“Sono incazzato e molto, ma non con la squadra bensì per la squadra. Mi piacerebbe che quando i giocatori si creano le condizioni per portare a casa una vittoria non facessero rientrare in partita l’avversario vanificando l’importantissimo lavoro che loro stessi fanno in settimana con tanto impegno”. E’ più che normale che l’allenatore del Padova, al termine della sfida pareggiata a Mantova per l’ennesima volta con la consapevolezza di aver lasciato per strada 2 punti assolutamente alla portata, abbia difeso i suoi uomini pur non riuscendo a nascondere la rabbia e il conseguente travaso di bile. Quello che non è normale è che invece la squadra continui a cadere nei soliti errori, in ingenuità francamente evitabili, e a incappare in alti e bassi, tattici e umorali, non da squadra che vuole vincere il campionato ed è stata costruita per centrare l’obiettivo. E’ su questo secondo aspetto che, a mio avviso, va focalizzata l’attenzione in questo lunedì 8 novembre 2021. L’allenatore ha evidentemente le sue responsabilità (che non smette mai di prendersi in pubblico così come in privato) perché è oggettivo che non riesca a far rendere al meglio con continuità il potenziale incredibile messo a sua disposizione, ma questo enorme “potenziale” deve darsi una svegliata e pure alla svelta. Non si può andare a vedere una squadra da 8 e assistere a gare in cui si esprime da 5,5. Quando andavo a scuola e mi capitava di prendere 5,5 in un compito in classe o in un’interrogazione quella santa donna di mia madre si incazzava con me in modo molto più vigoroso rispetto a quando prendevo 4 perché era evidente che col 4 non ci avevo capito niente e avevo sbagliato tutto dall’inizio mentre col 5,5 invece non mi ero impegnata abbastanza. Ecco, è questo che dà fastidio al tifoso: avere l’impressione e a tratti la certezza che questo gruppo sa di essere una spanna sopra agli avversari ma non mette in campo abbastanza carattere e determinazione per dimostrarlo coi fatti e con le prestazioni. Ripeto: il tecnico ha le sue responsabilità e deve trovare al più presto una quadra che garantisca continuità di risultati e di rendimento ma non può succedere ogni anno, da queste parti, che sia sempre e solo colpa di chi siede in panchina se le cose a un certo punto iniziano a girare male. I giocatori devono guardarsi negli occhi e, come è successo contro l’AlbinoLeffe, mettersi a disposizione l’uno dell’altro, fare la corsa in più uno per l’altro, recuperare un pallone in più l’uno per l’altro per crescere insieme e diventare così una squadra in grado di far fronte allo strapotere del Sudtirol e alla concorrenza delle altre che ambiscono alla parte alta della classifica. Scene in cui si rimproverano a vicenda smontandosi anziché caricarsi non ne vorremmo vedere più.