IL PAGELLONE DI VERONA-LECCE

MONTIPO’ 7 Tiene in partita il Verona quando i gialloblù sembrano ormai pronti al baratro. Bravo su Krstovic e mezzo miracolo su Banda. E non sono parate per i fotografi, anzi. C’è davvero poco altro da aggiungere, anche perché sui gol davvero poteva nulla.

TCHATCHOUA 6.5 Le gambe ci sono. I piedi non sempre. Nel senso che ha tante occasioni per mettere dentro bei cross e non sempre le sfrutta a dovere. Però ha davvero una bella corsa e va detto che è adattato da destro di difesa, essendo lui un più incline ad attaccare. Cresce nel corso della partita e nella ripresa a tratti si fa arrembante. Quando aumenterà la qualità, sarà dura tenerlo fuori.

HIEN 4.5 Non so se fosse in condizioni fisiche complicate, ormai si fa fatica a sapere come stiano veramente i giocatori, blindati a Peschiera. Ma se stava bene, c’è da mettersi le mani nei capelli. Ne combina di tutti i colori, sbaglia a ripetizione e soprattutto regala il gol del vantaggi oal Lecce, dimenticando che Oudin non gioca nel Verona. Ma tante altre disattenzioni, che fanno sembrare Amione il degno erede di Nesta.

AMIONE 7 Anche lui spesso brutto anatroccolo, per una partita diventa cigno, facendo sfigurare il tanto più chiacchierato Hien, che sembrava destinato a chissà quali grandi squadre. Attento dall’invio fino a quando Baroni lo richiama in panca, stanco morto. Bravo anche a impostare da dietro, dimostrando un mancino non così malvagio. Deve trovare fiducia e magari non sarà solo una pedina da sfruttare per le emergenze.

COPPOLA s.v. (dal 46° s.t.)

TERRACCIANO 6 Ormai è una certezza di questa squadra. Anche perché seppur non giocando una partita indimenticabile, il suo lo fa eccome. Non tira indietro la gamba, nemmeno se davanti gli si presenta un bulldozer. I vent’anni lo assistono quando deve fare tutta la fascia, ma anche lui non è un super eroe e a volte è costretto a tirare il fiato.

FOLORUNSHO 5.5 Per la quantità di chilometri che corre, dispiace non promuoverlo a pieni voti. Ma l’incertezza su Gonzalez, che viene lasciato tirare indisturbato per il gol del 2-1 del Lecce è troppo lampante. Poi, a dire il vero, comunque, questo sembra il suo modulo. E’ bravo a guardare le spalle a Duda, che ha libertà di fare gioco.

DUDA 7 Eccolo finalmente veramente a suo agio, in un modulo che ne esalta le qualità. Gioca un numero considerevole di palloni, sempre con grande qualità. Costruisce tanto, ma spesso i compagni non colgono. Pericoloso anche quando si affaccia verso la porta leccese. Ha una grande occasione da fuori, ma Falcone fa il miracolo. Ottima anche la palla dopo un errore di Ngonge sottoporta ma anche in questo caso il portiere giallorosso si supera.

SUSLOV 5 Tanto fumo, gran poco arrosto. Si muove tanto, ma di concreto combina poco e non fa di tutto per confermare di essere naturalmente leggerino. Fatica nei contrasti e spesso va a terra troppo facilmente. Ha una buona occasione nel secondo tempo, ma calcia alto.

BONAZZOLI 6 (da 30° s.t.) Subito dentro la partita, a rompere le scatole ai leccesi.

NGONGE 7 Resuscita il Verona, aiutato da Djuric, con un gol da fenomeno, mettendola tra le gambe di Falcone. Nella ripresa ci crede e inizia a fare il funambolo, facendo ammattire i ragazzi di D’Aversa. Batte una punizione sublime, ma il portiere del Lecce è in serata di grazia. Vero che cerca spesso la giocata, ma uno così, quando c’è con la testa, non secondaria come cose, non può stare in panchina.

MBOULA 5 Mica facile giocare dal primo minuto, una partita di una pesantezza determinante per la classifica. Soprattutto se il campo non lo vedi da mesi. E sì che non parte male. Ma poi non dà continuità, non aiutato da una prestazione non certo all’altezza di tutto il resto della squadra.

LAZOVIC 5 (dal 16° s.t.) Ha sul piede un pallone d’oro, ma si impappina sul più bello. Sarebbe stato il gol della vittoria.

DJURIC 6.5 Non è un campione, altrimenti non sarebbe a Verona. Ma a me fa ridere quando ci si accanisce con un giocatore, come se i compagni facessero cose sublimi. Il suo lo fa sempre, ed è quella roba lì, andare a cercare nello sporco della partita, fare a sportellate. Se siete esteti, giratevi dall’altra parte. Fatto sta che c’è lui nei due gol del Verona. Soprattutto, ovviamente, nel secondo, quando si trova finalmente un pallone degno per il suo testone. Continuate a criticarlo, magari non smette di segnare.

ALL. BARONI 6.5 Primo tempo tutto sommato anonimo, con poche idee, secondo decisamente migliore. Cambia modulo e passa alla difesa a quattro. I meccanismi arriveranno, ma, se non altro, nella ripresa i suoi ragazzi ci hanno messo il cuore e si sono comunque trovati a rincorrere, ingiustamente. Il pareggio rompe la serie negativa, ma può anche essere considerato stretto. Ora deve portare avanti con forza le sue idee e non tornare indietro, facendo l’errore di inseguire il fantasma di chi c’era prima.

IL PAGELLONE DI GENOA-VERONA

MONTIPO’ 6 Non ha responsabilità sul gol. Per il resto è chiamato solo all’ordinaria amministrazione. Un paio di parate facili facili, di fronte a un attacco del Genoa che di attacco aveva solo l’appellativo.

MAGNANI 5 Dopo gli errori contro il Monza, l’indecisione che, con quella dei compagni Hien e, soprattutto, Amione, costa la partita al Verona. Prima, è giusto dirlo, aveva salvato un gol sulla linea di porta. Ma è andato in difficoltà spesso e volentieri. Non avere al suo fianco il miglior Hien gli complica ulteriormente le cose.

HIEN 4.5 Inizia anche discretamente, dando l’impressione di avere la situazione sotto controllo. Ma passano i minuti e il leader diventa un debuttante che balbetta. Sbaglia al di là dell’accettabile, ma soprattutto non dà mai la sensazione di essere sicuro. E questo, gioco forza, si riflette su tutto il reparto difensivo.

AMIONE 5.5 Fino al gol di Dragusin è incredibilmente forse il migliore in campo del Verona. Attento, veloce nei recuperi, bravino anche a uscire palla al piede. Poi, però, quando mancano pochi secondi alla fine del primo tempo, si perde Dragusin che, indisturbato batte Montipò. Recupera parzialmente quando salva su una buona occasione di Puscas.

DUDA 5 (dal 70°) Sbaglia tutte le decisioni. Sceglie sempre la giocata più difficile. Lanci lunghi e sperare. Risultati inesistenti.

TERRACCIANO 5 Male anche lui, peccato. Nel primo tempo è un po’ più diligente rispetto a Doig. Se non altro difende bene. Ma nella ripresa diventa arruffone e sbaglia troppo. Soprattutto la più grande occasione del Verona che stampa sul palo, a due passi da Martinez. Poi, questo continuo cambio di ruolo non penso che gli faccia gran bene.

