2/2), Malaventura 3 (0/1, 1/3), Cittadini 13 (5/6, 0/1, 3/4), Gigena 15 (4/4, 2/6, 1/1), Borra 1 (1/2 ai liberi), Lamma 6 (2/5, 0/1, 2/2), Genovese 2 (1/2, 0/3), Montano 2 (1/1, 0/2, 0/2), Sorrentino 12 (4/6, 1/4, 1/3), Quaglia 5 (1/2, 1/2). All.: Finelli.
ARBITRI: Saraceni e Soavi.

Posto qui il tabellino della finale del concentramento di Coppa Italia, causa problemi tecnici di inserimento dell’articolo. Verona fuori dalle final four, Bologna tocca il +20 nel terzo quarto dopo avere concesso appena 8 punti ai gialloblù nel secondo periodo. Campiello è stato sacrificato per vedere all’opera Andrew Gabellieri (1/6 dal campo, da…rivedere), maluccio anche Ferrarese dopo le ultime belle prove. Nel reparto lunghia invece ok Nobile, mentre Gandini ha chiuso il match con un’inquietante virgola. Ma, dopo tutto, della Coppa non ce ne può fregare di meno e non è certo per la famosa storiella della Volpe e l’Uva ("Nondum matura est, nolo acerbam sumere..), perchè non è questione di una cosa matura o acerba, ma del campionato, decisamente più importante della Coppa.
E allora tutto a Bologna domenica, come ai vecchi, gloriosi e vincenti tempi.

P.S. Per le final four di Coppa Italia c’è sempre tempo, basterà arrivare primi alla fine del girone di andata.

IL PROBLEMA DEL PLAY

Un mese esatto dall’ultimo post. Tempo lasciato passare (un po’) volutamente, in attesa di veder all’opera la nuova Tezenis. Ma dopo due amichevoli e altrettante partite di Coppa il giudizio resta sospeso.

La prima impressione è che Verona non sembra da prima fascia, purtuttavia chissenefrega se "Superbasket" ha snobbato la squadra di Faina (7 nella pagella di previsione e ottava posizione solo ex-aequo…), meglio cominciare la stagione da "underdog" piuttosto che avere addosso tutta l’attenzione ed i favori dei pronostici.

Piuttosto in questo momento l’anello debole della catena gialloblù mi sembra il play, ovvero quel Ferrarese nazionale (sic!) alle Universiadi, che non sembra avere la personalità per guidare le ambizioni della Verona dei canestri, almeno da titolare. E’ stato il primo acquisto di Fadini, che giustamente difende la sua scelta. Però…c’è un però: la Tezenis proprio all’ultimo giorno utile ha firmto Andrew Gabellieri, play toscano-americano. E a chi sarebbe destinato a soffiare il posto? Marzulliamo: ci siamo fatti la domanda sapendo già che risposta darci…  

VERONA, LA FORTITUDO E LE FIGURACCE DELLA FEDERBASKET

Vacanze finite. E finita anche la Tezenis, nel senso che Fadini ha completato il mercato. Vediamo di riepilogare quello che è successo mentre stavo sotto l’ombrellone al Conero: Verona ha rifirmato Dri (grandi motivazioni e cor furlan, anche se forse farà un po’ fatica nella serie superiore), come auspicato è arrivato Andrea Campiello (il più forte dei due fratelli figli di Wanda Sandon) e, da ultimo, il lungo Federico Bellina (bel colpo) al posto di Marione Soave. “La maledizione del capitano” si è abbattuta ancora sul Basket Scaligero, però adesso bisogna guardare avanti. Per finire il decimo sarà ancora Alberto Rossato, nella speranza che l’enfant du pays (abita in Borgo Santa Croce) possa fare esperienza in C1 a San Bonifacio. Ma il colpo che apprezzo di più è “secondario”: Alessandro Panni, play vicentino del ’91 che giocherà con l’Under 19 (dove approda anche il prospetto colognese Gonzato) e si allenerà con la prima squadra

Qualche considerazione estiva.
1. Nessuno vuole la Fortitudo. Le società di serie A Dilettanti e la Lega Nazionale hanno fatto il diavolo a quattro ed avevano le loro buone ragioni. Dopo l’esclusione dalla Legadue i bolognesi sono stati ammessi dal Consiglio Federale che ha spedito in serie C Osimo, sebbene il club marchigiano avesse chiesto solo chiarimenti sulla possibilità di autoretrocedersi.

