Il Discorso fatto nel post precedente sulla responsabilità, che è sempre e solamente, della politica, dei politici, vale non solo per il Coronavirs ma anche per la scarcerazione dei boss, di mafia e pure dello spaccio.
La motivazione, tutela della loro salute, è inacettabile perché i contagi nelle carceri sono nettamente inferiori a quelli delle case di riposo. Per i detenuti in isolamento pressochè inesistenti.
Giustamente Giannelli sul Corriere ha pubblicato la vignetta con alcuni anziani che sperano di finire in galera piuttosto che restare nelle Rsa…
Puoi, anzi devi, sentire i consulenti (magari più preparati della nostra veterinaria finita negli Usa, specialista della malattia dei polli…) ma poi devi decidere.
Oggi abbiamo oltre 300 boss ai domiciliari. Quelli di mafia avevano richiesto anni di indagini e ricerche per farli uscire dalla latitanza. Il pericolo, tempo che arrivi il decreto per la ricarcerazione, è che siano diventati uccel di bosco.
Il ministro Bonafede non può scaricare la responsabilità sul capo, ora destituito, della polizia carceraria. Anche non fosse stato lui a decidere, non esiste che il ministro della Giustizia non sapesse cosa stava accadendo. Era distratto? Da cosa?
Fosse in bonafede o in malafede non può sottrarsi alla sua enorme responsabilità. Condannata da tutti i magistrati antimafia.
Per concludere c’è questa piccola novità: fin’ora i 5 Stelle erano il partito più entusiasta dell’operato delle toghe. Adesso per difendere l’indifendibile loro ministro Bonafede, vanno allo scontro con i magistrati.