FOLORUNSHO 5.5 In un centrocampo senza fantasia, con Hongla che non dirige il gioco, prova a mettere pezze anche agli errori dei compagni. Questo gli mangia energie fisiche, che tenta di colmare con quelle nervose, richiamando spesso i compagni. Ha reazioni di orgoglio e questo è un buon segnale, ma non bastano a salvarlo.

SAPONARA s.v. (dall’85°)

HONGLA 5 Regista senza ciak. Poche idee, perlopiù confuse. Passo lento e ciondolante, a ritmo con la partita soporifera. Non inventa, non costruisce. Non capisco cosa faccia, onestamente. In precampionato sembrava un altro giocatore. E’ tornato quello dello scorso anno, con qualche prestazione un po’ più accettabile rispetto al passato.

SUSLOV 6 In un primo tempo davvero brutto, è l’unico che prova a tenere davvero vivo il Verona, nel vero senso della parola. Ha la personalità per farsi dare il pallone, ma la sfortuna di avere vicino Doig che fa di tutto tranne che aiutarlo. Ha tempra anche quando deve andare a muso duro sugli avversari. Poi, per carità, non la gioca da fenomeno, ma è difficile capire il suo cambio.

CRUZ 5.5 (dal 62°) Baroni lo mette largo a sinistra. Scelta che non paga dividendi, citando Flavio Tranquillo.

DOIG 4 Leggo un po’ qua è un po’ là gente che dice “basta Faraoni, per favore”. Io stesso sono stato critico ultimamente col capitano, chiedendo per lui un po’ di riposo. Incomprensibile però il credito del quale goda a questo punto della stagione lo scozzese che, a conti fatti, ha giocato tre, quattro partite buone da quando è a Verona e poco più. Mi sembra un grande abbaglio. Non spinge, non copre, non azzecca un cross, sbaglia i palloni più facili. Forse è solo in confusione, allora qualcuno gli dia una mano non a ritrovarsi, ma a trovarsi.

FARAONI 6 (dal 62°) Che sia questo il suo ruolo, al momento, nel Verona? Entrare a partita in corso portando qualità che rimangono importanti. Crossa bene, prova l’assalto finale. Non basta.

BONAZZOLI 5 E’ il primo a pagare un primo tempo in cui il Verona ha giocato una partita sicuramente non brutta come quella contro il Monza, ma pur sempre sottotono. Non entra nel gioco, non si trova con Djuric, non si crea occasioni, ne spreca un paio potenzialmente buone per poca lucidità. Insomma, dura per lui che non riesce a incidere come Verona si aspetterebbe.

NGONGE 6 (dal 46°) I primi cinque minuti della sua partita sono scintillanti. Sembra poter cambiare le sorti della partita con le sue sfuriate. Trova, però, poco supporto dai compagni e quindi a volte tende a incaponirsi, tenendo troppo il pallone. Se non altro non è indolente. Rimane un problema capire perché non riesca più a trovare continuità.

DJURIC 5 + Il primo tempo è un supplizio. Assurdo che debba essere lui a dettare il contropiede del Verona. Uno alto due metri non può farlo. I cross arrivano tutti dalla trequarti, non ne becca uno. E la mobilità, si sa, è quella che è. Nella ripresa il Verona gioca un pelo di più sugli esterni e sembra entrare maggiormente nel gioco. Ha una grande occasione di testa, ma Martinez fa il miracolo.

ALL. BARONI 5 Era impossibile fare peggio della partita contro il Monza. Il suo Verona, nella prima mezz’ora sembra almeno più compatto e più voglioso. Non c’è però gioco, non ci sono idee dalla metà campo in su e la difesa è diventata un colabrodo. Prova a ribaltarla dalla panchina, ma anche qui le decisioni sono discutibili, oltre che tardive. Doveva dimostrare di avere la situazione ancora in pugno. Non ci è riuscito. Difficile che la società lo confermi.

IL PAGELLONE DI VERONA-MONZA

MONTIPO’ 5 Qualche parata, più che altro scenografica. Ma, al netto della deviazione di Terracciano sul primo gol del Monza, lui sembra già a terra. Nello 0-3 quella palla, nell’area piccola, non può non essere sua. E invece si fa infilare con troppa facilità.

MAGNANI 4 Guarda intensamente Colombo nel raddoppio, sperando che con la persuasione dello sguardo decida di non segnare. Non gli va bene. Nello 0-3 di Caldirola la cicca di testa con una certa goffaggine. Per tutta la partita dimostra di non stare bene fisicamente. Ogni scatto è seguito da qualche secondo di mani sulle ginocchia alla ricerca di ossigeno. Il Monza non gli porta bene.

DAWIDOWICZ 6 Fin quando rimane in campo cerca di tenere la compattezza della difesa. Ma in generale la fase di contenimento è balbettante, anche se non per colpa sua, che rimane sul pezzo e concentrato. Si blocca per un problema muscolare e sarà una brutta perdita, credetemi.

HIEN 5.5 (dal 30° p.t) Qualche sprazzo del miglior giocatore di difesa che ha il Verona. Entrare a freddo non lo aiuta. Mollo su Colpani nel gol che dà il vantaggio agli ospiti. Poi ci mette il fisico, cresce un po’ di condizione, ma è difficile, oggi, chiedergli più di così.

TERRACCIANO 5.5 Uno dei meno colpevoli di tutti, mi sento di dire questo. Anche se nel raddoppio del Monza si fa saltare da Colombo in maniera imbarazzante. Spende tanto, ma non lo aiuta giocare per l’ennesima volta fuori ruolo. Ovvio che qualcosa la conceda. Ma è solo colpa sua?

FARAONI 4.5 Così non si fa il bene del capitano. Perché se Baroni si ostina a farlo giocare dall’inizio, non rendendosi conto che non sia più quello di due anni fa, continuare a insistere è controproducente anche per il giocatore. Arriva sempre con un paio di secondi di ritardo, non indovina un cross che sia uno. Certo, attorno non è che trovi l’oro, ma così non va.

TCHATCHOUA 5 (dal 30° s.t.) Un cross. Finito in curva Sud.

DUDA  5.5 Il picco della sua partita è quel bel tiro a giro che si stampa sulla traversa a Di Gregorio battuto. Il resto è un gran carico di fatica, con tanti palloni giocati, ma pochi utili alla causa. Nervoso, più del solito, non è capace di far girare la squadra e paga la qualità di chi gli sta di fronte.

FOLORUNSHO 5.5  Difficile contenere la qualità a centrocampo del Monza che con Gagliardini e Pessina gioca con grande classe e leggerezza. Quando riesce a fare il break la punta tutta sul fisico e appena vede la porta cerca di colpire. Ma sono tanti i palloni che perde. Qualcuno lo recupera, vero, ma con non poche difficoltà. Mezzo voto in più per il gol, che cambia comunque nulla. 

DOIG 4 Sono combattuto se dare tutta la colpa a lui per questa lunga e angosciante involuzione o al modo di farlo stare in campo, sempre schiacciato verso il basso. Il risultato, in ogni caso, non cambia. E’ un fantasma, impalpabile. In quelle rare occasioni in cui prova a mettere il naso fuori dalla propria metà campo non ne imbrocca una. Per favore pietà.

HONGLA 6 (dal 1° s.t.) Meglio di tutti gli altri visti in campo.