2. A completare la figuraccia della Federbasket, la Commissione Giudicante ha riammesso Osimo in serie A. Cosa succederà adesso? Girone B a 15 squadre? Oppure Osimo nel girone della Tezenis e Ruvo spostata nel B che resterebbe comunque dispari? E ancora, Ruvo di nuovo in serie B annullando il ripescaggio? O, infine, Fortitudo esclusa e ammessa in C1 come avvenne alla Sanzeno dopo il fallimento della Scaligera?

3. Quattro ipotesi, una sola possibilità. In un girone con parecchie squadre ambiziose – Bologna a parte – dalla ritrovata Trieste all’emergente Trento. E una certezza: che sarà necessario rifare i calendari. Con buona pace di chi vuol godersi gli (ultimi?) giorni di vacanza. Buon Ferragosto.
 

POCHI SCHEI, TANTI GUAI

Alla fine della fiera Fadini resterà a Verona. Qui si sta troppo bene. E si può lavorare bene, programmando, si spera, la scalata al grande basket. Un obiettivo che al momento sembrerebbe più realizzabile passando attraverso il supermarket dei diritti sportivi, più che sul campo, dove la prossima serie A Dilettanti si annuncia quanto mai ostica.
In attesa che si risolva positivamente il braccio di ferro Faina-Fadini sulle future spettanze del coach della promozione, la Tezenis dopo Ferrarese ha portato, anzi, riportato in gialloblù Luca Gandini. Un altro papabile è Campiello jr., classe ’87 e quindi tra gli under (Verona dovrà schierarne quattro e non è detto che Dri rimanga). Anche Ousmane Gueye non ha ancora firmato, ma è solo un normale “tira e molla” tra le parti.
Il problema è soltanto uno: la crisi che morde l’intera economia del territorio sta mettendo in ginocchio le società sportive. Per questo i giocatori, non solo a Verona, si vedono proporre rinnovi del contratto con tagli agli ingaggi oppure, in caso di salto di categoria, adeguamenti minimi. Così rispondo anche gli amici che mi hanno chiesto notizie su San Bonifacio. Ci siamo iscritti alla serie C Dilettanti. La Ferroli è al primo posto nella classifica nazionale per i ripescaggi e nel girone B (lo stesso di Villafranca) c’è già un posto libero. Non nascondo che la decisione è stata sofferta, maturata nella logica di un diritto conquistato sul campo con la finale dei playoff e grazie ai giocatori che hanno compreso e accettato la congiuntura più che sfavorevole.
In giro la musica che si sente suonare è sempre la solita: società in forte difficoltà, costrette a drastici ridimensionamenti se non addirittura a dolorose rinunce. E’ bene che la Verona dei canestri ed il patron Vicenzi si tengano stretti Sandro Veronesi e la Tezenis. In attesa di tempi migliori, per tutti.
P.S. E’ arrivata l’ora delle meritate vacanze, mi aspetta il “buen retiro” sirolese. Arrivederci a fine mese.

 

FADINI IN LEGADUE A UDINE, E TRA UN ANNO…

“Non accetto condizionamenti”. Tre parole che Giuseppe Vicenzi si era lasciato sfuggire durante la premiazione a Palazzo Barbieri per la promozione. Tre parole in riferimento ad un presunto condizionamento che Fadini avrebbe posto per restare a Verona: o la Legadue o me ne vado.
Il manager artefice di tutti i successi della Verona dei canestri non l’avrà messa giù proprio così con il patròn gialloblù, ma Giuseppe Vicenzi non ha mai voluto fare il passo più lungo della gamba, figurarsi adesso. Così con tutta probabilità Fadrini vedrà esaudito il suo desiderio, ma non abbandonerà Verona. Continuerà a dare una mano (anzi due), senza essere tesserato: com’è stato finora. E magari tra un anno lui, Legadue e Marcelletti se ne torneranno qui, armi a bagagli.

