Ad ascoltare i titoli di tutti i tg nazionale, e poi a leggere la prime pagine dei quotidiani, avresti dedotto che la tragedia che angosciava le famiglie, gli italiani in genere, non era il lavoro, lo stipendio né la salute. La tragedia erano i 22 mesi passati in carcere dallo studente egiziano Patrick Zaki. Libero lui, fine della tragedia.
Ora chiaro che va criticato e condannato un regime autoritario che mette in carcere chi osa scrivere o dire qualcosa contro il regime stesso.
Ma quanti ce ne sono di Zaki con tutti i regimo autoritari e dittatoriali al Mondo? Sono milioni, non solo incarcerati, ma anche torturati e uccisi. Ma non ne parliamo, non li conosciamo, perchè non hanno studiato all’università di Bologna. In sintesi dei tanti altri trattati peggio di Zaki ce ne freghiamo.
Ma c’è di ben peggio. Come ha spiegato il grande Federico Rampini ce ne freghiamo anche se viene ammazzato da un razzista nero un nostro ricercatore che aveva il torto di essere bianco.
Rampini spiega che l’assassino del nostro Davide Giri appartiene a una feroce gang di razzisti neri che aggrediscono e ammazzano i bianchi. Condannato ma poi scarcerato perché nero.
Gli stessi media americani, a partire dal New York Times , non parlano di questo feroce omicidio razzista. Perché il politicamente corretto impone di dare grande e scandalizzato risalto se è un bianco ad uccidere un nero. Ma se accade viceversa la regola è il silenzio, minimizzare.
Esempio, ricorda sempre Rampini, l’omicidio dell’afroamericano George Floyd da aperte di un agente di polizia bianco, avvenuto a Minneapolis nel maggio 2020.
Quei pagliacci dei calciatori continuano ad inginocchiarsi in memoria di Floyd (naturalmente oltre a destinare gran parte dei loro emolumenti alla lotta al razzismo…) Mi domando se per quanti anni adesso si inginocchieranno in memoria di Davide Giri…