LAZOVIC 5 Si muove tra le linee senza trovare mai veramente la posizione migliore per creare pensieri al Monza. Quando si decentra verso sinistra le cose non cambiano. Mai un guizzo, mai un’idea. La condizione non sembra dargli la forza nella corsa. E così rimane tra coloro che son sospesi per tutta la durata della sua partita.

NGONGE 5 (dal 20° s.t.) Non pervenuto.

BONAZZOLI 5 Cosa gli si può dire sulla voglia di stare in campo? Assolutamente nulla. Si sbatte, ma è tanto arruffone, cerca sempre la giocata più spettacolare che utile, con continui colpi di tacco che servono a niente. Cresce un po’ nella ripresa, ma sbaglia incredibilmente il gol del pareggio, solo a due passi dalla linea di porta di Di Gregorio. Voglia tanta. Sostanza poca.

SAPONARA s.v. (dal 30° s.t.)

DJURIC 5.5 Primo tempo da incubo, non gli arriva un pallone. Secondo, qualche il Verona si accende, leggermente meglio, ma quando lo vedi partire da dietro per portare su palla capisci che è saltato tutto. Una buona occasione, e poco altro. Si confidava nel feeling con Bonazzoli, ma le aspettative hanno deluso clamorosamente.

ALL. BARONI 4 Sesta sconfitta nelle ultime sei partite. Concede un tempo pieno al Monza, con i suoi che non fanno nulla per controbattere gli ospiti che, bene dirlo, non è che siano delle furie. Le fasce non vanno, la difesa è sempre in affanno. Davanti la squadra ci arriva poco. Nella ripresa il Verona ha una fiammata, ma è solo un’illusione. Prova a cambiarla dalla panchina, ma anche da lì non arriva nulla di buono. Pare in confusione e incapace di capire cosa serva a questa squadra. Idealmente doveva iniziare oggi il campionato del Verona: se il buongiorno si vede dal mattino…

IL PAGELLONE DI JUVENTUS-VERONA

MONTIPO’ 6.5 E’ bravo su Kean, che di testa lo impegna non poco, e su Rabiot che fa partire un bel sinistro. Attento anche su Chiesa, che non riesce a bucarlo. Dà sicurezza, che è la prima cosa che si chiede al portiere. Sul gol, secondo me, non è colpevole, il cross di Gatti è impossibile da intercettare, così come il bel colpo di testa di Milik, che surclassa Magnani.

MAGNANI 5.5 Soffre Kean, che gli va via spesso e volentieri. L’attaccante della Juve farebbe anche due gol (il secondo di grande potenza proprio su Jack, che viene spazzato via) ma è il Var ad annullarglieli. Cerca di riprendersi e trova il tempo giusto su diverse giocate dei bianconeri. Nei minuti finali di apnea, però, si fa saltare in testa da Milik che schianta il pallone sul palo per il più facile dei tap in di Cambiaso.

DAWIDOWICZ 8 Non è retorica, ma a questo ragazzo, quando andrà via bisognerà fare un monumento. Una delle sue partite più belle da quando gioca con la maglia del Verona. Annienta Vlahovic, mica il pupazzo Gnappo. In mezzo all’area di rigore sono tutte sue, di testa, di piedi, di culo, di faccia. E’ un eroe, in una condizione di grande sofferenza della squadra. I piedi, lo sappiano, sono di ghisa e infatti non riesce a liberare il pallone che poi Cambiaso trasforma in gol. Ma se fosse diversamente non giocherebbe nell’Hellas. Capitano in pectore.

TERRACCIANO 6.5 E’ uno che non fa sempre le cose perfettamente. Ma le fa e questo fa tutta la differenza del mondo. Perché è uno di quelli (come Bonazzoli) che se ne frega se sbaglia il cross o la giocata o il dribbling. Coraggio da vendere e qualità non comune. Dove lo metti sta, quasi sempre con gli stessi risultati. Una risorsa preziosa per questa squadra.

COPPOLA s.v. (dal 95°)

FARAONI 6 + La sua partita è tutta una questione di priorità. Si trova davanti Kostic, che corre come un dannato. Sapendo bene di non riuscire a rispondere colpo su colpo, si preoccupa soprattutto di contenere. E  lo fa bene, pur perdendo l’esterno bianconero in un paio di occasioni. Bravo nelle diagonali, salva un gol sulla linea di porta, a Montipò battuto. E Chiesa che smoccola.

TCHATCHOUA 5.5 (dal 73°) Questa volta non incide e non fa meglio di chi gli ha lasciato spazio in campo.

FOLORUNSHO 5.5 Travolto per lunghi tratti del primo tempo, con Hongla si impantana manco in mezzo al campo ci fossero le sabbie mobili. Così come il resto della squadra, si toglie di dosso il pigiama nella seconda parte del primo tempo e tira fuori fisico e polmoni. Ma nella ripresa non riesce a dare grande continuità e anche fisicamente sembra soffrire più del solito. Fatica a reggere l’urto finale della Juve.

HONGLA 5.5 Ha questa indolenza che fa venire un nervoso indescrivibile. La prima parte del primo tempo lo infilano da ogni parte, non riesce a tenerne uno. Poi quando il Verona prende coraggio anche lui cresce, seppur con qualche timidezza di troppo. Però pare rinvigorito. Spende e spende tanto. Al punto tale che a mezz’ora dalla fine ha la lingua per terra e non riesce più a fare un contrasto che sia uno. Esce in evidente difficoltà.

SUSLOV 6 (dal 73°) Porta energia. Gli manca il passaggio finale.

DOIG 6 Weah parte forte e lo mette lì, a tamponare quella che rischia di diventare un’emorragia fatale. Ma dopo il primo gol annullato la Juve si innervosisce e il Verona si sveglia dal torpore. Così è lui a costringere Weah a rinculare e a pensare a difendere. Sgroppa con scioltezza, mettendo in mezzo un paio di palloni interessanti, tra cui uno che chiama in causa il Var per un possibile rigore poi non concesso. Nella ripresa le gambe un po’ si induriscono e pensa a tenere bene la posizione.

LAZOVIC 5.5 (dal 73°) Meno rispetto a ciò che si sperava.

DUDA 5.5 A sprazzi, ma la bilancia pende sul negativo. Quando riesce tratta il pallone con eleganza ed efficacia. Fraseggia spesso con Doig, bene. Ma pare stanco, non brillantissimo e nella ripresa lui e tutto il centrocampo saltano senza grande possibilità di appello. Rimane in campo nonostante le gambe non vadano più, ma trova la forza per imbeccare gli attaccanti. Riuscendo col contagocce.

BONAZZOLI 6 Col Verona che non esce dalla sua metà campo fino al 25° del primo tempo lui è quello che va più in difficoltà. Il compagno di reparto Djuric, se non altro, qualche spizzata la imbrocca. Al netto di tutto questo, è sua la più grande occasione dell’Hellas, con un sinistro al volo che spella le mani di Szczesny. Ha coraggio e determinazione. Si getta su ogni pallone e non ha paura di sbagliare. Quando vede la porta, calcia. Non gli va bene, ma l’atteggiamento è quello giusto.

SERDAR s.v. (dall’84°)

DJURIC 6.5 Capace di tenere in piedi quel poco che c’è, almeno nella prima parte di gara, dell’attacco gialloblù. Le prende tutte (o quasi), magari non pulitissime, ma quel tanto che basta per far rifiatare un pochino. Lo prendono a scarpate, gomitate e chi più ne ha più ne metta. Riesce anche a crearsi una buona occasione, ma il pallone colpito di testa finisce alto non di poco. E’ utile quando diventa un riferimento per la squadra, non quando è chiamato solo in emergenza. Gli ultimi dieci minuti non ne ha più.

