Lo premetto a scanso di equivoci: la vittoria di Pesaro non ha ancora deciso un bel niente. Mancano 6 partite alla fine del campionato e Perugia e Sudtirol non sono certo a distanza di sicurezza. Così come non lo erano di questi tempi la Sambenedettese e la Reggiana nel 2018 quando il Padova di Pierpaolo Bisoli conquistò la promozione in B con 2 giornate d’anticipo (e il contemporaneo successo dell’AlbinoLeffe sulla stessa Reggiana).
Però aver conquistato i 3 punti in casa della Vis ha assunto oggi un significato speciale: i biancoscudati hanno riscattato alla grande la batosta rimediata solo sette giorni prima in un’altra trasferta marchigiana e hanno dimostrato una maturità mentale che credo a questo punto sia elemento acquisito della squadra.
Sì questo successo è stato più importante degli altri e permette al Padova di provocare il primo deciso strappo del campionato in questa volata finale. Non è un caso che abbiano segnato due giocatori subentrati dalla panchina peraltro: è l’ennesima dimostrazione che questo gruppo è forte dal primo all’ultimo elemento della rosa e che è pur vero che a gennaio sono arrivati tanti bei rinforzi, ma è altrettanto innegabile che la vecchia guardia sta continuando a tirare la carretta come sempre ha fatto dall’inizio. Che poi era stato proprio Nicastro l’assoluto protagonista dell’avvio di stagione (e si era lavorato tanto al mercato estivo per riportare Kresic dall’Atalanta a Padova in prestito): è un altro bel segnale che siano stati i loro sigilli a perforare la difesa pesarese e a riempire la saccoccia col massimo del bottino.
Ora testa bassa e pensiamo al Ravenna. Che, appunto, non si è fatto ancora nulla.

