Nemmeno il leggendario lato B di Maurizio Setti (in senso di fortuna), che pure si è palesato anche quest’anno (vedi mega-sosta per il mondiale e il ciapano-salvezza), sembra nulla potere dinanzi all’imbarazzante pochezza della squadra. Di più imbarazzante delle storiacce di campo c’è solamente la proprietà dell’Hellas, che gioca d’’azzardo ogni anno sulla ruota del campionato, con inopinate campagne svendite e zero programmazione sportiva.
Neppure con un Empoli che per 80 minuti ha pigramente giochicchiato e il cui portiere, con un errore da principiante (respinta centrale, fin dai pulcini insegnano che si respinge ai lati), ci ha regalato il vantaggio, siamo riusciti a vincere. Ogni volta che il Verona ha in canna il colpo del ko (sullo Spezia), fallisce miseramente. Non è un caso, of course.
Si decide tutto domenica. L’Hellas a San Siro col Milan, lo Spezia all’Olimpico con la Roma. Si aggira lo spettro dello spareggio e, va sottolineato, per il Verona sarebbe un mezzo miracolo visto com’era messo a gennaio e visto il teatro degli orrori gestionali a cui abbiamo assistito (mercato, scelta allenatori, ingaggio di Marroccu).
Comunque vada però sarà un insuccesso: retrocedere, si sa, è un dramma sportivo e anche finanziario. Anche perché risalire sarà più complicato rispetto al passato (quando peraltro ci aveva assisto una buona dose di coincidenze fortunose). L’ipotesi serie B potrebbe indebolire anche la leadership di Setti e forse facilitare un suo addio nel giro di un anno (se non si tornasse subito in A). Se dovessimo salvarci, invece, non so come il patron possa tornare improvvisamente a investire il necessario per dare dignità a un nuovo campionato – non si parla di chissà quali cifre in una serie A nella quale ormai ti salvi a meno di 35 punti. Il rischio, insomma, è di rivivere la sciagura di questi mesi, sebbene già confermare Sogliano alla direzione sportiva potrebbe facilitare le cose.
Ma questi sono ragionamenti, che approfondiremo a giochi fatti. Ora c’è solo il cuore, a cui non si comanda e che spera ardentemente in un miracolo a San Siro. Una speranza senza logica e senza ratio, il nostro è solo folle romanticismo.