ALL. BARONI 5 Non so se sia stata una scelta far sfogare la Juve nei primi 25 minuti, ma se non fosse stato per il Var, la tattica non avrebbe pagato. Perché un conto è la bravura dell’avversario, un conto è spianargli la strada. Da metà primo tempo i suoi cambiano atteggiamento ed è quasi un peccato che si debba andare negli spogliatoi. Nella ripresa il Verona si abbassa nuovamente e lui si accorge troppo tardi che ce ne sono tanti dei suoi che non ne hanno più. Cambia con troppo ritardo, dando l’impressione di avere più paura del dovuto. Poco comprensibile il cambio di Bonazzoli per mettere dentro Serdar. E con Djuric cotto. E’ un messaggio nemmeno così velato alla Juve, che torna ad accelerare. Con questo atteggiamento, partite così sono segnate. Anche se ovviamente perderle al 96° sa di beffa. Ma ai punti c’è poco da recriminare.

IL PAGELLONE DI VERONA-NAPOLI

MONTIPO’ 6 Attento, in successione, sul tiro da fuori di Politano e su un punizione interessante di Raspadori. Non così sul punto sul primo gol di Kvaratskhelia. Ok, il tiro è forte e ravvicinato, ma quello è il suo palo e non lo protegge come dovrebbe. Nella ripresa, però, è attento e tiene il Verona in piedi (sul secondo gol di Kvara non può nulla). Ipnotizza Simeone, che sbaglia l’1-4.

MAGNANI 5.5 Occasionissima di testa, subito dopo quella di Dawidowicz. Fin quando il Verona si difende con ordine, lui fa la sua parte. Poi qualcosa salta, così come salta lui sul raddoppio napoletano. Poco reattivo su Kvaratskhelia che lo brucia senza grande difficoltà. Cerca comunque di non scomporsi, ma anche il cartellino giallo non lo fa stare serenissimo.

DAWIDOWICZ 7 Parte all’arrembaggio con un colpo di testa che fa gridare al gol, se non si mettesse di mezzo Meret. Ha da prendersi cura di Raspadori, che è forte, ma al quale lascia solo la possibilità di partire lontano dalla porta, possibilmente dandole le spalle. Solito immenso gladiatore, se ne frega dello stile e quando serve il pallone lo scaglia direttamente su piazzale Olimpia. Bello il duello nell’ultima parte di gara con l’ex compagno Simeone.

AMIONE 4 Quanti limiti per questo ragazzo. Politano gli fa tremare le gambe dalla paura e dalla irrisoria facilità nel disorientarlo. La cosa che sconcerta è che anche quando ha il pallone tra i piedi, libero di impostare, quasi inciampa da solo nella sua corsa. Al momento non sta dimostrando di poterci stare in questa squadra e in questo campionato.

TERRACIANO 7 (dal 1° s.t.) Mai senza Terracciano, dovrebbe diventare un hashtag da lanciare sui social. Sempre lucido, sempre attento e sempre bravo a fare le cose giuste. E’ in grande condizione e altrettanta fiducia. Non smontiamogliela, palesa.

FARAONI 5.5 Il Faraoni di tre anni fa, sono convinto, non si sarebbe fatto saltare da Raspadori come successo sul primo gol del Napoli. Ma è una condizione con la quale fare i conti, anche perché il tempo passa per tutti. Ma quando pensi che potrebbe andare anche peggio, nella ripresa invece il capitano fa capire di esserci. Spinge di più e questo significa che le gambe iniziano a girare. Ha fiducia nei cross e uno di questi, per poco non diventa assist gol per Bonazzoli.

HONGLA 5 Primo tempo da 4, secondo da 6. La media è presto fatta. Nella prima parte di gara è impresentabile, così come Serdar. Non si capisce cosa debba fare e forse nemmeno lui lo ha ben chiaro. Non fa legna, non crea qualità, non dirige il gioco. Meglio dopo l’intervallo quando si mette a macinare campo. Con passo non certo da flash, ma con pensiero più rapido. Nel complesso, comunque, non abbastanza per un avversario come il Napoli.

SERDAR 4 La sua partita è tutta in quel tiro che finisce di poco alto sopra la traversa. Una buona occasione, al netto del fatto che, secondo me, avrebbe dovuto calciare prima. Tutto il resto è noia, per citare Franco Califano. O il nulla. Non un contrasto, non un lancio, non un’idea. Inesistente l’intesa con Hongla.

LAZOVIC 7 (dal 1° s.t.) Segna il gol che riaccende un piccolo fuoco, ma oltre a quello gioca bene, con qualità ed è sempre al centro dell’azione offensiva gialloblù.

DOIG 4 Rientrava dopo un infortunio abbastanza serio. Mi viene da dire che forse sarebbe stato meglio farlo riposare ancora un pochino. Se è uno di quelli che dovrebbe fare la differenza, o abbiamo valutato noi male le sue qualità o è lui che non le sta rispettando a dovere. Supera la metà campo forse 5 volte in tutto il match. Non corre, va a due all’ora, sembra che abbia le scarpe piombate. Male malissimo.

TCHATCHOUA 7 (dal 17° s.t.) Non ci sono dubbi che con un Doig così il titolare debba essere lui. E’ il secondo spezzone che fa e ancora una volta emana sensazioni super positive. Ha grande corsa e grande facilità di crossare. Crederci di più non sarebbe male come idea.

NGONGE 5 Di palloni non ne arrivano, però è anche vero che i pochi che Djuric riesce a spizzare, lui li guarda solo da lontano, senza nemmeno l’impeto di rincorrerli. Corricchia col suo solito modo di ciondolare che quando è in giornata disorienta gli avversari, quando non è in vena, indispone e basta.

BONAZZOLI 7 (dal 1° s.t.) Entra con una volta da fuoriclasse. Si muove su tutto il fronte d’attacco gialloblù e si abbassa spesso, da buona seconda punta, a farsi dare il pallone. Ci prova in tutti i modi, da fuori, in mezza acrobazia, con una spaccata che Meret devia a fatica. Gli serve continuità, diamogliela.

FOLORUNSHO 5.5 Cresce alla distanza, dopo un inizio davvero difficile, anzi, dopo un primo tempo di sofferenza, sua e della squadra. Quella posizione, dietro la punta, lo sacrifica e non poco. Aveva trovato continuità in mezzo al campo, la perde insieme alle certezze trovate sin qui. I cambi della ripresa lo riportano più in basso, dove si sente più a suo agio. Ed è partendo da dietro che diventa pericoloso anche in avanti. L’esempio è la bella botta che Meret para in due tempi.

DJURIC 6 Onestamente non me la sento di bocciarlo. Perché in un primo tempo nel quale il Verona non riesce a uscire dalla propria metà campo dopo i primi cinque minuti, lui prova comunque a fare sportellate. Spizza qualche pallone, ma non trova assistenza dei compagni di reparto. Nella ripresa l’Hellas prova a farsi coraggio e così anche lui riesce a giocare di più e a concludere verso la porta. Senza grande precisione, ma c’è. Finisce stremato, col ginocchio che scricchiola

HENRY s.v. (dal 34° s.t.)