LA LEGADUE? CONQUISTIAMOLA SUL CAMPO

Dunque sembra che per la serie A, intesa come Legadue, bisognerà aspettare un altro anno. Poco male. Da questo blog ho sempre sostenuto che fare la spesa dei diritti sportivi non è il massimo, meglio vincere i campionati sul campo. Un concetto che anche il patròn Giuseppe Vicenzi ha ribadito mentre veniva premiato al “Galà del basket veronese”, bella iniziativa promozionale dell’amico Achille de Angelis. Dunque sarà serie A, intesa come Dilettanti, fino all’altr’anno B1. Un campionato definito “bastardo”: alti costi, poca visibilità. Tanto è vero che Fadini non lo ama e non ne ha mai fatto segreto. Molto meglio (per lui) lavorare pescando oltreoceano giocatori al risparmio, da valorizzare.

La squadra dovrà essere profondamente rinnovata, soprattutto per la regola dei quattro Under imposta dalla Federazione per l’ex B1. Così, mentre appare scontata la riconferma di Matteo Nobile e Ousman Gueye,possibile quella di Caio Nobile, Filiberto Dri (proprio perché under) e di capitan Soave, lo sembra assai meno quella di Jordan Losi e Marco Silvestrucci. E Accini e Sterzi, non più under nella prossima stagione, dovranno trovare un’altra destinazione. Ma se serie A Dilettanti dovrà essere, che serie A Dilettanti sia. Per vincerla.

E’ SERIE A (DILETTANTI), E ADESSO?

Una squadra che segna 37 punti in una finale dei playoff (di B2, non Under 13…) non merita la promozione. Su questo penso che tutti siamo d’accordo. E credo di trovare altrettanta unanimità sul fatto che buona parte del merito della figuraccia padovana sia della straordinaria difesa gialloblù. Certo i 48 punti segnati non sono uno spettacolo, ma non è il caso di invocare il "teorema del Lucano": cosa volete di più dalla vita?

Così è serie A. Meritata, annunciata. voluta, sudata. Conquistata sul campo, perdendo una sola partita nelle tre serie dei playoff. Adesso si apre un’altra partita, che si gioca su un altro campo, con altri giocatori. Ne bastano un paio: Vicenzi e Fadini. La mente ed il braccio di un’operazione alla quale bisogna aggiungere le "gambe" di Sandro Veronesi, che con la sua Tezenis ha già assicurato l’appoggio alla Verona dei canestri. In una partita che si gioca per la conquista di un’altra promozione, e quindi della serie A. Quella vera. Almeno A2.

Personalmente non mi dispererei se i giganti giallblù dovessero fare ancora una stagione di "transizione" prima di arrivare in Legadue. Si sono conquistati la categoria (l’ex B1) a suon di vittorie, senza lasciarsi condizionare dalle voci insistenti di una sicura acquisizione dei diritti per una categoria superiore. Quello che arriverà sarà sicuramente gradito, intanto però la risposta del pubblico di Verona e la mentalità vincente dei giocatori e di coach Faina meritano un grande applauso. Chapeau! 

MERCOLEDI’ TUTTI AL PALAOLIMPIA, SALVO ECCEZIONI NON CALCISTICHE

Lo dico subito: mercoledì non potrò essere al Palaolimpia. Ho un impegno baskettaro ancora più importante, almeno per me: gara-2 della finale dei playoff per la C1 Ferroli-San Vendemiano. Per il resto spero che la risposta del pubblico veronese sia adeguata ad un piccolo-grande momento che per la Verona dei canestri ha comunque la sua importanza. La Tezenis ha il match-point e non deve sbagliarlo. Ho sempre detto (e continuerò a ripeterlo) che è molto più bello e sportivo conquistare le promozioni sul campo, anche se magari talvolta può essere conveniente trovare qualche…"scorciatoia". Vorrei tuttavia far notare che la società gialloblù poteva anche risparmiarsi di far pagare nei playoff il biglietto agli abbonati, concendendo l’ingresso libero ai (pochi) fedelissimi che avevano sottoscritto le tessere all’inizio della stagione. Tant’è…

