L’irruzione delle inchieste giudiziarie alla vigilia del voto sono la prassi, non certo una novità.
Non è una novità nemmeno il circuito mediatico immediatamente mobilitatosi su la coca che Luca Morisi, ex guru della Lega, avrebbe usato e distribuito anche ai ragazzini. “Droga dello stupro”, titola Repubblica. Ma a me pare che venga stuprato il voto dei cittadini.
Siccome Luca Morisi ha, avrebbe, fatto uso di coca non si dovrebbe più votare Lega. Infatti dato che Gianni Agnelli ne sniffava dieci volte tanto non è più stata acquistata dagli italiani nemmeno una Fiat…
Non capisco cosa centrino le responsabilità individuali di Morisi (ovviamente da provare, presunzione d’innocenza solita sconosciuta) col voto alla Lega. La voterai o meno per come amministra comuni e regioni, per il programma che ha per il governo nazionale. Sembrerebbe un’ovvietà.
Personalmente sono critico per come Luca Zaia sta amministrando il Veneto; ma non mi interessa nulla della vita privata di questo o quell’esponente leghista.
Naturalmente non c’è solo il caso Morisi. Il Travaglio della destra, cioè il direttore della Verità e di Panorama Maurizio Belpietro, scrive che la procura di Roma ha aperto un’indagine sull’ex collega di studio di Giuseppe Conte, Di Donna, cui il leader dei 5 Stelle sarebbe tutt’ora legato. Ma anche qui voto o non voto 5 Stelle per come la Raggi ha amministrato Roma o per ciò che avrebbe combinato qualcuno dell’entourage di Conte?
Poi ovviamente non manca nemmeno il rinvio a giudizio di Tiziano Renzi, il padre di Matteo. E il Travaglio del Fatto esulta e titola: “La giustizia funziona: panico tra i 2 Matteo”.
Certo: è perfetta, funzionano al meglio una giustizia e un circuito mediatico che massacrano uomini e partiti senza nemmeno aspettare una sentenza di primo grado. Osservanza assoluta della presunzione d’innocenza prevista dalla Costituzione.
Poi tra dieci anni magari arriveranno altri casi Dell’Utri e Mori…