ALL. BARONI 5 Sbaglia la formazione, questo pare evidente. La prova sta nel fatto che chi entra nella ripresa è il migliore in campo. E se non altro se ne accorge. L’approccio è buono, ma il Verona regge in fase propositiva solo cinque minuti. Poi subisce, troppo passivamente, senza capacità di reagire. Il problema sarà sicuramente l’attacco, ma se le fasce non girano, questo modulo ha poco senso. Perché non cambiare? E perché ruotare ancora così tanto gli uomini davanti? Brutto soffermarsi sui singoli, ma Doig non deve essere titolare per diritto. Citofonare Tchatchoua. Nonostante la sconfitta, i suoi creano occasioni e meriterebbe un altro golletto. Bisogna comunque correre ai ripari e trovare soluzioni. Nessun processo, ma idee chiare subito. Questo è il campionato del Verona. Chi è di bocca buona deve guardare altrove.

IL PAGELLONE DI FROSINONE-VERONA

MONTIPO’ 5.5 Non deve praticamente fare parate, ma sul tiro di Cheddira, che si stampa sul palo prima di finire sui piedi di Reinier, che segna, non mi sembra impeccabile. Quello è il suo palo e deve fare di tutto per coprirlo. In altre due occasioni viene salvato solo ed esclusivamente dai legni che evitano una sconfitta ben più rotonda.

MAGNANI 5.5 Il meno peggio di una difesa che con Coppola centrale perde ogni sicurezza. Prova a mettere delle pezze, ma l’acqua entra da ogni crepatura, facendo affondare la squadra. Impreciso quando il Verona prova a costruire da dietro, non dà la sicurezza necessaria per impostare l’azione da zero.

COPPOLA 4 Salvate il soldato Coppola, per favore. Viene ridicolizzato dal primo minuto fino al 60°, quando Baroni decide di mettere fine alla sua agonia. Cheddira lo fa impazzire ogni volta che si trova la palla tra i piedi. In occasione del gol gli va via in maniera fin troppo facile e lui rimane imbambolato a guardare. Si becca anche un giallo, nel primo tempo, che di certo non aiuta.

FARAONI 5 (dal 60°) Porta nulla al tentativo di rimonta

AMIONE 4.5 Recupera al fotofinish e va in campo con mille cerotti. Si vede perché Soule lo fa ammattire. Il Frosinone da quella parte fa veramente paura e lui non sembra avere il minimo strumento per fermare gli attaccanti gialloblù. Male in contenimento, stesso discorso quando, pallone tra i piedi, prova a impostare. Spesso nel nulla cosmico.

TERRACCIANO 5.5 Mi dispiace bocciarlo, davvero, perché non lo meriterebbe. Anzi, insieme a Saponara era l’unico da salvare. Però non si può far finta del fatto che sbagli un gol clamoroso di testa, solo davanti a Turati. Non puoi non prendere nemmeno la porta da quella posizione, non puoi. Poi, per carità, grande volontà, buona corsa. Non si arrende mai. Ma l’errore ha un peso specifico non da poco.

DUDA 4 Sbaglia tutto. Non azzecca un passaggio che sia uno, nemmeno quelli a un passo dai compagni. Ha poche idee e quelle che ha sono fallimentari. Pare spompato, dopo una serie di partite che sembrano averlo logorato più degli altri. Capisci che non è la sua giornata quando si prende un cartellino giallo, inutile, per un fallo, inutile, a centrocampo.

SERDAR 5 (dal 60°) E’ entrato in campo?

FOLORUNSHO 5 + Con Duda in enorme difficoltà, è costretto a fare il doppio del lavoro. Ma il problema è che anche lui ne imbrocca pochine. Fisicamente tutto sommato tiene, ma gli manca la forza vista nelle gare precedenti. Anche in fase difensiva mostra un po’ la corda, forse stanco. Tanti tiri sballati, ha un’occasione strepitosa, nel primo tempo, per portare avanti il Verona, ma sbaglia banalmente, anche lui senza nemmeno prendere lo specchio della porta.

LAZOVIC 5.5 Lontano dal Darko che ben conosciamo, però non è nemmeno il peggiore di un gruppo che a Frosinone viene preso a pallate, soprattutto nella ripresa. Attacca da quella parte e qualche cross interessante gli riesce. Gli manca la forza, o la cattiveria (qualunque cosa sia) per entrare in area e portare un po’ di scompiglio.

TCHATOUA 6.5 (dall’82°) Bellissimo cross che diventa assist per il gol di Djuric

SUSLOV 5 Seconda di fila da titolare, meritatissima. Il campo, però, è unico giudice e le cose non vanno come mi sarei aspettato, quantomeno come a Torino. Fatica a trovarsi e a capire quale zona del campo presidiare. Rifinitore alle spalle di Ngone e Saponara non trova il guizzo. Poi è vero che ci mette l’arroganza giusta per non tirarsi fuori dalla lotta, facendo a sportellate con tutti. Ma è inconsistente e anche quando va al tiro il risultato è deludente.

SAPONARA 6 – Parte forte, con giocate che alzano il livello tecnico della squadra. Ha il grande merito di non buttare mai via il pallone, bene o male sa sempre cosa fare. Poi, per carità, l’errore ci sta. Va un po’ a sprazzi, vero, ma quando si accende dà sempre la sensazione di poter creare. Ottimo assist per Terracciano che sbaglia clamorosamente di testa, solo davanti a Turati.

DJURIC 6.5 (dal 60°) Anche lui dolorante, con un ginocchio che continua a dare i problemi, riesce a segnare il gol che alimenta la speranza.

NGONGE 5.5 Più che falso 9 gioca attaccante con al fianco Saponara, candidato a innescarlo. Mi pare evidente che non sia quella la sua posizione. L’area di rigore non è cosa sua e, infatti, si accende solo ed esclusivamente quando parte da lontano, facendo, quando gli riesce, ammattire la difesa di casa. Nella ripresa una bellissima sgroppata che ci fa urlare al gol si conclude con un traccio (di destro) che non fa male. Va a fiammate.

BONAZZOLI 5.5 (dal 77°) Ci prova, non gli riesce.

ALL. BARONI 4 Di Francesco si prende una gran bella rivincita sul Verona e dà una piccola lezione al suo collega. Perché se è vero che l’Hellas nel primo tempo sembra più di una volta vicino al gol, è altrettanto vero che la porta Lazo e compagni non la prendono mai. E la squadra di casa gioca meglio ed è più efficace. La sensazione è che Ngonge non possa giocare in quella posizione. Nella ripresa aspetta troppo per rivedere la squadra che ha tanti giocatori fondamentali nel pallone. Sotto di un gol manca la reazione, fisica e di nervi. Una sconfitta che pesa, perché contro una squadra non più forte del Verona. Ma nel calcio non sempre chi è migliore, tecnicamente, ha ragione.

IL PAGELLONE DI TORINO-VERONA

MONTIPO’ 7 Seck prova a fargli male dopo pochi secondi, ma è bravo, coi piedi a parare, rimediando al buco di Amione. Ma il vero capolavoro lo fa nei minuti finali del primo tempo quando Lazaro si imbuca in area di rigore, calcia di destro, sottovalutando il riflessi del portierone gialloblù che la mette in angolo. Bravo.

MAGNANI 7 Grandissima prestazione di Jack, costretto per gran parte del match a giocare con un cartellino giallo sul groppone. Non si fa condizionare e mette insieme qualcosa di praticamente perfetto. Non lo passano col pallone a terra, non lo passano giocando con lanci lunghi. Bene anche fisicamente, da sempre il suo principale problema.

