Non c’è più dubbio alcuno. Tre indizi fanno una prova. Tre vittorie in rimonta (sulle 6 totali) consegnano a questa prima parte del campionato di serie C un Padova battagliero, mai arrendevole, sempre pronto a rimettere in piedi il risultato, anche nelle situazioni meno favorevoli e più difficili. E’ successo con la Pergolettese, è successo con la Pro Patria, è successo con il Fiorenzuola. Non si tratta più di un episodio isolato (vedi sfida interna contro il Mantova dello scorso campionato) ma di una caratteristica entrata ormai a far parte del dna guerriero di questo Padova, vecchio e nuovo allo stesso tempo. Di questo gruppo rimasto in gran parte quello dell’anno scorso ma arricchito con gli innesti giusti, proprio sotto il profilo della mentalità.
Ceravolo è il bomber che mancava. Donnarumma è una garanzia tra i pali. Valentini e Monaco formano una coppia di centrali a mo’ di “gemelli diversi” ma proprio perché hanno aspetto e qualità differenti si stanno integrando alla grande lì dietro, chiudendo ogni spazio. Kirwan, corsa e freschezza al servizio della squadra, è un motorino inesauribile, Busellato ha temperamento da vendere, Terrani quando viene chiamato in causa fa più che il suo. Senza dimenticare la vecchia guardia ovvero Santini, finalmente fuori dal tunnel della sofferenza per le 10 giornate passate a guardare i compagni dagli spalti, Ronaldo, autentico punto di riferimento ed esempio sia in campo che in spogliatoio, ma anche Biasci, Chiricò e Bifulco che, seppure non in primissima linea in questo momento, stanno dando il loro apporto. Padova, what else? Verrebbe da chiedersi in questo momento.
Sicuramente l’allenatore Pavanel sa che ci sono ancora tanti aspetti sui quali lavorare, che ci sono ancora difetti da limare, che, come ha detto Ceravolo, sarebbe meglio non andare sotto per poi dover rimontare. Ma questo Padova ha dna guerriero. Non si arrende. E’ già tanto, considerando che dal punto di vista dell’umore la squadra è partita dal punto più basso. Per arrivare alle stelle ci vorrà ancora tempo, ma almeno ora lo sguardo è rivolto verso l’alto e i piedi si sono staccati da terra.

