Mancava a questo campionato così difficoltoso del Verona una partita del genere. E finalmente è arrivato il momento, speriamo non sia tardi, di una gara epica.
La miglior partita della stagione, contro una squadra fortissima. Il Verona si è inserito perfettamente nelle crepe del cammino del Napoli e si è meritato questo punto, sfiorando persino la vittoria.
Bocchetti e Zaffaroni hanno finalmente usato la logica e la semplicità, ma soprattutto hanno preparato benissimo la partita. Per la prima volta da tanto tempo sembrava di rivedere il Verona di Juric. Era ora. Tutti attenti, concentrati, intensi. Abildgaard in mezzo è stato un gigante, Tameze aiutato dal compagno ha corso per tre, Hien in versione Tricella, Dawidovicz pronto a scrivere un altro capitolo del libro cuore, Montipò perfetto, Lasagna un lottatore.
Ma è la panchina che ha dato il meglio di sè. Anche nei cambi. Giusti al momento giusto. Quattro punti in due partite. Tre frutto degli astri del cielo e di San Gaich, questo meritatissimo, persino stretto se quel “mona” di Ngonge invece dello scavino avesse tirato nella porta napoletana.
Abbiamo tirato tante pietre addosso a questa squadra, qualche volta meritate, altre volte no. Ora è il momento di crederci assieme, per le ultime otto partite. Se si gioca in questa maniera, ce la possiamo fare.
Ultima cosa: la tifoseria del Verona merita rispetto. Quello che è successo a Napoli, la scusa di uno striscione innocuo per tenere fuori 181 persone che si sono sobbarcate un viaggio lunghissimo è da paese della banane. Se c’è qualche politico che per una volta ha voglia di difendere non la città, ma semplicemente il vivere civile, come dovrebbe essere in una normale nazione, questo è il momento di farsi sentire. Chiedere spiegazioni e in mancanza di reali motivazioni, pretendere che i responsabili di tutto ciò paghino salato è il minimo.