DAWIDOWICZ 7 Fin quando rimane in campo, una partita praticamente perfetta su Zapata, che si deve accontentare di poche briciole. Il polacco gli prende immediatamente le misure, sovrastandolo sia fisicamente, sia tecnicamente, con giocate in anticipo che sono sì rischiose, ma che indirizzano da subito la questione. Purtroppo si fa male negli ultimi secondi del primo tempo ed è costretto ad abbandonare.

COPPOLA 6 (dal 45°) Non era facile sostituire Dawidowicz, tra i migliori nel primo tempo. Un paio di sbavatura, alle quali, va detto, comunque rimedia. Nei minuti finali, col Toro che le prova tutte, non si smarrisce.

AMIONE 6.5 I primi minuti sono da film horror. Pronti e via e Seck lo lascia sul posto, testando i riflessi di Montipò che coi piedi para, ricordando il buon Garella. Ancora un paio di errori difficili da digerire, ma quando riesce a togliersi di dosso la tensione gioca bene. Veloce e attento, sbaglia raramente la posizione del corpo e coi piedi arriva spesso prima degli avversari. Sfortunatissimo anche lui, esce per un problema muscolare.

FARAONI 6.5 (dal 57°) Barlumi del vero capitano. Questa, forse, è la formula per recuperarlo al 100%. Rischia anche di segnare sbagliando un cross.

TERRACCIANO 6.5 Generosità a pacchi. Corre come un disperato e quando cerca gloria nella metà campo avversaria, nel momento in cui non la trova, corre ai ripari con grande efficacia. Ovvio, qualcosa la concede, visto l’enorme dispendio di energie (vedi l’infilata di Lazaro) ma a vent’anni possiamo solo essere contento di sto ragazzo che a me piace tantissimo.

FOLORUNSHO 7 Primo tempo da applausi veri. E’ dappertutto, difesa, centrocampo, attacco. Polmoni a mantice e tecnica pure. Recupera tantissimi palloni, coprendo le spalle a Duda che può muoversi più liberamente. Tanta quantità, ma di quella fatta bene e anche bella da vedere. Nella ripresa cala un po’ dalla metà campo in su, ma dietro è impressionante, dalle sue parti non si passa.

DUDA 7 + Eccolo il regista che serve a questa squadra, quello che ci è mancato contro Milan e, soprattutto Atalanta. Gioca una caterva di palloni, tutti con grande intelligenza tattica e velocità non solo di pensiero, ma anche di gamba. Quando gioca nei due dietro la punta, secondo me, si perde, non riuscendo a mettere in mostra tutte le sue caratteristiche. Coppia perfetta con Folorunsho, che si preoccupa di fare legna, ma non solo.

LAZOVIC 6.5 Bel primo tempo, con gamba, sovrapposizioni e giocate sempre interessanti. Fisicamente sta recuperando bene. Leggero calo nella ripresa, ma anche perché il Toro cerca il forcing per trovare il gol e lui si compatta coi compagni, stringendo i denti fino al 95°. Una buona notizia per Baroni il fatto che abbia portato a gara la partita fino all’ultimo

NGONGE 5.5 Mamma mia quanta confusione. Non ne imbrocca una, tanto arruffone quanto indisponente. Sbaglia cose davvero semplice, che uno come lui non può permettersi di fallire. E sì che fisicamente sta bene, quindi non è un problema di condizione. Prova ne sia la generosità che dimostra quando difende, compatto, insieme a tutta la squadra. Ma davanti davvero poco lucido.

SAPONARA s.v. (dal 75°)

SUSLOV 7 Un vero mastino al quale è davvero dura portare via il pallone. Ha ragione Baroni a definirlo “acceso” perché dà sempre l’impressione di poter far male. Tecnicamente tanta roba, si trova benissimo con Duda, che ha piedi buoni come lui. Ha grande senso della posizione e rimane sempre sul pezzo. Se perde il pallone (gli capita raramente), si attacca alle caviglie dell’avversario di turno e, se serve, lo stende. Quando troverà il tiro diventerà un fattore decisivo.

HONGLA s.v. (dal 85°)

CRUZ 6 Gioca davvero pochi palloni, ma i movimenti sono giusti. Copre tutto l’attacco gialloblù, mettendo insieme tanti strappi che, per una punta centrale, abbastanza strutturata, non sono così banali. Si dà tanto da fare e considerando che era la prima da titolare, dire che il giovanotto l’ha portata a casa. Generoso quando si abbassa in difesa per aiutare la squadra nei momenti di pressione del Toro.

DJURIC 6.5 (dal 57°) Djuric è questo, non scopriamo nulla di nuovo: sportellate e spizzate di testa. Ma quando meno te lo aspetti si inventa una rovesciata che Milinkovic Savic para con un pizzico di affanno.

ALL. BARONI 6.5 Interrompe la serie negativa contro il peggior avversario che il Verona potesse trovare. Fisicamente, nel primo tempo, la vince. Nella ripresa la squadra si compatta, respingendo i tentativi più di orgoglio che altro, del Toro. Manca ancora qualcosa davanti, tipo il gol, per capirci. Bene la scelta di Suslov, che fa bene a definire un giocatore “acceso”. Prestazione importante, per andare a Frosinone più tranquilli, con l’obiettivo di muovere ancora la classifica.

IL PAGELLONE DI VERONA-ATALANTA

MONTIPO’ 6 Impotente sul gol di Koopmeiners, è reattivo però in un paio di occasioni importanti per i bergamaschi. Sempre qualche problema di comunicazione con i compagni di difesa, che crea sporadici momenti di incertezza. Ma il suo lo fa.

MAGNANI 6 Pronti e via e si deve prendere cura di Lookman, che ha tanta corsa e tanta qualità. Ma è bravo a gestire il talento dell’Atalanta che non entra mai in partita. E infatti Gasperini lo lascia nello spogliatoio dopo il primo tempo. Il discorso non cambia nella ripresa, nonostante De Ketelaere sia sicuramente più sveglio.

HIEN 6 Come sempre la butta sul fisico. Questa volta a farne le spese è Pasalic, che Gasperini mette a fare la punta centrale. Vince tutti i duelli ed è bravo a tenere la posizione anche quando l’area del Verona diventa una tonnara. Così così quando prova a impostare da dietro.

DAWIDOWICZ 5.5 Si perde Koopmeiners che segna il gol decisivo. Se stringe Terraciano, per aiutare i compagni, non può farlo anche lui. E viceversa. L’errore pesa, perché è decisivo. E se quasi sempre è uno dei miei eroi, per voglia di lasciare tutto sul campo, sto giro appare stanco e più arruffone del solito, anche con palloni facili da giocare.

FARAONI 5 Non si vede mai, soprattutto nella metà campo dell’Atalanta. Tra l’altro non è che debba nemmeno dannarsi l’anima per aiutare Magnani nella marcatura di Lookman. Rimane lontano dal giocatore meraviglioso visto per tre anni consecutive senza mai mostrare segni di cedimento.

LAZOVIC 6 (dal 12° s.t.) Prova dare la scossa.

HONGLA 5.5 Finché deve distruggere il gioco degli altri, le cose gli riescono tutto sommato in maniera sufficiente. Il problema è quando si ritrova il pallone tra i piedi e deve inventarsi qualcosa. Non è un regista, non ha visione, è troppo lento non tanto di gambe, che mi pare ormai un’ovvietà, ma nel ragionamento offensivo. Dietro aiuta, ma davanti sparisce.

