Il Padova inciampa sull’ultimo gradino della scalinata per la serie B. Costretto a fermarsi fuori dalla porta e a lasciar entrare l’Alessandria a causa di un errore al quinto rigore, quello decisivo. Andrea Gasbarro, che pur aveva fatto di tutto per rientrare in tempo utile dopo un infortunio, non ha inquadrato lo specchio della porta e su quel palo sfiorato si sono spenti, dopo lungo inseguire, i sogni del Padova. I sogni di Padova. Una città che, nonostante le restrizioni di una pandemia, ha fatto di tutto per tirare la volata alla sua squadra del cuore, per farle sentire tutto l’affetto, tutto l’appoggio in un campionato che si è rivelato lunghissimo ed estenuante. Un campionato che si poteva, anzi, si doveva vincere prima, quando i punti di vantaggio sulla diretta promossa Perugia erano 6 a 5 giornate dalla fine. Un campionato che poi ha offerto la possibilità dei playoff ai biancoscudati, spareggi che si sono rivelati però velenosi proprio in coda, all’ultimo atto, quando sembrava che il destino si fosse finalmente messo dalla parte padovana. Ad Alessandria ha potuto presenziare nella piccola curva ospiti solo un centinaio di tifosi che alla fine erano stremati quanto i giocatori: tante le lacrime versate, troppo grande la delusione per un obiettivo che è stato così vicino per ben due volte nella stessa stagione ma che è sfumato all’ultimo secondo.
“Ci rialzeremo, come sempre. Forza Padova, nei secoli”, mi ha detto un tifoso poco prima di lasciare la curva ospiti del Moccagatta. Non ho il minimo dubbio che sarà così. Ma la ferita sanguina ancora e ci vorrà del tempo per far sì che si rimargini. Quella che ha vissuto il Padova è stata una sconfitta sportiva, certo, ma non solo: tutta la città piange ora un traguardo mancato, che poteva portare entusiasmo e nuova linfa anche dal punto di vista del prestigio e dell’immagine di Padova. Sugli spalti del Moccagatta c’erano anche il sindaco Sergio Giordani e l’assessore allo sport Diego Bonavina, in trance agonistica per l’intera partita e alla fine amareggiati e delusi per la crudeltà del verdetto.
Impossibile anche per noi trattenere l’emozione e le lacrime dopo 44 puntate di “Alè Padova” trascorse a raccontare le imprese biancoscudate in ogni momento della giornata, in ogni orario e in ogni stadio, sperando nel giusto epilogo finale.
Le uniche parola di speranza sono uscite dalla bocca del capitano, Ronaldo. Chi rimarrà dovrà far tesoro di quello che è successo e ripartire proprio da questa rabbia, ha detto mentre l’Alessandria festeggiava la serie B e il Padova rimaneva immobile, incredulo, di fronte ad un pugno così forte in faccia da parte del dio del pallone. Non si sa chi e come ripartirà. Si sa solo che ad accompagnare l’inizio della nuova stagione ci sarà una curva a bordo campo cui ora i tifosi guardano come alla luce più intensa per illuminare forte il futuro cammino biancoscudato.