Manca ancora un ultimo atto, un ultimo respiro da fare a pieni polmoni e con il massimo della determinazione possibile per conquistare la serie B.
Non sarà facile espugnare il “Moccagatta” contro l’Alessandria visto domenica all’Euganeo, una squadra che se attaccata alta va in difficoltà ma se trova un po’ di spazio in due passaggi è capace di ritrovarsi pericolosamente a tu per tu con il portiere Dini, ma il Padova ha tutto quel che gli serve per poter portare a compimento l’impresa. I tifosi sono stati splendidi anche ieri durante la partita sugli spalti finalmente di nuovo colorati di festa e tifo e poi nell’aspettare i biancoscudati alla fine gara per dare loro tutta la carica possibile, ma la consapevolezza di essere forti, di essere stati costruiti per vincere il campionato e di non esserci riusciti aldilà dei propri oggettivi demeriti, i giocatori l’hanno riscoperta innanzitutto dentro di loro.
Il mese intercorso tra la fine del campionato e l’inizio degli spareggi promozione ha dato al Padova nuova linfa vitale. Il fatto di non giocare subito dopo la grande delusione per la mancata promozione diretta nel testa a testa col Perugia poteva essere un pericoloso boomerang e invece la società lo ha trasformato in opportunità gestendo il lungo periodo senza partite ufficiali con intelligenza e lucidità. La squadra ha lavorato insieme sul campo per preparare in ogni dettaglio le ultime partite, ma si è anche ritrovata fuori dal campo, in piscina ad esempio, ma anche con le famiglie, in momenti di aggregazione e svago che hanno fatto benissimo allo spogliatoio. Anche l’allenatore Andrea Mandorlini si è lasciato definitivamente alle spalle i momenti di difficoltà e non sta sbagliando un colpo sia nella scelta degli uomini da mettere in campo (azzeccatissima la decisione di spostare Ronaldo sulla trequarti nelle due sfide di semifinale con l’Avellino ad esempio) sia nell’inatteso cambio di modulo: il 3-5-2 visto contro l’Alessandria si è dimostrato molto efficace, mettendo in evidenza la capacità di lettura del tecnico ravennate nel momento cruciale della stagione.
Giovedì al Moccagatta ci si gioca tutto, ancora una volta, come dicevo tempo fa, fuori casa, come è stato a Busto Arsizio nel 2009, come è stato a Legnago nel 2015, come è stato a Cremona nello spareggio per andare in A nel 1994 e a Firenze nello spareggio per salvarsi in A nel 1995. Nulla è scritto o scontato. Quest’ultimo difficile chilometro il Padova lo dovrà fare ancora una volta al massimo dei giri del suo motore senza togliere mai il piede dall’acceleratore. Sarà l’ultima impresa dell’anno e i biancoscudati che hanno finalmente ritrovato loro stessi hanno le armi, tecniche, tattiche e caratteriali, per portarla a casa. Avanti scudati!