SERDAR s.v. (dal 38° s.t.)

FOLORUNSHO 6 – Si pesta i piedi con Hongla, ma d’altra parte sono due giocatori di rottura. Folorunsho ha più forza fisica e più corsa rispetto al compagno di reparto, ma non è semplice distruggere e provare a creare qualcosa di valido. Non si risparmia, ma incide poco. Più di Hongla, ma serve tanto di più anche da lui, perché a Milano ha fatto vedere ben altro.

TERRACIANO 6 Un bel primo tempo. E’ l’unico che ha il coraggio di provare la giocata, di saltare gli avversari. Ovvio, mica sempre gli riesce, ma se non altro non si limita al compitino. Corre tantissimo, in una fascia che tra l’altro non sente così sua. Nella ripresa la stanchezza si fa sentire, ma questo non lo manda in confusione e la porta a casa fino al 95°.

NGONGE 5 Questa volta, almeno nel primo tempo, Baroni gli risparmia il ruolo da falso nove. E non ne imbrocca comunque una. Nella ripresa va a fare la punta. E non ne imbrocca una. Indisponente, onestamente, fa poco anche per aiutare i compagni, se non altro provando a tenere su qualche pallone. Sta diventando un giocatore vero, dicono. Ma deve lavorare ancora tanto.

HENRY 6 (dal 28°) Contenti di rivederlo in campo dopo il brutto infortunio al ginocchio. Il voto è di incoraggiamento.

DUDA 5.5 E’ uno di quelli coi piedi educati, su questo pochi dubbi. E forse ci sarebbe bisogno di lui in mezzo al campo, dove si sente grande mancanza di un vero regista. Lo fa avanzato, ma trova poca collaborazione tra i compagni. Inoltre deve seguire a uomo Ederson e quindi è inevitabile che la lucidità sia quella che sia.

SAPONARA 5.5 (dal 28°) Leggerino e con le gambe imballate. Non gli riesce la giocata di qualità.

BONAZZOLI 5 Partita difficilissima per l’attaccante gialloblù, schiacciato dalla difesa dell’Atalanta. Non gli lasciano mezzo pallone, per quanto lui si sbatta a trovarne. Fatica tremendamente perché per caratteristiche non riesce a fare l’unico riferimento dell’attacco gialloblù. Non per niente ha fatto bene quando di fianco si è trovato uno come Djuric,

SUSLOV 6 Suo l’unico tiro del Verona di tutta la partita. E Carnesecchi deve superarsi. (dal 12° s.t.)

ALL. BARONI 5 Due considerazioni. Bonazzoli non può fare il riferimento in attacco. Non da solo. Ha bisogno di qualcuno vicino. In mezzo al campo si sente tantissimo la mancanza di un regista che crei gioco. E se non crei, ovvio che anche gli attaccanti vadano un apnea. La sensazione è che i suoi ragazzi non siano stati capaci di trovare nelle pieghe della partita le difficoltà dell’Atalanta. Poi, quanto manca perché i nuovi partano dall’inizio? Bisogna avere il coraggio di cambiare qualcosa.

IL PAGELLONE DI MILAN-VERONA

MONTIPO’ 7 Spettatore durante tutto il primo tempo, si limita ad osservare la partita da posizione decisamente privilegiata. Potrebbe rischiare di abbassare il livello di attenzione e invece dimostra grande maturità (e qualità) nelle uniche due parate della sua partita. E che parate. Prima su Pulisic, poi su Musah. Una più bella dell’altra

MAGNANI  6.5 Ha il peggiore da marcare, Leao. Che segna sfruttando un errore di Hien e per Jack stargli dietro quando parte così, in maniera inattesa, non è cosa facile. Ma in condizioni di partita normali è sempre un passo avanti rispetto al portoghese, che pare stanco e svogliato. Vince gli sprint, vince gli scontri fisici. Fisicamente incoraggiante.

HIEN 6 Non fosse per quell’errore che alla fine si rivelerà decisivo, la sua sarebbe anche una buona partita. Ma si addormenta in maniera imperdonabile in mezzo al campo, col pallone tra i piedi. Reijnders non se lo fa dire due volte, glielo scippa e lancia Leao a segnare. Un po’ incerto nei corpo a corpo con Giroud, ma, tutto sommato la porta a casa. Peccato davvero per quello scivolone, troppo pesante per passare inosservato.

DAWIDOWICZ 7.5 Mi rendo conto che Pulisic sia in campo solo nella ripresa, quando la regia di Dazn lo inquadra. Viene totalmente eclissato dalla partita di Pawel, che gli fa ombra per 96 e passa minuti. Un gigante da qualsiasi parti si guardi la sua partita. Coraggio e tempra. E quando si becca una gomitata da Loftus Ceek, appena può, all’azione successiva, pareggia le cose con una bella scarpata. Si fa rispettare, capitano in pectore.

FARAONI 5.5 Ancora in difficoltà, il capitano del Verona. Gioca una partita tutto sommato attenta, senza grandi sbavature, ma mancano le sue sgroppate in avanti, quelle fiammate capaci di cambiare il ritmo della gara. Ha due buonissime occasioni in area di rigore, una la cicca malamente, l’altra la gestisce con troppa fretta. Si prende un cartellino giallo e questo contribuisce alla sua sostituzione

BONAZZOLI 5.5 (dal 46°) Va bene entrare con la voglia di spaccare il mondo, ma a volte, come si dice a Verona: anca massa. Grande foga alla ricerca del gol, ma anche nel protestare con l’arbitro (sbagliando), che lo ammonisce (giustamente). In tutto il secondo tempo ha solo una buona occasione di destro, ma non gli va bene.

HONGLA 5.5 Va ancora di moda l’andamento lento? Boh. Io ricordo giocatori come Paulo Sousa o Redondo, che andavano a due all’ora. Ma avevano una qualità pazzesca. Il buon Martin deve capire che, o scarica prima i palloni, o viene fagocitato dal ritmo del calcio italiano. Non fa disastri, sia chiaro, ma non cambia mai passo, è monotematico. E, soprattutto quando devi recuperare, non va bene.

FOLORUNSHO 7 Wow, che partita. Nei primi 45 minuti è letteralmente dappertutto. E se questo richiede grande sforzo fisico, la cosa assurda è che mantiene alto il livello della qualità. Ispirato in fase offensiva, tenta prima la botta da fuori e poi si trova sulla zucca il pallone dell’1-1, che però Sportiello esorcizza. Da far vedere alle scuole calcio un paio di diagonali difensive clamorose. Da museo degli orrori (e da mezzo voto in meno) la palla persa a centrocampo che spalanca la strada al gol del Milan.

TERRACIANO 6 Una cosa non manca a questo ventenne, il coraggio. E la corsa. Prestazione molto fisica, di enorme consumo energetico. Perde qualcosina nell’ultimo passaggio, ma nel complesso rimane sempre lucido e concentrato, anche quando è costretto a rinculare. Sua una delle giocate più belle del match, quel cross di esterno destro per la testa di Folorunsho che, solo davanti alla porta, si fa ipnotizzare da Sportiello.

DJURIC 5.5 (dall’89°) Non ne prende una.