In ogni caso è molto più bello far festa tra amici del basket. A proposito, venerdì sera alla Gran Guardia il Galà del Basket veronese: saranno premiati i presidenti di tutte le società, non mancate. E non mancate mercoledì sera al Palaolimpia, la finale di Champions si può registrare. Gli unici assenti giustificati saranno a San Bonifacio.

DAL COLLE DELL’INFINITO VOLANDO SEMPRE PIU’ IN ALTO

Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe…
ma cosa c’è oltre la siepe per i giganti gialloblù? Certo l’orizzonte non viene escluso (come all’immenso Giacomo) alla Verona dei canestri, che oltre la finale, già bellamente conquistata schiantando i nipotini di Leopardi, vede la possibilità dell’approdo alla serie A.

Sì, va bene, Dilettanti, tutti d’accordo; hanno cambiato il nome al campionato ma si tratta della vecchia B1. Tuttavia, B1 o serie A, l’importante è vincere sul campo, poiché una promozione conquistata sul campo porterebbe rinnovato entusiasmo a tutto il movimento. Se poi dovesse succedere al Palaolimpia sarebbe il massimo, se invece capiterà in trasferta…poco male. L’importante è far festa. E dopo la festa rimettersi al lavoro, magari per preparare anche un…doppio salto. Intanto, però, si deve salire solo con le proprie forze. A suon di canestri, e di difesa.

DAVIDE, PERCHE’?

Alle 20:45 l’Ansa batte la notizia che non avrei mai voluto leggere. Pianto in asso l’ottima zuppa sul mio desco e torno in fretta e furia in redazione. Voglio leggere, cercare di capire. Il ciclismo e lo sport in generale insegnano che non bisogna mai affezionarsi a nessuno, c’è sempre il rischio di avere brutte sorprese. Ma questa volta è diverso. Ci sono molte domande,non tutte con una risposta certa. Ne lancio qualcuna e, un po’ alla Marzullo, cerco di darmi anche delle risposte.

Davide, perché? Sempre che sia vero, per continuare a restare competitivo, a 37 anni… E prima, allora? (non ho risposte). Penso alla battaglia “argentina”: cambiare nazionalista pur di correre al Mondiale di Verona. E adesso, questo brutto tiro: a che prezzo? Se è vero, lo capiscono tutti cosa pagherai, Davide: medaglia ritirata, cancellata la vittoria alla Freccia Vallone, stop al Giro d’Italia.
Penso anche alla lotta tra Verona e Vicenza: tu veronese per tutti i media nazionale (e per i nostri) per la nascita a San Bonifacio (dove c’è l’ospedale), e le incazzature dei vicentini, perché tu sei vissuto e cresciuto a Madonna di Lonigo.

Davide, perché quelle parole sulla “vittoria del ciclismo pulito” dopo il secondo posto a Pechino? Se è vero, hai preso tutti per il culo. Altrimenti è il caso di fare altre domande. Perché il Cio ha impiegato 9 mesi per far eseguire i nuovi test? Va bene, si trattava di quasi mille atleti, ma il lasso di tempo francamente appare troppo lungo. E come mai finora è stato fatto solo il nome di Rebellin? Tra i sei positivi c’è anche una medaglia d’oro dell’atletica, ma l’istantaneo pubblico ludibrio +è solo per il ciclista; l’ennesima gogna per le biciclette. Però mi chiedo anche perché un corridore vicecampione olimpico, quarto ai Mondiali, non si è accasato in una grande squadra, firmando per un club di fascia minore come la Diquigiovanni? Domande ancora senza risposte, giacché non è il tempo delle insinuazioni, ma del dispiacere. E di un’effimera speranza: che non sia vero.