All’indomani dei vertici sul clima ho trovato interessante l’editoriale di Federico Rampini dove il giornalista spiega che non ci sarà mai una Greta cinese. Non solo per il diverso approccio della Cina nel contrasto dei cambiamenti climatici. Non solo perchè quello del presidente Xi è un regime autoritario.La ragione è più profonda, affonda in una precisa cultura millenaria che viene prima del comunismo.
Scrive Rampini: “Il leader comunista e confuciano deve osservare il fenomeno della giovane guru come una perversione occidentale che conferma il nostro declino. L’autorevolezza che i media occidentali riconoscono a Greta è inaccettabile nella cultura cinese dove sono gli anziani che vanno ascoltati e rispettati, la loro esperienza è un valore, nei rapporti gerarchici pesa l’età. Nell’ottica cinese “il mondo salvato dai ragazzini” è una pericolosa allucinazione. Nella storia della Cina le rivoluzioni animate dai giovani sono associate a caos, a spargimento di sangue”.
Rampini fa un preciso riferimento storico: “L’ultimo esempio fu la Rivoluzione culturale: Mao Zedong, per consolidare il proprio potere, aizzò gli adolescenti contro insegnanti e genitori. Le Guardie Rosse furono un fenomeno generazionale contemporaneo al nostro Sessantotto ma molto più violento, una guerra civile. Se i giovani vengono idolatrati in Occidente, per Xi è segno che la nostra civiltà è in una decadenza terminale”.
In effetti non fu male nemmeno il nostro Sessantotto: anche noi ragazzotti eravamo aizzati contro insegnanti e genitori…
L’idealismo anche spropositato dei giovani è inevitabile. Ma sono gli adulti a governare a decidere in base ad un’esperienza, della vita e del lavoro, che i giovani non possono avere, che devono ancora maturare.
Chiudo con l’autentica sciocchezza detta da Papa Francesco: impariamo dai piccoli che sono più saggi di noi! Ma come? La saggezza non può che derivare dall’età (mica sempre, ovvio), ma per i piccoli sicuramente è un’autentica sconosciuta.