LAZOVIC 5.5 Primo tempo di grande sofferenza. Gioca di fianco a Ngonge e qualche volta è addirittura lui a fare il falso nove, nella speranza di disorientare la difesa del Milan. Mai incisivo però, non trova la posizione giusta. Qualcosina meglio nella ripresa quando torna a sinistra, sua comfort zone. Cerca di inventare qualcosa, non gli riesce, ma se sbaglia, recupera.

CABAL 6.5 (dal 70°) Grandissimo impatto sulla gara. Mette in mezzo tre, quattro cross di grandissima qualità. E tanta voglia di trovarsi finalmente un posto al sole.

DUDA 6.5 Se contro il Bologna è stato costretto a giocare soprattutto in marcatura, a San Siro ha ritrovato più libertà di esprimersi secondo le proprie qualità. Bravo a cucire i due reparti, centrocampo e attacco, gestisce tanti pallone nella metà campo avversaria. Un po’ più di coraggio in conclusione schifo non farebbe, ma già così il suo contributo si fa via via più evidente.

SAPONARA 5.5 (dal 70°) Ti aspetti che inventi qualcosa che metta paura a una difesa del Milan un po’ tremolante. E invece no.

NGONGE 6 Non brillante come altre volte, spara un po’ a salve, non riuscendo praticamente mai a rendersi pericoloso. Un tiro, alto, e poco più. Ma la sua è una partita di enorme sacrificio, di aiuto anche ai compagni che stringono i denti quando il Milan prova ad alzare il ritmo. Corre tantissimo ed esce con la lingua tra i piedi.

SUSLOV s.v. (dall’80°)

ALL. BARONI 6.5 Mi piaceva l’idea di non dare punti di riferimento in attacco. Ma la scelta, se n’è accorto anche lui durante l’intervallo, non ha pagato. Dentro Bonazzoli, il Verona ha spostato in alto il baricentro. Ma le altre sostituzioni non hanno dato le risposte che ci si aspettava. Una cosa dico, però. Se questo è il Verona, le cose possono solo andare meglio. Perché ovviamente c’è ancora tanto da migliorare, ma al tempo stesso i margini di miglioramento ci sono tutti. A tratti si è visto bel calcio, palla a terra e veloce. La qualità è questa, ma sono sicuro che la valorizzerà al meglio. Sotto con la prossima.

IL PAGELLONE DI VERONA-BOLOGNA

MONTIPO’ 7.5 Il migliore in campo insieme a Hien. Tre parate da raccontare ai vicini di casa. Bellissima quella letteralmente con le unghie su Ndoye. Si super su Karlsson, con una mano sola su una botta impressionane e si ripete nella ripresa, sempre sull’esterno rossoblù.

MAGNANI 5.5 Quello meno brillante della difesa. Ma d’altra parte davanti si ritrova Karlsson che è tanto, tanto, tanto, tanto forte. L’esterno ha due grandi occasioni, che rimangono tali solo per merito di Montipò. Jack fatica a stargli dietro, ci riesce solo talvolta con la forza fisica.

HIEN 7.5 Impressionante. Fa passare una gran brutta serata a Zirkzee, che prende sberle a destra e sinistra. Bravo a tenere spesso e volentieri l’attaccante del Bologna lontano dall’area di rigore. Vince ogni contrasto, azzecca ogni anticipo. Bello da vedere anche quando, petto in fuori, sale palla al piede, a esortare la squadra a fare qualcosa in più. Una benedizione che sia rimasto a Verona.

DAWIDOWICZ 6 Ndoye prima, Orsolini dopo. Per il nostro brutto anatroccolo il risultato sostanzialmente non cambia. Mantiene la posizione, non è solito strafare, anche perché sa che è meglio non correre il rischio.

FARAONI 5 Mister Baroni crede in lui. Lo ha dimostrato e confermato anche in conferenza stampa prima del Bologna. Ora però sta a lui meritare la fiducia. E ancora la missione è ben lontana da essere portata a termine. Fa tanta fatica e si infastidisce perché si rende conto di essere ancora indietro di condizione e, di conseguenza, di fiducia.

TERRACIANO 6 (dal 17° s.t.) Aiuta nel momento di maggiore difficoltà.

HONGLA 6 – Bene nella prima parte di gara, grande presenza in mezzo al campo. Con Duda un po’ più avanti dovrebbe essere lui a costruire. Ci riesce a “targhe alterne”. Nella ripresa quando il Bologna sembra poter fare qualcosa in più, inizia a soffrire e non poco. Ma ha qualche scossone col quale cerca di riprendersi. Cerca il gol nei primi minuti, ma senza gloria.

FOLORUNSHO 6 Un po’ a sorpresa in mezzo al campo insieme a Hongla. Grande strapotere fisico e capacità di rimanere lucido in entrambi le fasi di gioco. Sul finire del primo tempo, però, un malanno fisico lo condiziona, e non poco. Comincia a rallentare, fino a quando, nella ripresa è costretto a lasciare, letteralmente azzoppato.

SERDAR s.v. (dal 24° s.t.)

DOIG 6 – Sta bene fisicamente, nonostante i viaggi per la nazionale. Corre con disinvoltura ma non è sempre preciso nell’ultimo passaggio. Dovrebbe usare di più, ma il ginocchio lo mette ko.

LAZOVIC 6 – (dal 36° p.t.) Sprazzi di Darko. Già che sia tornato in campo (dispiace per l’infortunio di Doig, ovviamente) è una bella notizia. Subito grande voglia e le giocate che conosciamo. Ma la benzina non può essere tanta e quindi ci sta che ogni tanto batta in testa. Ma la strada deve essere quella giusta, per un giocatore dal quale questa squadra non può prescindere.

NGONGE 6.5 Un gran bel primo tempo. Si inventa occasioni dal nulla. Ma, al di là delle qualità da funambolo, non certo nuove, è la voglia di essere dentro la squadra che suona come qualcosa di nuovo. Cerca spesso lo strappo, mettendo in difficoltà Lucumi. Nella ripresa è stanco e paga il fatto che la squadra abbassi un po’ il raggio d’azione, per merito del Bologna.

DUDA 5.5 Costretto più a portare la croce che altro. Vederlo in campo alto, fa pensare a un suo atteggiamento più propositivo. Ma non è così. In quella posizione il suo ruolo è esclusivamente quello di guardia del corpo di Aebischer, costruttore di gioco del Bologna. Perde qualcosa, è inevitabile.

SUSLOV s.v. (dal 25° s.t.)

BONAZZOLI 5.5 Una voglia che tanti altri passati da Verona se la sognavano. Si lancia senza paura su ogni cosa gli capiti a tiro. Ha una buonissima occasione nel primo tempo ma Aebischer gli nega la gioia del gol proprio sul più bello. A volte tende a strafare, cercando la giocata d’effetto, il tacco che serve a poco se non a fare scena. Ma può davvero trovare con questa maglia ciò che finora la carriera gli ha negato.

DJURIC 5.5 (dal 17° s.t.) Deve tenere palloni. Che dura però. Non semplice.

ALL. BARONI 6 Un bel Verona nel primo tempo, che gioca tanto palla a terra, preferendo questa soluzione alla verticalità “baroniana”. Il merito è aver costretto il Bologna a calciare quasi sempre da lontano (grazie Montipò). Certo, i rossoblù entrano anche dentro, ma sbagliano e non poco. In conferenza, all’anti vigilia, parlava di necessità di trovare solidità difensiva. Questo giro l’ha trovata, punto prezioso contro una squadra tanto forte e di ben altra struttura